LIBERTA' RELIGIOSA E LEGGE DOMENICALE

I CONCILI ECUMENICI

 

“I Concili Ecumenici”

 

 

 

 

1° 321 3 marzo

Editto di Milano

Legge di Costantino sulla domenica rivolta al vicario dell’Urbe Elpidio: si chiede ai giudici, ai corpora di mestiere e alla popolazione di non lavorare durante il dies solis. Ne sono esentati i contadini.

(Nel corso dei primi secoli, uomini della Siria, della Persia e di Babilonia s’insediarono in Italia portando con sè la dottrina dell’adorazione del sole. Queste dottrine influenzarono e cambiarono la religione del popolo Romano. La Domenica in lingua inglese (Sunday) e tedesca (Sonntag) deriva dal latino “dies solis” che significa “giorno del sole”. I cristiani, nei primi secoli, introdussero la Domenica nello stesso giorno in cui questi popoli veneravano il sole, come celebrazione della festa di Resurrezione di Gesù, sostituendolo con il Sabato Biblico del quarto Comandamento).

 

1° 325 20 maggio

Concilio di Nicea

(20 maggio-19 giugno) Costantino indice per la prima volta un concilio ecumenico a Nicea in Bitinia. Il concilio, che si apre nella sala delle adunanze del palazzo imperiale, dura un mese e si conclude con la condanna dell’arianesimo e la risoluzione della data di Pasqua uguale per tutto il cattolicesimo (la domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio). Il concilio sancisce la superiorità giurisdizionale delle sedi di Gerusalemme, Alessandria, Antiochia e Roma e approva l’organizzazione della Chiesa modellata su quella delle province imperiali.

(Nel IV secolo un prete alessandrino di nome Ario……. predica che, essendo il Figlio generato dal Padre e quindi non a lui coeterno, essi fossero simili per divina natura, ma non esattamente uguali, relegando quindi il Figlio ad un ruolo subordinato ed infrangendo così il dogma trinitario).

 

330 25 dicembre A Roma nell’antica festa del Sole invitto (Mitra) si celebra per la prima volta la festa del Natale cristiano.
2° COSTANTINOPOLI I (381) Indetto dall’imperatore Teodosio I (pontefice Damaso). Contro Macedonio di Costantinopoli, che negava la divinità dello Spirito Santo, definì questa dottrina. Non fu ecumenico nella sua convocazione, ma solo in quanto la Chiesa accettò la condanna dell’eresia di Macedonio.

(Il risultato del Concilio recita così:“Desideriamo che tutte le genti governate dalla nostra clemenza professino la religione che il divino apostolo Pietro diede ai romani e che è quella che professano oggigiorno il pontefice Damasco ed il vescovo di Alessandria Pietro, uomo di santità apostolica. Secondo la disciplina apostolica e la dottrina evangelica, detta fede dice che dobbiamo credere nella divinità unica del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, uguali in maestà della Sacra Trinità. Per questa legge disponiamo che quelli che seguano questa norma siano chiamati cristiani cattolici. Gli altri possono giudicarsi come pazzi, soffriranno l’infamia dell’eresia. I loro posti di riunione non saranno considerati come chiese e saranno distrutti tanto per la vendetta divina come per la nostra iniziativa che prenderemo d’accordo con l’arbitrato celeste.
Ordiniamo, ugualmente, che tutte le chiese siano dedite ai vescovi che riconoscano che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono di una stessa maestà e virtù di una stessa gloria e di uno stesso splendore… E quelli che dissentano dalla comunione di fede, tale e come prima l’abbiamo espresso, siano espulsi delle loro chiese come eretici manifesti. D’ora in poi non potranno acquisire chiese affinché il sacerdozio della vera fede conclamata in Nicea rimanga puro. Dopo le disposizioni date in questa legge non ci sarà posto per maliziose astuzie”. Codex Theodosianus, lib. XVI, I, 2-3).  

