LIBERTA' RELIGIOSA E LEGGE DOMENICALE

In nome del Papa Re

Il Papa chiede un 'Nuovo Ordine Mondiale'

Nel corso di un recente discorso che prima ha fatto il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace a Roma il 3 dicembre, Papa Benedetto XVI, l’attuale leader della Chiesa Cattolica Romana, ha chiamato quello che può essere solo descritto come un Governo Mondiale Unificato, che ha definito come una “Nuova Evangelizzazione della Società” che si allinea con lo spirito di visione portato avanti dai papi precedenti. Pur affrontando il Concilio, Papa Benedetto XVI ha fatto numerosi riferimenti a questa “Nuova Evangelizzazione”, come parte integrante della missione mondiale della Chiesa Cattolica Romana . E al momento di definire che cosa significa in realtà questa frase, Papa Benedetto XVI ha parlato di come l’individualismo deve essere trasformato in una sorta di comunitarismo segnato da interconnessione e la “formazione della famiglia” su scala globale. Parte di questo comporta, secondo il discorso del papa, la “costruzione di una Comunità Mondiale“. E a guidare questa comunità mondiale sarà una “autorità corrispondente” il cui scopo è quello di servire e promuovere il “bene comune della famiglia umana”. In altre parole, un “Nuovo Ordine Mondiale”, senza mezzi termini, è l’obiettivo finale della Chiesa Cattolica Romana. Papa Benedetto XVI non è interessato a un qualsiasi Nuovo Ordine Mondiale, tuttavia. Ha messo in chiaro che la responsabilità della Chiesa Cattolica Romana è quella di guidare coloro che in realtà stanno costruendo questo Governo Mondiale in modo di promuovere un “quadro antropologico ed etico intorno al bene comune”. Insieme a questo, sarà una riforma globale dei corrotti sistemi monetari e finanziari internazionali, naturalmente in linea con la dottrina Cattolica Romana. Tale linguaggio può inizialmente sembrare benevolo per alcuni, ma che cosa significa veramente tutto questo? Sulla base della sordida storia della Chiesa Cattolica Romana di consolidare il potere, imporre la sua religione sulla società attraverso una fusione tra Chiesa e Stato, è difficile chiamare una simile proposta di Papa Benedetto XVI, come qualcosa che non sia un appello per un dittatoriale Nuovo Ordine Mondiale guidato e controllato dalla Chiesa Cattolica Romana.
“Queste ultime osservazioni fatte dal Papa e la Chiesa cattolica non sorprendono se si considera che nel 2010 la Chiesa cattolica ha chiesto l’istituzione di una nuova Banca centrale mondiale che sarebbe responsabile della regolamentazione del settore finanziario globale e l’offerta di moneta internazionale “, ha scritto Andrew Puhanic dall’ultimo discorso di papa Benedetto XVI. “E’ stato riferito (nel 2011) che il Vaticano ha auspicato ‘un ente sovranazionale ‘che avrebbe portato in tutto il mondo una ‘giurisdizione universale’ per guidare un controllo globale delle politiche economiche e le decisioni. Fonti per questo articolo sono: http://www.vatican.va http://www.foxnews.com

 Le parole del Papa

“Gesù ha tradito Giuda”: l’Angelus choc di Benedetto XVI

Ratzinger: “Giuda voleva un Messia vincente, che guidasse una rivolta contro i Romani, ma l’ha deluso e si è vendicato” continua

 


In nome del Papa Re

Duecento parlamentari di destra e sinistra insieme ad ascoltare Benedetto XVI. Il Pontefice unico riferimento di una politica in crisi di valori.

Duecento parlamentari di destra e sinistra insieme ad ascoltare Benedetto XVI. Il Pontefice unico riferimento di una politica in crisi di valori. Il Papa-Re. Con il trattino. Un’endiadi perfetta. Dunque: Papa e Re. La reggenza è inscritta nelle cose, non soltanto nella missione specifica del Vicario di Cristo. Don Orione declinava questa visione con una celebre esclamazione, che al partito clerical-progressista suonerebbe oggi ancora pre-conciliare, dunque l’incarnazione del diavolo: «La nostra fede è il Papa». Da questa sacrosanta verità cattolica – ergo: universale, come recita l’ètimo della «Catholica» – scaturisce il pensiero e l’azione di quei politici cattolici, schierati soprattutto nelle file del Pd, alla ricerca di un «centro di gravità permanente». Quest’ultimo non può che essere il Papa-Re. Non stiamo parlando di una teocrazia, magari riveduta e corretta, alla Guénon o alla Schuon, pensatori notevoli ma irrimediabilmente gnostici. Gesù è stato chiaro in proposito: «A Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». Punto. La laicità nasce in senso alla cristianità. Cristianità vuol dire civiltà basata sulla verità cristiana. Da ciò si coglie il limite strutturale e culturale del laicismo nostrano, che confonde l’agnosticismo con il nichilismo e la laicità con il più becero relativismo. Nessuno come il teologo e filosofo Ratzinger si è contrapposto a questa concezione tanto errata quanto «edificante».

Sì, «edificante», perché, in ultima analisi, si auto-rassicura contando sulla forza delle lobbies e dei salotti della gauche-caviar e della droite-caviar, quest’ultima in imbarazzante stato confusionale. Ma questo stato di cose non fa velo alla verità del pensiero solido e autenticamente significativo, prova ne sia che, da un lustro a questa parte, pensatori come Habermas e Nancy, dialogano soltanto con questo Papa, in misura diversa e più o meno direttamente. Ma il dialogo c’è, eccome. Solo fra chi ha qualcosa da dire ed ha un pensiero a tutto tondo, esiste come pensatore. In ambito politico, l’Italia sta diventando il laboratorio della terza crisi delle grandi narrazioni. La prima data dalla fine degli anni ’70, in realtà, con la prima disgregazione della sinistra, nel dopo-Moro, per intendersi. La seconda emerge con il post-1989 e vede la sinistra impreparata e anzi incarognita contro il sistema dei partiti, gesto a dir poco suicidario. Terza fase: la sinistra diventa il covo dei nichilisti un tanto al chilo e la destra-che-fu la segue fino al baratro. Risultato: il deserto nel quale sopravvive il berlusconismo come collante, ancorché non di recente fabbricazione, di varie culture politiche, anch’esse residuali. Sto parlando di sopravvivenza.

