La Natura di Cristo
Sulla natura umana di Gesù ci sono diverse interpretazioni
- L’Arianesimo: Ario (256-336 d.C.) era di origine ebrea, fu vescovo della chiesa d'Alessandria d'Egitto, nella sua dottrina sosteneva che la natura di Cristo fosse solamente umana, egli negava la divinità di Cristo.
- Il Cattolicesimo: Per contrastare l’eresia ariana la chiesa Cristiana (Cattolica) con l’Imperatore Costantino indisse il Concilio di Nicea nel 325 d.C. In esso i vescovi ariani e i vescovi cattolici cercarono un accordo che accontetasse entrambi. Così si finì per affermare che Dio è uno e trino allo stesso modo, quindi il concetto di Trinità vive in Gesù uomo, il quale possiede contemporaneamente tre nature: Padre, Figlio e Spirito Santo. Se era salva la natura divina di Cristo per i cattolici apostati allo stesso tempo si formava un solo Dio con tre persone, in questo modo si perdeva l'intercessione di Cristo per l'umanità peccatora perché essendo Dio uno e trino non c'era autonomia nelle personalità divine. In effetti, aveva vinto l'arianesimo, perdendo di vista l'intercessione di Cristo nel Santuario Celeste. L'umanità che ha accolto questa falsa dottrina è rimasta senza intercessore e condannato alla morte eterna. Secondo questa dottrina Maria era madre di Gesù uomo e madre di Dio. Il principio secondo cui Maria è madre di Dio, ha generato l'adorazione di Maria come la "madonna" che intercede per gli uomini. Nella Bibbia è scritto che Elisabetta si rivolge a Maria come "benedetta tra tutte le donne" per il "Frutto del suo ventre (Gesù)". Maria sospinta dallo Spirito Santo nel cantico dice " L'anima mia magnifica il Signore; e lo spirito mio festeggia in Dio, mio Salvatore"- Luca 1: 42-48. Maria, se chiama Gesù "Signore " e suo "Salvatore" com’è possibile che sia madre di Dio?
- Il Nestorianesimo: Nestorio patriarca di Costantinopoli contestò la dottrina secondo la quale Cristo era soltanto Dio, perché se la sua natura era solamente divina non poteva essere morto per l’umanità, perché per un Dio la morte non sarebbe stata un gran sacrificio. Egli rifiutò il termine Theotòkos (in greco madre di Dio) che era utilizzato nei sermoni per la venerazione della vergine Maria e introdusse il termine Christotòkos (madre di Cristo uomo). Egli considerava la natura umana di Gesù il tempio dove era accolta e velata la Divinità di Cristo; le due nature, una divina e l’altra umana, erano solamente congiunte. La sua dottrina fu contrastata e nel Concilio del 431 fu condannato come eretico, mandato in esilio nel 435 nell’oasi d’El Kharga, spesso fu sottoposto a violenze fisiche. Morì dimenticato nel 451.
- Lo Gnosticismo: questa corrente afferma che la salvezza non si ottiene per la grazia di Cristo, ma attraverso le capacità che l’uomo possiede di sviluppare le proprie facoltà intellettive e dell’opera. Questo principio esclude Cristo.
L'Anticristo si adoperò sin dai primi secoli per distruggere il Cristianesimo e l'opera di Cristo nei cuori dei peccatori pentiti.
IL PECCATO Il racconto Biblico afferma che dopo il peccato d'Adamo ed Eva, Dio promise alla razza umana decaduta un Redentore (Genesi 3:15), per non distruggerla subito con la morte eterna - Genesi 2:17.
