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GENOCIDIO ARMENI: TURCHIA O EBREI?

Il Papa: "Armeni, primo genocidio" La Turchia protesta con il Vaticano

 PERCHE' PAPA FRANCESCO CHIEDE ALLA TURCHIA DI RICONOSCERE IL GENOCIDIO ARMENO? CHI ESCE GIUSTIFICATO SE ERDOGAN ACCETTA LA RESPONSABILITA' DI QUESTA PAGINA STORICA BUIA? QUALI CONSEGUENZE SE NON ACCETTA?..

Il Papa parla del genocidio armeno e dei cristiani massacrati oggi

 GENOCIDIO ARMENI: TURCHIA O EBREI?

 

La Turchia protesta con il Vaticano

In occasione del centenario del "martirio", Papa Francesco (il papa ebreo) ha invitato il popolo armeno a riconciliarsi con quello turco. La Turchia, che rifiuta di riconoscere il genocidio, ha vivamente protestato richiamando il proprio ambasciatore in Vaticano.

Il Papa usa la parola "genocidio" per definire il massacro degli armeni di cento anni fa, compiuto dall'impero ottomano allora sotto il governo dei "Giovani turchi"... http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_italiana/2015/04/12/papa_francesco_condanna_i_genocidi_ora_vengono_compiuti_nell_indi-5-414631.html

 Posizione vaticana

Il 12 aprile 2015 papa Francesco riferendosi agli avvenimenti ha parlato esplicitamente di genocidio[29], citando una dichiarazione del 2001 di papa Giovanni Paolo II e del patriarca armeno[30], in occasione della messa di commemorazione del centenario in San Pietro, dichiarando che quello armeno «generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo». Il papa ha denunciato il genocidio come una delle tante persecuzioni ai danni di cristiani che "vengono pubblicamente e atrocemente uccisi - decapitati, crocifissi, bruciati vivi -, oppure costretti ad abbandonare la loro terra"[31]. In risposta, il governo turco ha immediatamente convocato il nunzio apostolico ad Ankara e ritirato l'ambasciatore presso la Santa Sede in segno di protesta. Per analoghi motivi, nello specifico una mozione del parlamento austriaco che riconosce il genocidio, è stato richiamato anche l'ambasciatore turco a Vienna[32].

La dichiarazione ha anche suscitato una forte reazione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan che il 14 aprile 2015 ha ammonito Papa Francesco affermando che «quando i politici e i religiosi si fanno carico del lavoro degli storici non dicono delle verità, ma delle stupidaggini». Anche il presidente statunitense Barack Obama «ha più volte riconosciuto come un fatto storico che 1,5 mln di armeni fu massacrato negli ultimi giorni dell’impero ottomano e che un pieno, franco e giusto riconoscimento dei fatti è nell’interesse di tutti»[33][34]. Il 22 aprile anche la cancelliera tedesca Merkel ha usato per la prima volta il termine genocidio.https://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio_armeno

Gli armeni affermano che fino 1,5 milioni di  armeni sono stati vittime di un genocidio tra il 1915 ed il 1917. I turchi affermano che quelle erano morti "ordinarie" della Prima Guerra Mondiale. 

Alcuni "leader intellettuali" armeni furono uccisi per pubblica impiccagione.

E allora? Perché dovremmo interessarci se sono morti a seguito di un genocidio o di una guerra?

Perché.... se classifichiamo tali morti come genocidio, ciò porta alla domanda, "Chi nel governo turco ha architettato e supervisionato questo genocidio?"

E ciò può portare ad una risposta!

"La questione armena rappresenta un dilemma per gli ebrei americani"
Questo è il titolo di questo articolo nel New York Times del 19 Ott. 2007. 

Perché la questione armena non rappresenta un dilemma per i cinesi emigrati in america, i chiropratici americani, o i giocatori di basket americani?

Christopher Jon Bjerknes sta cercando di farsi passare per un esperto sul genocidio armeno. Perché dovremmo credere che un ebreo si comporti onestamente quando tratta crimini degli ebrei? Gli ebrei si lasciano forse raccontare i fatti del Medio Oriente dagli arabi? 

Ho ulteriori informazioni su di lui in questo articolo:
Conquering-the-USA.html            

L' eccidio di massa degli armeni ad opera delle truppe turco-ottomane avvenne tra il 1915 ed il 1917 con il crollo dell' impero ottomano, un impero durato 600 anni."
Questa nota è presente in questo articolo nel Jerusalem Post del 19 Ott. 2007. 

Ritengo che il punto chiave per comprendere come i cripto-giudei infiltrarono il governo turco è che i cripto-giudei hanno creato caos ed hanno approfittato della situazione che si è così venuta a creare. Qualche informazione su questo genocidio è qui, compreso un filmato di Peter Jennings sull' ABC News che cerca di persuaderci che lo sterminio è opera di un Hitler turco e non dei cripto-giudei: 
theforgotten.org/site/intro_eng.html

Una volta che i Sionisti hanno ottenuto il controllo di una nazione, cercano di uccidere le persone intelligenti e coraggiose per lasciare una popolazione di pecore idiote e codarde. 

Ulteriori informazioni sui cripto-giudei ed i cripto-sionisti è qui: 
Crypto-Zionists.htm

 I giovani turchi; Cripto-ebrei in Turchia

C'è stato un massacro di armeni all'inizio del 20 ° secolo. La storia ufficiale è che un gruppo di musulmani - conosciuti come i giovani turchi - erano responsabili, ma ci sono molte prove che i giovani turchi fossero ebrei cripto . In effetti, uno storico ebreo afferma che nel 1908 i giovani turchi iniziarono a arruolare ebrei nel loro esercito:
jewishgen.org/SefardSIG/AleppoJews.htm

Un estratto di un libro di Ioasif Kassesian: Young-Turks.html

Questa foto mostra gli armeni costretti a camminare in una prigione nell'aprile 1915.
Ho un file audio e altre informazioni sul genocidio armeno qui:
Martedì 23 ottobre 2007
Hufschmid , su che differenza fa se gli armeni sono morti a causa di un genocidio o di una guerra . Clicca qui

GENOCIDIO DEGLI ARMENI

 

Martedì 23 Ottobre 2007 
Con il genocidio degli armeni tornato alla ribalta tra le notizie di questi giorni, ho pensato di menzionare alcuni aspetti interessanti che forse non avete considerato. 

 

La maggior parte della gente pensa che la Prima Guerra Mondiale sia solamente una delle tante guerre insignificanti di un passato remoto, di nessun interesse per le persone d' oggigiorno, né più né meno delle guerre del Medioevo. Ci sono comunque molti aspetti peculiari della Prima Guerra Mondiale che tuttora influenzano la nostra vita. Per esempio, durante tale guerra, morirono fino a 1,5 milioni di armeni. Queste morti sono tornate alla ribalta proprio in questi giorni e c'è una risoluzione al congresso statunitense, la HR 106, che vorrebbe cambiare la classificazione di tali morti da morti di guerra a morti per genocidio. 

 

Perché qualcuno di noi, o il nostro congresso, dovrebbe interessarsi di cosa accadde agli armeni 90 anni fa? E perché dovremmo interessarci se sono morti di guerra o a seguito di un genocidio? La risposta a tale domanda non è subito evidente; ho quindi pensato di discuterla in questo file audio. 

 

Innanzitutto, considera che da 300 mila a 1,5 milioni di armeni sono morti in questo controverso genocidio tra il 1915 ed il 1917.  Questo è un numero molto alto di persone se si considera che a quel tempo la popolazione mondiale era di gran lunga inferiore a quella attuale. La si confronti poi con i 120 mila americani morti nella Prima Guerra Mondiale o ai 400 mila americani morti nella Seconda Guerra Mondiale. Come è possibile che così tanti armeni siano morti in due anni? Chi li ha uccisi e perché? E, più importante, perché io o voi dovremmo interessarci dei morti armeni? Il governo turco afferma che quegli armeni sono morti per conflitti senza senso che scoppiarono durante la Prima Guerra Mondiale nel Medio Oriente tra gruppi di fede ed etnie differenti. Fanno notare che per l' occasione morirono anche molti turchi. 

Ci sono sempre stati nel corso della storia gruppi di fede ed etnie differenti che si sono combattuti; è quindi facile credere al governo turco. Molti armeni comunque affermano che quelle morti di armeni non erano convenzionali. Affermano infatti che ci fu un tentativo deliberato da parte del governo turco di sterminare gli armeni. Se questi armeni hanno ragione, ai turchi va il primato di tentare per primi lo sterminio su larga scala di un gruppo di persone. Gli armeni stanno in questo momento stanno facendo pressione sul governo USA per far passare la risoluzione HR106 che riclassificherebbe quelle morti come genocidio. Come prevedibile, il governo turco è estremamente irritato con il governo armeno solo per il fatto di considerare questa eventualità. 

Se i soli gruppi coinvolti in questa disputa fossero gli armeni ed i turchi, dovrebbe essere facile esaminare gli eventi storici e stabilire cosa accadde, risolvendo così la disputa una volta per tutte. Tuttavia c' è un terzo gruppo pesantemente coinvolto in questa disputa; si tratta degli ebrei Sionisti. Perché i Sionisti? Perché non invece i cinesi o i pachistani o gli eschimesi? Un articolo nel New York Times del 19 Ott. 2007 titola, "La questione armena rappresenta un dilemma per gli ebrei americani." Perché la questione armena non rappresenta un dilemma per i cinesi stabilitisi in USA, o per i messicani che vivono in USA, o per gli americani nani, e perché no, i giocatori di basket americani? Perché una disputa tra turchi ed armeni rappresenta un dilemma per gli ebrei? 

Si noti poi che gli ebrei difendono i turchi invece che gli armeni. Perché hanno deciso di difendere i turchi? Quando due gruppi di persone sono in conflitto e quando si vuole prendere parte al conflitto, si deve ovviamente scegliere quale gruppo supportare e quale nuocere. Gli ebrei Sionisti hanno quindi valutato la situazione e deciso di conseguenza. Ma in base a cosa hanno deciso? Perché hanno deciso di difendere la Turchia ed attaccare gli armeni? Hanno un motivo, ma quale? Dovremmo anche chiederci perché l' Anti Defamation League (ADL) sia implicata in tale questione al punto che i governanti di alcune città statunitensi ad alta concentrazione di armeni hanno polemizzato con l' ADL. Alcune di queste città proprio per questo si stanno ribellando ai programmi dell' ADL sulle leggi contro l' incitamento all' odio razziale. 

