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TESI DI PADRE THÉRY SULLE ORIGINI GIUDAICHE DELL'ISLAM

ISLÀM E GIUDAISMO
Don Curzio Nitoglia
TESI DI PADRE THÉRY SULLE ORIGINI GIUDAICHE DELL'ISLAM
Nel 1955 il famoso teologo domenicano Padre Théry (1), sotto lo pseudonimo di Hanna Zakharias, pubblicava De Moïse à Mohammed, due ponderosi volumi compendiati poi nell'unico tomo Vrai Mohammed et faux Coran (2), in cui studiava approfonditamente la questione delle origini dell'Islàm. Nel presente articolo cercherò di riassumere e illustrare le tesi contenute nei suoi libri, corroborandole anche con altri seri studi ed avvalendomi della consulenza di un noto orientalista dell'Università di Torino. I testi del Padre Théry non si trovano più in commercio, ma l'essenziale della sua tesi è stato ripreso dall'abbé J. Bertuel, la cui opera è ancora reperibile nelle librerie francesi (3). Del Théry scrive Bonnet-Eymard che «deve essere considerato come il fondatore dell'"esegesi scientifica" del Corano., benché resti. il grande assente da tutte le bibliografie sul tema. È certo che l'anonimato [o lo pseudonimo di H. Zakharias n.d.r.] e l'edizione privata, voluti per non esporre a rappresaglie i religiosi e i sacerdoti che lavoravano nei territori dell'Islàm, hanno danneggiato le sue opere. Se fosse stata pubblicata sotto il vero nome dell'autore, medievalista ben conosciuto nell'ambiente della ricerca scientifica, avrebbe senza dubbio goduto di un'accoglienza più favorevole da parte degli Islamisti, ma li avrebbe forzati a controbattere apertamente. Facendo finta di ignorare l'identità di Hanna Zakharias che, molto rapidamente, non fu più un segreto per nessuno, essi poterono presentarlo senza rischio "sottovoce, come un imbroglione e un ignorante; il disprezzo per l'autore ricadeva evidentemente sulla sua opera"» (4). Fu solo nel 1960 (5), un anno dopo la sua morte, che la rivista dei domenicani di Roma Angelicum tolse ufficialmente l'anonimato all'opera del Théry, riassumendo concisamente ma con esattezza il contenuto dei primi due volumi (6).

Le conclusioni cui perviene l'eminente teologo e storico domenicano possono essere così riassunte:

1) l'Islàm è soltanto la religione giudaica postmessianica, spiegata agli arabi da un rabbino.

2) Maometto non è mai stato ispirato da Dio. Si convertì al Giudaismo talmudico, spinto da sua moglie Khadigia, ebrea di nascita, ed aiutò il suo maestro, il rabbino della Mecca, ad attuare il suo progetto di giudaizzazione dell'Arabia.

3) Il Corano è stato composto e redatto dal rabbino della Mecca e Maometto era solo un "proselite della porta".

4) Il Corano primitivo (traduzione e compendio arabo del Pentateuco di Mosè) è stato redatto da un rabbino ebreo, ma dopo Maometto andò smarrito (VII sec.). L'attuale Corano non contiene più, come il primo, la traduzione e l'adattamento della storia sacra d'Israele; è soltanto un libro di aneddoti, di storie, quasi una sorta di rapporto stilato dallo stesso autore sulle sue vicende apostoliche, per cui bisognerebbe chiamarlo più correttamente "Gli Atti dell'Islàm". Tali "Atti" costituiscono la sola fonte autentica che ci consenta di conoscere le origini dell'Islàm, cioè in sostanza la giudaizzazione dell'Arabia, di cui il rabbino della Mecca, Maometto e sua moglie Khadigia furono i primi autori. Solo lo studio critico degli "Atti dell'Islàm" (o attuale
Corano) ci può fornire una solida base per una ricostruzione delle origini dell'Islàm, ovvero della conversione dell'Arabia al Giudaismo talmudico. Gli ebrei erano presenti in Arabia e abitavano tra le diverse oasi del deserto arabico e le tre città di Medina, La Mecca e Taif. Erano particolarmente numerosi a Medina (più di metà della popolazione). I cristiani erano meno numerosi degli ebrei, ma non erano cattolici romani; appartenevano invece a sette eretiche, quali il Giacobitismo e il Nestorianesimo, e al Cristianesimo d'Abissinia, fortemente mischiato di elementi giudaici.

5) Gli "Atti dell'Islàm", proprio perché scritti da un rabbino, sono essenzialmente anticristiani. I musulmani non sono nient'altro che arabi convertiti al Giudaismo talmudico a partire dal VII sec.

LA MECCA
Nel VI sec. La Mecca divenne uno dei più importanti centri commerciali della penisola araba. Qui fin dal II secolo, secondo il Padre Théry, esisteva il tempio della "Ka'ba", una specie di cassa attualmente lunga 12 metri, larga 10 e alta 15, posta su un piedestallo di marmo di 25 cm. e coperta da un tappeto nero cambiato annualmente. Nella "Ka'ba" si trova una pietra nera, visibile ancor oggi (7), di cui si ignora la provenienza e la datazione; secondo i musulmani vi fu portata direttamente dall'arcangelo Gabriele. Nel VI secolo la "Ka'ba" era anche ripiena di sassi grezzi raccolti nei deserti d'Arabia, ritenuti divinità e adorati come tali; la gran massa di persone che la frequentava era formata da arabi politeisti, che veneravano oltre la pietra nera incastonata nella "Ka'ba" anche i sassi e gli idoli in essa raccolti (8). A La Mecca, secondo la tesi del Padre Théry, viveva anche una comunità ebrea, guidata da un rabbino molto preparato, fine conoscitore del Talmùd, il quale avrebbe concepito il progetto di convertire gli arabi politeisti alla religione giudaica post-biblica. Per raggiungere il suo scopo si sarebbe servito di un giovane arabo, Maometto, sposato con l'ebrea Khadigia; questa è in sintesi, secondo il Padre Théry, la storia delle origini dell'Islàm: la conversione dei politeisti arabi al Giudaismo talmudico.

NASCITA E MATRIMONIO DI MAOMETTO
Si ritiene comunemente che Maometto sia nato nel 580, anche se non si ha una documentazione certa. La sua famiglia era povera, come attesta il rabbino della Mecca negli "Atti dell'Islàm" (l'attuale Corano) (9), ed egli, rimasto orfano assai presto, pare sia stato accolto dallo zio Abu Tàlib, carovaniere della Mecca. Era un bambino sveglio ed intelligente, e lo zio lo portava spesso con sé nelle carovane che conduceva a Gaza. Maometto si sposa con Khadigia (10), una donna più anziana di lui ma molto ricca, dal carattere forte e intraprendente, se è vero, come afferma il Padre Théry, che fu lei a prendere l'iniziativa del matrimonio, e comunque volitiva e dominatrice di un marito timoroso di perdere la sua posizione. "All'età di 25 anni Maometto si sposa" (11). Questo matrimonio con un'ebrea spiega l'evoluzione del giovane arabo, perché sua moglie lo spingerà ad abbandonare gli idoli della "Ka'ba" per aderire alla religione giudaica post-biblica; dopo di lei sarà il rabbino della Mecca a formarlo alla religione d'Israele e a lanciarlo tra gli arabi come suo portavoce.

LA CONVERSIONE DI MAOMETTO AL GIUDAISMO
Il culto degli idoli è ancora molto diffuso a La Mecca quando una voce comincia a predicare un messaggio nuovo per le orecchie dei politeisti arabi. "Lo giuro per Allah (leggi: Yahwé), che ha creato il maschio e la femmina. Chi fa l'elemosina e chi teme Dio sarà ricompensato. Quanto a chi è avaro e ripieno di sé, sarà precipitato nell'abisso. A cosa gli servirà la sua ricchezza? Io vi avverto fin d'ora che vi è un fuoco divorante per coloro che non temono Dio" (12). Come conosce bene l'Antico Testamento questo oratore della Mecca, che divide l'umanità in due categorie: coloro che temono Dio e che credono alla Resurrezione, al Giudizio, al Cielo e all'Inferno e gli infedeli, gli avari, gli orgogliosi! Nelle sue prediche ritroviamo reminiscenze vetero-testamentarie e talmudiche: "Lo giuro per il fico e per l'olivo, lo giuro per il monte Sinai .Coloro che credono e fanno il bene riceveranno retribuzione" (13). Ma chi è questo predicatore che ridicolizza gli idoli della "Ka'ba", che annuncia l'esistenza di un Dio unico ("Yahwé" in ebraico, "Allah" in arabo), che giura sul fico e sull'olivo, i due alberi della felicità terrestre dell'Antico Testamento? È certo uno che conosce e annuncia la religione d'Israele. Se si applica la critica storica, poi, si è obbligati a concludere, secondo il Padre Théry, che questo predicatore è un ebreo.

È l'oratore stesso a porgerci questa conclusione con le sue affermazioni: "Tutto quello che vi annuncio è contenuto nelle pagine venerate" (14), "le pagine di Mosè e d'Aronne" (15). "Idolatri della Mecca, non sapete che Dio ha parlato, sul Monte Sinai, a Mosè? È proprio Yahwé (il Dio unico) che ha rivelato a Mosè il "Corano ebraico", il solo Corano (Libro Santo) che sia mai esistito, il Corano glorioso del Monte Sinai" (16). A partire da questo testo il rabbino della Mecca darà una traduzione in arabo e sarà il primo Corano arabo scritto, poi smarrito e sostituito dall'attuale "Corano", che forse andrebbe chiamato con maggiore esattezza "Atti dell'Islàm". I discorsi che vi si trovano non contengono nulla che non sia giudaico, o meglio vetero-testamentario, e convalidano la tesi che l'autore sia un ebreo che conosce in modo approfondito l'Antico Testamento e il Talmùd, cioè il rabbino de La Mecca.

L'uditorio del rabbino tuttavia non vuole rinunciare ai propri idoli ancestrali per convertirsi al Dio unico "Yahwé". Tra gli astanti vi è però un giovane arabo che ha sposato un'ebrea: e la sera Maometto, clandestinamente, spinto dalla moglie, va alla casa del rabbino per conoscere la nuova religione. Apprende così che vi è un solo Dio, che le sue parole sono state raccolte da Mosè sul Monte Sinai e sono state scritte in un Libro (il Pentateuco), in arabo chiamato CORANO. Dato che Maometto non è in grado di leggere e capire il Corano ebraico, sarà il rabbino a leggerglielo e spiegargli oralmente le vicende di Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè. Maometto impara anche la nuova professione di fede dettatagli dal rabbino: "Yahwé è unico: è il solo. NON HA GENERATO e non è stato generato. NESSUNO È EGUALE A LUI" (17). Che bella professione di fede giudaicotalmudica e anticristiana (il Padre NON HA GENERATO il Figlio; in Dio NON vi sono TRE PERSONE EGUALI e distinte)! Maometto non nasconde più la sua conversione, la rende pubblica, rompe ogni legame con l'idolatria della "Ka'ba". La Mecca è scossa: questo arabo sposato con un'ebrea non rischia forse di rovinare il vecchio Panteon della città? La "Ka'ba" è uno dei santuari più ricchi del paese, e Maometto sta per rovinarlo! A fronte di queste accuse lanciategli dai suoi compatrioti vi era la protezione del rabbino sul suo discepolo: "Dillo, o Maometto: Infedeli! Io non adorerò ciò che voi adorate. E voi non adorate ciò che io adoro. . A voi la vostra religione, a me la mia" (18). Secondo il Padre Théry, a fianco di Maometto non vi è mai stato "Allah" rivelatore, ma soltanto un ebreo, che gli ha raccontato le storie dei Patriarchi contenute nel Pentateuco di Mosè. Il padre domenicano arriva a tale conclusione dopo aver provato che la conversione di Maometto al Giudaismo, è avvenuta sotto la forte pressione della moglie al limite del ricatto psicologico, conversione che doveva servire alla giudaizzazione della razza araba, come era nell'intento del rabbino della Mecca."Un fatto è certo, leggendo gli "Atti dell'Islàm". un arabo, Maometto, marito di Khadigia, dopo aver preso lezioni da un rabbino, s'è convertito al Giudaismo, primo tra gli arabi. Maometto non sarà nient'altro che il portavoce di un ebreo, l'allievo di un rabbino, per un'impresa strettamente e assolutamente ebraica" (19).

LA FORMAZIONE RELIGIOSA DI MAOMETTO E IL SUO APOSTOLATO
Maometto ora sa che gli idoli della "Ka'ba" sono muti, che Dio non ha parlato. "Oh! Che notte solenne la notte della Rivelazione!" (20). Avvenne sul Monte Sinai, Mosè era accompagnato da tutto il popolo eletto ai piedi della montagna, una voce lo chiamò e Dio gli rivelò la Legge, gli consegnò un Codice, il Corano, che è sia un libro religioso sia un codice legislativo, in ebraico "Toràh" (il messaggio religioso di "Yahwé" e la sua legge). E il Corano ebraico o "Toràh" avrebbe dovuto dirigere tutti gli uomini (21). In conclusione per il Théry, non è "Allah" che ha rivelato a Maometto la storia di Israele, Maometto non è un profeta ma solo l'allievo devoto di un rabbino, il monte Hirà, come duplicato del Sinai non esiste: Maometto, in sostanza, è solo il canale attraverso il quale filtra l'insegnamento rabbinico per la giudaizzazione dell'Arabia. Gli arabi che poi hanno seguito Maometto hanno gradatamente messo da parte l'origine giudaico-rabbinica dell'Islàm, per affermare e marcare sempre di più la rivelazione di "Allah" a Maometto per la gloria degli arabi stessi, che hanno quindi soppiantato gli ebrei nella loro missione.

GLI INSEGNAMENTI DEL RABBINO A MAOMETTO
Con la conversione di Maometto al Giudaismo, secondo il Théry, il lavoro del rabbino non è finito, perché il suo vero fine era la conversione di tutti gli arabi alla Sinagoga giudaica. Il suo compito adesso è quello di formare lo spirito del neofita, di farne un apostolo del Giudaismo tra i suoi connazionali; Maometto sarà così istruito profondamente sulla storia di Israele, imparerà a pregare come gli ebrei, a prosternarsi verso l'oriente, ad invocare il nome del Dio Unico (ma non Trino!). Nell'ambito delle conoscenze religiose, "Gli Atti dell'Islàm" non portano nulla di nuovo alla letteratura giudaico-talmudica e alla storia sacra dell'Antico Testamento: un paradiso terreno, o meglio carnale, è promesso a coloro che si sottometteranno al Dio Unico d'Israele. L'apologetica usata per la conversione degli arabi si fonda non sui motivi di credibilità e sui "preambula fidei", ma sugli istinti più elementari dell'uomo, sulla promessa di una vita futura di piaceri appetibili in cambio della conversione al Giudaismo (22). Spinto dalla moglie, ammaestrato dal rabbino, il giovane cammelliere non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione che gli si presentava: divenne l'apostolo del Giudaismo tra gli arabi.