 

3° EFESO (431) Indetto dall’ imperatore Teodosio il Giovane (pontefice Celestino I). Condannò Nestorio di Costantinopoli, che insegnava l’eresia secondo la quale Maria non era la Madre di Dio, ma la madre di Cristo, uomo. Fu pure condannato Celestio, sostenitore con Pelagio della dottrina pelagiana, considerata eretica.

 

4° CALCEDONIA (451) Indetto dall’imperatore Marciano (pontefice Leone I). Fu il completamento del precedente. Si espresse contro la dottrina di Eutiche ed i monofisiti, confermando che in Gesù Cristo vi sono due nature, la divina e l’umana. Il Concilio, quindi, riconobbe: 1. l’unità di operazione (monoenergismo) e 2. l’ unità di volontà, vale a dire, due volontà naturali e due modi naturali d’operare, indivisi, immutati, inseparati e non mescolati. Il Concilio, inoltre, pur riconoscendo al papa, il primato della Chiesa di Roma, sancì la parificazione di tutti i vescovi, sia occidentali sia orientali.
5° COSTANTINOPOLI II(553) Indetto dall’imperatore Giustino (pontefice Vigilio). Condannò come infetti di eresia nestoriana i cosiddetti “Tre capitoli”, cioè le opere di Teodoro di Mopsuestia, gli scritti di Teodoreto di Ciro, contro san Cirillo ed il Concilio di Efeso, e la lettera di Iba di Edessa al persiano Mari.
6° COSTANTINOPOLI III(680) Indetto dall’imperatore Costantino IV Pogonato (pontefice Agatone), che partecipò personalmente al concilio, tenendone la presidenza durante le discussioni teologiche. Alla discussione conclusiva, l’imperatore fu acclamato “protettore e interprete della fede”. Il Concilio condannò i monoteliti, affermando la dottrina che in Gesù Cristo sussistono due volontà e due operazioni naturali, senza divisione e senza cambiamento, inseparate, inseparabili e inconfuse; quindi, due volontà, di cui una divina, alla quale è subordinata quella umana. Condannò, scomunicandoli, anche tutti coloro che avevano sostenuto la dottrina monotelita, come i patriarchi Sergio, Pirro, Ciro e lo stesso papa Onorio, che aveva mostrato delle aperture verso di essa.
7° NICEA II (787) Indetto durante la reggenza dell’imperatrice Irene (pontefice Adriano I). Si tenne inizialmente a Costantinopoli (786), poi, a causa dei torbidi suscitati dagli iconoclasti, fu trasferito a Nicea. Si pronunziò in favore del culto delle immagini, distinguendo tra la venerazione riservata ai santi rappresentati dalle immagini e l’adorazione dovuta solo a Dio.
8° COSTANTINOPOLI IV (869-870) Indetto dall’imperatore Basilio I il Macedone (pontefice Adriano II). Sotto la presidenza dei legati pontifici, asserì la supremazia del papa anche sull’Oriente.Fu l’ultimo dei Concili ecumenici tenuti in Oriente e convocati dagli imperatori.
8°bis COSTANTINOPOLI IV(879) Convocato dallo stesso imperatore Basilio I, sotto la presidenza del patriarca di Costantinopoli Fozio. Affermò, in contrasto col precedente, l’indipendenza dell’Oriente dall’Occidente. Il primo fu riconosciuto come ecumenico dall’Occidente, il secondo come ecumenico dall’Oriente.
9° LATERANO I(1123) Convocato dal papa Calisto II. Approvò e proclamò solennemente il concordato di Worms, fra il papa e l’imperatore Enrico V, col quale terminava la lotta delle investiture. Approvò inoltre una serie di canoni disciplinari.
10° LATERANO II(1139) Convocato dal papa Innocenzo II. Confermò il trionfo di Innocenzo II contro l’antipapa Anacleto II. Condannò gli errori di Arnaldo da’ Brescia e di Pietro di Bruys.
11° LATERANO III(1179) Convocato dal papa Alessandro III. Condannò i catari (Albigesi, Valdesi, ecc.) e disciplinò le modalità dell’elezione del papa, emanando anche riforme disciplinari.
11°LATERANO III(1179) Convocato dal papa Alessandro III. Condannò i catari (Albigesi, Valdesi, ecc.) e disciplinò le modalità dell’elezione del papa, emanando anche riforme disciplinari.
12° LATERANO IV(1215) Convocato dal papa Innocenzo III. Oltre a una nuova condanna degli Albigesi e di altri eretici, decretò l’organizzazione di una crociata e sancì una serie di canoni, che formano la base della disciplina moderna. In particolare fu riveduta la legislazione ecclesiastica sugli impedimenti matrimoniali. Impose ai fedeli l’obbligo della confessione annua e della comunione pasquale.
13° LIONE I(1245) Convocato dal papa Innocenzo IV. Pronunziò la deposizione dell’imperatore Federico II, quale usurpatore dei beni e oppressore della libertà della Chiesa, e deliberò l’invio di soccorsi a Costantinopoli e in Terra Santa. Dettò norme sulla procedura dei giudizi ecclesiastici.
14° LIONE II(1274) Convocato dal pontefice Gregorio X. Ebbe particolarmente di mira la pacificazione e l’unione fra la chiesa latina e quella greca, su proposta dell’imperatore Michele VIII Paleologo. Ristabilì l’unione con i Greci che riconobbero, oltre la legittimità della dottrina del Filioque, il primato dei papi e il principio dell’appello a Roma.
15° VIENNA (1311-1312) Convocato dal papa Clemente V. Vi fu decisa la soppressione dell’ordine dei Templari e condannati i beguardi e le beghine.(la tabella é di Michele Ducas Puglia)