Per comprendere la natura del peccato che ha prodotto la necessità del piano di redenzione, compiuto poi da Cristo, si deve ritornare alle origini dell’uomo. << Il Signor Iddio comandò all’uomo dicendo, mangia pure d’ogni albero del giardino, ma non mangiare dall’albero della conoscenza del bene e del male, perciocché nel giorno che tu ne mangerai per certo morrai>> - Genesi 2:16,17. L’uomo, perché doveva morire? Che cosa aveva prodotto la trasgressione della Legge (Osea 6: 7), in altre parole il peccato? Prima del peccato fu scritto: <<Or ambedue, Adamo e la sua moglie, erano ignudi e non se ne vergognavano>> - Genesi 2: 25. Dopo il peccato fu scritto << Poi, all’aura del dì udirono la voce del Signor Iddio che camminava per il giardino. Adamo con la sua moglie, si nascose dal cospetto del Signor Iddio, per mezzo gli alberi del giardino>> - Genesi 3: 8. Adamo, perché si nascose? La trasgressione che cosa aveva prodotto? << Allora gli occhi di ambedue si apersero e conobbero che erano ignudi…E il Signor Iddio chiamò Adamo e gli disse: Ove sei Ed egli rispose. Io intesi la tua voce per il giardino e temetti, perciocché ero ignudo e mi nascosi; e Iddio disse: chi ti ha mostrato che tu fossi ignudo? Hai tu mangiato del frutto dell’albero del quale io ti avevo vietato di mangiare?>> - Genesi 3: 7-11. La vergogna che provò Adamo ed Eva nei confronti di Dio, fu il prodotto del peccato della trasgressione e dimostrò che la natura del peccato di disubbidienza nella sua essenza fu la contaminazione della purezza morale, in altre parole quella che possedevano nella loro innocenza prima di peccare. La perfezione morale che Dio aveva elargito ai nostri progenitori, era indispensabile per permettergli un’ubbidienza perfetta della Legge Divina che soddisfaceva la Giustizia divina, dato che la Legge di Dio è fondata sull'amore e sulla Giustizia, ma la contaminazione morale causata dalla trasgressione causò il distacco dalla giustizia e quindi da Dio.
Il termine “giustizia” ha significato letterale di "Trasgressione" di una norma alla quale si attribuisce un'origine Divina, non dipendente degli uomini. Un esempio, Adamo perdette per la sua disubbidienza l'Eden, come luogo di giustizia e di pace, e subentrò l’infelicità, il dolore e la morte eterna per l’uomo, di qui la necessità del sacrificio di Cristo (nuovo Adamo) per il riscatto dell’umanità dalla colpa originaria.
La Giustizia colma la misura dell'ubbidienza. Prima del peccato Adamo “colmava la misura”, in altre parole con la sua ubbidienza soddisfaceva la Legge, ma dopo il peccato egli si trovò nell’impossibilità di soddisfare la “giustizia” della Legge con la sua ubbidienza perché non poteva più “colmare la misura” avendo perduto la perfezione morale. L’impossibilità di un’ubbidienza perfetta da parte d’Adamo a causa del peccato portò alla conseguenza estrema: la morte eterna. Adamo ed Eva non morirono perché fu promesso il GARANTE dell’uomo che morì, al tempo stabilito, al posto loro: GESU’CRISTO.
LA NATURA DELL'UOMO Se analizziamo la natura dell’uomo attraverso la Bibbia, si trova quando segue "Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non v'è alcun giusto, non pure uno" (Romani 3:10), e ancora
<< Ecco io sono stato formato nell’ingiustizia e la madre mia mi ha concepito nel peccato>> ( Salmo 51:5).
Questi versi ci rendono consapevoli che in noi non abita la giustizia perché il peccato ha contaminato le nostre facoltà morali rendendoci incapaci di “colmare la misura” della giustizia divina. Ogni bambino, benché privo di peccati propri al momento della nascita, eredita il peso della trasgressione, la contaminazione "non vi è alcun giusto…" e la tendenza peccaminosa "sono stato concepito nel peccato…".