Ma nel deserto fioriscono anche gli aranci, come ci insegnano gli ebrei, e la fioritura la dobbiamo al Papato. Ecco, dunque, il fatto nuovo di cui rendere conto e dare ragione: è la politica a cercare il Papa. Con tensione e attenzione senza pari nella storia. Nell’èra post-ruiniana, non si dà più come prima la mediazione della Cei nello spazio politico, mentre cresce a vista d’occhio il rilievo oggettivo del Papa come figura religiosa, sapienziale e meta-politica. Circa 200 parlamentari attendono di ascoltare il Papa all’Angelus perché solo dalla bocca del Vicario di Cristo escono fuori parole millenarie gonfie di inesauribile veracità. Altrove, nei palazzi e negli spazi sociali, sindacali e culturali, è tutto un attacco alla fede, alla famiglia, alla società, alla libera intrapresa, sempre difesa dalla Chiesa, alla verità, alla nostra civiltà. Niente viene risparmiato: uomini e rovine. Uomini che gridano nel nulla delle rovine. Carl Schmitt scrisse un saggio che ci illumina, oggi, fin dal titolo: «Cattolicesimo romano e forma politica». Traduco: il cattolicesimo romano dà forma alla politica. Ci troviamo nell’oggi: de te fabula narratur. Il Cappellano di Montecitorio, Monsignor Leizzi, che ha accompagnato i parlamentari, ha condotto la smarrita politica di fronte al tempio della verità. Se tutto si sfascia e niente appare saldo agli occhi degli uomini, solo la verità immutabile e la filosofia perenne del Papa possono dare risposte capaci di riaprire domande nuove. Rimettendo, così, in moto anche la politica, ridotta al suo grado zero. Pio XII fu il riferimento di Roma e del mondo mentre la furia nazista si accaniva contro gli innocenti. Oggi il testimone è passato ad un altro grande Papa. Vicino a Pio XII per molti aspetti, a cominciare dalla sua idea di Chiesa. Un Papa che prega, pensa e segue coerentemente la verità. Un Papa-Re.

http://www.iltempo.it/2011/01/10/1229049-nome_papa.shtml

10/01/2011, 05:3

Papa: senza fede non c’e’ futuro

Papa: senza fede non c’e’ futuro Ingrandisci immagine

(ANSA) – CITTA’ DEL VATICANO, 22 FEB – Senza la ‘luce della fede’, l’esistenza degli uomini e anche la cultura, la politica, l’economia, finiscono in ‘un sepolcro senza futuro, senza speranza’. Lo afferma il Papa nel suo Messaggio per la Quaresima 2011. Benedetto XVI punta il dito contro la ‘tentazione dell’avere’, contro ‘l’avidita’ di denaro’, che ‘insidia il primato di Dio nella nostra vita’. ‘Il diavolo – ha aggiunto – e’ all’opera e non si stanca di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore’. http://it.notizie.yahoo.com/10/20110222/tpl-papa-senza-fede-non-c-e-futuro-962521b.html

Un richiamo ineccepibile quello del papa, se non fosse che la “fede” di cui parla il papa presuppone un riconoscimento da parte dell’uomo, dell’autorità della Chiesa Cattolica. Invece la vera “fede” è il risultato di un’accettazione dell’Autorità Divina.
La povertà estrema di milioni di bambini mal si adatta alle dichiarazione fatte da un capo di Stato [Vaticano] che vive nello sfarzo, e ogni spostamento è seguito da segretari, giornalisti, fotografi, forze di sicurezza e altro, producendo una spesa che potrebbe sfamare i tanti bambini che muoiono di fame. GESU’ camminava a piedi ed era oltremodo povero [economicamente], ma la Sua ricchezza spirituale e morale fu trasmessa all’umanità senza necessità di diplomazia al seguito.
<<Ma tra voi non ha da esser così; anzi il maggiore fra voi sia come il minore, e chi governa come colui che serve. Poiché, chi è maggiore, Colui che è a tavola o colui che serve? Non è forse Colui che è a tavola? Ma Io sono in mezzo a voi come colui che serve>> Luca 22: 26, 27.

Ilare e triste filmato su dove vanno i soldi dell’otto per mille.

Benedetto XVI° – Il papa ebreo –

I Cardinali cercheranno un dirigente duro come prossimo Pontefice?

24 febbraio 2012

La recente ondata di polemiche trapelati da documenti vaticani ha rinnovato un disturbo comune che Papa Benedetto XVI non è riuscito a domare la burocrazia vaticana. John Allen del National Catholic Reporter sostiene che la critica non è del tutto giustificata; questo pontificato ha visto una grande campagna per rompere i feudi della Curia Romana e in particolare della Segreteria di Stato. Tuttavia, Allen permette, sia con Papa Benedetto e il beato Giovanni Paolo II ha giustamente classificato come “insegnare” i Pontefici, il prossimo conclave può desiderare selezionare un Papa che sarebbe un amministratore pratico ed affidabile. Mentre mette in guardia contro la prematura speculazione sul prossimo papato, Allen fa carico di segnalare che un prelato americano ha catturato l’immaginazione di molti dirigenti della Chiesa durante il concistoro della scorsa settimana: di recente elevato cardinale Timothy Dolan di New York.
E ‘sciocco considerare la possibilità di un Papa americano? Allen fa quella domanda ed offre alcune risposte provvisorie. Fonte

“C’è un complotto per uccidere il Papa”

Ma il Cardinale Romeo smentisce tutto
Il Fatto Quotidiano pubblica un documento esclusivo

15:20“Il Papa sarà ucciso entro 12 mesi”. E’ il contenuto shock di un appunto riservato che verrà pubblicato da Il Fatto Quotidiano e che annuncia in tedesco un “complotto omicidiario” nei confronti di Benedetto XVI. Lo annuncia il quotidiano nella sua edizione online. Il documento, del 31 dicembre 2011, è firmato dal cardinal Castrillon e riporta quanto riferitogli dall’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, appreso durante la visita in Cina del Papa.
Secondo l’autore dell’articolo, Marco Lillo, il quale il documento sarebbe stato consegnato al papa un mese fa. Nel documento si parlerebbe esplicitamente di “complotto omicidiario” ai danni di Benedetto XVI e, addirittura, del suo successore, che sarebbe il suo “delfino”, l’attuale arcivescovo di Milano, Angelo Scola.
Il Vaticano: “Farneticazioni”

Il direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi, ha commentato: “Si tratta, evidentemente, di farneticazioni che non vanno prese in alcun modo sul serio” dichiara Padre Lombardi.
Card. Romeo: “Notizia fuori dalla realtà”
Successivamente è intervenuto anche il cardinale Paolo Romeo che, secondo il Fatto Quotidiano, avrebbe appreso del complotto durante un viaggio in Cina. Quanto attribuito allo stesso arcivescovo di Palermo “è del tutto privo di fondamento” e “appare tanto fuori dalla realtà da non dovere essere preso in alcuna considerazione”. A metà novembre, Romeo, in effetti, spiega l’ufficio stampa dell’Arcidiocesi, ha fatto un viaggio privato, di cinque giorni, nella Repubblica Popolare Cinese. “Del breve soggiorno, che si è limitato alla sola città di Pechino – viene sottolineato – sono stati opportunamente prevenuti, come da prassi, i competenti uffici della Santa Sede”.Fonte