REAZIONE DEGLI ABITANTI DELLA MECCA DI FRONTE ALLA PREDICAZIONE DI MAOMETTO
Di fronte alla predicazione della storia sacra di Israele, gli abitanti della Mecca rispondono malamente e con animosità. Non vogliono seguire il giovane arabo convertitosi alla religione della moglie. Anche se confortato dal rabbino, Maometto è scoraggiato ed è tentato di ritornare alla sua vecchia idolatria. "Sono stati sul punto di sedurti e di allontanarti da ciò che ti abbiamo insegnato" (23).

IL CORANO ARABO: IL "CORABÒR" E IL "CORABSCRÌT"
Secondo il Padre Théry l'obiezione degli abitanti della Mecca, che il Corano rivelato da Dio a Mosè è scritto in ebraico e che pertanto essi non possono né leggerlo né capirlo, induce il rabbino a riscriverlo in arabo. Nella prima fase dell'apostolato del rabbino non si trova traccia di un testo religioso per gli arabi; nella seconda, invece, che inizia con la sura LXXX, il rabbino racconta agli idolatri che esiste un libro di Verità e di direzione, composto di fogli molto antichi, scritti da Abramo, Mosè, Aronne. Questi fogli formano il Corano, cioè un Libro o libro di Mosè. Tuttavia quando il rabbino, nella sura LXXXV, 21, parla per la prima volta di un Corano glorioso "su una tavola conservata", si riferisce ancora al Corano di Mosè (o Pentateuco) in lingua ebraica. Solo negli "Atti dell'Islàm" si farà allusione ad un Corano in lingua araba (24): "Lo abbiamo reso facile per la tua lingua", ed anche "L'abbiamo rivelato sotto forma di rivelazione araba" (25). In conclusione, il Corano in arabo appare come l'opera di un rabbino che ha tradotto e adattato in lingua araba il Pentateuco mosaico e non contiene nessun nuovo dogma, nessuna originalità, nessuna nuova Rivelazione. "Allah" non è nient'altro che la traduzione araba di "Jahwé" (il Dio Unico). Il Corano ha per autore "Jahwé ", che lo ha consegnato in lingua ebraica a Mosè nel 1280 a. C. ed è stato fatto conoscere agli arabi con una traduzione del VII sec. d. C. Secondo il Padre Théry, Maometto consegnerà il Corano arabo ai suoi connazionali in due momenti successivi, dapprima oralmente e in un secondo tempo per scritto. La prima tappa è quella del "CORABÒR" (CORano AraBo ORale), la seconda quella del "CORABSCRÌT" (CORano AraBo SCRITto), traduzione in arabo del Corano ebraico di Mosè.

LA COMPOSIZIONE DEL CORANO E L'ATTIVITÀ LETTERARIA DEL RABBINO DELLA MECCA
Recitano i versetti 86-87 della sura XV: "In Verità il tuo Signore è il Creatore, l'Onnisciente. Noi t'abbiamo già portato I SETTE (VERSETTI) DELLA RIPETIZIONE e DEL CORANO SUBLIME". Questi due versetti sono indirizzati dal rabbino a Maometto per dirgli che il suo Signore è il Creatore, e non gli idoli della "Ka'ba". Il loro autore è colui che ha già composto i sette versetti della Ripetizione ed il Corano sublime, cioè il medesimo rabbino che ha composto gli "Atti dell'Islàm"e il Corabscrìt.

1) LA "PREGHIERA DELLE LODI" OVVERO "I SETTE VERSETTI DELLA RIPETIZIONE". L'autore è evidentemente un ebreo: "Il tuo Signore è l'Onnisciente", non quindi gli idoli della "Ka'ba". Nell'affermare poi di aver già "portato i sette versetti della Ripetizione", ricorda all'allievo di aver già composto "sette versetti" speciali prima del Corabscrìt. Questi versetti infatti sono ben diversi da quelli contenuti nel Corabscrìt, e formano un tutto molto netto, concreto, breve: sono destinati ad una ripetizione frequente; da qui il nome di "Versetti della Ripetizione". Sono brevi, recitati frequentemente, quindi sono una preghiera; sono la preghiera in sette versi che i musulmani premettono alla loro raccolta di sure. Per arrivare a tale conclusione il Padre Théry si fonda sull'esegesi del versetto 87 della Sura XV degli "Atti dell'Islàm", che recita: "T'abbiamo già portato i sette (versetti) della Ripetizione e del Corano sublime". Egli dimostra che tale preghiera è stata composta già all'epoca della sura XV ed è posteriore al Corabòr, che il rabbino raccontava a Maometto. Durante tale periodo non vi è alcuno scritto arabo del rabbino della Mecca, che si serve unicamente del "Corano" di Mosè (o Pentateuco) in ebraico, per fare "catechismo" a Maometto in lingua araba, trasformandolo così in Corabòr. Inoltre il rabbino parla prima dei "Sette Versetti della Ripetizione" e poi del "Corano Sublime", dando una priorità cronologica alla "preghiera delle lodi" rispetto al Corabscrìt, redatto con fine apologetico per consentire agli arabi, ostili alla predicazione di Maometto, di conoscere direttamente da un testo scritto la Rivelazione di Yahwé sul Monte Sinai. La "Preghiera delle Lodi", invece, contemporanea del "Corabscrìt" non è un'opera apologetica, e, rivolgendosi agli arabi GIÀ convertiti al Giudaismo, presuppone l'esistenza di una comunità di musulmani ormai convertiti al Dio d'Israele, dopo aver abbandonato gli idoli della "Ka'ba".

2) IL CORANO ARABO SCRITTO (CORABSCRÌT).
Mentre componeva la "Preghiera delle Lodi", il rabbino lavorava anche alla traduzione in arabo del Corano di Mosè, il Corabscrìt o Corano sublime di cui parla la sura XV, vers. 87. Ma che cosa significa esattamente Corano? È uno scritto destinato alla recita, un libro che si legge ad alta voce e che si salmodia, ed è anche un libro di insegnamenti. Traducendo e adattando in arabo il Pentateuco mosaico il rabbino aveva come scopo unico quello di insegnare agli arabi la rivelazione sinaitica; è per questo che il Corabòr ed il Corabscrìt non sono altro che una ripetizione (orale e scritta) del Corano di Mosè. Negli "Atti dell'Islàm" (l'attuale Corano) si legge: "Il libro di Mosè è un modello (una guida) della Misericordia divina" (26). Dio è l'autore delle verità che contiene, avendole rivelate a Mosè nel 1280 sul Monte Sinai, come confermano le sure del Corano arabo: "Esso (Corano) è la conferma di ciò che era prima di lui (Pentateuco). Non è che la spiegazione del libro del Signore dei Mondi" (27). "Prima di questo qui (Corano arabo) vi era il libro di Mosè: è un libro che conferma l'altro, in lingua araba" (28).

3) GLI ATTI DELL'ISLÀM.
Oggi conosciamo un libro chiamato impropriamente "Corano", che comprende 114 capitoli o sure e 6.226 versetti. Non vi è identità - afferma il Padre Théry - tra il Corano arabo, composto dal rabbino della Mecca nel VII secolo, ed il Corano ufficiale che possediamo oggi (che sarebbe meglio definire "Atti dell'Islàm"); in definitiva il "Corano" attuale non è quello originale. In effetti ai vv. 86-87 della XV sura l'autore ricorda a Maometto che ha già composto due opere, una "Preghiera delle Lodi" e il "Corano Sublime": questa affermazione mostra che è quindi anche autore di una TERZA OPERA, quella attuale che comprende la XV sura. Perciò ci troviamo in presenza di tre opere distinte:

1. La Preghiera delle Lodi o Sette versetti.
2. Il Corano arabo (orale o scritto) [smarrito].
3. Un terzo scritto (che include la sura XV, i cui vv. 86-87 ci parlano delle due opere precedenti).

Soltanto leggendo i vv. 86-87 si può concludere che l'opera alla quale appartengono, chiamata volgarmente o erroneamente Corano, è nettamente diversa dal "Corabòr" o dal "Corabscrìt", e andrebbe chiamata Pseudo-Corano o "Atti dell'Islàm". Le differenze esistenti tra le due opere, il Corano arabo e il "Corano attuale" sono di tre tipi.

1° DIFFERENZA CRONOLOGICA.
All'epoca della sura XV, il "Corabòr" e il "Corabscrìt" sono già ultimati: "Ti abbiamo già portato il Corano Sublime". Si può quindi affermare che il "Corabscrìt" sia stato composto all'inizio del secondo periodo della Mecca: "Ti abbiamo reso facile, per la tua lingua araba, il Corano di Mosè". L'adattamento del Corano di Mosè è ormai terminato quando il rabbino scriveva gli "Atti dell'Islàm" che contengono la sura XV; ma il libro cui questa appartiene non è ancora compiuto interamente: iniziato con l'apostolato del rabbino, ne racconta le peripezie e lo segue finché è in vita. Sarà compiuto solo con la fine dell'apostolato del rabbino per la conversione di Maometto e tramite lui dell'intero popolo arabo. Per la sua natura questo libro, che è come un diario della vita apostolica del rabbino della Mecca, ed ha somiglianze con "Gli Atti degli Apostoli" di noi cristiani, è stato definito dal Padre Théry gli "Atti dell'Islàm", probabilmente ultimato nella sua stesura definitiva a Medina, anche se iniziato a La Mecca.

2° DIFFERENZA DI SCOPI.
IL Corano arabo è essenzialmente:

a) un libro di preghiere ebree, destinate a far prendere coscienza della Provvidenza di Dio agli arabi della Mecca, a far loro abbandonare il politeismo per abbracciare la fede in Yahwé.
b) È anche un libro liturgico: come si recita la Toràh (o Corano ebraico) in ebraico nelle sinagoghe, così i giudeo-arabi o musulmani (sottomessi a Yahwé, Dio Unico di Israele) dovranno nelle loro assemblee recitare il Corano arabo, in lingua araba. Gli Atti dell'Islàm, al contrario, non sono né un libro di preghiere, né un libro liturgico, ma la cronaca del lavoro apostolico del rabbino della Mecca e di Maometto.

3° DIFFERENZE LETTERARIE.
- Il Corano arabo doveva essere essenzialmente un libro dogmatico, di insegnamento, stabile ed immutabile.
- Gli Atti dell'Islàm ci raccontano, invece, le mille peripezie dell'affermarsi, a La Mecca, della religione giudaico-rabbinica e le violente lotte del periodo medinese. È una vera CRONACA che ci narra le reazioni degli abitanti della Mecca i quali non vogliono rinunciare ai loro idoli e alle gesta di Maometto, sotto l'influsso di Khadigia e del rabbino. «In breve - conclude il Padre Théry - il libro degli "Atti", che tutti chiamano oggi "il Corano", non è il Corano arabo, o l'adattamento in arabo del Corano di Mosè. Delle tre opere composte in arabo dal rabbino della Mecca, si sono conservate, fino ad oggi, la "Preghiera delle Lodi" e "Gli Atti dell'Islàm"» (29).

LA SORTE DEL CORANO ARABO
IL CORANO ARABO È PERSO. Sorge spontanea una domanda: "Che fine ha fatto?" Bisognerebbe cercare nella massa di manoscritti arabi per vedere se esiste una versione araba del Pentateuco ed una volta trovatala confrontarla con i racconti brevi della storia sacra di Mosè che troviamo negli "Atti dell'Islàm". Il fatto certo - secondo il Padre Théry - è che il vero Corano arabo è smarrito. Esso non era altro che la spiegazione delle principali storie dell'Antico Testamento scritte in ebraico. Oggi nessuno possiede tale libro. I musulmani contemporanei di Maometto e del suo maestro lo possedevano; quelli attuali non lo possiedono più. L'unico scritto del VII secolo ancora in loro possesso è la "Preghiera delle Lodi" o i "Sette versetti della Ripetizione", posta come prologo ai loro "Atti", anch'essi del VII secolo. Tuttavia negli "Atti dell'Islàm" si trovano degli ESTRATTI (oltre alla storia della giudaizzazione dell'Arabia) del Corano arabo vero. Gli "Atti" hanno quindi un'enorme importanza per la conoscenza dell'esistenza della data dell'autore del "Corabscrìt" e, parzialmente, del suo contenuto. È quasi come se, per assurdo, si fossero smarriti i quattro Vangeli, ma si fossero conservati gli "Atti degli Apostoli". Grazie agli "Atti dell'Islàm" siamo in grado di conoscere qualcosa sull'origine dell'Islàm: anche gli "Atti" sono un libro giudaico, ma di un Giudaismo DILUITO, per non urtare la suscettibilità degli arabi idolatri. Il rabbino, secondo il Théry, si accontenta di parlare dell'esistenza di un Dio Unico, della sua bontà, della Resurrezione. Quanto alla storia sacra che costituiva l'essenza del vero Corano, negli "Atti" è appena accennata, perché dei personaggi dell'Antico Testamento (Mosè, Abramo, Noè, ecc.) vi sono solo richiami e vaghi ricordi. La perdita del Corano è un fatto grave, ma è attenuato dalla presenza degli "Atti", che ne permettono una parziale ricostruzione. Quanto poi alle congetture sulla sorte del Corano arabo autentico, si può pensare che sia stato distrutto a Medina da Othmàn o Abu-Bakr, oppure che sia andato perso. ma non si possono avere certezze in tal senso.

I PRIMI MUSULMANI
Il primo periodo della Mecca è caratterizzato dall'apostolato del rabbino e dalla conversione di Maometto al Giudaismo; il secondo dalla presenza del Corano arabo orale con il quale Maometto catechizzerà i suoi connazionali. Egli ormai fa parte dei "prosternati" (30), che nella letteratura rabbinica sono gli adoratori di Yahwé, cioè gli ebrei. Maometto prega prosternato come loro, frequenta la sinagoga, ha la loro 'fede'. Riunisce gli arabi per farli diventare anch'essi prosternati. Qui occorre analizzare una parola fondamentale, che basta da sola a farci capire l'essenza dell'Islàm. I grandi dell'Antico Testamento furono grandi perché SOTTOMESSI A DIO e il Corano arabo li presenta come modelli da seguire: il musulmano perciò (o l'arabo che accetta il Corano arabo) è un SOTTOMESSO a Dio, un MUSLIM (o musulmano). E i Patriarchi furono sottomessi alla volontà di Dio e quindi "musulmani". All'epoca del rabbino maestro di Maometto, i termini musulmano e Islàm non rappresentano una nuova religione, ma la religione del passato rispetto al Cristianesimo, la religione mosaico-talmudica che rifiuta proprio la divinità del Cristo. I musulmani per eccellenza sono quindi gli ebrei; gli arabi li dovranno imitare, sono musulmani per partecipazione. La religione dei musulmani (o dei sottomessi a Dio) si chiama ISLÀM e non è nient'altro che la religione della Sinagoga giudaico-talmudica esportata in Arabia: Islàm quindi significa SOTTOMISSIONE TOTALE ALLA VOLONTÀ DI DIO. "Colui che Yahwé (o Allah, in arabo) vuole salvare / dilata il suo cuore fino all'Islàm [alla sottomissione totale della sua volontà a Dio]" (31). Verrà un tempo in cui gli arabi, volendo far dimenticare le loro origini giudaiche (quanto alla religione che abbracciarono nel VII secolo con Maometto), si dichiareranno i soli ed autentici MUSULMANI e non più i MUSULMANIZZATI; i soli rappresentanti dell'ISLÀM e non gli ISLAMIZZATI. Sarà questo l'inizio della grande montatura religiosa del bacino mediterraneo (32), la quale ci presenterà "Allah" che rivela al suo profeta Maometto il Corano, ossia la religione musulmana o islamica come un qualcosa di proprio degli arabi, nuovo popolo eletto da Dio, totalmente "sottomessi" alla sua Volontà.