"perciocché io non sono venuto per chiamare a penitenza i giusti, anzi i peccatori>> - Matteo 9: 11-13. Gesù in questi versetti ci vuole dire che tutta l'umanità è malata, ma chi non se ne rende conto e si crede giusto rifiuta la guarigione del nostro Maestro Gesù Cristo. Elena White al riguardo dice - <Il peccato più incurabile è l'orgoglio e la presunzione. Questi difetti ostacolano ogni crescita della spirito. Un uomo ha difetti di carattere e non lo sa, quando si ritiene pieno di sufficienza propria che non gli permette di vedere le sue mancanze, come può essere purificato? "Quelli che sono sani non hanno bisogno di medico bensì gli infermi" (Mat. 9: 12). Come può uno realizzare progressi se si crede perfetto?>> - Testimonios para la Iglesia Vol. 7 pag. 191.
Gesù affermò << Voi avete udito che fu detto agli antichi: non commettere adulterio. Io vi dico che chiunque riguarda una donna, per appetirla, già ha commesso adulterio con lei nel suo cuore>> - Matteo 5:27,28.
Il significato di queste parole qual è? I Comandamenti non vanno osservati nella lettera, perché il peccato è infiltrato nella nostra mente e nel cuore. Va quindi rimossa l'intenzione del peccato come ci dice il decimo Comandamento: << Non desiderare…>>. Per realizzare questa purificazione non lo possiamo fare da soli, ed ecco che Gesù ci dice <> - Matteo 11:28. Questo invito reca nel cuore la speranza per chi desidera trasformare la propria natura peccaminosa, la potenza di Cristo assieme alla nostra fede e consapevolezza del peccato agisce in noi e ci santifica nel cuore e nei nostri intenti, e, benché peccatori, al ritorno di Cristo saremo ristabiliti alla purezza originale. <> Romani 1:17 Gli uomini e le donne di fede, gli uomini e le donne, integri e ubbidienti, sia tutti quelli che per le circostanze della vita o per libera scelta, siano sprofondati nei peccati più pesanti e atroci, se subentra il pentimento e si riconosce Cristo come garante della giustizia per ogni uomo e donna sulla terra e si abbia accettato Cristo come nostro personale Salvatore, si produrrà la condizione che <<…l’opera della Legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende loro la loro coscienza, perciocché i pensieri fra se stessi si scusano od anche si accusano. >> - Romani 2:15. Saremo così nuove creature sulla strada del perdono e della purificazione morale che avverrà grazie <<…l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo>> - Giovanni 1: 29.
LA NATURA DI CRISTO Per quattromila anni l’umanità ha aggiunto il peso dei propri peccati rendendo la natura umana ancora più debole che resistere al peccato. In questa realtà nacque Gesù Cristo, il Figlio di Dio. <<Perciocché il Figliuol dell’uomo venne a salvare ciò che era perduto>> - Matteo 18:11.
Sul concepimento e la natura umana di Cristo è scritto < Lo Spirito Santo verrà sopra te e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà; pertanto ancora ciò che nascerà da te è SANTO e sarà chiamato Figlio di Dio>> - Luca 1: 31,34,35. L’angelo spiega con chiarezza che il mistero del concepimento di Gesù non è di natura umana, ma è divino, egli dichiara che il nato è concepito dallo Spirito Santo ed è SANTO. Il significato di queste parole qual è? Si tende a credere che Gesù quando prese la nostra stessa natura umana, abbia avuto tendenze peccaminose intrinseche all'uomo e, partendo da questa condizione, abbia vinto le tentazioni senza mai peccare per soddisfare l’ubbidienza perfetta della Legge divina infranta da Adamo ed Eva.
Abbiamo detto all’inizio di questo studio che Adamo dopo il peccato non era più in grado di <>, in altre parole di ubbidire perfettamente alla Legge di Dio perché il peccato aveva degradato la perfezione morale rendendolo incapace di soddisfare le esigenze della giustizia divina. Gesù, se avesse preso la natura umana carnale e anche quella morale contaminata dell’uomo peccatore o la predisposizione al peccato o l'impulso a peccare, benché Figlio di Dio, non avrebbe potuto soddisfare le esigenze della Legge perfetta di Dio e << colmare la misura>> della giustizia.