La rivelazione

Nuzzi: con i soldi del Papa pagato l’anti-Papa

Nel 2011 la Fondazione di Ratzinger ha riconosciuto 50mila euro a uno studioso per un saggio che sostiene tesi teologiche opposte a quelle del Santo Padre

28/05/2012

Papa Ratzinger garantisce allo Ior un fiume di soldi: sono diversi i conti correnti del Pontefice, uno di questi raccoglie il 50% dei diritti d’autore di tutti i suoi libri (oltre 130 titoli) per un valore di 2,4 milioni di euro. Nel marzo 2010 quei soldi vengono trasferiti alla fondazione Vaticana “Joseph Ratzinger Benedetto XVI”, gemella dell’ominca Stiftung tedesca, aperta nell’autunno 2008. A dirigere la fondazione vertici scientifici di rilievo, con i cardinali Bertone, Ruini e Amato e un laico che di soldi se ne intende, il vicepresidente Paolo Cipriani con un passato di rilievo nello Ior. E infatti i conti della fondazione sono in attivo, tanto che si può permettere anche uscite “particolari”. Nel 2011, per esempio, ha riconosciuto 50mila euro a uno studioso, Manlio Simonetti, per un saggio che sostiene tesi teologiche opposte a quelle del Santo Padre. Il premio non è andato giù agli esponenti religiosi della Fondazione, e lo stesso padre Georg, assistente di Ratzinger, rimane allibito. I soldi del Papa andati all’anti-Papa: qualcosa di più che imbarazzante equivoco. Fonte

Due papi in Vaticano, un evento epocale

E’ tornato oggi in Vaticano il pontefice emerito Ratzinger. Ad accoglierlo, Papa Francesco. E’ la prima volta nella storia che la Santa Sede accoglie due santi padri contemporaneamente.

Redazione -2 maggio 2013- Che il momento che sta vivendo il Vaticano negli ultimi mesi sia un periodo epocale non c’è da metterlo in dubbio. Le dimissioni di Ratzinger, la presenza di due papi contemporaneamente, anche se uno “emerito”, e ora la loro “convivenza” in Vaticano. Un unicum.

E’ stato Papa Francesco in persona ad accogliere Benedetto XVI, oggi, al suo ritorno da Castel Gandolfo. Ratzinger, infatti, è tornato a vivere tra le mura leonine: la sua nuova residenza sarà il monastero Mater Ecclesiae. Bergoglio lo ha atteso di fronte alla struttura, per offrirgli il proprio benvenuto “con grande e fraterna cordialità”, come ha riferito la stampa vaticana. Poi, assieme, i due pontefici si sono recati nella cappella del monastero per dedicarsi alla preghiera.

In questi mesi, l’ex convento in cui d’ora in avanti vivrà Ratzinger, ha subito lavori di ristrutturazione. La struttura, sviluppata su quattro piani, è dotata di un ascensore, per facilitare gli spostamenti del papa emerito. Inoltre, il nuovo domicilio potrà vantare di una camera per gli ospiti, messa a disposizione del suo ex segretario e prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gaenswein.

Presso Mater Ecclesiae, infine, vivranno anche le quattro ”memores domini”, le quali si occuperanno delle mansioni domestiche.  http://www.articolotre.com/2013/05/due-papi-in-vaticano-un-evento-epocale/166066

<<Al tempo della fine il re del sud si scontrerà con lui, il re del nord verrà contro di lui come un turbine con carri e cavalieri e con molte navi; penetrerà nei paesi, li inonderà e passerà oltre>> Daniele 11:40

Il Papato è diventato sin dai primi secoli una “sinagoga di Satana” (Ap.2:9 vedi Arianesimo), perchè ha posto la sua sede “dov’è il trono di Satana” (Ap.2:13). Esso è colpevole di essersi sottomesso all’Anticristo e di avere abbandonato “il Primo amore” (Gesù, unico intercessore tra l’uomo e Dio – 1Timoteo 2:5). Ha alterato la Verità Biblica (Comandamenti) a favore dell’autorità umana. Per questi compromessi, subisce un attacco alla sua autorità e religiosità dal re del Nord e re del Sud, il potere occulto dell’Anticristo che agisce dietro ai grandi poteri economici e politici con lo scopo di “…piantare le tende del suo palazzo fra i mari e il glorioso monte santo (Gerusalemme)…” (Daniele 11:45). I veri credenti cattolici sono disorientati dagli scandali che ricadono sulla Chiesa Cattolica, non tutti sanno che l’Istituzione Papale è diventata sede dell’Anticristo, il quale usa dall’interno le varie istituzioni per distruggere completamente, non solo il cattolicesimo, ma TUTTO il Cristianesimo.

<<Quindi egli mi trasportò in spirito in un deserto, e vidi una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia e che aveva sette teste e dieci corna. La donna era vestita di porpora e di scarlatto, era tutta adorna d’oro, di pietre preziose e di perle, e aveva in mano una coppa d’oro piena di abominazioni e delle immondezze della sua fornicazione. Sulla sua fronte era scritto un nome: «Mistero, Babilonia la grande, la madre (Giudaismo) delle meretrici (le figlie: Papato e Protestantesimo apostata) e delle abominazioni della terra». E vidi la donna (Chiesa Ecumenica Mondiale) ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù (persecuzione futura ). E, quando la vidi, mi meravigliai di grande meraviglia>> Apocalisse 17:3-6