Perché un' organizzazione di ebrei [l' ADL] dovrebbe essere così pesantemente coinvolta in tale questione da entrare in una disputa con i governatori di città statunitensi? Perché invece non ci sono organizzazioni di donne, omosessuali, o messicani o di militari dimessi dall' esercito in questo tipo di controversie con gli armeni? Com' è che solo gruppi ebraici sono interessati a combattere gli armeni sulla questione se quelle morti erano dovute ad un genocidio? Se questi gruppi ebraici ed il governo turco hanno ragione quando affermano che gli armeni morirono per ordinari conflitti etnico e religiosi e a causa della guerra, a nessuno importerebbe se andiamo ad indagare la questione di come quegli armeni perirono. In questo caso la loro morte sarebbe solamente una delle tante tragedie nella storia dell' umanità. Comunque, se classificassimo tali morti come genocidio, ciò porterebbe alla domanda, "Chi nel governo turco pianificò, autorizzò, finanziò e supervisionò tale genocidio?" 

Capite il cosa punto che sto cercando di fare? Se quelle morti furono un genocidio ciò significa che alcune persone al governo sono responsabili. Chi sono queste persone? Perché gli ebrei Sionisti  dovrebbero interessarsi se indaghiamo sul governo turco di allora e cerchiamo i responsabili di questo genocidio in tale governo? Qualcuno di voi probabilmente già sospetta che gli ebrei Sionisti ebbero un ruolo nel massacro di questi armeni perché Daryl Smith ha intervistato Mohammad Rafiq parecchie volte riguardo i cripto-giudei che hanno infiltrato il governo turco ed istigato questo genocidio. Anch' io ho un articolo sui cripto-giudei che tuttora si adoperano per sabotare ed ottenere il controllo del cosiddetto "movimento per la verità" sull' 11 settembre. 

Una volta compresa la questione dei cripto-giudei, si capisce perché i Sionisti stiano cercando disperatamente di prevenire chiunque dal considerare gli armeni vittime di un genocidio. Ma anche questo non risponde alla domanda: perché io o voi dovremmo interessarci della cosa? Come quel genocidio può avere qualche ripercussione sul nostro presente? I Sionisti hanno ucciso molte persone in molti stati; cosa c'è di speciale in quei morti armeni? In verità, non c'è nulla di speciale sugli armeni ma è nostro dovere capire ed esporre le tecniche dei Sionisti con lo scopo di fermarli. Sarebbe estremamente utile capire come i cripto-giudei hanno infiltrato il governo turco al punto da operare un massacro su vasta scala senza che nessuno al mondo notasse la cosa o protestasse. Dovremmo anche chiederci: se i cripto-giudei hanno infiltrato il governo turco a tal punto, possono infiltrare anche i governi di altre nazioni? 

Sono sicuro che chiunque stia ascoltando questo file audio conosce già la risposta a tale domanda. Sì, i cripto-giudei hanno infiltrato altri governi. Ci sono innumerevoli prove che il partito nazista fu fondato o dominato dai Sionisti e ci sono prove che gli ebrei Sionisti fossero in posizione dominante nell' Unione Europea e nei governi di Gran Bretagna, America, Australia e di dozzine di altre nazioni. Finché non capiamo le loro tecniche sarà per noi difficile fermarli. Dunque, come sono riusciti i cripto-giudei ad ottenere tale formidabile controllo del governo turco? La cosa mi risultava difficile da comprendere finché una persona non mi ha mandato un recente articolo apparso sul Jerusalem Post che conteneva la seguente osservazione: 

Lo sterminio di massa degli armeni ad opera delle truppe dell' impero ebbe luogo tra il 1915 ed il 1917 con il collasso dell' impero; un impero durato 600 anni. Ritengo che l' osservazione sul crollo dell' impero ottomano fornisca la spiegazione. Quando l' organizzazione Sionista venne ufficialmente fondata, nel 1897, la Palestina era parte della Turchia. Per Turchia intendiamo l' impero ottomano. I Sionisti chiesero al governo turco di avere una porzione della Palestina da destinare a madrepatria ma il governo turco rifiutò tale concessione. Cosa avrebbero dovuto fare allora i Sionisti? Volevano la Palestina ma era da secoli sotto il controllo della Turchia. Come potevano fare a sottrarre tale territorio alla Turchia? Se qualcuno di voi volesse una porzione della Russia, o della Cina, o del Brasile da adibire a propria nazione, cosa farebbe per ottenerla? 

Ebbene, nel 1914 uno studente uccise un austriaco. Nessuno storico riesce a spiegare adeguatamente come questo evento abbia provocato lo scoppio di una guerra cruenta tra Russia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria ed altre nazioni. Gli storici non riescono a spiegare nemmeno il motivo per cui la Gran Bretagna abbia mandato truppe in Palestina a combattere i turchi e costringerli a ritirarsi dalla Palestina. Gli storici forniscono una spiegazione inadeguata per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Ugualmente forniscono una spiegazione inadeguata  per l' attentato dell' 11 settembre, la misteriosa rottura degli argini artificiali in New Orleans [in concomitanza con l' uragano Katrina nell' agosto 2005], la misteriosa incapacità del governo di aiutare chi stava annegando a seguito dello strano cedimento degli argini. La prima reazione è assumere che gli storici siano degli idioti.

Quando frequentavo le scuole superiori, non ero a conoscenza del Sionismo ma intuivo che gli storici non davano spiegazioni appropriate degli eventi storici. Assumevo che chi sceglieva come professione lo storico era una persona non abbastanza intelligente per qualsiasi altro lavoro. Oggi capisco che, sì, probabilmente molti storici sono stupidi ma le loro spiegazioni insensate per gli eventi accaduti nel mondo non sono frutto della loro stupidità ma del fatto che mentono deliberatamente. Non serve essere molto intelligenti per capire perché è scoppiata la Prima Guerra Mondiale. Basta infatti considerare il Sionismo e gli eventi del ventesimo secolo inizieranno a quadrare. 

Il punto chiave per capire cosa i Sionisti abbiano continuato a fare è considerarli come maggot intelligenti [maggot sono certe larve di mosca che si nutrono esclusivamente di tessuto necrotico e non intaccano i tessuti sani; il loro utilizzo in medicina per guarire ferite gravi è noto come "terapia della larva"]. Le maggot mangiano solo carne morta e non sono interessate alle creature sane. Questo è il motivo per cui non è pericoloso mettere delle maggot su una ferita aperta nel nostro corpo. Le maggot mangeranno solo la carne morta e questo aiuterà la ferita a rimarginarsi. I Sionisti sono come maggot nel senso che puntano nazioni, aziende e persone non sane o agonizzanti. Ma sono come maggot intelligenti perché quando vogliono ottenere il controllo di un gruppo sano, prima lo distruggono e poi approfittano del caos che hanno creato. I Sionisti hanno istigato la Prima Guerra Mondiale. Durante tale conflitto, Lord Rothschild ha ottenuto con una azione perfida che il governo britannico firmasse il documento noto come la Dichiarazione di Balfour. Spiegherò i dettagli di tale questione in un altro file audio. Per il momento voglio concentrarmi sul genocidio armeno. 

La Prima Guerra Mondiale fu un trucco per istigare varie nazioni a combattersi l' un l' altra e per fare sì che i Britannici spingessero i turchi fuori dalla Palestina. Durante tale conflitto, i cripto-giudei infiltrarono il governo turco approfittando del caos creato dalla guerra. Ricordiamo cosa ha scritto  il Jerusalem Post e cioè che gli armeni furono massacrati non appena cadde l' impero Ottomano cadde. Non appena la Turchia fu coinvolta nella guerra, i cripto-giudei approfittarono della situazione per infiltrare il governo turco, distruggerlo dall' interno ed ottenendo il controllo della nazione. Più caos creavano, più facile era per loro infiltrare ancora di più il governo. Alla fine ottennero il controllo del governo turco al punto che riuscirono a mandare i turchi a sterminare gli armeni ed contemporaneamente a morire loro stessi. È estremamente probabile che i cripto-giudei abbiano ottenuto il controllo della Turchia da quel momento in poi. La lezione da imparare dal massacro degli armeni è che i Sionisti non sono in grado di nuocere nazioni, aziende e persone sane. Per ottenere il controllo di nazioni sane, devono prima creare caos e miseria. 

Considera il partito nazista in Germania. Nessuno contesta che la filosofia nazista è nata in Russia da Alfred Rosenberg e che non si originò della cultura tedesca. Nessuno inoltre nega che prima della Seconda Guerra Mondiale ci fu il tentativo deliberato ad opera di ebrei Sionisti di creare problemi economici al popolo tedescoNon intendo trattare l' argomento dei nazisti in questo file audio ma voglio far notare che i fatti suggeriscono che i nazisti furono creati dai Sionisti e che poi i Sionisti provocarono problemi economici alla Germania e di seguito sfruttarono il caos conseguente per ottenere il controllo della Germania. Provocarono poi un' altra guerra che generò ulteriore caos così da ottenere ancora più controllo su altre nazioni. Ho alcuni documenti nel mio sito internet che discutono i nazisti e l' olocausto; vi consiglio caldamente di trovare la forza emotiva per esaminare tale questione. 

Una volta capite queste tecniche dei Sionisti, noterete che ciò sta accadendo proprio adesso negli USA ed in altre nazioni. In tutto il mondo si notano ebrei Sionisti adoperarsi per istigare conflitti tra razze o religioni diverse e tra uomini e donne. Cercano anche di provocare conflitti tra varie nazioni; ad esempio tra India e Pakistan, o tra Cina e Taiwan, e ci sono prove che siano implicati persino nell' Irish Republican Army (IRA) nel tentativo di istigare conflitti tra irlandesi ed inglesi. I Sionisti hanno creato anche problemi economici ad intere nazioni, approfittando poi della situazione che si veniva così a generare. Vi consiglio di guardare il documentario "I signori del denaro" [The Money Masters, di Bill Still e Pat Carmack, 1995] se non l' avete già fatto. Tratta la storia della dinastia Rothschild e come questa famiglia assieme ad altre famiglie di banchieri abbiano manipolato intere nazioni, creato problemi economici e siano poi riusciti, a seguito dei problemi che hanno creato, ad ottenere perfino più controllo di prima. 
Gli ebrei Sionisti hanno anche cercato di distruggere le nostre società incoraggiando atteggiamenti auto-distruttivi, come incoraggiandoci a fare qualsiasi cosa ci faccia sentire bene, incoraggiandoci fare un sacco di soldi, o ad ottenere popolarità, rapporti sessuali o a farci accudire da servitù. 