La Bibbia che cosa ci dice al riguardo? << E pure (Gesù) annichilì se stesso, prese forma di servo, fatto alla SOMIGLIANZA degli uomini; e trovato NELL’ESTERIORE SIMILE AD UN UOMO, abbassò se stesso, essendosi fatto ubbidiente fino alla morte, e la morte della croce>> - Filippesi2:7,8.
Gesù Cristo era Dio rivestito nella carne umana per soffrire nella carne le tentazioni e le sofferenze umane, ma possedeva una natura morale perfetta e pura al livello di Dio perché la sua missione era quella di vincere laddove Adamo cadde. Adamo poteva cadere e cedette al peccato, sebbene dotato di una natura morale incontaminata, cedendo alla tentazione che Satana gli propinò dall’esterno del suo essere incontaminato. Gesù, dotato di una morale pura e incontaminata dal peccato, benché avesse acquisito la natura carnale decaduta da quattromila anni, poteva cadere, ma non cedette alla tentazione che Satana gli propinò dall’esterno come fece con Adamo. Dio si manifesta all’uomo peccatore Prima del peccato Adamo ed Eva vedeva Dio faccia a faccia, ma dopo il peccato, Dio, non potendo manifestarsi agli uomini come Dio senza distruggerli, si è manifestato nella forma in cui gli uomini potevano vederlo e non morire << E Mosè disse, or andrò là, e vedrò questa gran visione, per qual cagione il pruno non si bruci. Il Signore vide che egli era andato là, per veder quella visione. Iddio lo chiamò in mezzo il pruno, e disse: Mosè, Mosè. Egli rispose: Eccomi. Iddio gli disse: Non appressarti in qua; togliti le scarpe dai piedi perciocché il luogo, sopra il quale tu stai, è terra santa. Poi disse: Io sono l’Iddio di tuo padre, l’Iddio di Abramo, l’Iddio di Isacco e l’Iddio di Giacobbe. Mosè si nascose la faccia; perciocché egli temeva di riguardare verso Iddio >> - Esodo 3: 2,4,5,6.
Dio non era il pruno ardente, ma si manifestò nella fiamma che bruciava perché era in questo modo che Mosè poteva parlare con Lui senza morire. << L’Eterno andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli per il loro cammino; e di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, onde potessero camminare giorno e notte. La colonna di nuvola non si ritirava mai di davanti al popolo (d'Israele), né la colonna di fuoco di notte>> - Esodo 13:21,22; 14:19,20.
Iddio, anche in questo caso, per proteggere il suo popolo da Faraone rimase in mezzo a lui e si manifestò nella nuvola e nel fuoco perché il popolo non morisse alla sua presenza. << Mi facciano un santuario perché io abitassi in mezzo a loro>> - Esodo 25:8.
Il Signore è stato sempre tra il suo popolo per proteggerlo e guidarlo, ma non è mai apparso come Dio all’uomo dopo il peccato perché sarebbe stato distrutto dalla sua presenza. Gesù quando prese la forma umana era Dio rivestito dall’umanità perché doveva soffrire come uomo: il dolore morale per le offese, il rifiuto del suo popolo, le accuse riguardo al concepimento, la separazione dal Padre a causa del peccato dell’umanità caricato sulle sue spalle (Isaia 53), le tentazioni di Satana nel deserto e in ogni momento della sua vita, la morte vergognosa in croce, la percezione della morte eterna nel Getsemani che aveva offuscato in Gesù la speranza della resurrezione. La sua sofferenza fu pari all’innocenza e al suo elevato valore morale; e come tale doveva presentarsi all’uomo senza distruggerlo con la sua presenza divina. Attraverso la sua umanità, mediante il carattere e la sua opera, manifestò gli attributi del Padre: il suo amore, la benignità, la giustizia. Per coloro che credono che Gesù fosse di natura uguale all’uomo, predisposta al peccato, non ha capito il piano di Redenzione preparato da Dio per il peccatore. Gesù era somigliante nell’esteriore, ma non uguale all’uomo. Era Dio.