“Per capire con quali armi i rivoluzionari contassero di stroncare il cattolicesimo in Italia conviene citare per esteso i testi dei carbonari: si tratta di documenti che non è esagerato definire agghiaccianti. La calunnia, la maldicenza, l’infiltrazione nelle file del clero, la disintegrazione della famiglia, la corruzione, sono le armi spregiudicatamente scelte e consigliate per conseguire lo scopo prefisso.
Veniamo ai testi. “Il nostro scopo finale – sostiene l’Istruzione – è quello di Voltaire e della rivoluzione francese: cioè l’annichilimento completo del cattolicismo e perfino dell’idea cristiana”; l’Alta Vendita si prefigge una “rigenerazione universale”, inconciliabile con la sopravvivenza del cristianesimo. Vindice scrive a Nubio: “Noi abbiamo intrapresa la fabbrica della corruzione alla grande; della corruzione del popolo per mezzo del clero e del clero per mezzo nostro. Questa corruzione dee condurci al seppellimento della Chiesa cattolica”. L’Istruzione prevede che, dove non si arrivi con la corruzione, si debba supplire con la calunnia: “Schiacciate il nemico, quando è potente, a forza di maldicenze e di calunnie”; una parola ben inventata, “una parola può, qualche volta, uccidere un uomo. Come l’Inghilterra e la Francia, così l’Italia non mancherà mai di penne che sappiano dire bugie utili per la buona causa. Con un giornale in mano, il popolo non avrà bisogno di altre prove”.
Ancora: “Dovete sembrare semplici come colombe, ma sarete prudenti come i serpenti. I vostri genitori, i vostri figli, le vostre stesse mogli devono sempre ignorare il segreto che portate in seno, e, se per meglio ingannare l’occhio inquisitore, decideste di andare spesso a confessarvi, siete a ragione autorizzati a conservare il più rigoroso segreto su queste cose“. Le istruzioni continuano: “dovete presentarvi con tutte le apparenze dell’uomo serio e morale. Una volta che la vostra buona reputazione sia stabilita nei collegi, nei ginnasi, nelle università e nei seminari, una volta che abbiate catturato la confidenza di professori e studenti, fate in modo che a cercare la vostra compagnia siano soprattutto quanti sono arruolati nella milizia clericale. Si tratta di stabilire il regno degli eletti sul trono della prostituta di Babilonia: che il clero marci sotto la vostra bandiera mai dubitando di seguire quella delle chiavi apostoliche“.
Da sempre le élite rivoluzionarie, considerando se stesse migliori del volgo, hanno creduto loro dovere insegnare al popolo cosa pensare. Da sempre lo hanno fatto poco a poco perché la popolazione non si ritraesse inorridita. Da sempre si è trattato di insinuarsi pian piano con abile propaganda per poi venire all’improvviso – e simultaneamente – allo scoperto. Vanno tanto diversamente le cose ai giorni nostri? Solo fino a qualche anno fa sarebbero state pensabili ostentazioni della diversità sessuale, uteri in affitto, sperimentazione sugli embrioni, clonazioni realizzate ed annunciate e via discorrendo?”.
FONTE

Tribunale Internazionale: Il Vaticano dovrà rispondere
di crimini contro l’umanità

Ratzinger costretto alle dimissioni da un mandato d’arresto europeo

Un fulmine sulla cupola di San Pietro è statò per cosi dire “un segno”, si un segno di grandi cambiamenti in atto nella casa di Pietro, il Vaticano! Secondo Itccs.org, alla base delle dimissioni di papa Ratzinger ci sarebbe una pesante azione penale da parte del Governo europeo.

 

Joseph Ratzinger è stato costretto ad annunciare le sue dimissioni senza precedenti storici (o quasi…) dalla carica di Papa a causa di un’imminente azione del Governo europeo, che ha spiccato un mandato di arresto contro Ratzinger e, entro Pasqua, emetterà un lien commerciale (diritto ipotecario) pubblico sulla proprietà del Vaticano.

 

Il Papa sente il peso delle denunce penali che stanno per arrivare?

L’Ufficio centrale dell’ITCCS – International Tribunal into Crimes of Church and State di Bruxelles è stato costretto, dall’improvvisa abdicazione di Benedetto XVI (?), a rivelare i dettagli seguenti:

 

 

1. Venerdì 1 febbraio 2013, sulla base delle prove fornite dalla nostra affiliata Corte di Giustizia Common Law (itccs.org), il nostro ufficio ha concluso un accordo con i rappresentanti di una non specificata nazione europea e dei suoi giudici, a garanzia di un mandato di arresto contro Joseph Ratzinger, alias Papa Benedetto XVI, per crimini contro l’umanità ed associazione a deliquere.

2. Questo mandato d’arresto sarà consegnato all’ufficio della Santa Sede di Roma il giorno venerdì 15 febbraio 2013. La suddetta nazione non specificata ha concesso il permesso di trattenere Ratzinger, come criminale sospettato, all’interno del territorio sovrano della Città del Vaticano.

3. Lunedì 4 febbraio 2013, detta nazione ha consegnato una nota diplomatica nelle mani del Segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone, informandolo dell’imminente mandato di arresto e invitando il suo ufficio a farlo rispettare. Nè il card. Bertone nè il suo ufficio hanno fornito alcun riscontro immediato a questa nota, tuttavia, solo sei giorni più tardi, papa Benedetto si è dimesso.

4. L’accordo tra il nostro Tribunale e i tribunali della nazione in parola, comprende come seconda disposizione, quella di emettere un lien commerciale (diritto ipotecario) sopra la proprietà e la ricchezza della Chiesa Cattolica Romana con effetto a partire dalla domenica di Pasqua, 31 marzo 2013. Questo lien sarà accompagnato a livello globale dalla pubblica Campagna Pasquale di Rivendicazione (“Easter Reclamation Campaign”, n.d.t.), in base alla quale le proprietà della Chiesa Cattolica saranno occupate e rivendicati dai cittadini come beni pubblici ed incamerate ai sensi del Diritto Internazionale e dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.

5. È decisione del nostro Tribunale e del governo della nazione in parola, quella di procedere all’arresto di Joseph Ratzinger e alla sua rimozione dall’incarico di Pontefice Romano, con l’accusa di crimini contro l’umanità e associazione a delinquere.

6. È altresi nostra nuova decisione quella di procedere come previsto anche all’incriminazione e all’arresto del pontefice successore di Joseph Ratzinger, secondo le stesse accuse, e di imporre il lien commerciale e laCampagna Pasquale di Rivendicazione contro la Chiesa cattolica romana.

In chiusura, il nostro Tribunale riconosce che, a causa della complicità di Papa Benedetto XVI nelle attività criminali della Banca Vaticana IOR, quest’ultimo è stato persuaso alle dimissioni dai più alti funzionari del Vaticano. Secondo le nostre fonti, è stato il Segretario di Stato Tarcisio Bertone a costringere Joseph Ratzinger rimettere immediatamente il suo incarico, in risposta diretta alla nota diplomatica relativa al mandato d’arresto a lui notificata il 4 febbraio 2013 da parte del governo della suddetta nazione.

Facciamo appello a tutti i cittadini e ai governi affinchè supportino i nostri sforzi per demolire legalmente e direttamente la corporation Vaticana ed arrestare i principali ufficiali e membri del clero complici in crimini contro l’umanità e nella cospirazione criminale in corso per proteggere ed insabbiare la tortura e il traffico di bambini.

Questa settimana, il nostro ufficiò pubblicherà ulteriori bollettini di aggiornamento sugli eventi della Campagna Pasquale di Rivendicazione.