Se la maggior parte delle persone al mondo fossero felici ed in sane condizioni mentali, gli ebrei Sionisti faticherebbero ad istigare conflitti tra noi ed ottenere il controllo delle nostre società. Una grandissima percentuale della popolazione è invece estremamente infelice. Hanno problemi nelle loro relazioni personali, problemi con i soldi, con il gioco d' azzardo, droghe, alcool ed altro. I Sionisti mirano a queste persone infelici. Li manipolano offrendo loro qualunque cosa desiderino; per esempio denaro, sesso, gioco d' azzardo o popolarità. 
Gli ebrei Sionisti poi peggiorano la situazione uccidendo alcune delle persone mentalmente sane. Ci sono prove che stiano facendo esattamente questo in Iraq, proprio in questo momento. In particolare, ci sono dispacci d' agenzia occasionali  su misteriosi omicidi, scomparsa di alcuni degli iracheni istruiti e qualificati. Non bisogna assumere che questa sia una coincidenza irrilevante. Dopo aver spinto con l' inganno l' esercito statunitense a distruggere l' Iraq, i cripto-ebrei sono penetrati furtivamente in Iraq per uccidere con lo scopo di sbarazzarsi degli iracheni mentalmente sani e qualificati e lasciare le persone mentalmente insane e gli stupidi. Probabilmente questa è una pratica che hanno perpetrato in Germania, Russia ed altre nazioni per decadi. 

A questo dovreste, si spera, aver capito che la questione degli armeni è di estrema importanza per tutti noi. Se quegli armeni furono uccisi in un genocidio, allora qualcuno è responsabile e gli indizi suggeriscono che la responsabilità sia degli ebrei Sionisti. 
La questione di tale genocidio dovrebbe essere sollevata ogniqualvolta si parla del diritto di esistere di Israele. Come si può giustificare il diritto ad esistere per lo stato di Israele quando queste persone hanno dimostrato ripetutamente di essere tra le più pericolose al mondo? Se avete mai letto i miei articoli e ascoltato alcuni dei miei file audio, allora dovreste essere a conoscenza che ritengo che i Sionisti, dopo aver commesso un crimine, fanno in modo da avere i proprio agenti a condurre le indagini per poter manovrare le indagine. Vogliono attirarci verso i loro agenti, lontano da chi indaga onestamente; vogliono allontanarci da queste persone oneste e, nel caso non ci riescano completamente, minimizzare il danno. 

Se dunque gli armeni sono stati uccisi dagli ebrei Sionisti nel tentativo deliberato di sterminare la popolazione armena, allora dobbiamo assumere che la maggior parte di chi indaga questo genocidio armeno è un agente SionistaUno che durante lo scorso anno ha cercato di mettersi in evidenza come un esperto del genocidio armeno è Chris Bjerknes. Bjerknes afferma di essere un ebreo buono che si oppone al Sionismo ma come ho menzionato in alcuni dei miei documenti e file audio, gli indizi suggeriscono che in verità sia un ebreo malvagio che sostiene segretamente una fazione particolare del movimento Sionista. Fornisce molte informazioni sul genocidio armeno ma potrebbe essere che lo faccia solamente per attirarci sul suo sito internet, distraendoci dai ricercatori onesti. Mescola inoltre qualche piccola menzogna nelle informazioni che fornisce. 

Ha scritto un libro su tale genocidio disponibile gratuitamente nel suo sito internet jewishracism.com. I file audio delle sue interviste sul genocidio armeno sono anch' esse disponibili gratuitamente al suo sito internet. Non c' è nulla di sbagliato nel considerare le informazioni che fornisce ma non ci si dovrebbe fidare di questa persona. Non ci si guadagna nulla fidandosi di chiunque in questo "movimento per la verità". Bjerknes fornisce anche molte prove che le teorie di Einstein fossero dei plagi m anche questo potrebbe essere un' esca per attirarci sul suo sito e distrarci da altre persone che hanno mosso un' identica accusa da anni. 

Critico così tante persone in questo "movimento per la verità" che qualcuno ha difficoltà a prendermi sul serio. Obbiettano che se quello che dico è vero, in questo "movimento per la verità" ci sono solo mentitori, eccezion fatta per me. Ebbene, mi dispiace, ma sembra che sia proprio così ed è per questo che lo dico. Se ritenete di potervi fidare di Bjerknes, chiedetevi perché costui è così interessato al genocidio armeno. Perché sta combattendo così strenuamente per esporre questo genocidio? Perché sta scrivendo libri così voluminosi e perché sta facendo così tante interviste, pagando perfino di tasca propria le spese di viaggio da casa sua a Chicago fino a Glendale, in California, per tenere un discorso sul genocidio di un gruppo di armeni?

Sta spendendo molto tempo e denaro per indottrinare gli armeni. Sembra sia quello che dice di essere e cioè un buon ebreo che vuole esporre gli ebrei malvagi. Ma che probabilità c' è che ciò vero? Se la sua intenzione è quella di esporre gli ebrei malvagi, perché non espone anche l' olocausto, l' allunaggio nella missione Apollo, le guerre mondiali e tutto il resto? Perché ha scelto di esporre solo un paio di crimini Sionisti? E perché fa intendere che l' olocausto sia avvenuto veramente come afferma il movimento Sionista ufficiale? Si può rispondere che non ha semplicemente avuto il tempo di indagare la missione Apollo o l' olocausto e che forse in futuro troverà il tempo per trattare tali questioni. Come ho cercato di spiegare molte volte, è sciocco addurre queste scuse per persone in posizioni di leadership. Invece che giustificare la loro stupidità o ignoranza, dovremmo dire loro di trovarsi un altro lavoro e che qualcun altro più competente dovrebbe sostituirli. 

Bjerknes afferma di essere una persona intelligente con un alto livello di istruzione e con la capacità di analizzare le teorie di Einstein e provare che Einstein le ha plagiate. Comunque, se è tanto intelligente ed con un alto livello di istruzione, dovrebbero bastargli 20 secondi per capire che l' allunaggio nella missione Apollo era una messinscena e forse due minuti per capire che l' olocausto è una "bufala." Io ho solo uno scarso diploma di scuola superiore e quando ho analizzato le informazioni sull' allunaggio nella missione Apollo mi ci sono voluti sono un paio di minuti per capire che era una messinscena. Quindi, laureati questi super-intelligenti e con alto grado di istruzione dovrebbero impiegarci meno tempo. 

Bjerknes inoltre ammette di essere almeno in parte ebreo e se avete letto il libro "La Mistica Ebraica" [The Jewish Mystique, di Ernest Van den Haag, 1969], o articoli di riviste con titoli sul genere "Gli ebrei sono più intelligenti?", allora dovreste sapere che che gli ebrei sono più intelligenti di noi altri. Quindi, un ebreo con una laurea dovrebbe metterci solo 20 secondi per capire che l' allunaggio nella missione Apollo era una messinscena. Perché dunque Bjerknes ha notevoli difficoltà ad accorgersi della messinscena Apollo e della bufala olocausto pur avendo una laurea ed essendo dotato dell' intelletto superiore giudaico? La sola conclusione possibile è che sta deliberatamente mentendo per coprire i crimini Sionisti. È disonesto. 

Visto che protegge certi crimini Sionisti, perché dovremmo fidarci di lui quando espone uno qualunque dei crimini Sionisti? Sospetto che stia esponendo Einstein ed il genocidio degli armeni solo per attirarci sul suo sito e mettersi nella posizione di "esperto di Einstein" ed "esperto del genocidio armeno". Se cadete in questo tranello, vi assocerete con un ebreo che vi dirà cosa pensare sui crimini giudei. Riuscite ad accorgervi di questo trabocchetto? Prima di terminare questo file audio, voglio menzionare che in questo momento imperversano molti incendi estremamente sospetti nel sud della California. L' ultima volta che ciò è accaduto dissi ad alcune persone che tali incendi erano stati appiccati da ebrei Sionisti ma molte persone difficilmente riescono a credermi quando dico che i Sionisti appiccherebbero incendi. Non capiscono come i Sionisti possano beneficiare da degli incendi. 

La risposta a questo mistero è che non beneficiano dagli incendi di per sé ma dallo stato di caos che ne risulta. E questo in molti modi. Per esempio, se un governante creava loro qualche problema, avrebbero potuto dirgli che se non avesse fatto ciò che gli veniva detto - come per esempio continuare a sostenere la guerra in Iraq - avrebbero messo a fuoco il sud della California. Se il governante avesse risposto& ldquo;Non ci credo”, o “Non riuscirete mai a farla franca”, i Sionisti avrebbero potuto appiccare gli incendi in modo da convincerlo che non stavano scherzando e che gli incendi siano sospetti non importa al corpo dei vigili del fuoco, né alla polizia, o all' esercito  o a chiunque altro. 

I Sionisti sarebbero anche in grado di approfittare del caos ed uccidere qualcuno che critica il loro operato e che vive nelle aree vicino l' incendio, appiccando fuoco ad alcune delle loro case o aziende. Si potrebbe obbiettare che polizia ed il corpo dei vigili del fuoco si lamenterebbero delle morti sospette o degli incendi sospetti. La polizia ed i vigili del fuoco comunque non fiatano su l' 11 settembre, il misterioso cedimento degli argini artificiali in New Orleans, l' attacco alla nave USS Liberty, l' allunaggio nella missione Apollo ed altro. Non sovrastimare quindi le persone. Le uniche occasioni in cui vediamo gente comune unirsi e fare fronte comune contro i loro leader sono quando scioperano per chiedere aumenti di pochi centesimi di dollari l' ora. Ci sono scioperi in continuazione in tutto il mondo. È possibile in linea di principio che la gente comune si unisca per una buona causa, come chiedere che la polizia faccia un' indagine seria sull' 11 settembre e metta fine a questa rete criminale di Sionisti. L' uomo comune però in verità non si interessa di nulla se non se stesso.

Capisco che sia difficile credere che questi incendi misteriosi possano essere opera di ebrei Sionisti ma considerate tale possibilità. Devono necessariamente deteriorare gli USA per ottenerne il controllo. Certo, gli incendi provocano un danno molto limitato nel complesso ma hanno molti effetti collaterali. Per esempio, la guerra continua, così come gli assurdi programmi televisivi, le misteriose scuole di tiro, i misteriosi crolli di ponti [nel Minnesota, USA, nell' agosto 2007], i tentativi di istigare conflitti razziali tra [immigrati] messicani e cittadini statunitensi. È in corso un processo di sabotaggio a danno degli Stati Uniti e dovremmo esaminare cosa accadde alla Turchia, agli armeni, ai tedeschi, ai russi e cercare di imparare dai loro sbagli. http://hugequestions.com/Eric/Hufschmid-23Oct2007-I.html

 

La rivoluzione dei Giovani Turchi fu diretta dalla regia dei Dunmeh ebrei?