<> - Isaia 40: 25. <<EGLI era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene al mondo. EGLI era nel mondo, e il mondo fu fatto attraverso LUI, ma il mondo non la'ha riconosciuto>> - Giovanni 1:9,10.
<<Tutti, infatti, hanno peccato e sono privi della gloria di Dio e sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù…….Dov’è dunque il vanto? Esso è escluso….>> - Romani 3:23,24,27.
Testimonianze sulla Natura Di Cristo L’apostolo vuole che la nostra attenzione si allontani da noi stessi e si focalizzi sull’Autore della nostra salvezza. Ci presenta le due nature di Cristo: quella divina e quello umana. Questa è la descrizione della natura divina: < Il quale, essendo in forma di Dio, non stimò rapina essere uguale a Dio come qualcosa a cui afferrarsi. Egli era lo splendore della Sua gloria e l’immagine stessa della Sua sostanza>>. Ora la descrizione della natura umana: <simile agli uomini è stato nella condizione umana, ha umiliato se stesso, facendosi obbediente fino alla fine>>. Volontariamente prese la natura umana. Fu una sua scelta e per il suo consenso. Rivestì la sua divinità con l’umanità. Egli è stato sempre come Dio, però non è apparso come Dio. Velò la manifestazione della Deità che aveva prodotto l’omaggio e originato l’ammirazione dell’Universo di Dio. Fu Dio, mentre era sulla terra, però si spogliò della forma di Dio e in suo luogo prese la forma e la figura di un uomo. Camminò sulla terra come un uomo. A causa nostra si fece povero. Per la Sua povertà, fummo arricchiti. Mise da parte (depose) la Sua gloria e la Sua Maestà. Era Dio, però per un tempo si spogliò della sua gloria della forma di Dio. Ha camminato come povero tra gli uomini, ha distribuito le sue benedizioni dovunque andava. Ad un ordine suo, legioni d’angeli avrebbero attorniato il loro Redentore e gli avrebbero reso omaggio. Camminò per la terra senza essere riconosciuto, senza essere confessato dalle sue creature, salvo poche eccezioni. L’atmosfera era contaminata da peccati e maledizioni al posto d’inni di lode. La parte di Cristo fu povertà e umiliazioni. Andava da un posto ad un altro compiendo la sua missione di misericordia per alleviare gli infermi, per rianimare i depressi, se quasi una sola voce lo chiamò benedetto, i più elevati della nazione lo sorvolarono con disprezzo. Questo contrasta con le ricchezze della gloria, con l’abbondanza di lode che fluisce da lingue immortali, milioni di preziose voci dell’universo di Dio in inni di adorazione. Cristo umiliò se stesso e prese sopra di sé la natura mortale come membro della famiglia umana, era mortale, però come Dio era la fonte di vita per il mondo. Con la sua persona divina avrebbe potuto resistere sempre gli attacchi della morte e rifiutare di porsi sotto il suo dominio. Tuttavia, volontariamente offrì la sua vita per potere vivificare e trarre alla luce l’immortalità. Portò i peccati del mondo e soffrì il castigo che si era accumulato come una montagna sopra la sua anima divina. Offrì la sua vita come sacrificio perché l’uomo non morisse eternamente. Non morì perché fosse obbligato, bensì per il suo libero arbitrio. Questa era l’umiltà. Tutto il tesoro del cielo fu sparso per elargire la salvezza all’uomo caduto. Cristo riunì nella sua natura umana tutte le energie vitalizzanti che gli esseri umani bisognarono e dovettero ricevere. Ammirabile combinazione d’uomo e Dio! Cristo avrebbe potuto soccorrere la sua natura umana, perché resistesse alle incursioni dei demoni, spargendo sulla sua natura umana vitalità e perdurante vigore dalla sua natura divina ed Egli abbasserebbe se stesso fino sotto il livello della natura umana. Lo fece perché si potessero compire le Scritture; il Figlio di Dio si modellò a questo piano anche quando conosceva tutti i passi che avrebbe dovuto percorrere nella sua umiliazione, attraverso i quali dovevano discendere per espiare i peccati di un mondo che, condannato, gemeva. Quale umiltà fu questa! Meravigliò gli angeli. La lingua