DISPUTE TRA I CRISTIANI DELLA MECCA ED IL RABBINO
I cristiani che vivevano a La Mecca, secondo il Théry, avevano sottovalutato gli inizi della predicazione del rabbino, ma cominciarono ben presto ad inquietarsi quando videro i progressi del Giudaismo tra il popolo arabo. Maometto aveva già convinto qualcuno dei suoi compatrioti e il rabbino aveva già tradotto in arabo il Pentateuco e vi aveva aggiunto le integrazioni talmudiche ed anticristiane. I cristiani si decisero allora ad entrare pubblicamente nella disputa che vedeva opporsi gli idolatri ai giudaizzanti. Come il rabbino aveva predicato a Maometto i personaggi dell'Antico Testamento, così i cristiani dovettero predicare loro i personaggi del Nuovo Testamento e specialmente San Giovanni Battista, la Madonna e Nostro Signor Gesù Cristo. Non possediamo naturalmente il testo delle prediche dei cristiani della Mecca, ma negli "Atti dell'Islàm" leggiamo le risposte del rabbino, e a partire da queste possiamo risalire a quelle. Naturalmente i cristiani non rifiutano la rivelazione sinaitica. Come ogni buon cristiano accettano l'Antico Testamento, perfezionato nel Vangelo di Gesù Cristo; rifiutano però le favole talmudiche che hanno storpiato la Rivelazione sinaitica. Il punto nodale che separa il cristiano dall'ebreo (e quindi dal musulmano) è il dogma dell'Unità e Trinità di Dio e della Incarnazione, Passione e Morte di Nostro Signor Gesù Cristo. I cristiani della Mecca predicavano la SS. Trinità e l'Incarnazione del Verbo eterno, Nostro Signor Gesù Cristo crocifisso dai giudei, per mantenere gli arabi al Cristianesimo e liberarli dal Talmudismo. La conversione di Maometto al Giudaismo era assai pericolosa per il Cristianesimo, che in Arabia aveva già conosciuto momenti di fortuna e di successi. Sulla base delle risposte fornite dal rabbino della Mecca negli "Atti dell'Islàm", si può evincere che i cristiani della Mecca avessero incentrato la loro predicazione (per convertire gli idolatri al Cristo, mantenere cristiani gli arabi già convertiti ed impedire che l'apostolato di Maometto tra i suoi compatrioti portasse frutti) su tre temi principali: San Giovanni Battista, la Madonna SS. e Nostro Signor Gesù Cristo. E sono proprio questi tre temi che il rabbino riprende, contrattaccando, negli "Atti dell'Islàm" allorché mischia ai suoi racconti sui Patriarchi dell'Antico Testamento (che sono i veri muslim, cioè sottomessi) alcune storie del Nuovo Testamento, svuotate di ogni sapore cristiano, anzi con un contenuto essenzialmente anti-cristiano. Le storie del Battista, di Maria e di Gesù negli "Atti dell'Islàm", sono soltanto la risposta del Giudaismo alla predicazione dei cristiani della Mecca e avevano come unico scopo quello di convertire gli arabi al Giudaismo. Non è vero che il Corano attuale ha dei punti di contatto col Cristianesimo! Al contrario! Se il rabbino parla di Gesù è solo per dire che non era Dio, era un grand'uomo, ma non Dio e questo - evidentemente - non è un punto di contatto col Cristianesimo, ma di rottura. I tre personaggi del Vangelo, il Precursore di Gesù, la Madre di Gesù e Gesù stesso non sono presentati come oggetto di fede musulmana, ma sono confutati, svuotati di ogni valore cristiano. In breve Gesù Cristo, negli "Atti dell'Islàm", non è il Cristo del Vangelo, la seconda Persona della SS. Trinità incarnatasi nel seno di Maria, per cui il Battista non è il Precursore del Messia né Maria è la Madre di Dio. Queste figure hanno perso del tutto nell'attuale Corano ogni significato cristiano, anzi esse sono l'opposto del Cristianesimo che è la Religione della divinità di Gesù Cristo. Se il rabbino ha contrattaccato, lo ha fatto per rispondere alle obiezioni mosse al suo apostolato dai cristiani della Mecca, che annunciavano il Cristo crocefisso "follia per gli idolatri e scandalo per i giudei". È quindi ora di smettere di presentare l'attuale Corano, ecumenicamente, come un libro rispettoso del Cristianesimo! (Tali proposizioni non vengono da "Allah" e da Maometto suo profeta, ma dal rabbino della Mecca successore dei crocefissori di Nostro Signor Gesù Cristo).

Gli "Atti dell'Islàm" ci parlano del Battista (33), ma totalmente separato da Gesù Cristo (di cui invece è il Precursore), come uno dei tanti miracoli che Yahwé ha fatto ad Israele: è una persona dell'Antica Alleanza che non ha nulla a che fare con la Nuova ed Eterna. Anche la Madonna SS. negli "Atti dell'Islàm" (34) non ha nulla in comune con la Vergine Maria, Madre di Dio. Come già aveva fatto per il Battista, il rabbino sposta Maria nell'Antica Alleanza ed ignora ogni rapporto di Maria con la Nuova ed Eterna. Nonostante ciò si trovano sempre, purtroppo, dei cristiani ammalati di sincretismo che vogliono a tutti i costi vedere nel "Corano" un rispetto ed una devozione mariana che non esiste assolutamente se non nella loro fantasia. Ad esempio secondo il rabbino Maria SS. è la Maria sorella di Mosè ed Aronne, vissuta 1200 anni prima della Madonna (35): "O sorella d'Aronne, tuo padre non era un padre indegno, né tua madre una prostituta". Infine veniamo a Gesù, "pietra d'angolo e d'inciampo". Lo pseudo-Corano cercherà di distruggere la sua Persona divina, che fa sussistere in Sé due nature, quella divina ab æterno e quella umana, assunta nel seno della Beata Vergine Maria. Gesù, per il rabbino, non è che un Profeta ebreo e sarebbe blasfemo chiamarlo Dio. Ma qualcuno, come ci narra il Vangelo, aveva già gridato alla bestemmia quando sentì Gesù stesso affermare di essere Dio: e costui era Caifa, sommo sacerdote della religione giudaica! E lo pseudo-Corano mette specialmente in guardia contro questa, secondo loro, pericolosa eresia di fare del Cristo Dio: "Yahwé ha dato a Mosè la Scrittura, per avvertire coloro che dicono: 'Dio ha preso per sé un figlio'. Mostruosa parola che esce dalle loro bocche. Non dicono che bugie" (36); "In verità Yahwé. non ha preso né compagna né figlio" (37). Per il Corano attuale Gesù non è che un servo di Yahwé, un buon profeta, ma non è assolutamente il Figlio di Dio, consustanziale al Padre

ALTRE AUTORITÀ
Vi sono altre autorità, che possono essere citate come controprova della conclusione a cui giunge il Padre Théry. Eccone alcune. Secondo Edouard Pertus, Maometto avrebbe frequentato a La Mecca alcuni cristiani-giudaizzanti, e ciò spiegherebbe la falsa interpretazione del Cristianesimo contenuta nel Corano, quale, ad esempio, la negazione della divinità di Nostro Signor Gesù Cristo e della divina maternità di Maria, professata già da Nestorio (38). Anche lo storico ebreo Bernard Lazare afferma che "Maometto fu nutrito dello spirito giudaico" (39). La posizione di uno dei più famosi Islamologi attuali, Bernard Lewis (anch'egli ebreo) è la seguente: "Gli ebrei, compresi quelli 'convertiti' al Cristianesimo, restavano degli orientali; nello scontro sulla questione orientale, prendevano le parti dell'Asia contro l'Europa, del mondo islamico contro quello cristiano.

L'AMICIZIA FRA EBREI E MUSULMANI ERA UN FATTO SCONTATO
Per molti secoli, più in passato che ora, ovviamente [dopo la creazione dello Stato di Israele, n.d.r.], LA MAGGIORANZA DEL POPOLO EBRAICO HA MANIFESTATO UNA VIVA SIMPATIA PER I MUSULMANI. Un nemico comune è un gran vincolo d'amicizia e DAL MOMENTO CHE I CRISTIANI ERANO NEMICI SIA DEI MUSULMANI CHE DEGLI EBREI, QUESTI DUE POPOLI HANNO STRETTO UNA SORTA D'ALLEANZA"de facto" FRA LORO. .Al tempo delle crociate gli ebrei furono gli alleati che aiutarono i musulmani a respingere la marea dell'invasione cristiana. ed in Spagna gli ebrei sono stati gli alleati e gli amici fedeli dei mori contro gli abitanti cristiani del paese. Gli ebrei avevano prosperato nella Spagna musulmana ed avevano trovato rifugio nella Turchia musulmana. . Si potrebbe parlare di una TRADIZIONE GIUDAICO-ISLAMICA, dato che LA RELIGIONE MUSULMANA, È STRETTAMENTE LEGATA AI SUOI PROGENITORI EBRAICI" (40).

Per chiunque legga il Corano l'influsso del Giudaismo è evidente. Quanto poi all'interpretazione di tale influsso esistono diverse spiegazioni: c'è chi, come il Padre Théry, vede nel Giudaismo l'unico motore dell'Islàm, chi, come il Pertus, vede influssi giudaici e nello stesso tempo, anche se meno forti, nestoriani e/o di cristiano-giudaizzanti, e/o gnostici. Resta il fatto acquisito del rapporto causa-effetto tra Giudaismo post-biblico e Islàm, anche perché le eresie antitrinitarie o negatrici della divinità di Cristo (come il Nestorianesimo) furono ampiamente fomentate dal Giudaismo (41). Lo stesso Pertus riconosce che "il Corano fu profondamente impregnato, se non ispirato dal Giudaismo" (42). Ecco perché le parole di Arafat (il capo dell'O.L.P.) non devono stupirci: "IL GIUDAISMO È UNA PARTE DELLA MIA RELIGIONE" (43); "VOGLIAMO LA PACE CON I NOSTRI CUGINI EBREI" (44). Anche René Sirat, presidente dei rabbini europei, ha ribadito il legame che unisce il Giudaismo all'Islàm e l'opposizione che regna, al contrario, tra Israele e la Chiesa cattolica romana. L'ex rabbino capo di Francia ed oggi presidente del consiglio permanente della Conferenza dei rabbini europei ha dichiarato a "30 GIORNI": "Mi auguro che sia possibile la stessa qualità di dialogo con i cristiani e con i musulmani. CON QUESTI ULTIMI NOI EBREI NON ABBIAMO ALCUN CONTENZIOSO TEOLOGICO RELIGIOSO, PERCHÉ I MUSULMANI NON SOSTENGONO DI ESSERE IL VERO ISRAELE [come i cristiani]. Per loro noi siamo il popolo del Libro. DI CONSEGUENZA IL DIALOGO CON LORO SARÀ MOLTO PIÙ FACILE" (45).

«La polemica ebraica - scrive il Messori (46) - [è] convinta che IL VANGELO IN SE STESSO (con quella sua vicenda di Passione e morte di Gesù anche per responsabilità del Sinedrio) costituisca una fonte perenne di ostilità antigiudaica. Per dirla con la bruta sincerità di uno scrittore ebreo: 'Fino a quando qualcuno prenderà come storico il racconto evangelico della passione di Gesù, vi sarà pericolo per noi'. L'Islamismo non è invece considerato altrettanto rischioso per gli ebrei, e si tende ad attribuire solo alle PARTICOLARI CIRCOSTANZE STORICHE lo scontro tra la Stella di David e la Mezzaluna musulmana. Per il passato anzi vi fu uno stretto legame tra Islàm ed ebraismo in funzione anticristiana: L'Islàm si stanziò qui [in Israele] col fattivo aiuto e tra le grida di esultanza di quegli stessi ebrei che ora tentano. di combatterlo con le armi. Maometto muore nel 632. Bastano poco più di vent'anni alle orde arabe uscite dal deserto per giungere in Occidente. Un blitz vittorioso senza precedenti e che è meno inspiegabile solo se si pensa al RUOLO CHE VI EBBERO ANCHE LE COMUNITÀ EBRAICHE. È infatti storicamente appurato che, per avversione al Cristianesimo, GLI EBREI (ed anche i Nestoriani ed i Monofisiti) GIOCARONO IL RUOLO DI 'QUINTE COLONNE' A FAVORE DEI MUSULMANI. Non è leggenda, ma verità che sta anche nelle cronache
arabe: si giunse a consegnare agli assedianti [musulmani] le chiavi delle città e a svelare i punti deboli della difesa. È un fatto che l'arrivo della cavalleria araba fu salutato con entusiasmo da parte ebraica. Come scrive Daniel Rops: "Gli ebrei si fecero, e con gioia, i furieri dei conquistatori musulmani. NEI MOMENTI DELLE INVASIONI, LE COMUNITÀ GIUDAICHE FURONO COSTANTEMENTE CON GLI ASSALITORI"» (47).