 

È noto che la cosiddetta rivoluzione dei Giovani Turchi partì da Salonicco, nel 1908, e precisamente dall’Ottava Armata ottomana che era lì di stanza; e che tale corpo militare, al grido di “Patria!”, marciò su Istanbul e prese il potere per conto del Comitato Unione e Progresso, esautorando il Sultano. Tutto era incominciato nel 1906, quando una decina di cospiratori avevano formato l’Associazione ottomana della libertà, nucleo del futuro movimento dei Giovani Turchi, largamente ispirata dalla Massoneria dei paesi dell’Europa occidentale, così come - nella prima metà del XIX secolo - era avvenuto per la Carboneria ed altre società segrete, fra cui la stessa Giovine Italia di Mazzini, miranti a rovesciare l’ordine della Restaurazione. In quel gruppo di cospiratori erano già presenti i tre uomini che, di lì a pochi anni, avrebbero preso le redini del governo turco, avrebbero gettato il loro Paese nel braciere della prima guerra mondiale e avrebbero deciso, pianificato e portato a termine il primo grande genocidio del XX secolo: quello degli Armeni, nel 1915-16, che costerà la vita a qualcosa come due milioni di esseri umani, fatti sparire nel nulla nel giro di pochi mesi. Si trattava di Mehmet Talaat, Gemal Bey ed Enver Bey, il fatale triumvirato che avrebbe precipitato l’Impero ottomano nella disfatta e avrebbe anticipato i metodi di sterminio hitleriani e staliniani su larga scala. Sarebbero finiti male, tutti e tre: Talaat assassinato a Berlino nel 1921, Gemal assassinato a Tiflis nel 1922 ed Enver ucciso in combattimento dall’Armata Rossa, nel Tagikistan, sempre nel 1922. Tuttavia, dalla loro disfatta sarebbe nata la Turchia moderna, sotto la guida carismatica di Kemal Atatürk, altro ufficiale largamente acquisto all’ideologia laica e “progressista” del Comitato Unione e Progresso. Nei libri di storia occidentali egli è presentato come un personaggio positivo, perché autore della modernizzazione del suo Paese, trascurando alcuni piccoli dettagli, come il fatto che fu un dittatore dal pugno di ferro e che si rese responsabile  del completamento del genocidio degli Armeni, al quale aggiunse un genocidio in scala minore a danno dei Greci di Smirne e di altri luoghi dell’Anatolia occidentale, all’epoca della guerra contro la Grecia, conclusa vittoriosamente nel 1922. L’obiettivo iniziale dei Giovani Turchi sembrava di portata politica limitata: il ripristino della Costituzione del 1876, rimasta inapplicata. Ma, davanti alla repressione del sultano Abdul Hamid, che si accanì contro gli ufficiali simpatizzanti del movimento, nel luglio del 1908  l’Ottava Armata, come si è detto, marciò da Salonicco su Istanbul, obbligando il Sultano a ripristinare la Costituzione, incluse alcune nuove norme, tra cui l’abolizione dei tribunali speciali e la concessione della libertà di stampa. L’anno dopo, nel marzo del 1909, il sultano Abdul Hamid tentò un colpo di mano contro il Comitato Unione e Progresso, ma gli andò male e venne costretto ad abdicare dalla pronta reazione dell’esercito di Salonicco, che non abolì la monarchia, ma pose sul trono un personaggio estremamente malleabile, il sultano Mehmet V Ora, bisogna sapere che Salonicco, il centro della insurrezione dei Giovani Turchi, che contava, all’epoca, 150.000 abitanti, possedeva una antica colonia ebraica di 75.000 persone, vale a dire il 50% della popolazione totale. Si trattava di una colonia molto forte economicamente, legata alle altre comunità ebraiche d’Europa e con numerose banche e gruppi finanziari di tutto il continente. Fra gli Ebrei, numerosi erano i Dunmeh, ossia i cripto-giudei seguaci del movimento dei sabbatei, che aveva conosciuto un momento di fervido entusiasmo nel XVII secolo, sotto la guida di Sabbatai Zevi (nella foto), proclamatosi il tanto atteso Messia liberatore del popolo d’Israele. Arrestato dalle autorità turche, nel 1666 egli aveva compiuto un gesto clamoroso e che, sul momento, apparve incomprensibile ai suoi seguaci: quello di abiurare la fede dei padri e di convertirsi all’Islam. In realtà, sembra certo che si fosse trattato di un mero espediente per evitare una tragica fine, nonché l’estinzione totale del movimento. Sabbatai Zevi avrebbe, infatti, solamente finto di abbracciare l’Islam; ma, in segreto, sarebbe rimasto un Giudeo, consigliando i suoi seguaci di fare la stessa cosa. Esteriormente, i sabbatei sarebbero stati dei musulmani irreprensibili; ma, in privato, avrebbero conservato l’osservanza alle legge dei padri; e, comunque, si sarebbero sempre astenuti dal matrimonio con donne musulmane, continuando a sposarsi solo ed esclusivamente con donne ebree. Ora, la presenza di una così forte comunità giudaica a Salonicco e, all’interno di essa, di molte migliaia di Dunmeh, ansiosi di veder realizzarsi il loro sogno di riscatto nazionale e religioso, difficilmente può essere considerata una semplice coincidenza, nel momento in cui il Comitato Unione e Progresso si accingeva a fare la sua “rivoluzione” democratica, che, in realtà, fu un puro e semplice colpo di Stato nazionalista. Eppure, sembra che gli storici non si siano accorti di ciò e ben di rado hanno mostrato di prendere in considerazione l’ipotesi che vi sia stata una regia occulta, da parte degli Ebrei di Salonicco, e particolarmente dei Dunmeh, nei confronti del Movimento dei Giovani Turchi. Per uno de maggiori esperti occidentali di storia della Turchia moderna, William Yale, già professore all’Università di Boston, nel movimento dei Giovani Turchi vi erano presenze  diverse, musulmane, ebree e cristiane, ma il movimento era essenzialmente turco, per quanto diviso fra nazionalisti turchi e filo-ottomani, favorevoli, questi ultimi, a uno Stato multirazziale e, come oggi si direbbe, multiculturale. Peraltro, lo stesso Autore (in: «Il Vicino Oriente»; titolo originale: «The  Near East», University of Michigan Press, 1958; traduzione italiana di Guido Martinotti, Milano, Feltrinelli, 1962, pp. 178-79) ricorda come, nel 1901, vi era stato un incontro fra il pioniere del sionismo, Theodor Herzl, deciso a ricostituire uno Stato ebraico in Palestina, e il sultano Abdul Hamid:
«Negli incontri e nelle note inviate ad Abdul Hamid, Herzl fece due proposte sbalorditive: la prima, di rifondere, tramite un sindacati di banchieri ebrei, la Turchia dei suoi debiti e liberarla, dalla tutela economica delle grandi potenze; la seconda che il sultano concedesse una patente a una compagnia ebraica per lo sviluppo agricolo e la colonizzazione ebraica.  Colto nel pieno svolgimento delle trattative per i prestiti con la Francia, Abdul Hamid impiegò con Herzl i suoi ormai sperimentatissimi metodi di temporeggiare, procrastinare e mettere gli uni contro gli altri al fine di ottenere condizioni più vantaggiose dalla Francia: egli disse che era sempre stato amico degli ebrei e che avrebbe accolto con piacere insediamenti sporadici di ebrei in Anatolia a patto che gli immigrato ebrei prendessero la cittadinanza ottomana, rinunciassero alla precedente cittadinanza e con la condizione aggiunta che i governanti a cui essi erano precedentemente soggetti accettassero di riconoscere ufficialmente la cancellazione della cittadinanza primitiva. Tuttavia Abdul Hamid non aveva alcuna intenzione di permettere una immigrazione e colonizzazione ebrea di massa. Egli pera perfettamente al corrente degli scopi e dei fini del movimento sionista, che aveva recentemente indetto il primo congresso mondiale sionista a Basilea in Svizzera nell’estate del 1897.»
La tattica temporeggiatrice di Abdul Hamid e, poi, il prevalere della fazione ultranazionalista in seno al Comitato Unione e Progresso, quand’esso divenne effettivamente il governo della Turchia, spiegano perché il sionismo si rivolse alla Gran Bretagna e ottenne, con la Dichiarazione Balfour, la promessa di un focolare nazionale ebraico in Palestina, durante la prima guerra mondiale, quando la Turchia era schierata al fianco degli Imperi Centrali e destinata a venir travolta, insieme ad essi, nella sconfitta del 1918. Riassumendo: gli Ebrei erano molte centinaia di migliaia nell’Impero ottomano, ai primi del XX secolo; a Salonicco, culla del movimento dei Giovani Turchi, formavano metà della popolazione; da tempo controllavano le banche, il commercio, la stampa, la cultura; esercitavano un’influenza decisiva sulle forze armate e sul governo: e tutto questo sarebbe rimasto privo di influenza sugli stessi Giovani Turchi, sulla loro presa del potere e sulle loro successive decisioni, tanto in politica interna che in politica estera? Eppure, sembra che il solo Maurizio Blondet si sia accorto di tutte queste curiose coincidenze e abbia avuto il coraggio di fare due più due, mettendo insieme le varie tessere del mosaico, fino a delineare un quadro complessivo assai diverso da quello che è stato descritto da generazioni di storici professionisti delle più varie scuole. Egli, infatti, nel suo saggio «Cronache dell’Anticristo» (Milano, Effedieffe Edizioni, 2001, pp. 19-22), ha così ricostruito quella vicenda:
«Già il 17 maggio del 1717 Lady Mary Montagu, moglie dell’ambasciatore britannico presso la Sublime Porta, scriveva: “ho osservato che la maggior parte dei commercianti ricchi, qui, sono ebrei. questo popolo ha un potere incredibile in questo paese. godono numerosi privilegi, anche rispetto ai turchi di nascita. tutto il commercio dell’impero è nelle loro mani. ogni Pascià ha il suo ebreo  come uomo d’affari; questo ne conosce tutti i segreti e il business. non v’è transazione o commercio o questione che non passi per le loro mani. […] Anche i commercianti inglesi, francesi e italiani sono costretti a servirsi della loro mediazione. Nessuna operazione viene fata senza di essi, e il più umile di loro è ancora tanto importante che guai a chi lo offenda, perché tutta la comunità difende i suoi interessi come quelli del più influente  fra loro (“Ebrei di Turchia” di Giacomo Saban, su “La Rassegna Mensile di Israel, 8 aprile 1983, P. 74). Di fatto, mentre l’Impero Ottomano diventava giorno dopo giorno “il malato d’Europa”, affondando nella corruzione, nell’arbitrio e nei debiti contratti verso le banche estere, “tutte le funzioni importanti delle finanze pubbliche” ottomane (attesta Saban) erano in mano degli ebrei. Un Ezechiel Galiban salì al rango di “banchiere di corte”, amministratore del debito del Divano. Persino il corpo dei giannizzeri, queste SS ferocissime della Sublime Porta,  avevano regolarmente intendenti israeliti, di cui ilo più famoso per influenza e potere fui Behar Carmona. […] Israelita era di fatto ormai la classe dirigente ottomana: non solo medici e  avvocati, ma giudici e membri del Consiglio di Stato. Perrsino l’Ammiraglio medico  della Scuola di medicina Militare imperiale era ebreo. Nel numero, è difficile sapere ormai quanti dirigenti ufficialmente “turchi” appartenessero, con nomi turchi, alla comunità cripto-giudea dei Dunmeh.Si sa che i Dunmeh furono l’anima dell’intellettualità progressista, vivacemente nutrita dalla cultura europea, ricca di relazioni con Paesi occidentali anche lontani, , con rapporti d’affari con le più importanti “merchant banks” di Londra, con la Borsa Granaria di Varsavia, con le potenze finanziarie germaniche e francesi. Fra gli intellettuali e i giornalisti, proprio i Dunmeh  (a ciò li facilitava il relativismo imparato nella segreta dottrina familiare) rafforzavano le file dei “liberi pensatori”, dei radicali borghesi. […] Dal fuoco  di queste idee sorse l’associazione detta Giovane Turchia. Ricalcata sulla Giovane Italia mazziniana, essa univa “gli ufficiali, ossia l’élite  morale della nazione,  e l’élite civile, ossia tutti i rappresentanti  delle professioni liberali”: così la descrisse  il giornalista francese Alfred Berl sulla “Révue de Paris” (pp. 303-317). Era la descrizione dei ceti sociali dove i sabbatei secolarizzati erano più fortemente presenti.  Scholem ricorda che “i dunmeh  hanno esercitato un ruolo importante nel Comitato Unione e Progresso”, l’organizzazione dei Giovani Turchi che ebbe origine a Salonicco”, il centro culturale dei sabbatei. Le idee riformatrici si propagarono soprattutto nell’esercito ottomano dall’alto verso il basso, dagli ufficiali conquistarono i soldati.  Il Risorgimento turco fu, in qualche modo, un “putsch” militare. »
È impossibile accertare se, come Blondet ipotizza, alcuni fra gli uomini più importanti del Comitato Unione e Progresso furono, essi stessi, dei dunmeh, così come potrebbe esserlo stato perfino Kemal Atatürk: perché, esteriormente, i dunmeh apparivano dei perfetti musulmani, tanto è vero che gli altri Ebrei non li riconoscevano, e non li riconoscono, come appartenenti al giudaismo. Rimane però estremamente probabile che essi abbiamo esercitato un ruolo più importante di quanto non si creda nell’intera vicenda della “rivoluzione” dei Giovani Turchi e anche nelle vicende degli anni successivi, fino alla prima guerra mondiale e alla tragica “soluzione finale” del problema armeno. È noto che i fatti della storia devono essere interpretati, non parlano da soli; ma quando i fatti sono numerosi e vanno nella stessa direzione, allora suggeriscono una ben precisa direzione per il lavoro di ricerca. Gli Ebrei avevano una vera e propria roccaforte nella città in cui era di stanza l’Ottava Armata turca, iniziatrice del movimento; sparsi nell’Impero ottomano, esercitavano un ruolo decisivo nelle finanze, nel commercio, in alcuni settori chiave dell’amministrazione e del governo; tramite il movimento sionista, avevano fatto dei sondaggi ad altissimo livello, fino allo stesso sultano Abdul Hamid, per ottenere l’assenso al rientro di migliaia di Ebrei dall’Europa in Palestina; avevano anche fatto sondaggi presso il governo degli Stati Uniti, con il sostegno dei potenti banchieri ebrei-americani (primi fra tutti, i Rotschild), e si accingevano a farne presso quelli britannico e francese; infine, una loro setta segreta, i Dunmeh, particolarmente abile nel camuffarsi agli occhi delle autorità turche, aveva giocato un ruolo non interamente chiarito, ma certo tutt’altro che secondario, nella presa del potere da parte del “triumvirato” di Talaat, Gemal ed Enver. C’è bisogno di altro, per suggerire agli storici una nuova direzione di ricerca e una nuova ipotesi di lavoro, per quello che riguarda le vicende che precedettero e accompagnarono la nascita della Turchia moderna? Una cosa è certa: da quando esiste lo Stato di Israele, vi è una perfetta concordanza di interessi fra esso e la politica del governo turco. Israele, nato facendo leva anche sul senso di colpa degli Occidentali per l’Olocausto, e la Turchia moderna, nata sui cadaveri di due milioni di Armeni sterminati a sangue freddo, marciano di comune accordo sullo scenario politico medio-orientale, come si è visto in numerose occasioni, ultima delle quali la seconda guerra del Golfo voluta dal presidente americano George Bush junior. Coincidenze della storia. Lo Stato turco, che tuttora nega esservi stato un genocidio a danno degli Armeni, pena il carcere, e che dedica grandi vie e piazze alla “gloriosa” memoria di uomini come Talaat e Gemal, è oggi il migliore alleato di Israele nel Medio Oriente: i suoi amici, sono gli amici di Israele (Stati Uniti d’America e Gran Bretagna in primis); i suoi nemici (un tempo l’Iraq di Saddam Hussein, ora l’Iran di Mahmud Ahmadinejad), sono gli stessi nemici di Israele. In mezzo, la tragedia degli Arabi palestinesi, iniziata quando migliaia di coloni ebrei, sull’onda dell’idea sionista, cominciarono ad affluire in Palestina, ai primi del XX secolo, e culminata nel 1948 e nel 1967, con la nascita di Israele e con la guerra dei Sei giorni.