Bollettino pubblicato il 13 febbraio 2013 ore 12:00 GMT (13:00 italiane) dall’ Ufficio Centrale di Bruxelles
Fonte: itccs.org – Traduzione: Lòthlaurin
www.segnidalcielo.it FONTE

FONTE

Joseph Ratzinger

Per presunta complicità del Vaticano su scandali Chiesa Usa

La Corte penale internazionale dell’Aja ha respinto la richiesta di indagare il Papa emerito Benedetto XVI per la presunta complicità delle “gerarchie vaticane” sugli “scandali sessuali” nella Chiesa Usa.

Lo riporta stamane il quotidiano cattolico Avvenire. “La questione non rientra nella giurisdizione del tribunale”, ha deciso la Corte, interpellata dalla denuncia di un’associazione di New York.

L’avvocato della Santa Sede, Jeffrey Lena, ha commentato: “confermata la nostra linea difensiva”.http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/ratzinger-pedofilia-paedophilia-25673/

Joseph Ratzinger
Radici cristiane dell’Europa e rispetto della Domenica: il Papa ripercorre il viaggio in Austria

 

PETRUS – Il quotidiano online sull’Apostolato di Benedetto XVI il 12 settembre 2007

CITTA’ DEL VATICANO – ”Guardando all’Europa, ho rinnovato il mio incoraggiamento a portare avanti l’attuale processo di unificazione sulla base di valori ispirati al comune patrimonio cristiano”.

E’ quanto ha detto Benedetto XVI nel corso dell’udienza generale in Piazza San Pietro rievocando le tappe del suo viaggio apostolico in Austria, svoltosi da venerdi’ a domenica scorsi per celebrare l’850/o anniversario del santuario di Mariazell. Il Pontefice faceva riferimento in particolare all’incontro avuto venerdi’ a Vienna con il presidente federale Heinz Fischer, con le autorita’ governative e con il corpo diplomatico.

”Si tratta di occasioni preziose – ha detto il Papa – in cui il successore di Pietro ha la possibilita’ di esortare i responsabili delle nazioni a favorire sempre la causa della pace e dell’autentico sviluppo economico e sociale”.

A proposito dell’incoraggiamento alla salvaguardia delle radici cristiane dell’Europa, il Pontefice ha ricordato che proprio ”Mariazell, del resto, e’ uno dei simboli dell’incontro dei popoli europei intorno alla fede cristiana”.

”Come dimenticare – ha poi sottolineato – che l’Europa e portatrice di una tradizione di pensiero che tiene legati fede, ragione e sentimento? Illustri filosofi, anche indipendentemente dalla fede, hanno riconosciuto il ruolo centrale svolto dal cristianesimo per preservare la coscienza moderna da derive nichilistiche o fondamentalistiche”.

”L’incontro con le autorita’ politiche e diplomatiche a Vienna – ha aggiunto Benedetto XVI – e’ stato dunque quanto mai propizio per inserire il mio viaggio apostolico nel contesto attuale del continente europeo”.

”Anche noi cristiani del 2000 non possiamo vivere senza la domenica, un giorno che da’ senso al lavoro e al riposo, attualizza il significato della creazione e della redenzione, esprime il valore della liberta’ e del servizio al prossimo”. E’ quanto ha aggiunto Benedetto XVI durante l’udienza generale in Piazza San Pietro ricordando i temi del suo recente viaggio in Austria e in particolare i riferimenti al valore e al significato della domenica, ”da non ridurre solo a weekend o a occasione per interessi mondani o commerciali”, fatti nell’omelia della messa celebrata domenica mattina nel duomo di Santo Stefano, a Vienna. ”Tutto questo – ha ribadito il Papa – e’ la domenica, ben piu’ di un precetto”.

Il Pontefice ha sottolineato di aver parlato anche a sostegno del movimento ”Alleanza in difesa della domenica libera”, al quale ”aderiscono anche persone e gruppi non cristiani”. ”Come credenti – ha osservato il Papa- naturalmente abbiamo motivazioni profonde per vivere il giorno del Signore cosi’ come la Chiesa ci ha insegnato”.

E ha aggiunto: ”’Sine dominico non possumus’, senza il Signore e senza il suo giorno non possiamo vivere, dichiararono i martiri di Abitene, attuale Tunisia nell’anno 304”. ”Se le popolazioni di antica civilta’ cristiana abbandonano questo significato – ha concluso il Pontefice -, lasciano che la domenica, si riduca a weekend o a occasione per interessi mondani o commerciali, vuole dire che hanno deciso di rinunciare alla propria cultura”.

Pedofilia: dal Tribunale dell’Aja nessuna indagine su Ratzinger

 

Le crociate dimenticate del cardinale Ratzinger

 

In America Latina a partire dagli anni 70’ la Santa Sede ha contrastato con forza le nascenti correnti cristiano-progressiste come i teologi della liberazione, di ispirazione marxista. Papa Wojtyla e papa Ratzinger hanno portato avanti vere e proprie crociate contro le fazioni più radicali rafforzando la tendenza conservatrice della Chiesa. Vista la tendenza a vedere l’America Latina come la culla del socialismo del 21° secolo, l’elezione di Papa Francesco non è forse il segno chiaro di una offensiva ancora più aspra nei confronti del consolidamento della sinistra nei paesi sud-americani?

 

Di Maurice Lemoine, Le Monde Diplomatique , marzo 2013.Traduzione e adattamento a cura di Pensiero Meridiano.

Monsignor Oscar Arnulfo Romero, Il 24 marzo del 1980 Romero viene brutalmente assassinato mentre celebra messa. Non aderì mai alla Teologia della Liberazione, ma ne è considerato un’icona.

Monsignor Oscar Arnulfo Romero, Il 24 marzo del 1980 Romero viene brutalmente assassinato mentre celebra messa. Non aderì mai alla Teologia della Liberazione, ma ne è considerato un’icona.

Gran parte dei commenti sulle dimissioni del Papa Benedetto XVI sono caratterizzati da una opinione piuttosto comune: quella secondo cui, lasciando il suo trono con coraggio e maestria il sommo pontefice abbia semplicemente ceduto ai ritmi della vita moderna. Tuttavia in America Latina il ricordo lasciato dal’ex – cardinale Joseph Ratzinger è associato al passato.