Già nel 1833 lo studioso ebreo Abraham Geiger pubblicò il famoso libro Was hat Mohammed aus dem Judenthume aufgenommen? (Che cosa ha preso Maometto dall'Ebraismo?), in cui, studiando l'influsso della religione giudaica postcristiana su quella Islamica, evidenziava gli elementi veterotestamentari e rabbinici nei primi testi islamici e arrivava alla conclusione che si trattava di CONTRIBUTI EBRAICI ALL'ISLÀM (48). Questo primo studio, che precede quello del Padre Théry di ben centotrent'anni, fu seguito poi da molti altri. "Alcuni studiosi arrivarono perfino ad ipotizzare che Maometto avesse avuto insegnanti o educatori ebrei che gli avevano fornito i rudimenti della sua religione" (49). Tali opinioni furono anche condivise dal noto arabista scozzese Richard Bell e dal grande studioso svedese Tor Andrae, professore di religioni comparate. «Più di recente si sono avuti nuovi approcci sull'argomento delle .influenze ebraiche. Mentre l'origine ebraica di alcuni concetti islamici è stata evidenziata inizialmente da studiosi ebrei, per lo più rabbini... Molto recentemente l'opera di due giovani studiosi ha presentato la relazione storica fra Ebraismo e Islàm in una luce del tutto nuova, in cui il ruolo svolto dall'Ebraismo nell'Islàm viene descritto come qualcosa di ben più importante di un semplice 'contributo' o di una 'influenza'. Questo lavoro che dipinge L'ISLÀM come una specie di DERIVATO .dell'ebraismo (50) ha suscitato violente controversie» (51). Bernard Lewis, uno dei più noti orientalisti contemporanei (52), cita anche Hanna Zakharias (pseudonimo del padre Théry), "ben noto studioso domenicano" (53). È interessante ritrovare nel libro (54) del Lewis le analogie tra Ebraismo e Islàm e una contrapposizione tra Ebraismo e Cristianesimo molto più radicale di quella esistente tra Giudaismo e Islàm. Infatti "mentre gli ebrei riconoscevano l'Islàm come una religione strettamente monoteista dello stesso tipo della loro, avevano forti dubbi, condivisi dai musulmani, circa il Cristianesimo. Era meno grave testimoniare che Maometto era il profeta di Dio, piuttosto che affermare che Gesù era il Figlio di Dio. Anche per quanto riguarda le regole alimentari Ebraismo e Islàm sono molto simili tra loro e dissimili dal Cristianesimo» (55). Il problema dei rapporti tra Giudaismo e Islàm è stato recentemente trattato anche da Shelom Goitein, professore emerito presso l'Università Ebraica di Gerusalemme e attualmente membro dell'Institute for Advanced Study di Princeton, il quale afferma: "La città di Medina .ospitava una popolazione ebraica così grande che sotto il suo esempio. fu in grado di preparare i suoi vicini Arabi ad accettare la religione monoteistica" (56). Medina, centro principale dell'attività di Maometto, fu originariamente una città di Kohanim (sacerdoti) ebraici. "La testimonianza più eloquente del carattere giudaico delle comunità israelite d'Arabia .si trova nello stesso Corano, che continuamente fa riferimento ai loro rabbini. Il Corano allude più volte al sabato come ad un giorno di riposo e al digiuno giudaico e ad altre leggi .le quali si riscontrano nella letteratura talmudica"(57). Il Corano dice (58) che la Resurrezione avverrà in un batter d'occhio; e questo versetto, fa notare lo studioso, viene recitato dagli ebrei tre volte al giorno. "Infine nel Libro Sacro dell'Islàm si sono trovati inequivocabili 'Midrashim' giudaici, che finora non sono stati rintracciati nella letteratura ebraica. Perciò, se troviamo nel Corano iscrizioni che lodano gli ebrei perché osservano il sabato o li rimproverano perché così non fanno, queste leggende possono essere scaturite solo da una fonte ebraica" (59).

Il Goitein si chiede allora di quale religione si sia servito Maometto come suo modello immediato o quali siano stati i suoi maestri, dato che il Corano allude più volte a persone che istruirono il Profeta. La risposta può essere triplice. Una prima tesi sostiene che il Corano contiene una grande quantità di materiale che si può far risalire sia a fonti giudaiche che cristiane. Però (seconda tesi) ciò che Maometto dice riguardo a Gesù Cristo e al Cristianesimo non si può applicare a nessuna delle diverse confessioni cristiane di allora e dunque la proposta cristiana andrebbe scartata. Infine (terza tesi) potrebbe essere esistita una terza tradizione di tipo gnostico esoterico, che potrebbe avere influenzato Maometto, una specie di gnosticismo cristiano riconducibile, quale antitradizione parassitaria, alla Càbala spuria giudaica. È in pratica la tesi di Harnack, secondo cui "l'Islàm è un rimaneggiamento della religione ebraica su suolo arabo, dopo che la stessa religione ebraica ha subito modifiche ed assorbito influssi da un cristianesimo gnostico-esotericheggiante" (60). Goitein sostiene che "nell'ultimo periodo della sua attività, a Medina, MAOMETTO FU INFLUENZATO IN MANIERA CONSIDEREVOLE DAL PENSIERO E DAI MODI DI VITA DEGLI EBREI. .LA SPIRITUALITÀ DI MAOMETTO, con il suo irriducibile monoteismo [interpretato in funzione antitrinitaria, n.d.r.] EBBE IN CIÒ MOLTO DELLO SPIRITO DEL GIUDAISMO. L'ipotesi che Maometto, all'inizio della sua attività di profeta, fosse principalmente ispirato da cristiani, compresi i giudeo-cristiani, sembra sia da scartare nel modo più assoluto per il semplice fatto che non c'è alcun riferimento alla figura (persino al nome) di Cristo. Si ha l'impressione che Maometto abbia fatto uno studio specifico dei dogmi cristiani unicamente in una fase molto più tarda della sua attività" (61). La figura dominante del Corano, d'altronde, è Mosè, citato più di cento volte contro le quattro di Gesù Cristo. Inoltre le storie su Mosè pervadono tutto il Corano e non sono limitate a certi capitoli specifici. Il gruppo ebraico, che influenzò Maometto, non era dunque una setta giudeo-cristiana ed ebionita, poiché il CORANO PRESENTA DELLE AFFINITÀ STRETTISSIME CON LA LETTERATURA TALMUDICA.

La soluzione posta dal Goitein perciò è quella dell'influsso del Giudaismo-talmudico sull'Islàm. "La battaglia che Maometto così gloriosamente e facilmente ha vinto sugli arabi compatrioti è stata decisa molti secoli prima sulle colline della Giudea. I VALORI reali DELLA FEDE IN UN SOLO DIO. GIUNSERO A MAOMETTO, come egli mai cessò di mettere in evidenza, da ISRAELE" (62). L'Islàm, come il Giudaismo, è una religione di 'Halaka', cioè un precetto che regola MINUZIOSAMENTE tutti gli aspetti della vita. "Di fronte a queste considerazioni - conclude Goitein, confermando la conclusione del Théry - si è portati a pensare che L'INFLUENZA DEL GIUDAISMO SULL'ISLÀM DELLE ORIGINI DEVE ESSERE STATA MOLTO CONSIDEREVOLE, SE NON DECISIVA" (63). Un altro noto storico e giornalista, Paul Johnson, scrive assai lucidamente sui rapporti tra Islàm e Giudaismo: ".l'Islàm fu in origine un movimento eterodosso all'interno del Giudaismo, divergendone al punto da diventare una religione a sé stante. La presenza ebraica in Arabia è molto antica. Durante i primi tempi dell'era cristiana il Giudaismo si diffuse nell'Arabia settentrionale e alcune tribù divennero interamente ebraiche. Ci sono prove che poeti ebrei siano fioriti nella regione di Medina nel VII secolo, ed è perfino possibile che uno stato dominato da ebrei sia esistito lì in quel periodo. Secondo fonti arabe, circa venti tribù in Medina e dintorni erano ebree. L'influenza del Cristianesimo, che ai suoi occhi [di Maometto, n.d.r.] non poteva apparire strettamente monoteistico, fu molto lieve. Sembra che l'obiettivo di Maometto fosse quello di distruggere il paganesimo politeistico della civiltà delle oasi, trasmettendo agli arabi il monoteismo etico ebraico in un linguaggio che essi potessero capire ed in termini adatti ai loro costumi. Egli accettò il Dio degli ebrei e i loro profeti .il Corano essendo il sostituto arabo della Bibbia. Lo sviluppo da parte di Maometto di una religione a se stante, ebbe inizio quando si rese conto che gli ebrei di Medina non erano disposti ad accettare la sua versione araba arbitrariamente elaborata del Giudaismo" (64).

Sostanzialmente dello stesso avviso, riguardo all'origine dell'Islàm dal Giudaismo ed alla successiva 'rottura', è anche Lea Sestrieri: "In contatto con gli ebrei. gli arabi avevano acquistato una certa familiarità con l'idea monoteista. Non meraviglia perciò che in un determinato momento uno di essi. abbia sentito il richiamo del Dio unico. È molto probabile. che gli arabi di religione essenzialmente idolatrica, arrivassero all'orrore dell'idolatria attraverso il contatto costante con gli ebrei, che da secoli vivevano tra loro. L'essenza della dottrina di Maometto può essere riassunta in questi punti: credere in Dio, negli Angeli, nelle Scritture. Ad essi può aggiungersi: la preghiera, l'elemosina, i digiuni, i pellegrinaggi a La Mecca. Ognuno di questi punti si riallaccia alla fede e alla pratica ebraica, compresa l'idea del pellegrinaggio (in cui solo la città cambia)" (65). La Sestrieri si domanda come si sia prodotta la rottura tra Giudaismo e Islàm, che oggi continuano a chiamarsi cugini (cfr. nota n° 51) e risponde: "La separazione tra Giudaismo e Cristianesimo fu determinata dal carattere cristologico di Gesù [e dalla divinità di Gesù, n.d.r.]. Ma nella predicazione di Maometto non vi sono dottrine che costituiscano una separazione dall'ebraismo" (66). Ecco spiegato in breve quanto si cerca di provare: tra Cristianesimo ed Ebraismo vi è una opposizione di contraddizione di carattere teologico: per il Cristianesimo Gesù è Dio; per il Giudaismo Gesù non è Dio. Tra Islàm e Giudaismo, invece, non vi è nessuna opposizione di carattere teologico, mentre vi è opposizione di contraddizione tra Cristianesimo e Islàm riguardo i due Misteri principali della Fede: Unità e Trinità di Dio e Incarnazione, Passione e Morte e Resurrezione di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. Secondo la Sestrieri la rottura tra Giudaismo e Islàm avvenne per motivi caratteriali o personali, comunque accidentali e contingenti; infatti "per una personalità come quella di Maometto la sfiducia degli ebrei dettata da superiorità e tradizione furono più che sufficienti per produrre la rottura. Si potrebbe concludere perciò che la separazione Ebraismo-Islamismo è solo in parte religiosa; fu dettata essenzialmente dal desiderio di predominio dell'Islàm" (67). Un altro eminente studioso, Günter Stemberger, ammette la dipendenza dell'Islàm dal Giudaismo: "ALL'INIZIO L'EBRAISMO, .HA FORTEMENTE INFLUENZATO L'ISLÀM, anche se in seguito ne subì l'influenza. Proprio l'ambiente politico-culturale dell'Islàm ha contribuito alla diffusione del Giudaismo rabbinico" (68); entra poi nei dettagli e conferma l'influsso rabbinico su Maometto: "Già molti secoli prima di Maometto esistevano in Arabia comunità ebraiche: esse svilupparono un'intensa attività missionaria MAOMETTO ebbe così l'opportunità di incontrarsi con loro e di conoscerne la tradizione. Egli BASÒ AMPIAMENTE LA SUA DOTTRINA SULLA TRADIZIONE BIBLICOEBRAICA. Vi sono TANTISSIMI ELEMENTI CHE COLLEGANO chiaramente IL CORANO e il pensiero islamico posteriore ALLA TRADIZIONE EBRAICA" (69).

Lo Stemberger passa poi ad elencare i punti di contatto tra Islamismo e
Giudaismo: la fede, la legge religiosa ed il materiale narrativo, cose che già abbiamo visto nel corso dell'articolo. Sembra però opportuno soffermarsi sulle prescrizioni legali riguardo ai cibi. Maometto riprende sostanzialmente i divieti già noti al Giudaismo, anche se pur con meno proibizioni. Tuttavia "si permette ai musulmani di mangiare la carne macellata dagli ebrei" (70). Il Verminjon risponde alla domanda sollevato dalla Sestrieri, sulla rottura tra Giudaismo e Islàm, facendo un pararallelo con Lutero: «Lutero. si schierò per gli ebrei e fu da questi sostenuto; ma quando il fuoco dell'eresia fu acceso, essi, facendo macchina indietro, si ritirarono. Per tale voltafaccia lo stesso Lutero li investì con l'opuscolo Gli ebrei e le loro menzogne. Il rabbino Camerini riconosce che la Riforma, tenendo occupati i cristiani a lottare tra loro (proprio come era voluto dal Giudaismo), segnò una tregua alle azioni antigiudaiche. E non si pensi che allo stesso sorgere del Maomettanesimo sia stato estraneo l'intervento della Sinagoga. Maometto, in principio, fu aiutato da ebrei col consiglio e con l'oro. Ma UNA VOLTA CHE TALE RELIGIONE SI DIFFUSE, ESSI TROVARONO IL MODO DI RITIRARSI ALLA CHETICHELLA. Fu, in realtà, il fanatismo di un pugno di ebrei, fra i più reputati della città di Medina, che gettò le fondamenta della potenza politico-religiosa dell'Islàm. Dopo di che, più facilmente, si arguisce quanto il Giudaismo abbia interesse a che i "goim" lottino tra loro e siano al massimo grado divagati da quelle cose che risultino più distraenti» (71). Sembra quindi del tutto lecito affermare che, se il Marxismo è una versione laicizzata del Giudaismo talmudico, l'Islamismo è un Giudaismo semplificato ed armato contro i cristiani. È proprio dell'Islàm voler imporre la mezzaluna con la spada, mentre la Chiesa ammette il ricorso alla forza solo per impedire all'eretico di spargere l'errore nella società (72) o per difendersi dall'attacco di un ingiusto aggressore, fosse anche un non battezzato sul quale non ha giurisdizione. "La guerra contro gli infedeli è uno dei doveri più sacri raccomandati dall'Islàm. .la guerra santa non deve né cessare né essere interrotta prima che il mondo sia tutto sottomesso all'Islàm" (73). Come non essere preoccupati, allora, di fronte al fenomeno sempre più invadente di milioni e milioni di musulmani che si sono infiltrati nell'Europa (una volta) cristiana per volerla musulmanizzare?

Nel 1981 il dr. Israël Shahak (presidente della Lega israeliana dei diritti dell'uomo, professore di chimica all'Università ebraica di Gerusalemme) scriveva un'appendice ad un articolo intitolato: "La religione ebrea e le sue attitudini rispetto alle altre nazioni" (in Khamsin N° 9, 1981, Ithaca Press, London). Tale appendice è stata tradotta in francese da Jacques Monnot, e riportata come postfazione al libro "L'Azyme de Sion" del generale Moustafà Tlass (prima edizione francese 1990, Damasco, Siria, pagg. 303-365). Ebbene anche il dott. Shahak ammette, in tale appendice, che "l'Islàm è considerato [dal sistema giuridico giudaico, n.d.a.] più favorevolmente del Cristianesimo" (op. cit., pag. 328). «IL GIUDAISMO È IMPREGNATO - spiega il dott. Shahak - DI UN PROFONDO ODIO VERSO IL CRISTIANESIMO... Tale odio risale all'epoca in cui il Cristianesimo era ancora debole... Tale attitudine... è fondata su due elementi principali: in primo luogo, sull'odio e le calunnie contro Gesù... In secondo luogo per ragioni teologiche, ...secondo le quali il Cristianesimo è posto (dall'insegnamento rabbinico) tra le religioni idolatriche. Tutto ciò a causa della dottrina cristiana sulla Santissima Trinità... Invece L'ATTITUDINE DEL GIUDAISMO VERSO L'ISLÀM È RELATIVAMENTE BENEVOLA... Il Corano, a differenza del Nuovo Testamento, non è condannato ad essere bruciato. Non è onorato come la legge islamica onora i rotoli della Torah, ma è trattato come un libro normale. La maggior parte delle autorità rabbiniche riconoscono che l'Islàm non è idolatra» (op. cit., pagg. 362-365).