 

ALTRI ESEMPI...

 

Vicende dell’ebraismo polacco:l’opera di Jacob Frank

Il volume che presentiamo dal titolo “un ebreo resta sempre un ebreo: vicende dell’ebraismo e del messianesimo nella cultura polacca” edito dalla Biblioteca Aretina e curato da Laura Quercioli Mincer è il risultato di una ricerca voluta dall’Università di Siena-Arezzo su Jacob Frank ed il suo peculiare movimento.In particolare gli autori si soffermano sui duri attacchi che i cosiddetti “etno-nazionalisti” polacchi rivolgono agli ebrei accusati, tra le altre cose, di  congiurare al fine di voler creare un’entità autonoma ebraica in terra polacca, la Judeopolonia. E per avallare questa tesi di pericolosa doppiezza da parte ebraica si prende a pretesto, proprio l’esperienza dei seguaci di Frank che  convertendosi falsamente al cattolicesimo riescono ad infiltrarsi all’interno dell’aristocrazia polacca.La storia della nascita del frankismo è l’argomento del saggio di Jan Doktor. La figura di Jakob Frank è indissolubilmente legata a quella di Sabbatai Zevi, il primo ebreo che dopo Cristo si proclama Messia. Zevi, catturato dai musulmani, nel 1666 si converte all’Islam probabilmente in maniera forzata, rimanendo ebreo in segreto. Nella sua visione mistica Zevi aderisce al cabbalismo di Luria secondo il quale l’unica via per raggiungere la salvezza è la violazione della Legge ossia una deliberata trasgressione dell’ortodossia religiosa sia ebraica, che islamica o cristiana. La venuta del messia, coincidendo con il regno finale, abolisce la Legge. La sua falsa conversione all’Islam , la“santa apostasia”, lo porta alla costituzione della setta dei dunmeh che in segreto celebra dei riti gnostici aberranti quali l’incesto e la sodomia. Dai dunmeh derivano i Giovani Turchi di Kemal AtaturkFrank, tramite il padre, conosce i dunmeh a Salonicco, torna in patria in Polonia e si converte falsamente al cristianesimo appoggiandosi alla stessa Chiesa cattolica ed alla Corona e scontrandosi con  gli ebrei ortodossi. I suoi seguaci frequentano la Messa domenicale, si sposano tra loro ed in segreto compiono riti orgiastici. Frank si stabilisce a Czestochowa dove crea  attorno alla figlia Ewa un culto modellato su quello della Madonna Nera.Doktor mette in rilievo i diversi punti di vista ebraici su questo personaggio: se da una parte studiosi quali Duker o Scholem lo attaccano mettendone in luce le paranoie altri, come lo stesso Doktor, cercano di riabilitarlo in quanto propugnatore di una “terza religione” polacca. Nei due saggi di Joanna B. Michlic e di Irina Grudzinska Gross dedicati rispettivamente al rapporto tra l’etno nazionalismo e l’identità degli ebrei e al “sospetto dell’origine” come categoria della cultura polacca, emerge che il frankismo concorre, suo malgrado, in maniera determinante alla costituzione della corrente etno-nazionalista caratterizzato dalla figura del “polacco-cattolico” di cui trattano in maniera diffusa le due studiose.  In particolare, lo studio della Grudzinska basandosi su articoli di stampa e testi reperibili su internet mostra un fenomeno nuovo e tutto polacco: l’interesse per la genealogia di artisti e letterati con particolare riguardo alla ricerca di una eventuale ascendenza ebraica da parte materna. L’autrice dà una lettura suggestiva di questa realtà quando scrive che: “Nella Polonia del XIX° secolo la letteratura sostituì lo Stato e il territorio. I polacchi del diciannovesimo secolo avevano bisogno di essere radicati “geneticamente” se non in un territorio reale, almeno in quello dello spirito…lingua, letteratura e scrittori testimoniavano della continuità della Polonia , della sua storia organica ( in quanto non legata a un’entità statale), del suo perdurare e svilupparsi….la cultura organica, etnicamente pura, è una cultura in cui conta la nascita. Il paradosso è che a non trovarvi posto ( oppure a non poterlo trovare) sono le madri dei suoi Padri Fondatori: Mickiewicz, Slowacki, Chopin”.
L’ultimo dei quattro saggi di Laura Quercioli Mincer  dal titolo “ il frankismo nella cultura polacca” inizia con una citazione dell’autunno 2007 tratta da un sito internet polacco che definisce Jacob Frank “nemico nr.1 di tutto ciò che è polacco….è l’iniziatore del cosiddetto movimento frankista nel territorio dello stato polacco, i cui membri in massa fingevano di collaborare con i seguaci della fede cattolica. Il creatore di questo movimento invece lavorava alla caduta politica della Polonia”. Questa breve frase è la sintesi dell’atteggiamento di una parte consistente delle cultura e della politica polacca nei confronti di Frank e dell’ebraismo più in generale partendo dalla controversia che proprio sul frankismo oppone i due più grandi letterati polacchi: Adam Mickiewicz e Zygmunt Krasinski. Il primo, probabilmente frankista, sogna una Polonia democratica e rispettosa del “ fratello maggiore” Israele, mentre il secondo fa dire nella sua opera “La non divina-commedia” agli ebrei (falsamente) convertiti “ noi come anelli di un immenso rettile circondiamo il mondo degli adoratori della Croce…tre volte sputiamo su di loro, tre volte imprechiamo alla loro rovina”Queste parole, per gli studiosi citati nel libro, sono alla base non solo dell’antifrankismo, ma anche alla base della teoria del complotto ebraico.Secondo gli autori del volume anche nella Polonia attuale il dibattito non è mutato. L’astio nei confronti di Frank e degli ebrei tout court è sempre molto forte grazie ai seguaci di Feliks Koneczny (1862-1949) per il quale “la giudaizzazione della Chiesa sarebbe il culmine dei trionfi d’Israele”. La Mincer conclude il libro affermando che tale idea ha superato anche i confini polacchi per approdare in Italia grazie all’opera di Maurizio Blondet che, scrive l’autrice,“intervistato dal mensile “30Giorni”, diretto da Giulio Andreotti, descrive la sua tesi del complotto frankista e, sulle pagine di “effedieffe” vi mette a capo Giovanni Paolo II° ( probabilmente ebreo da parte di madre- ndr). Sulla figura del papa polacco innamorato di Mickiewicz il cerchio si chiude”.
FONTE:http://www.comunitanext.org/2011/03/vicende-dell%E2%80%99ebraismo-polaccol%E2%80%99opera-di-jacob-frank/