Piccolo flash back, siamo nel 1960, epoca in cui don Helder Camara, arcivescovo di Recife, che incarna la coscienza dei cattolici progressisti del continente sud-americano, lascia ai posteri una frase che resterà ai posteri: “Quando do da mangiare ai poveri, mi danno del santo; quando invece chiedo perché essi siano poveri mi danno del comunista” . L’analfabetismo, l’emarginazione e le condizioni di miseria e povertà in cui annaspavano decine di milioni di abitanti, in questi anni, hanno alimentato un processo “radicalizzazione” (intesa come tendenza ad ideologie radicali) di un gran numero di cristiani così come di alcuni membri della gerarchia ecclesiastica. In un clima di aggiornamento dei valori della Chiesa, sotto il pontificato di Papa Giovanni XXIII e soprattutto a partire dal concilio Vaticano II (1962-65), l’enciclica Populorum progressio, porta nel marzo del 1967 un segnale di sostegno e approvazione da parte di Roma a quello che sta succedendo nei ranghi del clero brasiliano.

Dal 26 Agosto al 6 Settembre del 1968 viene inaugurata da papa Paolo VI la seconda conferenza episcopale latino-americana, che si riunisce a Medellin in Colombia. Durante la sua prima assemblea, un giovane teologo peruviano, Gustavo Gutierrez, presenta un rapporto sulla “teologia dello sviluppo”. Il documento ultimo che esprime i principi propri di tale ideologia, dopo aver affermato che il continente sud-americano è vittima del “neocolonialismo”, dell’”imperialismo internazionale del denaro” e del “colonialismo interno”, riconosce la necessità di “trasformazioni audaci, urgenti e profondamente rinnovatrici”(1). Questa professione di fede segna la nascita della cosiddetta “Teologia della Liberazione”. Procedendo ad una lettura critica ed impegnata del Vangelo, una delle convinzioni di tale teologia è che accanto al peccato individuale esista un peccato collettivo e strutturale: vale a dire un strutturazione della società e dell’economia che causa la sofferenza, la miseria e la morte di innumerevoli “fratelli e sorelle”. Nelle zone rurali, nei quartieri popolari e nelle bidonville, un intera generazione di membri del clero s’impegnano concretamente, e politicamente, schierandosi al fianco dei meno abbienti.

L’offensiva contro la sinistra clericale latino-americana

L’espressione dei vescovi conservatori, già di suo uggiosa, si fece ancora più triste. Tre poli di resistenza ai classici dettami della Chiese sorsero in America-Latina: in Argentina e Brasile, ai tempi controllati da regimi militari, in cui i prelati conservatori continuarono ad operare, ed in Colombia. Non stupisce il fatto che per affrontare i “sovversivi” di Medellin, venga messo in prima linea proprio un vescovo colombiano, Alfonso Lopez Trujillo. Il suo ruolo si consolida  quando, già vescovo ausiliario di Bogotà, viene eletto segretario generale del Consiglio Episcopale latino-americano (CELAM) nel novembre del 1972, per poi divenirne presidente e restare in carica sino al 1983. A partire dal 1973 i dirigenti del Celam denunciano un “infiltrazione marxista” nella Chiesa. Pertanto i teologi della liberazione l’hanno più volte ripetuto: del marxismo loro utilizzano solo i concetti che sembrano più pertinenti – la fede nel popolo considerato come artigiano della storia; alcuni elementi di analisi socio-economica; il funzionamento dell’ideologia dominante; la realtà del conflitto sociale (2). Monsignor Lopez Trujillo non si sforzerà neanche tanto per silurare questa nuova corrente, e riceverà presto un’importante supporto: l’aiuto del Vaticano.

Dopo la morte di Papa Paolo VI, è il cardinale polacco Karol Wojtyla, diventato Papa Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978, a presiedere la terza conferenza episcopale latino-americana di Puebla (Messico). Tutti i Paesi della regione, tranne quattro, sono in questo periodo sotto il controllo di regimi militari. Mentre i vescovi confermano la scelta prioritaria di “concentrarsi sulle condizioni dei poveri”, il nuovo Papa evita qualsiasi dichiarazione che riguardi le tensioni che attraversano in questo momento la Chiesa latino-americana. Allo stesso tempo però quest’ultimo si astiene dal fare dichiarazioni di denuncia nei confronti dei regimi dittatoriali. Marcato personalmente dalla sua esperienza di vita in un paese dell’Est Europa, vigoroso anticomunista, adotta una visione piuttosto semplicista degli eventi caratterizzanti la Chiesa sud-americana, e nel 1981 chiama a Roma un teologo tedesco con cui ha dei profondi legami personali: il cardinale Ratzinger, che diventa così prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, la vecchia Inquisizione.

Ratzinger l’inquisitore

Con tutta la sua esperienza sul campo ed un anno di vicariato in una parrocchia di Monaco, il nuovo ideologo di fresca nomina diventa la più solida spalla di Monsignor Lopez Trujillo (che lo raggiungerà, nel 1983, alla suddetta Congregazione). In un’atmosfera da guerra fredda, il Nicaragua diventa una sorta di “modello polacco”: la gerarchia ecclesiastica è chiamata a resistere apertamente contro il regime sandinista – di ispirazione cristiana e marxista allo stesso tempo – e viene a crearsi un sodalizio informale tra il Vaticano e gli Stati Uniti di Ronald Reagan, al fine di combattere tra l’altro, la minaccia comunista in America Latina.

Durante una conferenza tenutasi al Vaticano, nel settembre 1983, Ratzinger si lascia andare ad una violenta requisitoria: “L’analisi del fenomeno della Teologia della Liberazione sottolinea in maniera chiara la presenza di un pericolo fondamentale per la fede della Chiesa (3).” Denunciando un radicalismo “la cui gravità è spesso sottostimata perché tale teologia non rientra in nessuna categoria di eresia esistente oggigiorno”, egli osserva: “Il mondo viene qui interpretato secondo un’ottica di lotta di classe.(…) Il “popolo” diventa un concetto in opposizione a quello di “gerarchia” ed è allo stesso tempo antitetico rispetto a tutte le istituzioni considerate sempre più come forze di oppressione”. I termini vivi e vigorosi di una prima direttiva emanata dalla Congregazione il 3 settembre 1984,appaiono come una condanna a morte per la sinistra clericale latino-americana.

Tempo prima, il « grande inquisitore » aveva indirizzato all’episcopato peruviano un documento di analisi del lavoro di padre Gutierrez, prima di obbligarlo a “rivedere” le sue opere in un processo degno di quello vissuto da Galileo. Nel marzo del 1985 è sull’opera “Chiesa, carisma e potere” del frate francescano Leonardo Boff, che si abbatte la tempesta. Dopo esser stato atto fuori dalla casa editrice che lui stesso dirigeva,  a padre Boff gli si impedisce la libertà di insegnamento e di libera espressione di pensiero. In Brasile, appena uscito dal ventennio dittatoriale, tale sanzione provoca una forte indignazione (4).