I RAPPORTI ATTUALI TRA MONDO PALESTINESE E STATO D'ISRAELE
In questo articolo si è trattata la questione delle origini storiche dell'Islàm, sulla base di studi scientifici seri e documentati; per quanto riguarda invece i rapporti attuali tra Palestina e Stato d'Israele il discorso è diverso. Bisogna perciò concludere che tra Giudaismo e Islàm il rapporto è SOSTANZIALMENTE di causa ed effetto. Tuttavia, ACCIDENTALMENTE (cioè date le circostanze storiche che hanno fatto sì che Israele occupasse con la forza i territori palestinesi), il mondo arabo si è trovato in una situazione conflittuale con Israele. Questo, però, non è dovuto a cause religiose (essendo l'Islam una emanazione del Giudaismo talmudico), ma soltanto a cause di ordine politico-militare (74). Mi sembra che non si possa negare tuttavia che la reazione del mondo islamico all'imperialismo ebraico (che sta realizzando il Nuovo Ordine Mondiale) sia da considerare come qualcosa di positivo, "per accidens et non per se" (direbbero gli scolastici). Non bisogna però esagerare e vedere nella reazione araba allo Stato d'Israele qualcosa di buono IN SÉ o SOSTANZIALMENTE, così da farci addirittura abbracciare la causa dell'Islàm! Si tratta infatti della lotta della Palestina contro lo Stato d'Israele e non dell'Islàm contro il Giudaismo! Sarebbe fatale per noi, cristiani, dimenticare che (come ha dichiarato Jocelyne Khoueiry, ex comandante della milizia cristiana libanese) "il Libano [cristiano] è stato sacrificato per soddisfare Siria e Israele [musulmani ed ebrei]. Sul Libano pesavano tre pericoli. Il primo era la Siria, con le sue mire .Il secondo è costituito dall'integralismo delle nazioni islamiche, in particolare l'Iran e l'Arabia Saudita. Infine vi è la minaccia di Israele, che preferirebbe un Libano diviso in tanti piccoli stati quante sono le sue religioni.

 

 
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Inoltre non bisogna dimenticare che USA ed Israele avevano concluso un patto internazionale .il cui scopo era di risolvere la questione palestinese a spese dei cristiani libanesi. I palestinesi non avevano patria? Il Libano diventerà la loro patria. E i cristiani? Potranno emigrare verso gli USA." (75). GIUDAISMO E ISLAM SONO SEMPRE PRONTI (ANCHE ORA) AD ALLEARSI, QUANDO SI TRATTA DI DISTRUGGERE IL CRISTIANESIMO! Perciò l'infiltrazione giudaico-massonica all'interno della Chiesa romana e la giudaizzazione dell'ambiente cristiano, non debbono farci dimenticare, ma al contrario debbono rafforzarci sempre più nella convinzione che L'UNICO VERO ANTIDOTO AL GIUDAISMO TALMUDICO NON È LA MEZZA LUNA (che è preceduta e s'interseca con la stella di David) MA SOLO E SOLTANTO LA CROCE DI GESÙ!

NOTE
Le citazioni del Corano sono state tratte dal vol. del Padre Théry: "Vrai Mohammed et faux Coran".

1) 1891-1959. Fu membro dell'Accademia Pontificia, cofondatore con Etienne Gilson degli Archives doctrinales et littéraires du Moyen Age, fondatore dell'"Istituto storico di Santa Sabina" di Roma, professore all'Istituto Cattolico di Parigi, membro delle sezione storica della Sacra Congregazione dei Riti.
2) N.E.L..
Paris 1960.
3) J. BERTUEL, L'Islam: ses véritables origines, N.E.L., Paris 1983-84, 3 voll.
4) BRUNO BONNET-EYMARD fr., Le Coran, CRC ed., Saint-Parres-lès-Vaudes 1988, tomo I, pag.
XIX
5) L'edizione precedente di De Moïse à Mohammed, sotto lo pseudonimo di H. ZAKHARIAS, apparve nel 1955 "chez l'auteur", seguito dal III tomo postumo nel 1963 presso le edizioni dello Scorpione. Un IV volume è rimasto allo stato di manoscritto.
6) Cfr. Angelicum, fascic. 3-4, 1960.
7) Probabilmente un meteorite.
8) A La Mecca si praticava sia il politeismo, che adorava una decina di divinità, tra le quali una triade femminile, sia la litolatria: il culto delle pietre sacre.
9) Sura XVIII, 8.
10) Probabilmente agli inizi del VI secolo.
11) E. PERTUS, Connaissance élémentaire de l'Islam, Action familiale et scolaire, Paris 1991, suppl. al n° 65, pag. 24.
12) Sura XCII.
13) Sura XCV.
14) Sura LXXX, 13-16.
15) Sura XXXVII, 114-120.
16) Sura LXXXV, 21-22.
17) Sura CXII.
18) Sura CIX, 1-6.
19) H. ZAKHARIAS, Vrai Mohammed et faux Coran, N.E.L., Paris 1960, pag. 32.
20) Sura LXXX 11-15, XCVII, LXXXVII, LXVIII 15-52, LVI 76-77.
21) "Si resta colpiti dal posto che tengono - nel Corano - i precetti, minuziosamente dettagliati, relativi alle donne; ora questi stessi precetti occupano circa un settimo del contenuto del Talmùd".
(E. PERTUS, op.cit., pag. 41).
22) Sure: LXXVII, 41-44; LXXXIII, 47; LXXVIII, 31; LII, 20; LVI, 22; LV, 72; XXXVII, 47; XLIV, 54; XVI, XXXVII, 47; LV, 47.
23) Sura XVII, 75.
24) Sura LIV, 17, 22, 32, 40.
25) Sura XX, 112.
26) Sura XI, 20.
27) Sura X, 38.
28) Sura XLVI, 11.
29) Op. cit. pag. 112
30) Sura XXVI, 217-219.
31) Sura VI, 125.
32) Op. cit., pag. 129.
33) Sura XIX, 1-15.
34) Sura, XIX, 16-21.
35) Sura XIX, 29.
36) Sura XVIII, 3-4.
37) Sura LXXII, 3.
38) Cfr. E. PERTUS, Connaissance élémentaire de l'Islam, Action familiale et scolaire, Paris 1991, suppl. al n° 65.
39) B. LAZARE, L'antisemitisme, Documents et témoignages 1969, pag. 51.
40) B. LEWIS, La rinascita Islamica, Il Mulino, Bologna 1991, pagg. 187-205.
41) Cfr. J. MEINVIELLE, Dalla Cabala al progressismo, Roma 1989.
42) E. PERTUS, op. cit., pag. 26.
43) Intervista ad Arafat, LA STAMPA, 15/9/1993.
44) L'Osservatore Romano, 21/8/1994, pag. 2.
45) 30 GIORNI, febbraio 1994, pag. 16.
46) V. MESSORI. Pensare la Storia, ed.
Paoline, Milano
1992, pag. 624.
47) Ibidem, pagg. 117-118.
48) A. GEIGER, Was hat Mohammed aus dem Judenthume aufgenommen?, Bonn 1833, ed.
Rivista, Lipsia 1902.
49) B. LEWIS, Gli Ebrei nel mondo Islamico, Sansoni, Firenze 1991, pag. 72.
50) P. CRONE-M. COOK, Magarism: the Making of the Islamic World, Cambridge, England, 1977.
51) B. LEWIS, op. cit., pag. 73.
52) È professore di storia del Medio Oriente presso l'Università americana di Princenton.
53) B. LEWIS, op. cit., pag. 204.
54) Pagg. 82-86.
55) Ibidem, pagg. 87-88. Sull'argomento si vedano anche: S. W. BARON, Social and Religious History of the Jesus, New York 1952. E. I. J. ROSENTHAL, Judaism and Islam, Londra 1961. A. I. KATSH, Judaism in Islam, New York 1962. S. D. GOITHEIN, Studies in Islamic History and Institutions, Leida 1966. M. R. COHEN, The Jewish self-Government in Medieval Egipt, Princeton 1980.
56) S. D. GOITEIN, Ebrei e Arabi nella storia, Jouvence, Roma 1980, pag. 59.
57) Ibidem, pag. 63.
58) Sura XVI, 77.
59) S. D. GOITEIN, op. cit., pag. 65.
60) Dogmengeschichte, II, pagg. 553-557.
61) S. D. GOITEIN, op. cit., pagg. 68-69
62) Ibidem.
Pag. 74.
63) Ibidem, pag. 76.
64) P. JOHNSON, Storia degli ebrei, Longanesi, Milano
1987, pagg. 186-187.
65) L. SESTRIERI, Gli Ebrei nella storia di tre millenni, Carucci, Roma 1980, pagg. 92-95.
66) Ibidem, pag. 95.
67) Ibidem, pagg. 94-95.
68) G. STEMBERGER, Il Giudaismo classico, Città nuova, Roma 1991, pag. 288.
69) Ibidem, pagg. 288-289.
70) Ibidem, pag. 290.
71) VERMINJON, Le forze occulte che manovrano il mondo, Roma 1977, pagg. 64-66.
72) Assassinando così lo spirito, reato questo molto più grave dell'omicidio (vedasi Sodalitium n° 5, pagg. 14-23).
73) Ibidem, pag. 94. Sull'argomento vedasi anche R. BARKAI, Chrétiens, musulmans et juifs dans l'Espagne médiévale, ed. Du Cerf, Paris 1994.
74) IL GIORNALE del 12/11/'94 (pag, 15) riporta un'intervista a Mahmud El Adhar, uno dei laeders indiscussi di Hamas a Gaza, nella quale si legge: "PER NOI MUSULMANI GLI EBREI NON HANNO MAI COSTITUITO UN PROBLEMA IN QUANTO TALI. Li abbiamo accolti ogni volta che voi Europei avete deciso di liberarvi di loro. Abbiamo iniziato cinque secoli fa quando gli Spagnoli iniziarono a buttarli fuori dal loro impero". Lo stesso Arafat ha recentemete dichiarato: "Vogliamo la pace con I NOSTRI CUGINI EBREI"; da L'OSSERVATORE ROMANO, 21 agosto 1994, pag. 2.
75) J. KHOUEIRY, in Missioni della Consolata, agosto 1993, pagg. 26-28.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
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Non è stata consultata, ma sarebbe importante poter prendere visione della confutazione del Corano scritta originariamente in arabo da Enea Silvio Piccolomini (Papa Pio II).

Origine talmudica dell'Islam, 3, Jesus & Issa

 

ORIGINE talmudica DELL'ISLAM 3 - GESÙ E ISSA

 

In questo video vi mostreremo che il Corano contiene l'odio del giudaismo talmudico [1] per Jesus. Gesù è chiamato in ebraico Yashua 'e significa "  Il Signore salva  ", e perché l'ebraismo non vuole Gesù salvatore, il Talmud prende l'ultima lettera del nome del beato sopra tutti i nomi in un nuovo nome: Yeshou , il riferimento alla salvezza si affievolisce e diventa un insulto equiparare Gesù Esaù , Esaù , che in ebraico si chiama ' Ishaou , che è la figura per eccellenza del pazzo in grado di vendere la sua primogenitura per un lenticchie (Gen 25,29-34), e meritevoli quindi l'ira di Dio: «  Ho amato Giacobbe e odiato Esaù  "(Mal 1:2-3). È per questo che i cristiani sono chiamati nel Talmud come "  figlio di Esaù  "(Zohar III, 282). Questo spiega perché nel Corano il nome arabo di Gesù, Yasu ' , come egli si trasforma in Issa , un nome sconosciuto della letteratura araba dei primi otto secoli [2] , simile a quella di Esaù, che in arabo dice ' Isso . Isso / Issa. In barba connotato da quel nome si aggiunge il fatto che l'arabo è un cavallo di battaglia, ha detto al'aïs . Ancora più importante, Issa è composta da tre lettere: SH U, che è la sigla ebraici delle tre parole della formula di maledizione: "  Yimmah shmo weezikhro  "significato"  Possano il suo nome e la memoria siano cancellati!  ».

 

Se il Corano ha seguito il Talmud nel suo odio per il nome di Gesù, che non ha tuttavia rimosso "Issa", come il Messia . [3] Perché? Perché da un lato Gesù era troppo universalmente riconosciuto come il Messia, anche se l'attuale "Gesù Cristo", che significa appunto frase "Gesù è il Messia! "E l'altro di distruggere la fede di Gesù Cristo, nulla è stato pensato più efficace del vanificati eliminando il Corano le stesse condizioni del Messia Gesù. Così il Corano non ricorda la discendenza davidica di Gesù (Mt 1,20-23), così spesso espressa nel Vangelo come il "Figlio di Davide" (Mt 1,1; 9.27, 12.23, 15.22, 20.30; 21.9, Rev. 22:16), né cita San Giuseppe, che non solo ha usato la sua autorità per il concepimento verginale di Gesù, ma il fatto ancora ingresso legale della stirpe di Davide, che si è appena nato il Messia (Isaia 11,1 ). Il Corano non menziona il luogo di nascita di re Davide e il Messia (5.1 Mi, Mt 2:1-6), Betlemme, si trasforma in un deserto di palma isolata (19.23) ... solo per spingere fuori dalla Terra Santa l'impurità dei cristiani nel dare cibo per i beduini stessi ordinato di non venire in pellegrinaggio a Gerusalemme (2142.143), ma di andare alla Mecca (2144), nel deserto, un luogo di rifugio per eccellenza demoni (Levitico 16.10,22; Mt 12,43) ...