Il controllo ebraico dell’Arabia Saudita

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                                                          Haim Weizman (a sinistra) ed il principe Feisal, 1918
Secondo quanto riferito, i monarchi sauditi e la loro religione wahabita hanno origini ebraiche. Wayne Madsen ha scritto sulle connessioni ebraiche all’Arabia Saudita.
Secondo Madsen:
l’Impero turco ottomano, che comprendeva parti chiave dell’Arabia Saudita, aveva un sacco di cripto-ebrei (ebrei che fingevano di essere musulmani) questi cripto-ebrei (chiamati anche Donmeh) hanno collegamenti con la famiglia reale saudita e la religione Saudita. I Sauditi seguono la forma wahhabita dell’Islam.
Secondo quanto riferito, il fondatore della setta wahhabita Saudita dell’Islam, Muhammad ibn Abdul Wahhab, era un cripto-ebreo. Una relazione dell’ intelligence irachena, datata 2002 e pubblicata nel 2008 dalla US Defense Intelligence Agency, punta sulle radici ebraiche dei Wahhabis.
Il rapporto utilizza le memorie di un tal sig. Hempher , una spia britannica che sosteneva di essere un azzero. Nella metà del XVIII secolo, Hempher prese contatto con Wahhab al fine di istituire la setta wahabita. Secondo quanto riferito, lo scopo della setta wahabita era di portare su una grande rivolta araba contro gli Ottomani e spianare la strada per uno stato ebraico in Palestina.
Le memorie di Hempher sono raccontate dallo scrittore ottomano Ayyub Sabri Pasha nella sua ricerca storica del 1888, “Inizio e Diffusione del Wahhabismo”. Nel suo libro, ‘Gli ebrei Dunmeh ‘, d. Mustafa Turan scrive che il nonno di quel Wahhab, Tjen Sulayman, era in realtà Tjen Shulman, un membro della comunità ebraica di Bassora, in Iraq. Nel suo libro, “Gli ebrei Dunmeh e l’origine del Wahhabismo in Arabia Saudita”, Rifat Salim Kabar rivela che Shulman si stabilì in quella che oggi è l’Arabia Saudita, dove  suo nipote, Muhammad Wahhab, fondò la setta wahabita dell’Islam.
Il rapporto dell’intelligence irachena dichiara che Shulman era stato bandito da Damasco, dal Cairo e dalla Mecca per sua ciarlataneria.
Il libro di Abdul Wahhab Ibrahim al-Shammari, “Il Movimento Wahhabita: La Verità e le Radici”, stabilisce che Re Abdul Aziz Ibn Saud, il primo monarca saudito, discendeva da Mordechai bin Ibrahim bin Moishe, un mercante ebreo di Bassora.
Secondo il libro, Moishe cambiò il suo nome e  accasò facendolo sposare suo figlio con una donna da una tribù Saudita. Il rapporto dell’intelligence irachena rivela che il ricercatore Mohammad Sakher è stato oggetto di un omicidio mirato saudita che lo ha eliminato per il suo esame sulle radici ebraiche dei Sauds.
Nel libro di Nasir ha detto, ‘La storia della famiglia Saud’, si è sostenuto che nel 1943, l’ambasciatore Saudita in Egitto, Abdullah bin Ibrahim al Muffadal, pagò Muhammad al Tamami per forgiare un albero genealogico, mostrando che i Sauds ed i Wahhabs erano una famiglia che discende direttamente dal profeta Maometto. All’inizio della prima guerra mondiale, un ufficiale britannico ebraico, David Shakespeare, si incontrò con Ibn Saud, che divenne il primo monarca saudita.
Shakespeare più tardi fu al comando di un esercito saudita che sconfisse una tribù che si opponeva a Ibn Saud. Nel 1915, Ibn Saud incontrò l’inviato britannico nella regione del Golfo, Bracey Cocas.
Cocas fece la seguente offerta al Ibn Saud: “Credo che questa sia una garanzia per la vostra resistenza al potere, così come è nell’interesse della Gran Bretagna che gli ebrei abbiano una patria ed un esistenza, e gli interessi della Gran Bretagna sono, in tutti i sensi, nel vostro interesse”.
Ibn Saud rispose: “Sì, se il mio riconoscimento significa tanto per voi, riconoscono mille volte la concessione di una patria per gli ebrei in Palestina o diversa dalla Palestina.”
Due anni più tardi, il Segretario degli Esteri Inglese Lord Balfour, in una lettera al barone Walter Rothschild, un leader dei sionisti britannici, dichiarò: “Il governo di sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di una sede nazionale per il popolo ebraico…”
La trattativa di istituire Israele ha avuto l’appoggio del leader turco Kemal Ataturk, che è stato riferito anche lui come un cripto-ebreo.
Nel 1932, i britannici misero Ibn Saud al potere come re dell’Arabia Saudita.
I Sauds fecero del wahhabismo la religione di stato dell’Arabia Saudita.
La Turchia ha il suo “stato sommerso”, in un governo nascosto che ha svolto atti di terrorismo sotto falsa bandiera (Ergenekon).
 (“Lo Stato Sommerso” della Turchia dice di aver lavorato con il Mossad e la CIA e avere aiutato nell’assolvere l’attacco del 9 11)
Un funzionario di alto rango politica estera turca ha detto che ci sono «stati sommersi» in Egitto, Arabia Saudita, Giordania e Siria.
Questi «stati sommersi» sembrerebbe coinvolgere cripto-ebrei. Nel nuovo governo della Libia, i Wahhabis hanno molta influenza.
~ ~ Fonte: http://aangirfan.blogspot.it/2011/11/jewish-control-of-saudi-arabia.html
 

Aggiungo un documento che per caso mi è venuto in mano:

 
~ “Io sono il sultano Abdel – Aziz Ben Abdel – Rahman AlSaud”. Riconosco e ringrazio mille volte Sir Percy Cox, il rappresentante della Gran Bretagna, per quanto mi concerne dico che desidero dare Palestina ai poveri ebrei o ad altri tra cui la Gran Bretagna, ai quali io non voglio disobbedire fino alla fine dei tempi, come si vede dall’allegato atto di accettazione.” ~
Questo è il documento con il quale la casa di Saud ha venduto la Palestina sionisti. Senza bisogno di commenti! 
aggiunge il mio amico Afaf Kouri
-Saeed-Al Nasser, uno storico saudita ucciso dai Wahhabiti, ha detto che il nonno di Al-Saud è (Mordekhai Ben Ibrahim Ben Moshe), uno degli ebrei di Al Qaynuqa che erano stati sfollate a belad al chame e poi in Turchia e divennero nel 16mo secolo gli ebrei di Eldonma , e che nel XVIII secolo, Ibrahim Moshe Ben si trasferì a Hijaz per iniziare la serie pianificata di conquiste con l’aiuto degli inglesi e gli ebrei Eldonma.
FONTE: http://www.informarexresistere.fr/2012/05/05/il-controllo-ebraico-dellarabia-saudita/

I giovani turchi: chi erano?

 

Durante l'ultimo quarto del XIX secolo, la questione del Vicino Oriente passò alla sua fase critica. A seguito della guerra russo-turca del 1877-78, l'impero ottomano perse un vasto territorio principalmente nei Balcani dove gli stati "autonomi" di Bulgaria, Bosnia ed Erzegovina passarono nella sfera amministrativa de facto dell'Impero austro-ungarico . La Tessaglia e la prefettura di Artas furono cedute alla Grecia, e in Asia, la Russia annetteva i territori di Kars e Ardachan in Armenia turca. In Africa, gli inglesi rivendicarono l'Egitto e la Tunisia francese, mentre gli italiani non si preoccuparono di nascondere le loro ambizioni territoriali verso Tripoli. Nel frattempo, i movimenti dissidenti a Creta, Armenia e Macedonia stavano cominciando a raggiungere livelli preoccupanti per il sultanato turco.

Una delle prime vere minacce per il trono ottomano fu un gruppo cospiratore e solidale che si formò nel 1889 tra gli studenti della facoltà di medicina militare di Costantinopoli. L'insoddisfazione, tuttavia, era diffusa in tutto l'esercito e aveva a che fare con quelle che oggi si potrebbero considerare richieste sindacali bassi salari che venivano pagati sporadicamente e dopo mesi di attesa, un sistema di promozione tortuosamente lento e non basato sul merito ma sulle connessioni, e una cinica delusione generata dalla promessa ma mai attualizzata modernizzazione dell'esercito. Il principale fattore motivante nel crescente malcontento, tuttavia, era un'agonia e una preoccupazione per l'indipendenza dello Stato turco e il modo migliore per garantirne la continuità. A ciò si è aggiunto, e di pari preoccupazione, il problema relativo al benessere e alla perpetuazione delle popolazioni musulmane che vivono tra le molte altre etnie all'interno dell'Impero.