Il rafforzamento del conservatorismo ecclesiastico ed i legami con le dittature

Dinnanzi all’amarezza provocata da tali diktat imposti dall’alto, Giovanni Paolo II prova a tenere sotto controllo l’incendio sul quale il “Panzerkardinal” getta benzina a fiotti. Parlando della teologia contestata, in una lettera del 9 aprile 1986 indirizzata all’episcopato brasiliano, il papa giudica che questa sia “non solamente opportuna ma anche utile e necessaria”. Addirittura il papa si spinge ancora più in là criticando l’ideologia dominate del capitalismo liberale. Malgrado tutto ciò Roma decide però di smantellare con forza  l’esperienza di Medellin. La nomina di vescovi conservatori e membri dell’Opus Dei (5), il peso crescente dato a nuovi movimenti come il neocatecumenismo, i Legionari di Cristo, il Rinnovamento carismatico (neo-pentecostalismo) fa si che il duo Wojtyla – Ratzinger rafforzi la tendenza conservatrice della Chiesa. Per ridurre l’influenza dei pastori considerati troppo radicali, alcune diocesi, come quella del cardinale Paulo Evaristo Arns, in Brasile, saranno sapientemente riorganizzate. Nel 1985, Monsignor Josè Cardoso, spinto dalla curia romana, rimpiazza don Helder Camara. Il nuovo arrivato comincia sin da subito a inimicarsi quasi tutto il clero e tutti i gruppi laici militanti.

Se i preti che appoggiano il governo sandinista sono condannati, questo non sarà il caso di quei preti che invece hanno collaborato con la giunta militare argentina. E difficilmente si dimenticherà il giorno in cui Giovanni Paolo II diede la comunione a Pinochet, durante una sua visita in America Latina. Si sa ancora meno delle negoziazioni portate avanti dal cardinale cileno Jorge Medina per favorire la liberazione di Pinochet ed il suo ritorno a Santiago, nel periodo in cui quest’ultimo era detenuto a Londra, tra il novembre 1998 e il marzo 2000. Bisogna dire che tali negoziazioni furono sostenute dalla Sanata Sede, grazie al sostegno dei cardinali Trujillo e Ratzinger. Meno fortunati di Pinochet sono stati i circa centoquaranta teologi che avevano tentato di mettere in pratica le aperture progressiste predicate dal concilio Vaticano II, i quali sono stati puniti durante il pontificato Giovanni Paolo II.

Diventato ormai papa Benedetto XVI, ricevendo un gruppo di prelati brasiliani il 5 dicembre 2009, l’ispiratore e teorizzatore delle misure conservatrici di Wojtyla imprecava così riferendosi alla teologia della liberazione: “I postumi più o meno visibili di tale comportamento, caratterizzati dalla ribellione, dalla divisione, dal disaccordo, dall’offesa e dall’anarchia, perdurano ancora, producendo nelle vostre comunità diocesane una grande sofferenza ed una grave perdita di forze vive (6)…” Si può essere San Pietro ed essere poco inclini al pentimento ed al perdono …Gran parte dei commenti sulle dimissioni del Papa Benedetto XVI sono caratterizzati da una opinione piuttosto comune: quella secondo cui, lasciando il suo trono con coraggio e maestria il sommo pontefice abbia semplicemente ceduto ai ritmi della vita moderna. Tuttavia in America Latina il ricordo lasciato dal’ex – cardinale Joseph Ratzinger è associato al passato.

Piccolo flash back, siamo nel 1960, epoca in cui don Helder Camara, arcivescovo di Recife, che incarna la coscienza dei cattolici progressisti del continente sud-americano, lascia ai posteri una frase che resterà ai posteri: “Quando do da mangiare ai poveri, mi danno del santo; quando invece chiedo perché essi siano poveri mi danno del comunista” . L’analfabetismo, l’emarginazione e le condizioni di miseria e povertà in cui annaspavano decine di milioni di abitanti, in questi anni, hanno alimentato un processo “radicalizzazione” (intesa come tendenza ad ideologie radicali) di un gran numero di cristiani così come di alcuni membri della gerarchia ecclesiastica. In un clima di aggiornamento dei valori della Chiesa, sotto il pontificato di Papa Giovanni XXIII e soprattutto a partire dal concilio Vaticano II (1962-65), l’enciclica Populorum progressio, porta nel marzo del 1967 un segnale di sostegno e approvazione da parte di Roma a quello che sta succedendo nei ranghi del clero brasiliano.

Dal 26 Agosto al 6 Settembre del 1968 viene inaugurata da papa Paolo VI la seconda conferenza episcopale latino-americana, che si riunisce a Medellin in Colombia. Durante la sua prima assemblea, un giovane teologo peruviano, Gustavo Gutierrez, presenta un rapporto sulla “teologia dello sviluppo”. Il documento ultimo che esprime i principi propri di tale ideologia, dopo aver affermato che il continente sud-americano è vittima del “neocolonialismo”, dell’”imperialismo internazionale del denaro” e del “colonialismo interno”, riconosce la necessità di “trasformazioni audaci, urgenti e profondamente rinnovatrici”(1). Questa professione di fede segna la nascita della cosiddetta “Teologia della Liberazione”. Procedendo ad una lettura critica ed impegnata del Vangelo, una delle convinzioni di tale teologia è che accanto al peccato individuale esista un peccato collettivo e strutturale: vale a dire un strutturazione della società e dell’economia che causa la sofferenza, la miseria e la morte di innumerevoli “fratelli e sorelle”. Nelle zone rurali, nei quartieri popolari e nelle bidonville, un intera generazione di membri del clero s’impegnano concretamente, e politicamente, schierandosi al fianco dei meno abbienti.

L’offensiva contro la sinistra clericale latino-americana

L’espressione dei vescovi conservatori, già di suo uggiosa, si fece ancora più triste. Tre poli di resistenza ai classici dettami della Chiese sorsero in America-Latina: in Argentina e Brasile, ai tempi controllati da regimi militari, in cui i prelati conservatori continuarono ad operare, ed in Colombia. Non stupisce il fatto che per affrontare i “sovversivi” di Medellin, venga messo in prima linea proprio un vescovo colombiano, Alfonso Lopez Trujillo. Il suo ruolo si consolida  quando, già vescovo ausiliario di Bogotà, viene eletto segretario generale del Consiglio Episcopale latino-americano (CELAM) nel novembre del 1972, per poi divenirne presidente e restare in carica sino al 1983. A partire dal 1973 i dirigenti del Celam denunciano un “infiltrazione marxista” nella Chiesa. Pertanto i teologi della liberazione l’hanno più volte ripetuto: del marxismo loro utilizzano solo i concetti che sembrano più pertinenti – la fede nel popolo considerato come artigiano della storia; alcuni elementi di analisi socio-economica; il funzionamento dell’ideologia dominante; la realtà del conflitto sociale (2). Monsignor Lopez Trujillo non si sforzerà neanche tanto per silurare questa nuova corrente, e riceverà presto un’importante supporto: l’aiuto del Vaticano.