Il Corano ha distrutto un'altra condizione del Messia "Issa", con la nomina di Sua Madre, "sorella di Aronne" (19.28), dove Aaron vissuto più di 1200 anni prima della nascita di Gesù ... Quindi non solo il Corano sostituisce a storia del mito, ma ancora una volta, se la Madre di "Issa" è la sorella di Aronne, allora appartiene, come suo padre Imran [4] (Amiram, vedi Corano 3), la tribù di Levi e quindi "Issa" non è della tribù di Giuda, il quale doveva nascere il Messia (Gen 49,8-10; Dt 33,7, 1,2 Gdc, 20.18, 17.12 1 Sm, Sm 2 7,12-16, 1 Ch 5.2; Sal 89,3-5; Os 5,14) ... Con questo romanzo letterario, questo sconcertante anacronismo, l'originalità e la centralità della missione di Gesù di Nazaret sono completamente cancellato dalla storia. Nel Corano, la storica Gesù Cristo non esiste. Tra l'Antico Testamento e l'Islam, non vi è alcun Nuovo Testamento, c'è solo il Vecchio Testamento, o piuttosto il giudaismo talmudico. E proprio come il Corano rompe il rapporto di "Issa" con il re Davide, un discendente della tribù di Giuda (2 Sam 7,12-16), e lo fa con tutte le più importanti figure del Vecchio Testamento per timore 'rivelano Gesù Cristo. Così, nel Corano, Issa è il nuovo Adamo, il padre di una nuova umanità, il suo sacrificio ha negato (4157) non è annunciata da Abel o prefigurata da quella di Isacco (Gen. 22,1- 19), che Abramo aveva previsto il Figlio di Dio, morto e risorto (Gv 8,56), Issa non è annunciato dal nuovo legislatore Mosè (Deuteronomio 18:15, 18) per mettere in evidenza il nuovo popolo di Dio dalla schiavitù del rappresentato dal peccato d'Egitto (Ger 31,31-34) Issa non è il servo sofferente annunciato da Isaia (Isaia 50,6-7, 52,13-15, 53,1-12, Dn 9,26), né crocifisso intravisto da Zaccaria e il salmista (Za 12.10, 13.1, Sal 22) Issa non è il vero Jonas è venuto a predicare alle genti la conversione e rimase per tre giorni e tre notti in preda a morte prima di riapparire in vita, Issa non è lo Sposo (Mt.9.15, 25.1 +, Gv 3,29) cantata da Salomone e Isaia (Isaia 54.5, 61.10, 62.5, 5.16 Ct), San Giovanni Battista non è il precursore del Messia (Gv 1,19-34). .. Nessun Profeti scritto è nel Corano, perché non compare l'annuncio della nuova ed eterna alleanza suggellata nel sangue di Cristo (Ger. 31,31; Is 53,3; Ez 36,27; Za 8.1). Con contro è ampiamente ricordato il Patto Mosaico con il figlio di Israele (Corano 2.44,83,93,122, 4154, 7134,137, 17.104, 26.59, 45.16) ...

Ma per rendere Gesù irriconoscibile, non è solo l'Issa legame con i personaggi del Vecchio Testamento, che è cancellato, ma è anche legato ai suoi contemporanei. [5] Così, il Giuseppe del Corano non è il padre adottivo di Gesù, ma il figlio del patriarca Giacobbe, che diventa egli stesso Jacques, il cugino di Gesù (Corano 19,6) ... Per negare la loro esistenza, contemporanei di Gesù 'sono sepolti nel Vecchio Testamento, in modo che sette secoli dopo Cristo, c'è sempre quel Mosè. Nel Corano, Gesù, sua madre, i suoi Apostoli, la sua Chiesa, i suoi sacramenti, quasi mai esistito ...

Gesù il Messia è ancora negato in che Issa ha confessato di essere un profeta (2136, 3.39,84, 5.75, 19.30), inviata solo agli ebrei (43.59, 61.6), e ciò che è più, suppone che hanno annunciato la venuta di Maometto (7157, 61,6), che lo rende, anche se senza il titolo, il vero Messia atteso, e quindi il perfetto anti-cristo. Anche se la dolcezza e l'integrità di Gesù sono stati completamente nascosto perchè troppo familiare, Issa, però, non è presentato come un modello. E non esclude più a Maometto, mentre il comportamento e la dottrina di Gesù dal Vangelo assolutamente escludono alcuna aggiunta, rinnovo o prestazioni future della Rivelazione Egli ha compiuto "  una volta per sempre  "(Giuda 3 , 1.8 Ga), e quindi inequivocabilmente condannare Maometto come un falso profeta (Mt 24.4,11,24; 1,8 Ga, 1 Gv 2,22-27, 4,2-4), e il delitto suolo, la poligamia, l'inganno, spergiuro, l'omicidio, l'odio, la schiavitù, ecc. crimini commessi da Maometto e tenuti da Allah. Senza falsa Gesù e Maria del Corano, l'Islam è solo il Talmud (Mt 15,1-9, 16,5-12, 23,1-39).

In breve, in seguito al sommo sacerdote Caifa, che Gesù condannato a morte per blasfemia per aver riconosciuto il Figlio di Dio (Mt 26,65; Atti 4,1-18, 5,21-42, 7.51 +), in modo che il Talmud su Gesù Hell (Gittin 57a), l'obiettivo è di sradicare il Corano Gesù e il cristianesimo nella storia. Così Allah propone di distruggere il Messia e sua madre, e anche, se necessario, per raggiungere questo obiettivo, tutti gli uomini con loro (5.17;.. Cf. Mt 2,16)! Anche questo versetto è giustificata come una illustrazione della libertà assoluta e il potere di Dio, ma questa spiegazione non può nascondere il più possibile l'odio per l'umanità e, a maggior ragione per il Messia e la Sua Madre è direttamente contrario alla natura di vero Dio è buono e creativo, misericordioso e giusto. L'odio di Dio contro il Messia, l'espressione del Talmud a Gesù si trova in odio contro i cristiani (Corano 9:30; Mt.10.17-36 .2 Gv 15,18-16). Gesù disse: "  Quello che fate al più piccolo dei miei, questo è mio, come si fa.  "(Mt 10,40; 18,5; 25.40,45; Atti 9,5).

Se qualcuno si offende o si sente offeso dalle mie parole, vuole guardare bene che siano coerenti con la fede cristiana e io sono solo praticando ciò che il Corano invita applicazione dove "  la gente del giudice Vangelo da ciò che Dio ha rivelato  "(5,47) ...

Se le persone sanno che stanno andando all'inferno, avrebbero dato la loro vita a Cristo, morto e risorto per la salvezza di tutti!



[1] Ecco alcune citazioni dal Talmud su Gesù: Gesù, figlio illegittimo, concepito durante il periodo mestruale della madre . "(Kallah, 1b 18b.)  , "  Nascita di Gesù raccontata in circostanze più vergognose. Giuda incazzato su Gesù.  "(Toldoth Jeschu) Designato Pandira il figlio di un soldato romano.  "(Zarah II) . Era un pazzo, e nessuno si dovrebbe prestare attenzione a sciocchi  "(Schabbath , 104b) Seducente, corrompendo e distruggendo Israele . "(Sanhedrin, 107b, 43 bis),"  Gesù è morto come una bestia e sepolto in un mucchio di letame.  "(Zohar III, 282),"  non dare l'impressione che avremmo potuto avere rispetto per Gesu '.  "(Chaiim, 113) Non dare accidentalmente l'impressione di avere rispetto per Gesù.  "(Iore di, 150, 2), il Talmud babilonese, Sanhedrin 43 ... cfr. Mc 10,32-34 , 14,43-65, Luca 11,53-54, Gv 8.37,59, 12.10, 15,18-26.

[2]   Vedi P. Louis Sheikho, "  Cristianesimo e la letteratura cristiana in Arabia prima dell'Islam , (3 voll.), Beirut, 1913, 1919, 1923.

[3] Anche se osa fare un profeta come un altro (Corano 5,75) e tuttavia vi è un solo Messia ...

[4] Gioacchino Amiram Assimilare o viceversa, come alcuni osano farlo, è la fantasia! Infatti, "Imran" in arabo è una contrazione di Ammi-ram, che significa "il mio popolo in alto", mentre "Ioiakìm" "significa" Jahvè solleva ".

[5] Nei Vangeli Apocrifi, il marito di Maria Vergine va riconosciuto che tra tutti i contendenti, solo il ramo sarebbe fiorito miracolosamente. Nel Corano, i contendenti non gettare i rami, ma la matita, e non Giuseppe è nominato, ma Zaccaria, il padre Jean-Baptiste, e di non sposare Maria, ma di diventare tutore al Tempio. Un'altra prova del prestito al Corano Vangeli apocrifi, è il fatto che Issa parla alla nascita (Vangelo dell'Infanzia 1 / Corano 19,24), o fabbrica, come un bambino, il fatto che gli uccelli terrestri vivono (Vangelo dell'infanzia, 38 / Corano 3,49). http://www.islam-et-verite.com/pages/textes-des-videos/textes-video-coran/origine-talmudique-de-l-islam-3-jesus-issa.html

L'ORIGINE TALMUDIQUE DE L 'ISLAM 3 - JÉSUS ET ISSA

 

Dans cette vidéo nous allons montrer que le Coran reprend la haine du judaïsme talmudique[1] pour Jésus. Jésus se dit en hébreu Yashoua’ et signifie « Le Seigneur sauve », et parce que le Judaïsme ne veut pas de Jésus sauveur, le Talmud enlève la dernière lettre de ce Nom béni au-dessus de tout nom pour en faire un nom nouveau : Yeshou, dont la référence au salut est ainsi effacée, et qui devient une insulte assimilant Jésus à Ésaü, Ésaü qui se dit en hébreu ‘Ishaou, lequel est la figure par excellence de l’imbécile capable de vendre son droit d’aînesse pour un plat de lentilles (Gn 25.29-34), et méritant de ce fait la colère divine : « J’ai aimé Jacob et haï Ésaü » (Ml 1.2-3). C’est pourquoi les chrétiens sont désignés dans le Talmud comme « fils d’Ésaü » (Zohar III, 282). Ainsi s’explique que dans le Coran le nom arabe de Jésus, Yasou’, soit lui-aussi transformé en Issa, un nom inconnu de la littérature arabe des huit premiers siècles[2], semblable à celui d’Ésaü, qui en arabe se dit ‘Isso. Isso/Issa. Au mépris connoté par ce nom vient s’ajouter le fait qu’en arabe une bête de somme se dit al’aïs. Mais surtout, Issa est constitué des trois lettres : Y SH U, qui constituent en hébreu les initiales des trois mots de la formule de malédiction : « Yimmah shmo weezikhro », signifiant : « Que son nom et sa mémoire soient effacés ! ».

 

Si le Coran a donc suivi le Talmud dans sa haine du nom de Jésus, il n’a cependant pas retiré à « Issa » le titre de Messie.[3] Pourquoi ? Parce que d’une part Jésus était trop universellement reconnu comme étant le Messie, jusque dans l’expression si courante « Jésus-Christ », qui signifie précisément : « Jésus est le Messie ! », et que d’autre part pour détruire la foi en Jésus-Christ, rien n’a été pensé de plus efficace que de la vider de son sens en supprimant dans le Coran les conditions mêmes de la messianité de Jésus. C’est ainsi que le Coran ne rappelle pas l’ascendance davidique de Jésus (Mt 1.20-23) si souvent exprimée dans l’Évangile par l’expression « Fils de David » (Mt 1.1 ; 9.27 ; 12.23 ; 15.22 ; 20.30 ; 21.9 ; Ap 22.16), ni ne mentionne Saint Joseph, qui a non seulement couvert de son autorité la conception virginale de Jésus, mais L’a encore fait entrer légalement dans la lignée de David, de laquelle devait justement naître le Messie (Is 11.1). Le Coran ne mentionne pas non plus le lieu de naissance du roi David et du Messie (Mi 5.1 ; Mt 2.1-6), Bethléem, qu’il transforme en un palmier isolé du désert (19.23)… histoire de repousser hors de Terre Sainte l’impureté des chrétiens en la donnant en pâture aux Bédouins, eux-mêmes sommés de ne plus venir en pèlerinage à Jérusalem (2.142,143) mais d’aller à La Mecque (2.144), au désert, lieu de refuge par excellence des démons (Lv 16.10,22 ; Mt 12.43)…

Le Coran détruit une autre condition de la messianité de « Issa » en nommant Sa Mère, « sœur d’Aaron » (19.28), lequel Aaron vécut plus de 1200 ans avant la naissance de Jésus… Ainsi, non seulement le Coran remplace-t-il l’histoire par le mythe, mais encore, si la Mère de « Issa » est sœur d’Aaron, alors elle appartient, comme son père Imran[4] (Amiram, Cf. Coran 3), à la tribu de Lévi, et donc « Issa » n’appartient pas de la tribu de Juda, de laquelle devait naître le Messie (Gn 49.8-10 ; Dt 33.7 ; Jg 1.2 ; 20.18 ; 1 Sm 17.12 ; 2 Sm 7.12-16 ; 1 Ch 5.2 ; Ps 89.3-5 ; Os 5.14)… Grâce à cette fiction littéraire, à cet anachronisme ahurissant, l’originalité et la centralité de la mission de Jésus de Nazareth sont complètement effacées de l’Histoire. Pour le Coran, le Jésus-Christ historique n’existe pas. Entre l’Ancien Testament et l’Islam, il n’y a pas de Nouveau Testament, il n’y a que de l’Ancien Testament, ou plutôt du Judaïsme talmudique. Et de même que le Coran rompt la relation de « Issa » avec le roi David, descendant de la tribu de Judas (2 Sm 7.12-16), de même fait-il avec toutes les grandes figures de l’Ancien Testament de peur qu’elles ne révèlent Jésus-Christ. Ainsi, dans le Coran, Issa n’est pas le nouvel Adam, père d’une humanité nouvelle ; Son sacrifice nié (4.157) n’est pas annoncé par celui d’Abel, ni préfiguré par celui d’Isaac (Gn 22.1-19), en qui Abraham a entrevu le Fils de Dieu mort et ressuscité (Jn 8.56) ; Issa n’est pas le nouveau Législateur annoncé par Moïse (Dt 18.15 et 18) devant faire sortir le nouveau peuple de Dieu de l’esclavage du péché figuré par celui de l’Égypte (Jr 31.31-34) ; Issa n’est pas le Serviteur souffrant annoncé par Isaïe (Is 50.6-7 ; 52.13-15 ; 53.1-12 ; Dn 9.26) ni le Crucifié entrevu par Zacharie et le psalmiste (Za 12.10 ; 13.1 ; Ps 22) ; Issa n’est pas le vrai Jonas venu prêcher la conversion aux païens et resté trois jours et trois nuits dans les affres de la mort avant de resurgir bien vivant ; Issa n’est pas l’Époux (Mt.9.15 ; 25.1+ ; Jn 3.29) chanté par Isaïe et Salomon (Is 54.5 ; 61.10 ; 62.5 ; Ct 5.16) ; saint Jean-Baptiste n’est pas le Précurseur du Messie (Jn 1.19-34)... Aucun Écrit des Prophètes n’est dans le Coran, de peur que n’apparaisse l’annonce de la nouvelle et éternelle Alliance scellée dans le Sang du Christ (Jr 31.31 ; Is 53.3 ; Ez 36.27 ; Za 8.1). Par contre est largement rappelé l’Alliance mosaïque avec les fils d’Israël (Coran 2.44,83,93,122 ; 4.154 ; 7.134,137 ; 17.104 ; 26.59 ;45.16)…

Mais pour rendre Jésus méconnaissable, ce n’est pas seulement le lien de Issa avec les personnages de l’Ancien Testament qui est gommé, c’est aussi le lien avec ses contemporains.[5] Ainsi le Joseph du Coran n’est pas le père adoptif de Jésus, mais le fils du Patriarche Jacob, qui devient lui-même Jacques, le cousin de Jésus (Coran 19.6)... Pour nier leur existence, les contemporains de Jésus sont noyés dans l’Ancien Testament de sorte que sept siècles après Jésus-Christ, il n’y a toujours que Moïse. Pour le Coran, Jésus, Sa Mère, ses Apôtres, Son Église, Ses sacrements, n’ont pratiquement jamais existé…

La messianité de Jésus est encore niée en ce que Issa est confessé n’être qu’un prophète (2.136 ; 3.39,84 ; 5.75 ; 19.30), envoyé exclusivement aux Juifs (43.59 ; 61.6), et qui plus est, censé avoir annoncé la venue de Mahomet (7.157 ; 61.6), faisant de celui-ci, quoique sans le titre, le vrai Messie attendu, et donc le parfait anti-christ. Bien que la douceur et l’intégrité de Jésus n’aient pu être totalement occultées, parce que trop connues, Issa n’est cependant pas présenté comme modèle. Et il ne s’oppose pas non plus à Mahomet, alors que le comportement et la doctrine du Jésus de l’Évangile excluent absolument tout complément, renouveau ou accomplissement futurs de la Révélation qu’Il accomplie « une fois pour toutes » (Jude 3 ; Ga 1.8), et condamnent donc sans équivoque Mahomet comme faux-prophète (Mt 24.4,11,24 ; Ga 1.8 ; 1 Jn 2.22-27 ; 4.2-4), ainsi que la pédo-criminalité, la polygamie, la fourberie, le parjure, l’homicide, la haine, l’esclavage, etc. crimes commis par Mahomet et enseignés par Allah. Sans les faux Jésus et Marie du Coran, l’islam n’est que du Talmud (Mt 15.1-9 ; 16.5-12 ; 23.1-39).