La leadership cospiratrice, che divenne nota come Young Turks, espresse la propria insoddisfazione per lo status quo, dando tutta la colpa al sultano, Abdul Hamit, che proclamò troppo dittatoriale. Chiesero il suo esilio - sebbene non l'abolizione del sultanato - insieme al ripristino della costituzione del 1876.

Unione e progresso

Il movimento Young Turk - dopo molte disavventure e quasi lo scioglimento - ha finalmente raggiunto il suo primo obiettivo. Ai primi di luglio del 1908, guidati dai membri ufficiali del Comitato dell'Unione e del Progresso ( Itihàt vè Terakì ), le truppe turche di stanza in Macedonia si rifiutarono di obbedire agli ordini provenienti da Costantinopoli. I giovani turchi hanno quindi inviato un ultimatum telegrafato al Sultano da Serres il 21 luglio. Chiesero l'immediata restaurazione e attuazione della costituzione e lo minacciarono di detronizzazione se non avesse rispettato. Il 24 luglio Abdul Hamit ha annunciato che la costituzione era stata restaurata ed era in pieno vigore ed efficacia.

Il successivo rovesciamento della metà del XX secolo del re Farouk in Egitto da parte dei rivoluzionari nasseriti presenta alcune sorprendenti somiglianze con il movimento Young Turk. Vi sono, tuttavia, anche alcune differenze sorprendenti. Alcuni di questi sono : 1) la diversa origine etnica dei cospiratori 2) il ruolo significativo e cruciale svolto dal movimento alleato di compagni cospiratori noto come il Donmè (ebrei che si erano convertiti [?] All'Islam ) e, 3) il modo entusiasta in cui la cospirazione è stata abbracciata da elementi massonici.

Per quanto riguarda la composizione multietnica dei cospiratori, basta leggere i loro nomi per verificare il loro diverso background : Tserkès (Circassion), Mehmet Ali, Xersekli (Herzogovinians), Ali Roushdi, Kosovali (Kosovars) e altri. In molti casi, l'origine etnica del cospiratore non era evidente dal nome : Ibrahim Temo era un albanese, così come Ismail Kemal Murat Bey Dagestanos e Achmet Riza avevano un padre Arkhazian e una madre austriaca. Uno dei teorici del movimento era Ziyia Ngiokali, una curda, mentre uno dei principali pianificatori di tattica e teoria era un ebreo di Serres che si chiamava Tekìn Alì (vero nome, Moshe Cohen). 

L'impiegato dell'ufficio del telegrafo che divenne una delle troika dominanti della Turchia post-rivoluzionaria, Talaàt Pasha, era bosniaco, pomacco o zingaro; il punto è che non era un turco. Dovremmo anche prendere atto del fatto che il Comitato dell'Unione e del Progresso ha ammesso molti membri provenienti da aree al di fuori dell'Impero ottomano e che alcuni di questi hanno persino fatto parte del suo Comitato centrale.

Elementi massoni

La forte connessione tra Itihàts (cospiratori) e la massoneria è un fatto ben documentato. Lo scrittore turco di sinistra, Kamouran Mberik Xartboutlou, nel suo libro The Turkish Impasse (dalla traduzione greca della pubblicazione francese del 1974. p.24), scrisse : "Coloro che desideravano entrare nella cerchia interna di quell'organizzazione segreta [il Itihàt ], doveva essere un muratore e doveva avere il sostegno di un ampio segmento della classe commerciale ". La vera natura della relazione tra i giovani turchi e le logge massoniche di Salonicco è stata commentata da molti ricercatori e scrittori. Nel suo libro ben noto e ampiamente documentato, Società segrete e movimenti sovversivi(Londra. 1928, p. 284), l'autore e lo storico Nesta Webster scrive che "Il movimento Young Turk iniziò nelle logge massoniche di Salonicco sotto la diretta supervisione della Loggia Grand Orientale d'Italia, che in seguito condivise il successo di Mustapha Kemal ".

Naturalmente, la natura precisa di questa relazione è offuscata dal mistero, ma esistono fatti sufficienti che consentono più di una semplice congettura informata basata su prove circostanziali. Un esempio della connessione Itihàt- Panasonic è l'intervista che il giovane Turk, Refik Bey, ha dato al quotidiano parigino Le Temps , il 20 agosto 1908 : "È vero che riceviamo sostegno dalla massoneria e soprattutto dalla massoneria italiana. I due Casette italiane [di Salonicco] - Macedonia Risorta e Labor et Lux- hanno fornito servizi inestimabili e sono stati un rifugio per noi. Ci incontriamo come compagni massoni, perché è un dato di fatto che molti di noi sono massoni, ma soprattutto ci incontriamo in modo da poterci organizzare meglio ".

Il componente ebraico

Il Donmè ("convertito" in turco), era un'eresia ebraica i cui seguaci si convertirono [?] All'Islam nel 18 ° secolo. Erano molto concentrati a Salonicco. Secondo la Grande Enciclopedia ellenica [ Megali Elliniki Enkiklopethia ] : "È generalmente accettato che i Donmè continuino segretamente ad aderire alla religione ebraica e non permettano al loro genere di sposarsi con i musulmani".

Il potere sproporzionato e l'influenza (alla luce del loro numero) che il Donmè ebbe sia sull'impero ottomano che sul movimento Young Turk è stato oggetto di molti commenti da parte di molti osservatori e ricercatori. L'eminente storico britannico R. Seton Watson, nel suo libro, L'ascesa della nazionalità nei Balcani . Londra, 1917 ( H Gennisi tou Ethnikismou sta Valkania ), scrisse quanto segue : "I veri cervelli dietro il movimento Itihàt ] erano ebrei o ebrei islamici. Il ricco Donmè e gli ebrei di Salonicco sostenevano economicamente [i giovani turchi], e anche i loro compagni ebrei capitalisti a Vienna e Berlino - così come a Budapest e forse a Parigi e Londra - li sostenevano anche finanziariamente.

Nel 23 gennaio 1914, il numero della polizia zarista [ Okrana ] Ledger (numero 16609), diretto al Ministero degli Esteri di San Pietroburgo, si legge : "Nel Nouri si tenne una convenzione pan-islamica di Itihàts ed ebrei Osman lodge a Costantinopoli, a cui hanno partecipato circa 700 importanti Itihàts ed ebrei, tra cui il "ministro" Talaàt Bey, Bentri Bey, Mbekri Bey e ( Donmè ) Javit Bey. Tra i molti ebrei presenti, due dei più importanti erano Il capo del servizio di sicurezza, Samouel Effendi, e il vice-amministratore della polizia, Abraham Bey. "

Donmè e Costantino

Il numeroso Donmè in posizioni di autorità all'interno del meccanismo del governo Itihàt , nonché sul potente Comitato centrale, rafforza la convinzione che la loro influenza fosse diffusa e vitale per la causa. Ignorando i nomi citati nel registro della polizia zarista e persino ignorando ebrei come il fanatico pan-turkmeno [rivoluzionario e poeta marxista, Hikmet] Nazim, o anche le molte allusioni casuali [come se fosse una conoscenza comune all'epoca] al Discesa ebraica di quel credente più devoto nel movimento Young Turk, Mustapha Kemal "Atatürk", ci si trova ancora a chiedersi quale autorità e sotto i cui auspici fosse un Donmè ebreo così oscuro da Salonicco, con il nome di Emmanouel Karasso, in grado di diventare membro del comitato dei tre uomini che annunciò la sua detronizzazione a Sultan Abdul Hamit dopo il contraccolpo dell'aprile 1909?

Anche convincente è il documento ampiamente referenziato che afferma che Costantino, il re di Grecia all'epoca, caratterizzò l'intero movimento del giovane turco come composto da "israeliti". Secondo i fatti presentati nel suo libro Glory and Partisanship , la professoressa greca dell'Università di Vienna, Polychroni Enepekithi, sostiene che Costantino abbia fatto quella caratterizzazione lamentandosi con l'ambasciatore tedesco ad Atene degli oltraggi commessi dai giovani turchi contro gli Hellenes che vivono in l'impero ottomano.

Questi riferimenti al rapporto tra Donmè , i massoni e i giovani turchi non sono stati suggeriti dall'antisemitismo o dalla masonofobia. Piuttosto, stiamo tentando di far luce su ciò che a noi sembra un paradosso sconcertante in questo movimento rivoluzionario, che è : perché questa leadership non turca ha lottato così duramente sotto la bandiera della giustizia per il popolo turco? Inoltre, perché gli altri, non avendo nulla a che fare con l'Islam sunnita [la forma di Islam praticata in Turchia] hanno lottato allo stesso modo sotto la bandiera della giustizia per l'Islam? L'unica risposta a questo paradosso richiede che consideriamo che potrebbe esserci un'altra ragione dietro la loro fervida lotta e che questa causa non dichiarata è ciò che lega questi "ideologi" insieme .

Nemesi di fonte di Ioasif Kassesian. Settembre 2001. pagg. 64-66. Tradotto dal personale. Enfasi aggiunta.

http://hugequestions.com/Eric/TFC/Young-Turks.htm

Furono i “Cripto-Ebrei” a progettare ed eseguire il genocidio armeno?

 

 

Il 24 aprile ricorre il centenario del “Metz Yeghern” “Grande crimine” o genocidio armeno, come è ricordata la strage del popolo armeno presso gli Armeni e nei 21 Paesi al mondo che hanno riconosciuto il genocidio, la deportazione degli armeni o il cosiddetto genocidio armeno come dicono nella Turchia negazionista, talvolta olocausto armeno o massacro degli armeni. Altro non è che la deportazione forzosa e sterminio di un numero imprecisato di civili armeni, calcolato a circa un milione e mezzo – due milioni di persone, dal 1915 al 1923, da parte dei Giovani Turchi dell’Impero Ottomano.

Del “primo genocidio del XX secolo”, per usare le parole di Papa Francesco, molte sono le commemorazioni programmate dalle comunità armene tra l’imbarazzo di qualche politico, come il ministro degli Esteri tedesco, Frank Walter Steinmeir, che recentemente ha dichiarato che per le iniziative programmate non è previsto il patrocinio dello Stato, perché non c’è “certezza storica” del genocidio armeno e che, per questo, la questione va risolta tra Turchia e Armenia.

Per quanto ci riguarda, in questa sede non affronteremo la questione delle ragioni dei negazionisti o quelle dei Paesi che hanno riconosciuto il massacro armeno come genocidio, considerate le reazioni dei negazionisti e la posizione di chi, come la Comunità Europea,  pur ammettendo e riconoscendo i fatti, non può usare il termine “genocidio” per riferirsi alla strage degli armeni fra il 1915 e il 1923 sotto l’Impero ottomano, perché “non ha le competenze” per esprimersi sulla memoria storica.