Dopo la morte di Papa Paolo VI, è il cardinale polacco Karol Wojtyla, diventato Papa Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978, a presiedere la terza conferenza episcopale latino-americana di Puebla (Messico). Tutti i Paesi della regione, tranne quattro, sono in questo periodo sotto il controllo di regimi militari. Mentre i vescovi confermano la scelta prioritaria di “concentrarsi sulle condizioni dei poveri”, il nuovo Papa evita qualsiasi dichiarazione che riguardi le tensioni che attraversano in questo momento la Chiesa latino-americana. Allo stesso tempo però quest’ultimo si astiene dal fare dichiarazioni di denuncia nei confronti dei regimi dittatoriali. Marcato personalmente dalla sua esperienza di vita in un paese dell’Est Europa, vigoroso anticomunista, adotta una visione piuttosto semplicista degli eventi caratterizzanti la Chiesa sud-americana, e nel 1981 chiama a Roma un teologo tedesco con cui ha dei profondi legami personali: il cardinale Ratzinger, che diventa così prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, la vecchia Inquisizione.

Ratzinger l’inquisitore

Con tutta la sua esperienza sul campo ed un anno di vicariato in una parrocchia di Monaco, il nuovo ideologo di fresca nomina diventa la più solida spalla di Monsignor Lopez Trujillo (che lo raggiungerà, nel 1983, alla suddetta Congregazione). In un’atmosfera da guerra fredda, il Nicaragua diventa una sorta di “modello polacco”: la gerarchia ecclesiastica è chiamata a resistere apertamente contro il regime sandinista – di ispirazione cristiana e marxista allo stesso tempo – e viene a crearsi un sodalizio informale tra il Vaticano e gli Stati Uniti di Ronald Reagan, al fine di combattere tra l’altro, la minaccia comunista in America Latina.

Durante una conferenza tenutasi al Vaticano, nel settembre 1983, Ratzinger si lascia andare ad una violenta requisitoria: “L’analisi del fenomeno della Teologia della Liberazione sottolinea in maniera chiara la presenza di un pericolo fondamentale per la fede della Chiesa (3).” Denunciando un radicalismo “la cui gravità è spesso sottostimata perché tale teologia non rientra in nessuna categoria di eresia esistente oggigiorno”, egli osserva: “Il mondo viene qui interpretato secondo un’ottica di lotta di classe.(…) Il “popolo” diventa un concetto in opposizione a quello di “gerarchia” ed è allo stesso tempo antitetico rispetto a tutte le istituzioni considerate sempre più come forze di oppressione”. I termini vivi e vigorosi di una prima direttiva emanata dalla Congregazione il 3 settembre 1984,appaiono come una condanna a morte per la sinistra clericale latino-americana.

Tempo prima, il « grande inquisitore » aveva indirizzato all’episcopato peruviano un documento di analisi del lavoro di padre Gutierrez, prima di obbligarlo a “rivedere” le sue opere in un processo degno di quello vissuto da Galileo. Nel marzo del 1985 è sull’opera “Chiesa, carisma e potere” del frate francescano Leonardo Boff, che si abbatte la tempesta. Dopo esser stato atto fuori dalla casa editrice che lui stesso dirigeva,  a padre Boff gli si impedisce la libertà di insegnamento e di libera espressione di pensiero. In Brasile, appena uscito dal ventennio dittatoriale, tale sanzione provoca una forte indignazione (4).

Il rafforzamento del conservatorismo ecclesiastico ed i legami con le dittature

Dinnanzi all’amarezza provocata da tali diktat imposti dall’alto, Giovanni Paolo II prova a tenere sotto controllo l’incendio sul quale il “Panzerkardinal” getta benzina a fiotti. Parlando della teologia contestata, in una lettera del 9 aprile 1986 indirizzata all’episcopato brasiliano, il papa giudica che questa sia “non solamente opportuna ma anche utile e necessaria”. Addirittura il papa si spinge ancora più in là criticando l’ideologia dominate del capitalismo liberale. Malgrado tutto ciò Roma decide però di smantellare con forza  l’esperienza di Medellin. La nomina di vescovi conservatori e membri dell’Opus Dei (5), il peso crescente dato a nuovi movimenti come il neocatecumenismo, i Legionari di Cristo, il Rinnovamento carismatico (neo-pentecostalismo) fa si che il duo Wojtyla – Ratzinger rafforzi la tendenza conservatrice della Chiesa. Per ridurre l’influenza dei pastori considerati troppo radicali, alcune diocesi, come quella del cardinale Paulo Evaristo Arns, in Brasile, saranno sapientemente riorganizzate. Nel 1985, Monsignor Josè Cardoso, spinto dalla curia romana, rimpiazza don Helder Camara. Il nuovo arrivato comincia sin da subito a inimicarsi quasi tutto il clero e tutti i gruppi laici militanti.

Se i preti che appoggiano il governo sandinista sono condannati, questo non sarà il caso di quei preti che invece hanno collaborato con la giunta militare argentina. E difficilmente si dimenticherà il giorno in cui Giovanni Paolo II diede la comunione a Pinochet, durante una sua visita in America Latina. Si sa ancora meno delle negoziazioni portate avanti dal cardinale cileno Jorge Medina per favorire la liberazione di Pinochet ed il suo ritorno a Santiago, nel periodo in cui quest’ultimo era detenuto a Londra, tra il novembre 1998 e il marzo 2000. Bisogna dire che tali negoziazioni furono sostenute dalla Santa Sede, grazie al sostegno dei cardinali Trujillo e Ratzinger. Meno fortunati di Pinochet sono stati i circa centoquaranta teologi che avevano tentato di mettere in pratica le aperture progressiste predicate dal concilio Vaticano II, i quali sono stati puniti durante il pontificato Giovanni Paolo II.

Diventato ormai papa Benedetto XVI, ricevendo un gruppo di prelati brasiliani il 5 dicembre 2009, l’ispiratore e teorizzatore delle misure conservatrici di Wojtyla imprecava così riferendosi alla teologia della liberazione: “I postumi più o meno visibili di tale comportamento, caratterizzati dalla ribellione, dalla divisione, dal disaccordo, dall’offesa e dall’anarchia, perdurano ancora, producendo nelle vostre comunità diocesane una grande sofferenza ed una grave perdita di forze vive (6)…” Si può essere San Pietro ed essere poco inclini al pentimento ed al perdono …

 

http://pensieromeridiano.com/2013/03/16/le-crociate-dimenticate-del-cardinale-ratzinger/

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