 

16° COSTANZA(1414-1418) Convocato e presieduto in un primo momento dal pontefice Giovanni XXIII, che poi si ritirò. Pose termine allo scisma d’Occidente. Depose i papi Giovanni XXIII e Benedetto XIII, mentre Gregorio XII abdicava volontariamente. Condannò Giovanni Huss, Wicliff e Girolamo da Praga. Proclamato papa Martino V, questi confermò la parte del Concilio riguardante la materia relativa alle questioni di fede. Non vennero invece approvate le decisioni che dovevano affermare la superiorità del Concilio sul papa.

« Il Concilio di Costanza arrivò alla decisione che Wyclif avrebbe dovuto essere riesumato anche a posteriori. Questo è, almeno dal punto di vista attuale, un’ipoteca pesante che grava sul procedere conciliare, che connette il rifiuto dell’errore con l’annientamento dell’errante, e ciò facendo non può lasciar riposare nemmeno i morti. »
(Joseph Wohlmuth, I concili di Costanza e Basilea, in Storia dei Concili ecumenici, Brescia 1990, p. 229)
17° FIRENZE (1431-1443) Aperto nel 1431 a Basilea, sciolto da Eugenio IV (1437), riunito poi a Ferrara (1438) e trasferito a Firenze (1439), fu chiuso a Roma nel 1443. Vi intervennero l’imperatore Giovanni VIII Paleologo e il patriarca Giuseppe di Costantinopoli. Fu votata l’unione dei Greci con i Latini; vennero risolte le controversie relative alla processione dello Spirito Santo, all’Eucaristia e al Purgatorio, e proclamato da Greci e Latini il “primato” del pontefice romano. Pubblicò ancora decreti di unione relativi agli Armeni, Giacobiti, Siri, Caldei e Maroniti.
18° LATERANO V (1512-1517) Convocato da Giulio II nel 1512 e continuato da Leone X fino al 1517. Prese provvedimenti per la riforma della disciplina ecclesiastica; annullò gli atti del conciliabolo di Pisa (1511) e confermò il concordato con Francesco I, che aboliva la Prammatica sanzione.
19° TRENTO

(1545-1563)

Indetto dal Papa Paolo III, proseguì con i papi Giulio III e Pio IV. Introdusse la riforma della Chiesa nei costumi e nella disciplina in opposizione alla Riforma di Lutero, ed è quindi considerato erroneamente il Concilio della Controriforma. Condannò i riformatori, Lutero, Zwingli e Calvino perché rifiutavano la messa e la transustanziazione, la vendita delle indulgenze. Accettarono la giustificazione per fede.