Bref, à la suite du Grand Prêtre Caïphe qui a condamné Jésus à mort pour blasphème pour S’être reconnu Fils de Dieu (Mt 26.65 ; Ac 4.1-18 ;5.21-42 ; 7.51+), de sorte que le Talmud place Jésus en Enfer (Gittin 57a), le but du Coran est d’éradiquer Jésus et le christianisme de l’histoire. C’est ainsi qu’Allah envisage d’anéantir le Messie et sa Mère et même, si nécessaire, pour y arriver, tous les hommes avec eux (5.17 ; cf. Mt 2.16) ! Certes, ce verset est justifié comme illustration de l’absolue liberté et puissance d’Allah, mais cette explication ne peut cacher que la haine possible pour l'humanité et a fortiori pour le Messie et Sa Mère est directement contraire à la nature du vrai Dieu, qui est bon et créateur, miséricordieux et juste. Cette haine d’Allah contre le Messie, expression de celle du Talmud pour Jésus se retrouve dans la haine contre les chrétiens (Coran 9.30 ; Mt.10.17-36 ; Jn 15.18-16 .2). Jésus dit : « Ce que vous faites au plus petit des miens, c’est à Moi que vous le faites. » (Mt 10.40 ; 18.5 ; 25.40,45 ; Ac 9.5).

Si quelqu’un est choqué ou se sent offensé par mes propos, qu’il veuille bien considérer qu’ils sont conformes à la foi chrétienne et que je ne fais que mettre en pratique ce que le Coran demande lorsqu’il invite « les gens de l’Évangile à juger d’après ce que Dieu y a révélé » (5.47)…

Si les gens savaient qu’ils vont en Enfer, ils donneraient leur vie au Christ, mort et ressuscité pour le salut de tous !



[1] Voici quelques citations du Talmud au sujet de Jésus : « Jésus, fils illégitime, conçu pendant les règles de sa mère. » (Kallah, 1b. 18b) ; « Naissance de Jésus relatée dans les circonstances les plus honteuses. Judas a pissé sur Jésus. » (Toldoth Jeschu) ; « Désigné comme le fils de Pandira, un soldat romain. » (Abhodah Zarah II) ;« C’était un imbécile, et personne ne doit prêter attention aux imbéciles. » (Schabbath, 104b) ; « Séducteur, corrupteur et destructeur d’Israël. » (Sanhedrin, 107b, 43 a) ; « Jésus, mort comme une bête et enterré dans un tas de fiente. » (Zohar III, 282) ; « Il ne faut pas donner l’impression qu’on pourrait avoir du respect pour Jésus. » (Orach Chaiim, 113) ; « Ne pas donner par accident l’impression d’avoir du respect pour Jésus. » (Iore des, 150, 2) ; Talmud babylonien ; Sanhédrin 43 A… Cf. Mc 10.32-34 ; 14.43-65 ; Lc 11.53-54 ; Jn 8.37,59 ; 12.10 ; 15.18-26.

[2]  Cf. P. Louis Sheikho, « Le Christianisme et la littérature chrétienne en Arabie avant l'Islam, (3 vol.), Beyrouth, 1913, 1919, 1923.

[3] Alors même qu’il ose en faire par ailleurs un prophète comme un autre (Coran 5.75) et qu’il n’y a pourtant qu’un seul Messie…

[4] Assimiler Joachim à Amiram ou vice versa, comme certains osent le faire, relève de la fantaisie ! En effet, "Imran" en arabe est la contraction de Ammi-ram, qui signifie "mon peuple est haut placé"; tandis que "Yehoyaqim"" signifie "Yahweh suscite".

[5] Dans les Évangiles Apocryphes, le futur mari de la Vierge Marie devait être reconnu à ce que parmi tous les prétendants, seul son rameau fleurirait miraculeusement. Dans le Coran, les prétendants jettent non des rameaux, mais leur crayon, et ce n’est pas Joseph qui est désigné, mais Zacharie, le père Jean-Baptiste, et non pour épouser Marie, mais pour devenir son tuteur au Temple. Une autre preuve de l’emprunt du Coran aux Évangiles Apocryphes, est le fait qu’Issa parle dès sa naissance (Évangile de l’Enfance 1 / Coran 19.24), ou fabrique, encore enfant, des oiseaux de terre qu’il fait vivre (Évangile de l’Enfance, 38 / Coran 3.49). Lien video


 

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Safiyyah, la moglie Ebrea di Maometto

 

Questa che segue è la storia di Safiyyah Bint Ḥuyayy Ibn Aẖṭab, una donna ebrea catturata dalle truppe di Maometto durante l’attaccato a Khaybar e portata al profeta come parte del bottino. La storia è riportata oltre che nelle biografie di Maometto di Ibn Ishaq e di ibn Jarir Ṭabari anche nel Ṭabaqat al-kubra, l’opera più famosa dello storico islamico Muhammad ibn Sa’d (784 – 845). Safiyyah aveva diciassette anni ed era molto bella quando uccisero suo padre, suo marito e molti altri parenti. Maometto volle dormire con lei lo stesso giorno della sua cattura.

Safiyyah Maometto

Tabari p.345
“l’anno della spedizione di Khaybar, sposò Safiyyah, figlia di Ḥuyayy, figlio di Aẖṭab. Safiyyah era stata moglie di Sallām, figlio di Miškam, e, dopo la sua morte, di Kinānah, figlio di Rabī‘. Kinānah fu fatto prigioniero e messo a morte per ordine del Profeta che ricevette come propria parte del bottino Safiyyah”

Ishaq p.766
“Safiyyah nacque a Medina. Apparteneva alla tribù ebraica di Banu ‘I-Nadir. Quando questa tribù venne espulsa da Medina nel 4 A.H, Huyaiy fu uno di quelli che si stanziarono nella fertile colonia di Khaibar insieme a Kinana ibn al-Rabi’ con cui Safiyyah si era sposata poco prima che i musulmani attaccassero Khaibar. Allora aveva diciassette anni. Era stata la moglie di Sallam ibn Mishkam che l’aveva divorziata. Un miglio da Khaibar. Qui Maometto ha sposato Safiyyah. Hanno trascorso la notte in quel luogo, mentre Abu Ayyub al-Ansari  ha fatto da guardia alla tenda per tutta la notte. Quando alle prime ore della notte Maometto ha visto Abu Ayyub andare avanti e indietro, gli ha chiesto cosa significasse quel suo vigilare, lui ha detto: “Ho avuto paura per te con questa giovane donna. Hai ucciso suo padre, suo marito e molti suoi parenti, e sino a poco tempo prima era una miscredente. Avevo davvero paura per te a causa di quella donna.” Il profeta ha pregato per Abu Ayyub al-Ansari.

Safiyyah ha chiesto al profeta di aspettare sino a che non si fossero allontanati da Khaibar. “Perché?” ha chiesto lui. “Perché ho paura per te, nel caso gli ebrei fossero vicino a Khaibar!”

 

La  ragione per cui Safiyyah rifiutò le avances sessuali di Maometto, che aveva 57 anni, sono chiare a qualsiasi persona obiettiva. La maggior parte delle donne preferirebbe piangere un morto che finire nel letto dell’assassino di suo padre, del marito (torturato prima di essere decapitato) e altri parenti, per giunta il giorno stesso della loro uccisione. Ma il fatto che Maometto non potesse trattenere i suoi impulsi sessuali per un giorno, in modo da lasciare questa ragazza sola con il suo dolore, dice molto sulla sua morale.

Non siamo sicuri se il resto della storia sia vera o fabbricata dagli storici musulmani per coprire l’impressione dello stupro. Questo è tutto il materiale che ci è pervenuto sino ad ora per scoprire la verità, quindi dobbiamo attenerci a questi documenti tendenziosi scritti dagli storici musulmani.

La storia prosegue dicendo che Abu Ayyub era preoccupato per l’incolumità del profeta poiché Maometto aveva ucciso il padre, il marito e i parenti di Safiyyah. E’ infatti una follia dormire con una donna dopo aver assassinato i suoi cari. Nonostante ciò, le scuse di Safiyyah nel rigettare le avances di Maometto sembrarono illogiche. Quando Maometto portò questa ragazza nella tenda, aveva già ucciso tantissimi ebrei e stava vincendo molte battaglie. Se ci fossero stati altri ebrei, probabilmente sarebbero stati più preoccupati della loro vita che della castità di Safiyyah. Inoltre erano già all’interno della tenda, come avrebbero potuto sapere gli ebrei se stavano facendo sesso o meno? Mi chiedo quale altra scusa avrebbe potuto inventare perché dopo l’assassinio di suo padre, suo marito e altri cari la lasciasse stare almeno quella notte.

“Il giorno dopo una Walima (banchetto nuziale) è stata disposta in onore del Profeta’”

Notare che lo storico sta dicendo che il banchetto si tenne il giorno dopo l’incontro privato di Maometto con Maometto con Safiyyah, nel quale egli cercò di avere un rapporto sessuale con lei. Questo non presentava alcun problema per il Profeta, in quanto il suo Allah rivelò un versetto Coranico dove affermava che è permesso dormire con le donne catturate in guerra, senza  prima sposarle, anche qualora fossero sposate.

“Vi è vietato pure di avere rapporto con donne maritate, eccetto quello (schiave) che la vostra mano destra possiede’” (C.4:24)

Il versetto sopraccitato dimostra che il Santo profeta non credeva che gli schiavi avessero diritti e dignità. Una donna sarebbe potuta essere felicemente sposata, ma se Maometto e i suoi devoti seguaci attaccavano la sua gente e la catturavano perdeva tutti i diritti; e mentre suo marito veniva ucciso o schiavizzato, lei sarebbe stata data ai Mujahid musulmani che l’avrebbero potuta stuprare con la benedizione di Allah.

Questo è confermato in un altro versetto.

Corano 23:1-7

1- Certamente prospereranno i credenti,
2- Che nel fare preghiera si umiliano,
3- Che schivano i discorsi futili,
4- Che fanno l’elemosina,
5- Che si astengono dall’unione sessuale,
6- Eccetto le loro mogli o ciò che possiedono le loro destre (le schiave) poiché in ciò essi non sono da biasimare,
7- Però chi desideri più di questo, quelli sono i trasgressori.

Continuiamo con la storia di Safiyyah.

“Le altre mogli del Profeta hanno mostrato la loro gelosia facendo commenti sulle sue origini ebraiche. Ma il Profeta l’ha sempre difesa. Una volta Safiyyah si è infastidita dei commenti esagerati di tutte le mogli arabe del Profeta. Si è lamentata con il Profeta che ha provato grande compassione per lei. L’ha consolata e incoraggiata. L’ha munita di logica. Ha detto: “Safiyyah, sii coraggiosa e indifferente. Loro non potranno mai essere superiori a te. Dì loro: Io sono la donna del Profeta Harun, la nipote del Profeta Musa, e la moglie del Profeta Maometto.” Quando è stata catturata con altri prigionieri di guerra, il Profeta le ha detto: “Safiyyah, tuo padre ha sempre mantenuto inimicizia con me sino a che Allah ha preso la sua decisione.” Lei ha risposto: “Ma Allah non attribuisce ad uno i peccati dell’altro”.

Ciò ovviamente contraddice il comportamento di Maometto;  ha annientato l’intero popolo Bani Qurayza con il pretesto che alcuni di loro avevano ucciso dei musulmani indifesi (questo nonostante il versetto: non verrà caricata un’anima, già caricata dai propri peccati”
(C.53:38)

Anche in questo caso non fu Allah a prendere la decisione finale. Il padre di Safiyyah fu assassinato dagli uomini di Maometto, non da Allah. E’ come se Hitler avesse affermato che era Dio ad uccidere gli ebrei durante l’Olocausto. Se Allah avesse voluto uccidere tutta quella gente (che Maometto e la sua armata assassinarono), avrebbe potuto farlo da solo.

“Il Profeta le ha dato la scelta di unirsi alla sua gente una volta liberi, o accettare l’Islam e unirsi in matrimonio con lui”

 

Dobbiamo ricordare che Maometto torturò il marito di Safiyyah, assassinò quasi tutto il suo popolo e sottomessi i superstiti. Quindi, offrirle di unirsi alla sua gente non è stata propriamente una dimostrazione di altruismo.

“Lei che era molto intelligente e gentile ha detto: “O Messagero di Allah, io speravo nell’Islam e ti ho accettato prima del tuo invito. Ora che ho l’onore di essere in tua presenza, mi viene data la scelta di scegliere tra il kufr e l’Islam e giuro su Allah, che Allah e il suo Messaggero sono più cari di me stessa, della mia libertà e del seguire la mia gente.” (Tabaqat)

Questa confessione, se realmente avvenuta, fu sincera? La ragazza fu schiavizzata da un uomo che sterminò la sua famiglia e avrebbe potuto fare lo stesso con lei. Basta leggere quanto riportato sopra in riferimento alla sua “libertà”. Questo dimostra chiaramente che non era libera, e in effetti quelle bugie furono l’unico modo per tutelare la propria incolumità.