umana mai potrà descriverla; l’immaginazione non riesce a comprenderla! Il Verbo eterno acconsentì di farsi carne! Dio si fece uomo! Fu un’umiltà meravigliosa! Discese ancora di più. L’Uomo dovette umiliarsi come Uno che sopportò gli insulti, rimproveri, vergognose accuse e oltraggi. Sembrava non esserci posto per Lui nella sua terra. Dovette fuggire da un luogo ad un altro per salvare la Sua vita. Fu tradito da uno dei suoi discepoli, fu rinnegato da un’altra dei suoi più zelanti discepoli; si beffarono di Lui. Fu coronato con una corona di spine, frustato, obbligato a portare il peso della croce. Non era insensibile a questo disprezzo e al disonore. Si sottomise, però ahi! Sentì l’amarezza come nessun altro essere poteva sentirla. Era puro, santo e incontaminato e nonostante fu processato in modo criminale come un delinquente! L’adorabile Redentore discese dalla più elevata esaltazione. Passo dopo passo si umiliò fino alla fine, però che morte! Era la più vergognosa, la più crudele: la morte sulla croce come un malfattore. Non morì come un eroe davanti agli occhi del mondo, pieno d’onore come quelli che morirono in battaglia.Morì condannato come un criminale, sospeso tra il cielo e la terra; morì dopo una lenta agonia di vergogna, esposto ai vituperi e agli affronti di una moltitudine degradata, incivile e carica di crimini! <> (Salmo 22:7). Fu contato tra i trasgressori. Spirò in mezzo alle burle. I suoi parenti, secondo le circostanze, lo rinnegarono. La madre contemplò la Sua umiliazione e si vide costretto ad osservare la spada che attraversava il suo cuore. Sopportò la croce sprezzando la vergogna. Lo fece per un breve tempo pensando ai risultati che guadagnavano non solo in favore degli abitanti di questo piccolo mondo, bensì per tutto l’universo, per ciascun mondo che Dio aveva creato. Cristo doveva morire come sostituto dell’uomo. L’uomo era un criminale condannato a morte per la trasgressione della Legge di Dio, era un traditore, era un ribelle. Pertanto, il Sostituto dell’uomo doveva morire come un malfattore; perché Cristo stesse al posto dei traditori, con tutti i peccati accumulati da loro sopra la Sua anima divina. Non era sufficiente che Gesù morisse per soddisfare completamente la Legge rotta, bensì che morisse una morte obbrobriosa. Il profeta presenta al mondo le parole di Cristo: << Non nascosi la mia faccia da ingiurie e sputi>>. Tenendo in conto tutto questo, può albergare negli uomini una particella d’esaltazione propria? Ricostruiamo la vita, le sofferenze e l’umiliazione di Cristo, possiamo mentre alzare l’orgogliosa testa come se non avessimo da sopportare prove, vergogna o umiliazione? Dico ai seguaci di Cristo: guardate il calvario e arrossite di vergogna per le vostre idee arroganti. Tutte le umiliazioni della Maestà del cielo furono a causa dell’uomo colpevole e condannato. Cristo discese più e ancora più nella Sua umiliazione, finché non ci fu profondità più profonda dove potesse arrivare per elevare l’uomo e tirarlo fuori della sua contaminazione morale. Tutto questo ha fatto per voi che avete lottato per la supremazia, per l’orgoglio, per l’innalzamento umano; che temete di non ricevere tutte queste deferenze, queste, rispetto al concetto degli uomini, perché pensate che vi spettano! E’ questo somigliare a Cristo? <<Abbiate, poi, in voi il medesimo sentire che ci fosse anche in Cristo Gesù>>. Morì nell’espiazione per convertirsi in modello di ognuno che desiderò essere suo discepolo. Albergherete egoismo nel vostro cuore? Innalzerete i vostri meriti, voi che non avete davanti a voi Gesù come modello? Non avete nessun merito, salvo quello che ricevete mediante Gesù Cristo. Albergherete orgoglio dopo avere contemplato la Deità che si umilierà e che dopo si abbassò come uomo finché non ci fu nulla di più basso al quale potesse scendere? <> E meravigliatevi voi abitanti della terra, perché così si ricompensa il nostro Signore! Quale disprezzo! Quale malvagità! Quale formalismo! Quale