(Il Concilio di Trento nella definizione dogmatica della XIII sessione dell’11 ottobre 1551, al capitolo IV dichiara: Secondo questa dottrina, il pane ed il vino consacrati conservano dunque solo le apparenze della materia, precedente alla preghiera eucaristica, perché nel loro intimo la forma sostanziale o principio costitutivo è cambiato perché esso è diventato, per opera della Trinità, realmente il Corpo ed il Sangue del Signore.
La
transustanziazione, che avviene, durante la celebrazione eucaristica, dopo la pronuncia delle parole della consacrazione della preghiera eucaristica.

20° VATICANO I

(1869-1870)

Sospeso a seguito dell’unificazione di Roma all’Italia. Indetto dal papa Pio IX, fu esteso alle Chiese ortodosse e protestanti che non accettarono. Pio IX a sua volta non accettò la proposta della Chiesa anglicana di presentare delle proprie tesi. Definì il dogma dell’infallibilità del pontefice e condannò gli errori contro la fede e la rivelazione.
21° VATICANO II

(1961-1965)

Indetto dal papa Giovanni XXIII. A seguito della conferma dell’infallibilità pronunciata dal precedente Concilio, si riteneva che esso, come istituzione, sarebbe stato destinato alla decadenza. Dalle decisioni prese, era invece risultato che il Concilio rimaneva una valida istituzione. Esso infatti si era pronunciato, in armonia con i tempi, su questioni come l’apertura verso le altre chiese separate e sulla tolleranza verso le confessioni non cristiane. Erano risultate, inoltre, potenziate le prerogative collegiali dell’episcopato nei confronti della curia romana, la valorizzazione della funzione dei laici in seno alla chiesa e la democratizzazione del Concilio, con la netta separazione dei poteri nell’ambito del Concilio stesso. Fondamentale era stata, infine, la riforma della liturgia. Come appendice del Concilio, l’enciclica Humanae vitae, emanata dal papa Paolo VI nel 1968, è da considerare come interpretazione dei principi fissati nel Concilio.

 

 

I Concili erano riunioni di tutta la Chiesa, presieduti dal papa in presenza dei vescovi, per formulare una strategia comune contro le eresie di chi denunciava un’intolleranza dogmatica, e fissare i punti della dottrina cristiana ufficiale, che ha scatenato feroci persecuzioni contro gli “eretici”.

Eresia (hairêisthai, scelta), dottrina o opinione religiosa che contraddice una verità rivelata, proposta dalla Chiesa ai fedeli. Eretico è coluiche sceglie o accetta solo una parte della dottrinaortodossa (ortho-doxa: retto-pensiero); il termine non implica un giudizio dispregiativo.

 

L’errore della chiesa primitiva fu quello di avere accettato una posizione di privilegio che avrebbe fatto venir meno la semplicità e la fedeltà dei cristiani dell’epoca evangelica, e dato inizio ad alleanze temporali e terrene. Le accuse fanno riferimento, sia all’Editto di Milano (osservanza Domenica pagana), che agli interventi imperiali in materia di dogmi e dottrina(il Concilio di Nicea, quello che definì il dogma trinitario (Padre, Figlio e Spirito Santo), fu convocato appunto da Costantino nel 325 d.C.).

 

La parola Spirito traduce il termine ebraico “ruah” che nel suo significato primario significa soffio, vento, respiro e, infatti, nella Bibbia lo Spirito Santo viene raffigurato come vento, come il soffio di Dio, ma anche come il fuoco che illumina e riscalda o l’acqua che rinfresca o l’olio che unge la nostra vita. Lo Spirito Santo non ha una forma definita né un corpo, quindi come può essere una Persona? A tal proposito è bene sottolineare che quando parliamo di personalità non necessariamente essa deve avere un corpo o una forma definita. Il concetto di personalità si basa su delle caratteristiche quali l’intelligenza, la volontà, il pensiero, la sensibilità etc. e nella Parola constatiamo che lo Spirito Santo possiede qualità divine che caratterizzano la personalità di Dio Padre e di Dio Figlio.

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