Home  ·  Contattaci  ·  NUOVO SITO WEB

Italiano



Il primo ‘Mare Nostrum’ distrusse l’Impero Romano

Il primo ‘Mare Nostrum’ distrusse l’Impero Romano

E POI FU STRAGE E MORTE, E FURONO I SECOLI BUI

Negli ultimi decenni, tra gli addetti ai lavori delle scienze storiche c’è stata una rivalutazione del Basso impero romano. Ossia quel periodo di tempo che va dal IV secolo d.C. fino alla caduta dell’impero d’Occidente.

Verosimilmente, questo aumentato interesse è dovuto alle sempre più numerose analogie che quel genere di civiltà sincretica ormai portata alle estreme conseguenze, dove le differenze non erano più di sangue, ma di classe, e dove la classe media era stata annientata dalla ‘globalizzazione’ del tempo e un abisso, anche giuridico, separava i [più] poveri, humiliores, dai [più] ricchi, honestiories.

Lungo sarebbe trovare le numerose somiglianze tra la società di oggi, quella che si va formando, e il tardo impero romano, quello dell’assolutismo, della corruzione, della decadenza, mentre all’esterno i popoli giovani ‘spingevano’ per entrare e prendere ciò che ormai avevano la forza di ottenere, conniventi le autorità prive di sostegno dagli stanchi cittadini, ormai sudditi e non più cittadini.

Riguardo ciò che concerne l’immigrazione di massa orchestrata dalle nostre malate e criminali élites, esiste un brano emblematico tratto da Le storie di Ammiano Marcellino, che presentiamo in versione tradotta, e che si addice perfettamente all’attuale missione Mare  Nostrum:

Le autorità si impegnarono con somma cura affinché non rimanesse indietro nessuno di quelli che avrebbero distrutto lo stato romano, neppure se fosse in preda a malattie contagiose mortali. Quindi, ottenuto il permesso di attraversare il Danubio, venivano trasportati a schiere oltre il fiume, su navi, zattere e tronchi scavati. […] Così grazie allo zelo e all’insistenza di alcune persone penetrava la rovina nello stato romano.

 

I riferimenti sono a XXXI, cap.4, parr. 5 e 6.

Ora, sostituite Mediterraneo a Danubio, e a stato romano lo stato italiano o l’Europa se preferite, e non avrete difficoltà a trovare le analogie. Da ciò si desume che Historia non sempre è Magistra vitae purtroppo; e che le élites ricchissime al potere spesso fanno i conti senza l’oste. Abituate come sono a tirare i fili, spesso perdono il controllo delle loro marionette.

L’imperatore Valente e i suoi cortigiani, in cerca di quello che doveva essere “un grande affare” – ripopolare a costo zero la Tracia, rimpolpare gli eserciti ottenendo denaro invece delle reclute nazionali –  ottennero invece sconfitta e morte in battaglia ad Adrianopoli appena due anni dopo ‘gli sbarchi’ e l’immediata ribellione dei Goti, mentre questi ultimi non si sarebbero più mossi dal territorio imperiale e sarebbero stati causa non ultima, con i loro movimenti all’interno dello stato che di fatto impedirono un’azione concreta alle frontiere, della caduta dell’impero romano d’occidente pochi decenni più tardi.

La domanda quindi resta per noi, che ancora non siamo, per ora, a quel livello di smidollaggine che colpì i popoli europei dell’impero romano: vogliamo fare la stessa fine?

O peggio, visto che, allora, le popolazioni barbariche erano comunque in numero limitato e razzialmente affini, se anche culturalmente aliene, mentre oggi abbiamo di fronte un mondo afro-asiatico di miliardi di individui carichi di risentimento verso l’occidente, mentre i Bianchi non fanno che diminuire di numero dall’Atlantico agli Urali.

Il primo passo per salvarci dalla catastrofe etnica verso la quale stiamo andando allegramente incontro, è abbattere le corrotte élites al potere. Corrotte moralmente. Ma prima di tutto vittime di un degrado intellettivo ormai fin troppo evidente.
Fonte: http://identità.com/blog/2014/08/26/il-primo-mare-nostrum-distrusse-limpero-romano/






Copyright © by Avventismo Profetico All Right Reserved.

(737 letture)

[ Indietro ]
SALVA LA PAGINA IN PDF

VUOI INVIARE UN MESSAGGIO? SCRIVERE UN COMMENTO O RICEVERE MAGGIORI INFORMAZIONI?
CLICCA QUI PER SCRIVERCI

© 2009 Avventismo Profetico - Giuseppa La Mantia