Home  ·  Contattaci  ·  NUOVO SITO WEB

Italiano



  lunedì 29 novembre 2010

Crisi economica o crisi della democrazia?
 23/11/2010
Islanda, Lettonia, Grecia e ora Irlanda, domani Portogallo e forse Spagna e Italia. Ogni crisi serve agli organismi internazionali per imporre agli Stati le loro ricette economiche neoliberiste e annullare ogni residua sovranità nazionale

Uno spettro si aggira per l'Europa: la paura del contagio della crisi economica, della bancarotta a catena degli Stati. Prima l'Islanda e la Lettonia, poi la Grecia. Ora è il turno dell'Irlanda, ma già si parla del Portogallo come prossimo della lista, e nuvole nere si addensano all'orizzonte anche per Spagna e Italia.

Pur cambiando le dimensioni economiche dei singoli casi, la dinamica è sempre la stessa. La stampa economica mainstream (che non brilla certo per indipendenza) e le agenzie di rating finanziario (emanazioni dirette dell'alta finanza) lanciano l'allarme sullo stato di salute dei bilanci di uno Stato, che improvvisamente si ritrova "sull'orlo del baratro" e costretto a chiedere aiuto all'Unione europea, al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale.

All'Islanda sono stati dati 6 miliardi di euro, alla Lettonia 7 e mezzo, alla Grecia 110 e ora all'Irlanda 90. Prestiti sostanziosi concessi a condizione che i singoli governi destinatari degli aiuti si impegnino ad adottare pesanti 'piani di austerità' per rimettere in ordine i loro conti pubblici. Misure preconfezionate che si ispirano alle ricette neoliberiste 'lacrime e sangue', con pesanti tagli alla spesa pubblica che ricadono sulle spalle della popolazione.

Ignorando le proteste dei propri cittadini e annullando ogni dialettica politica con il vecchio mantra thatcheriano del "non c'è alternativa", i governi 'soccorsi' hanno imposto manovre molto pesanti. Il premier greco George Papandreou ha fatto approvare al parlamento di Atene tagli per 30 miliardi di euro. Ora il governo irlandese di Brian Cowen dovrà far passare un piano di austerità da almeno 15 miliardi.

Il continuo manifestarsi della minaccia spettrale, più virtuale che reale, di un catastrofico collasso economico europeo, oltre che alimentare i giochi speculativi sull'indebolimento dell'euro, serve agli organismi internazionali (Unione europea, Fondo monetario internazionale e Banca mondiale) per imporre agli Stati il loro protettorato economico centralistico, per annullare ogni residua sovranità nazionale dei singoli paesi in materia di politica economica.

Non lo dicono i no-global o i teorici della cospirazione, ma il direttore dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, che la scorsa settimana, parlando della crisi europea, ha detto: ''Le ruote del coordinamento tra paesi si muovono troppo piano. Il centro deve prendere l'iniziativa nelle aree chiave per raggiungere il destino comune in economia, finanza e politiche sociali. I paesi devono cedere una parte maggiore della loro sovranità al centro''.                    

 Articoli correlati:


 

WikiLeaks: controinformazione o altro?

Le rivelazioni dell'agenzia di Julian Assange che in questi giorni stanno scuotendo gli Stati Uniti sollevano dubbi e contraddizioni. Li abbiamo riassunti qui in quattro domande e vi invitiamo a dirci la vostra


di L'Indro

 


 

Il caso dell’agenzia di informazioni di Juilian Assange, WikiLeaks, forse non è quello di una centrale internazionale di controinformazioni. Ce lo chiediamo. Vogliamo provare a farlo lanciando quattro questioni di fondo sulle quali vi chiediamo di intervenire.
  
1) Nell’epoca di internet ognuno di noi sa che nulla è davvero segreto; anche la password della mia mail è facilmente identificabile da un hacker neanche tanto abile. Questo induce a chiedersi se non vi sia una volontà di farsi decriptare per usare pubblicamente informazioni sul conto di qualcuno per spostare gli interessi, da quelli in mano a quel qualcuno a un altro con gli stessi interessi. Allora, noi che leggiamo pagine e pagine di rivelazioni, cosa leggiamo esattamente?
 
2) La logica dei servizi segreti dice che l’informatore non solo è sempre segreto, ma spendibile per non più di due contatti. Se l’informatore, nel senso di fornitore di informazioni, rimane in vita tanto tempo, vuol dire che non è un informatore e non che è il più raffinato degli informatori. Vuol dire che, forse, non esiste nessun Julian Assange; Internet stesso è il luogo del non-corpo e delle identità molteplici
 
3) La fonte. Se si leggono bene le notizie che Wikileaks diffonde, troviamo concause di fonti, ma nessuna fonte, fatto anomalo nel mondo dell’informazione, che deve avere nella fonte la sua garanzia e protezione. Una fonte in WikiLeaks non c’è. Quale nuova concezione dell’informazione sta maturando in internet? Oppure stiamo cadendo nella trappola del modo nuovo di chi si informa oggi, che allude alla partecipazione del popolo della rete, a quella dimensione che si chiama "comunicrazia", ma che in realtà è l’edizione globale della nuova politica?
 
4) Internet sta portando alla morte il concetto di cittadino e quello di Stato; ma certe forme di controllo devono essere assicurate. Siamo sicuri che Wikileaks non sia il veicolo di un controllo più raffinato, che gioca proprio contro il controllo poiché pubblica “cose riservate”?
http://www.giudiziouniversale.it/d/articolo/politica/wikileaks-controinformazione-o-altro



                                                                                                                                                                                                                                                                     

La Cina declassa gli Usa

La prima agenzia di rating cinese spezza il monopolio delle 'tre sorelle' e toglie agli Stati Uniti la 'tripla A'. Una va [...]

 






[ Indietro ]

didascalie

Copyright © di Avventismo Profetico - (1146 letture)

CRISI ECONOMICA


CRISI, ANNUNCIO-SHOCK DI OBAMA: STIPENDI PUBBLICI CONGELATI PER DUE ANNI

111AAANUOVOCLANDESTINO/MONDO/USA/obama.jpg  
 
SALVA LA PAGINA IN PDF

VUOI INVIARE UN MESSAGGIO? SCRIVERE UN COMMENTO O RICEVERE MAGGIORI INFORMAZIONI?
CLICCA QUI PER SCRIVERCI

© 2009 Avventismo Profetico - Giuseppa La Mantia