Forse perché lo Stato di Israele, le varie organizzazioni di ebrei americani, la  Quincentennial Foundation ed anche il Gran Rabbinato di Turchia hanno adottato una posizione dura, rifiutando l’idea che gli eventi del 1915 costituiscano un genocidio e rifiutando anche qualsiasi confronto per l’Olocausto. Questo comportamento è in gran parte visto dalla comunità armena come una mancanza di volontà da parte del popolo ebraico di compromettere l’unicità dell’Olocausto e della propria esperienza storica con la condivisione con altri dello status di “vittima del genocidio” 

Ci limiteremo ad un breve excursus su una delle teorie del complotto che è stata passata di generazione in generazione, e condivisa da molti armeni – per qualche decennio almeno – e diffusa nella cultura popolare armena, secondo la quale il piano di sterminio degli armeni nell’Impero ottomano è stato concepito e realizzato da ebrei, sionisti e massoni: i Donmeh.

Teoria questa che si amalgama con una teoria simile prevalente tra molti arabi secondo cui anche la rivolta dei Giovani Turchi del 1908 contro il sultano ottomano Abdulhamid II è stata una cospirazione ebraica e massonica, perché il sultano si era opposto con veemenza all’insediamento degli ebrei in Palestina, mentre i Giovani Turchi erano presumibilmente più inclini ad attuare i progetti sionisti.

Nella Wikipedia ebraica leggiamo: “Donmeh è la parola turca per “apostata” e si riferisce agli ebrei del Vicino Oriente che hanno seguito Sabbatai Zevi nell’Islam nel 1666, ma segretamente sono rimasti ebrei che hanno continuato a praticare riti ebraici, ma adoravano Sabbatai come Messia e incarnazione di Dio”.

A fornire interessanti spunti e precise fonti alla teoria del complotto contro gli armeni è il capitolo IX del libro A Scapegoat for All Seasons: The Doenmes or Crypto-Jews of Turkey (Un Capro espiatorio per tutte le stagioni: I Donmeh o Cripto-Ebrei della Turchia) di Rifat Bali, esperto di minoranze non musulmane della Turchia, antisemitismo, teorie del complotto, trasformazione sociale e culturale della società turca e Donmeh (cripto-ebrei), membro del turco-ottomano centro sefardita Culture Research.    

Rifat Bali, pur non condividendola completamente, parla della teoria dei Donmeh come di un prodotto interessante e recente della mentalità anti-dönmeh, una visione del mondo che vede quelli appartenenti o discendente da questo gruppo come un segreto ed estremamente potente ramo del giudaismo che controlla la Turchia. Secondo tale teoria non sono stati i turchi, ma i Sabbateans a pianificare in precedenza e attuare la deportazione del 1915 con il massacro di massa e la morte della maggior parte della popolazione armena dell’impero ottomano.

In Turchia coloro che sposano questa tesi possono essere classificati in tre gruppi principali: a) I numerosi giornalisti della stampa islamista; b) Un gruppo di giornalisti turco-armeni, come Fırat Hrant Dink (ucciso nel 2007), l’editorialista Markar Esayan e lo scrittore Levon Panos Dabağyan, c) Il professore di Economia marxista Yalçın Küçük, la cui fama si è diffusa negli ultimi anni a causa delle sue numerose pubblicazioni sui Sabbateans.

Di ciascuno dei gruppi viene data dall’autore una serie di esempi con la relativa confutazione, per arrivare al Prof. Yalçın Küçük, che negli ultimi quindici anni ha sempre rivolto la sua attenzione alla questione dell’influenza dei Sabbateans sul controllo della Turchia. In particolare, è sua convinzione che l’élite politica, culturale, economica e sociale turca sia quasi interamente composta di Sabbateans cripto-ebrei. Sostenitore ardente dell’uso dell’Onomastica, come metodo di determinazione degli equivalenti ebraici di cognomi turchi, e smascherare così tali persone. Alla luce di questa visione del mondo, forse non è sorprendente che in quasi ogni dichiarazione che ha fatto in materia, il professor Küçük ha caratterizzato il 1915, la deportazione armena come il risultato di una “guerra giudaica-armena”. In modo simile, le rivolte contro i greci del 6-7 settembre, 1955, in cui folle di Istanbul bruciarono e saccheggiarono proprietà greche, aziende, abitazioni, cimiteri e chiese, non sono altro che il prodotto di una “guerra ebreo-ortodossi”.

Tra le molte voci che non concordano con le conclusioni di Rifat Bali, citiamo alcuni scrittori ebrei, che credono nella teoria dei Donmeh, i cripto-ebrei che, secondo loro, gestirono la Turchia.

Il giornalista ebreo, Itamar Ben-Avi (morto nel 1943), nella sua autobiografia, dimostra che il “Padre” della Turchia laicista, il generale Mustafa Kemal Ataturk era un Donmeh e che Mustafa Kemal non si vergognò mai della sua origine ebraica. Mustafa Kemal reclutò molti Donmeh cripto-ebrei in campo militare. Quasi tutti i generali militari della Turchia dall’istituzione del regime laico erano cripto ebrei e controllavano la Turchia attraverso l’esercito del Paese.

L’altro autore Barry Chamish, uno scrittore ebreo canadese che ha pubblicato alcuni libri disponibili anche sul suo sito web, parla espressamente del genocidio armeno dopo una ricerca che lo ha portato alla conclusione che i progettisti e gli istigatori del genocidio armeno della prima guerra mondiale e dell’Olocausto ebraico della seconda guerra mondiale sono stati gli stessi soggetti e che gli stessi soggetti hanno in programma un altro olocausto, quello degli ebrei durante la prossima Terza Guerra Mondiale.

Basandosi sulle opere di David Morrison (Heroes, Antiheroes And The Holocaust) e di M. Avrum Ehrlich, teologo, filosofo sociale e studioso della civiltà ebraica (The First Sabbatean Holocaust – The Dry Run), Barry Chamish vuole dimostrare che i Giovani Turchi che hanno guidato la rivoluzione 1908 erano dei Donmeh, nazionalisti turchi che volevano consolidare le istituzioni laiche e sovvertire l’ordine religioso musulmano. Furono i Giovani Turchi a progettare e pianificare il genocidio degli Armeni, considerati come una minaccia diretta per i loro piani rivoluzionari.

I Giovani Turchi si allearono con la Germania e utilizzarono la prima guerra mondiale come copertura per la macellazione degli armeni, come fecero i nazisti nella seconda guerra mondiale, ed   usarono le loro vittime designate come schiavi nella costruzione di una ferrovia trans-turca per interessi commerciali tedeschi. Quello dei Giovani Turchi fu dunque il Primo Olocausto Sabbatian o meglio il Primo Genocidio del XX secolo ad opera dei Donmeh.

  http://www.ilfarosulmondo.it/furono-i-donmeh-cripto-ebrei-a-progettare-ed-eseguire-il-genocidio-armeno/






 Conversos, Marrani, Donmeh, l’identità scissa dei cripto-ebrei
Redazione il 13 ottobre 2014      








Egli descrive il marrano come “l’Altro dentro”. Rifiutati dalla maggior parte degli ebrei come rinnegati e dalla maggior parte dei cristiani come ebrei con sangue impuro, i marrani non avevano una identità integrale, definita, hanno piuttosto mescolato simboli e modelli di vita, ebraici e cristiani, formandosi in un’identità divisa. Ed è la scissione dell’identità – perseguitata dall’Inquisizione e considerata illecita dal nazionalismo moderno – una forma autentica e inevitabile dell’esistenza umana, che merita il riconoscimento come una libertà fondamentale dell’uomo, secondo l’autore.
Molto meno si sa, tuttavia, di un altro gruppo, forse più piccolo, ma ancor più intrigante di ebrei convertiti, che emerse nell’impero ottomano alla fine del XVII secolo. Sebbene sia nota agli storici e agli esperti religiosi, la secolare influenza politica ed economica di un gruppo conosciuto in Turco come “Donmeh” sta cominciando solo ora ad attraversare le labbra di turchi, arabi e israeliani, che sono stati riluttanti a discutere la presenza in Turchia e altrove di una setta di turchi, discendenti da un gruppo di ebrei sefarditi che furono espulsi dalla Spagna durante l’Inquisizione spagnola nei secoli 16° e 17°.
Questi profughi ebrei provenienti dalla Spagna furono accolti nell’Impero ottomano dove si stabilirono e nel corso degli anni si sono convertiti ad una setta mistica dell’Islam che alla fine ha mescolato Kabbala ebraica e islamica sufi, credenze semi-mistiche in una setta che alla fine ha sostenuto la laicità nella Turchia post-ottomana.
La setta Donmeh del giudaismo è stata fondata nel 17° secolo dal Rabbino Sabbatai Zevi, un cabalista che credeva di essere il Messia, ma che fu costretto a convertirsi all’Islam dal Sultano Mehmet IV, il sovrano ottomano. Molti dei suoi seguaci, noti come Sabbatei, ma anche “cripto-ebrei,” proclamarono pubblicamente la loro fede islamica, ma segretamente praticavano la loro forma ibrida del giudaismo, che non fu riconosciuta dalle autorità rabbiniche ebraiche tradizionali. Poiché il matrimonio fuori della loro setta era contro le loro convinzioni, il Donmeh ha creato una sub società piuttosto chiusa.
E’ interessante notare le connotazioni acquisite dai termini nel corso del tempo. Se “Donmeh” si riferisce non solo agli ebrei “convertiti” all’Islam, persone non affidabili in Turchia, è anche una parola dispregiativa turca indicante un travestito, o qualcuno che ha la pretesa di essere diverso da quello che è. Anche la connotazione di marrano assume un significato negativo, estendendosi a quella di viltà, di proditorietà, il marrano è traditore, spergiuro e fedifrago, intrigante, ipocrita, un caino ingannatore e sicofante.
Il dibattito comunque rimane molto alto. Se  Yirmiyahu Yovel innalza il significato di conversos, oltre la valenza di fenomeno storico, anche un’altra recente opera The Dönme: Jewish Converts, Muslim Revolutionaries, and Secular Turks, di Marc David Baer, che vuole essere un lavoro scientifico, risulta limitato nel tempo e teso ad innalzare il valore e il significato di Donmeh, negando loro la connotazione di cripto-ebrei.
Quanto a noi, crediamo che un’analisi più approfondita sulla natura controversa dei cripto-ebrei possa illuminarci su connessioni Donmeh-Turchia, Domneh-Arabia Saudita e su lati oscuri di alleanze politico-militari e divergenze  tra gruppi mediorientali. http://www.ilfarosulmondo.it/conversos-marrani-donmeh-lidentita-scissa-dei-cripto-ebrei/







 


  

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