orgoglio! Quali sforzi fatti per innalzare l’uomo e glorificare l’io, quando invece il Signore della gloria umiliò se stesso e per noi agonizzò e morì una morte obbrobriosa sulla croce! - RH 4-9- 1900; 5 CBA ed. spagnola pag. 1101. "Fate attenzione, fate molta attenzione sul modo in cui parlate della natura di Cristo. Non presentatelo agli uomini come Uno che aveva delle propensioni per il peccato. Egli è il secondo Adamo. Il primo Adamo fu creato come un essere puro e senza peccato, senza una macchia di peccato sopra di egli; era all’immagine di Dio. Egli poteva cadere, e peccò per la sua trasgressione. A causa del peccato la sua posterità nacque con la tendenza innata alla disobbedienza. Gesù Cristo era l’Unigenito Figlio di Dio. Egli prese su di se la natura umana e fu tentato in tutti i punti com’è tentata la natura umana. Avrebbe potuto peccare, sarebbe potuto cadere, ma in nessun momento avrebbe avuto in Lui tendenza alcuna al male. Fu assediato dalle tentazioni nel deserto come fu tentato Adamo nell’Eden. Evitate ogni questione che si svolge una relazione con l’umanità di Cristo perché può essere male interpretata. La verità e la supposizione hanno non poche similitudini. Nel trattare l’umanità di Cristo è necessario stare molto attenti ad ogni affermazione, per evitare che si faccia dire alle vostre parole più di quel che vogliono dire e così perdere o fare oscurare la chiara percezione dell’umanità di Cristo combinata con la divinità. La Sua nascita fu un miracolo di Dio, poiché l’angelo disse: “ E ora concepirai nel tuo ventre e darai alla luce un figlio e il suo nome sarà Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signor Dio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà sopra la casa di Giacobbe per sempre, e il Suo regno non avrà mai fine. Allora Maria disse all’angelo: Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo? L’angelo rispondendo le disse: lo Spirito Santo verrà su te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra; pertanto il Santo Essere che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio”. Queste parole non si riferiscono a nessun essere umano, eccetto il Figlio di Dio infinito. Non lasciate mai, in alcun modo, la più lieve impressione nella mente umana di un’macchia di corruzione o un’inclinazione verso di lei riposa sopra Cristo oppure che in alcun modo si arrese alla corruzione. Fu tentato in ogni cosa come l’uomo e tuttavia Egli é chiamato “ il Santo Essere”. Cristo poteva essere tentato in ogni cosa come noi e tuttavia essere senza peccato é un mistero che non è stato spiegato ai mortali. L’incarnazione di Cristo è sempre stata un mistero e sempre lo sarà. Quello che è stato rivelato è per noi e per i nostri figli; però ogni essere umano stia in guardia a non presentare Cristo completamente umano, come uno di noi, perché questo non può essere. Non è necessario sapere il momento esatto, quando l’umanità si combinò con la divinità. Dobbiamo mantenere i nostri piedi sopra la roccia Gesù Cristo, come Dio rivelato nell’umanità. Percepisco il pericolo che c’è nel trattare il tema che si riferisce all’umanità del Figlio del Dio infinito. Egli si umiliò, quando venne in forma umana, per poter comprendere la forza di tutte le tentazioni che tormentarono l’uomo. Il primo Adamo cadde; il secondo Adamo si afferrò a Dio e alla sua Parola sotto le circostanze più anguste e la sua fede nella bontà, nella misericordia e nell’amore di suo Padre non vacillò nemmeno per un attimo. “Sta scritto” fu la sua arma di resistenza, e questa é la spada dello Spirito che dovette usare ogni essere umano. “Non parlerò più molto con voi; perché il principe di questo mondo viene ed egli non ha nulla di me”. Mai rispose alla tentazione. In nessun’occasione rispose alle sue molte tentazioni. Nemmeno una volta, Cristo calpestò il terreno di Satana per dargli vantaggio alcuno. Satana non trovò in Lui nulla che lo incoraggiò ad avanzare". - Ellen G. White Carta 8, 1895.
"Cristo, si chiama il secondo Adamo. In purezza e santità, unito a Dio e amato da Egli. Cominciò dove il primo Adamo aveva iniziato. Volontariamente ripercorse il terreno dove era caduto Adamo, e redense la caduta d’Adamo" The Youth’s Instructor, 2 de Junio de 1898.
"Il compimento del tempo, quando arrivò, doveva manifestarsi nella forma umana. Doveva mettersi alla testa dell’umanità mediante l’assunzione della nostra natura, ma non della peccaminosità dell’uomo" The Signs of the Time, 29 de Mayo de 1901.
Ma gli ebrei, il Suo popolo, Lo abbandonò e Lo crocifisse per mano di Pilato che per tre volte tentò di salvarLo (Luca 23)
"Cristo inclinò la testa e morì, con Lui caddero le colonne del regno di Satana. Vinse Satana con la stessa natura sopra la quale Satana aveva ottenuto la vittoria nell’Eden" The Youth’s Instructor 25 de Abril de 1901.
"Adamo fu attaccato dal tentatore nell’Eden, era senza macchia di peccato…Nel deserto della tentazione, Cristo prese il posto d’Adamo per sopportare la prova che egli (Adamo) non aveva saputo resistere" Mesajes Selectos, t. 1 p. 313. "La natura umana di Cristo era simile alla nostra, sentì la sofferenza più intensamente perché la Sua natura spirituale era libera da ogni macchia di peccato. Per questo il suo desiderio di eliminare la sofferenza fu più forte di quello che ogni essere umano poté sperimentare….Il Figlio di Dio sopportò l’ira del Padre contro il peccato. Tutto il peccato del mondo, accumulato, si depositò sopra il Portatore del peccato, l’Innocente, l’Unico che poteva essere propiziazione per il peccato, perché egli stesso fu ubbidiente. Era uno con Dio. Non c’era macchia di corruzione in Egli" The signs of the time, 9 de Dicembre de 1897.
"Egli, per la nostra causa, discese dal trono del cielo e fu disposto a rivestire d’umiltà la sua divinità, divenendo come uno di noi però senza peccato" The Youth’s Instructor, 20 de Octobre de 1886.
"Solo Cristo poteva aprire il cammino facendo un’offerta all’altezza della richiesta della Legge divina. Era perfetto e incontaminato dal peccato. Era senza macchia né ruga. Le dimensioni delle terribili conseguenze del peccato mai si sarebbero conosciute se il rimedio provvisto non fosse stato d’infinito valore. Si conseguì la vittoria ad un costo tanto grande che gli angeli si meravigliarono e non potevano comprendere pienamente il mistero divino che portò la Maestà del cielo, uguale a Dio, a morire per la razza ribelle" The Spirit of Prophecy t. 2 pp. 11,1.
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