“Quando Safiyyah si è sposata era molto giovane, e secondo ciò che è stato riportato aveva non più di diciassette anni ed era estremamente bella. Una volta Aisha ha detto qualche cosa a proposito della sua bassa statura, a cui il Profeta ha risposto: “Hai detto una cosa che se fosse stata lasciata nel mare, si sarebbe macchiata con esso sporcando l’acqua.” (Abu Dawud). Safiyyah non solo era profondamente innamorata del Profeta ma lo rispettava come il Messaggero di Allah, in quanto aveva sentito le conversazioni di suo padre e dello zio dopo essere tornati da Medina. Quando il Profeta è migrato da Medina, sono andati da lui per scoprire se fosse il vero Profeta di cui le Scritture parlavano. Quando sono tornati, Safiyyah era a letto, e li ascoltava. Uno di loro ha chiesto: “Cosa ne pensi di lui?” Lui ha risposto, “E’ lo stesso Profeta di cui le Scritture parlano”. Allora l’altro ha detto: “Cosa dobbiamo fare?” La risposta è stata che dovevano opporsi a lui con tutte le forze.

Questa storia raccontata da Abu Dawud è credibile? Come possono due ebrei riconoscere in Maometto il Profeta di cui le Sacre Scritture parlano, e decidere di opporvisi con tutte le forze? Non ha senso. Sfida ogni logica. Solo gli ingenui possono credere a queste stupidaggini. Non è chiaro se Safiyia abbia mentito per essere accettata dai nemici o è un’altra post-fabbricazione di credenti zelanti. Per quale motivo qualcuno dovrebbe decidere di opporsi con tutte le sue forze a colui che è stato riconosciuto come il promesso dalle proprie scritture? Ma questo non è tutto! Dove, nella Bibbia, si cita Maometto?

“Quindi Safiyyah si è convinta della verità del Profeta. Non ha risparmiato alcuna fatica nel prendersi cura di lui, e provvedere con qualsiasi conforto potesse venirle in mente. Questo è stato evidente sin da quando è giunta al cospetto di Maometto dopo la caduta di Khaibar.”

Notate come lo scrittore si contraddice in questa pagina? Solo poche righe prima abbiamo letto che Safiyyah è stata catturata ed è stata portata da Maometto come prigioniera di guerra. Non è andata di sua spontanea volontà. E’ stata presa da Maometto perché era più giovane e bella delle altre donne catturate.

“Il Profeta ha provato del risentimento nei suoi confronti quando si è rifiutata di entrare in intimità con lui nel viaggio precedente. Durante la fermata seguente, il Profeta ha trascorso momenti di intimità con lei e vi ha trascorso l’intera notte. Quando le è stato chiesto, da Umm Sulaim, “Cos’hai visto nel Messaggero di Allah?”  ha risposto che lui era molto compiaciuto di lei e che hanno passato l’intera notte a parlare. Lui le ha chiesto, “Perché hai rifiutato la prima notte quando desideravo avere dell’intimità con te?” Lei ha risposto, “Ho avuto paura della vicinanza degli ebrei.” Questo ha contribuito che ai suoi occhi i miei meriti aumentassero.” (Tabaqat)

Bukhari ha riportato le stesse Hadith sull’invasione di Khabair e come Maometto incontrò Safiyyah.

Sahih Bukhari Volume 1, Libro 8, Numero 367:
Ha Narrato  ‘Abdul ‘Aziz:
Anas ha detto, “Quando l’Apostolo di Allah ha invaso Khaibar, abbiamo offerto la preghiera del Fajr in quel luogo la mattina presto, quando ancora era buio. Il Profeta cavalcava e lo stesso Abu Talha, io cavalcavo dietro Abu Talha. Il Profeta ha passato la strada di Khaibair velocemente e le mie ginocchia sfioravano le cosce del Profeta. Lui ha scoperto la coscia e ho visto la bianchezza delle sue cosce. Quando siamo entrati nella città lui ha detto: ‘Allahu Akbar! Khaibar è rovinata. Ogni qualvolta ci avviciniamo ad una nazione ostile (per combattere), la malvagità sarà il mattino di coloro che sono stati avvertiti.” Ha ripetuto questo per tre volte. La gente usciva per recarsi al lavoro e qualcuno ha detto: “Maometto è arrivato.” (Qualcuno dei nostri compagni ha aggiunto, “Con la sua armata!”) Abbiamo conquistato Khaibar, catturato  i prigionieri e raccolto il bottino. Dihya è venuto e ha detto: “O Profeta di Allah! Dammi una schiava dei prigionieri catturati.” Il Profeta ha risposto: ” Andate e prendete ogni schiava.”

Lui ha preso Safiya bint Huyai. Un uomo si avvicinato al Profeta e ha detto: “O Profeta di Allah! Tu hai dato Safiya bint Huyai a Dihya e lei è la donna del  capo  della tribù dei Quraiza e An-Nadir quindi appartiene solo a te.” Allora il Profeto ha detto: “Portatelo qui con lei.” Quindi Dihya è andato dal Profeta con lei e quanto il Profeta l’ha vista, ha detto: “Prendi un’altra schiava tra i prigionieri.” Anas ha aggiunto: Il Profeta l’ha liberata e sposata.

Thabit ha chiesto ad  Anas, “O Abu Hamza! Quanto ha pagato il Profeta come Mahr per averla liberata e sposata?” Lui ha risposto: ” La sua persona è stata il suo Mahr in quanto lui l’ha liberata e sposata.” Anas ha aggiunto: “Mentre tornavamo, Um Sulaim l’ha vestita per la cerimonia di nozze e durante la notte l’ha mandata come sposa al Profeta.”

Mahr (dote), è il denaro che la sposa riceve dal marito quando lui la sposa. Maometto non pagò a Safiyyah il suo Mahr in quanto lui avrebbe dovuto pagare se stesso per averla liberata. Certamente l’ironia sta nel fatto che lui non l’ha comprata ma schiavizzata invadendo il suo villaggio. Questa storia è importante perché mostra la morale e i valori etici del Profeta Maometto. (La pace sia sulla sua anima immacolata).

La nostra sensibilità moderna ci fa rabbrividire nel sentire storie come questa, tuttavia Maometto pensava che avrebbe ricevuto due premi sposando Safiyyah. Uno per aver liberato qualcuno, quindi nessun altro all’infuori di lui l’avrebbe schiavizzata, l’altro per aver sposato una bella ragazza che aveva quarant’anni meno di lui.

Sunan Abi Dawud Libro 20, Numero 66:
Qatadah disse, “Quando l’Aposto di Allah (saw) partecipava ad una battaglia vi era per lui una porzione speciale (del bottino) che egli sceglieva a suo piacimento. Safiyyah era di quella porzione. Ma quando egli non partecipava di persona in una battaglia, una porzione veniva comunque riservata per lui, ma sulla quale non aveva scelta. [cioé, cosa riceveva veniva scelto per lui]

Sahih Muslim Libro 8, Numero 3327:
Abu Musa riporta che il Messaggero di Allah (possa la pace essere su di lui) ha detto che per colui che emancipa una schiava e poi la sposa, ci sono due ricompense.

In altri due hadith si legge:

Sahih Bukhari Volume 5, Libro 59, Numero 512:
Ha Narrato Anas:
Il Profeta ha compiuto  la preghiera vicino a Khaibar mentre ancora era buio e ha detto, “Allahu-Akbar! Khaibar è distrutta, poiché ogni volta che ci avviciniamo ad una nazione ostile per combattere, il malvagio sarà il mattino per coloro che sono stati avvertiti.” Quindi gli abitanti di Khaibar sono usciti fuggendo  per le strade. Il Profeta ha ucciso i combattenti, i figli e le donne catturati. Safiyyah era tra i prigionieri; è finita prima nel bottino di Dahya Alkali, ma dopo è andata al Profeta. Il Profeta ha considerato la sua libertà come Mahr (cioè regalo di matrimonio).”

Sahih Bukhari Volume 5, Libro 59, Numero 513:
Ha narrato Malik bin Anas:
“Il Profeta ha preso Safiya come un prigioniera. Lui l’ha liberata e la sposò.” Thabit chiese ad Anas “Cosa le ha dato come Mahr (cioè regalo matrimonio)?”, Anas rispose “La sua Mahr era lei stessa, perché l’ha affrancata.”  http://islamicamentando.altervista.org/safiyyah-moglie-ebrea/

Ebraismo e islam

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
 
Gerusalemme, la prima Città Santa dell'Ebraismo e la terza Città Santa dell'Islam.
 
Gran Mufti Mustafa Ceric, presidente del consiglio d'Europa President Herman Van-Rompuy, il rabbino Marc-Schneier e l'imam Abdujalil Sajid

Le relazioni tra Ebraismo e Islam sono iniziate nel VII secolo dell'era volgare con il nascere e la diffusione dell'Islam nella penisola araba.

Le due religioni condividono simili valori, principi e linee guida. L'Islam incorpora anche la storia ebraica come parte della propria. I musulmani considerano i Figli di Israele quale importante concetto religioso dell'Islam. Mosè, il profeta più importante dell'Ebraismo, è considerato profeta anche dell'Islam.[1] Mosè viene citato nel Corano più di qualsiasi altro personaggio e la sua vita è raccontata e dettagliata più di qualsiasi altro profeta.[2] Ci sono circa 43 riferimenti agli Israeliti nel Corano (escludendo i singoli profeti),[3] e molti anche negli ḥadīth. Autorità rabbiniche successive e studiosi ebrei come Maimonide discutono la relazione tra Legge islamica e Legge ebraica. Maimonide stesso, si afferma, è stato influenzato dal pensiero giuridico islamico.[4]

Poiché Islam ed Ebraismo condividono origini comuni nel Medio Oriente tramite Abramo, entrambi sono considerate religioni abramitiche. Esistono molti aspetti comuni tra le due religioni: l'Islam fu fortemente influenzato dell'Ebraismo nella sua visione religiosa fondamentale, nella struttura, giurisprudenza e pratica.[5] A causa di questa somiglianza, e anche per l'influenza della cultura e filosofia musulmane sulla comunità ebraica nell'ambito del mondo islamico, c'è stata una notevole sovrapposizione fisica, teologica e politica, che continua ad esistere tra le due fedi da circa 1400 anni.

 

 

Agosto 2002

Estratto dalla rivista Spectrum Magazine

dal Sito Web SpectrumMagazine

ripreso dal Sito Web WayBackMachine

10 Aprile 2014

dal Sito Web ArmonicosDeConciencia

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in Inglese

Versione in spagnolo

 

 

 

 

Nota dell’editore:

Non sappiamo né quando, né dove ci troveremo di fronte ad un tipo di notizia veramente rivelatrice, degna di condividere con tutti voi:

-   Come il Vaticano creò l’Islam   -

La sconcertante storia raccontata dall’ex sacerdote gesuita Alberto Rivera per il Cardinale Bea quando ancora faceva parte del Vaticano.

 

 

 

NOTA DEL TRADUTTORE

Anche se, com’è ovvio, questa è un’informazione super sensibile (da verificare) e mette a nudo il Vaticano e i suoi piani nefasti durante i secoli, hanno fatto una brutta propaganda contro l’autore della stessa …

 

Perciò metto questo collegamento per farvi conoscere chi era realmente Alberto Rivera.

 

Per gli altri, suggerisco solo di avere una mente aperta, critica e compassionevole per cercare di comprendere tutta l’oscura trama dietro le quinte del Vaticano, poiché senza arrivare ad affermare che quanto scriviamo sia assolutamente certo, la cosa che è chiara è chi rappresenta realmente quest’Istituzione.

 

 

Che pensate di una pubblicazione in forma "cartone animato" per scoprire l’importante storia soppressa dal Vaticano/Gesuiti della creazione dell’Islam e del fondatore dell’Islamismo, il profeta Maometto?

 

Come dall’introduzione di quanto state per leggere:

"Questa informazione proviene dal signor Alberto Rivera, ex sacerdote gesuita, dopo la sua conversione al cristianesimo protestante. E’ un estratto da Il Profeta, pubblicato da Chick Publications PO Box 662, Chino CA 91708.

 

Dalla sua pubblicazione e dopo vari tentativi falliti contro la sua vita, si dice che morì all’improvviso per un’intossicazione alimentare. La sua testimonianza non deve passare sotto silenzio.

 

Il Dr. Rivera continua a parlarci".

 

 

" La distruzione del Tempio di Gerusalemme",

di Nicolas Poussin (1637)

 

 

Più informazioni e illustrazioni a colori che lo riguardano e altro materiale attinente si trovano disponibili da vedere e comprare su www.choosinglife.net/Islam.htm (tenete presente che l’indirizzo del sito web è sensibile alla I maiuscola della parola Islam).

 

Vista la natura provocatoria di questo materiale, (E.Y.) ho sollecitato Rick Martin a contattare Eric John Phelps, amico della Rivista SPECTRUM e autore del lavoro di ricerca di grande successo: ASSASSINI DEL VATICANO (VATICAN ASSASSINS), per conoscere la sua opinione al riguardo.

 

Questo è quanto Eric ha risposto via mail:

"Questo fa parte della serie dei comics di Chick Publications, dal titolo Il Profeta. Ed è assolutamente vero. L’Islam è una spada della Chiesa messa in evidenza da coloro che sono stati assassinati per mano dei Musulmani negli ultimi 100 anni."

Eric ha anche detto in un suo comunicato posteriore che il Dr Alberto Rivera aveva comunicato pubblicamente questa informazione per la prima volta nel 1988.

 

Anche se Eric avesse voluto aggiungere altre venti pagine con ulteriori dettagli di questo documento per saggiare la mano di Roma su tutto ciò, analisi di Eric Phelps di un recente esempio della tipica doppia natura della propaganda del Vaticano, si potrebbe seguire il filo abbastanza facilmente con i mezzi controllati dai suoi burattini, secondo quanto espone nel racconto seguente.

 

Prestate attenzione a tutto lo scenario che è descritto a continuazione; non rimanete attaccati ai concetti del linguaggio teologico arcano o simile che deriva ovviamente dalla formazione del Dr. Rivera. Le Energie Oscure, o chiamatele come volete, si rivelano con le loro AZIONI!

 

Prestate anche molta attenzione all’altro filo conduttore della narrazione, quello che facilita un precedente importante per capire la causa del lungo e prolungato conflitto arabo israeliano.

 

In un grazioso contrasto con il quale siete stati programmati a credere dai mezzi di comunicazione che gli Arabi e gli Israeliani non si sopportano, in questa edizione di The SPECTRUM, vi diamo una visione personale molto forte degli Ebrei che condividono con gli Arabi.

 

L’inclinazione reale (naturale) della gente, anche di diversa origine, è quella di vivere in pace e comportarsi bene a partire dalle basi comuni umane; si rivela sempre quando si istigano certe condizioni (da parte dei diabolici che operano dietro le quinte) e che si calcola siano quelli che provocano i conflitti e le guerre artificiali.

 

Quanto segue è un buon esempio di detti scenari diabolici dietro le quinte, portati a termine da coloro che sono rimasti opportunamente sotto l’ombra delle Energie Oscure.

 

 

 

Il Profeta Maometto

dal sito Web ChoosingLife

Preso dal Sito Web WayBackMachine

 

Ciò che racconterò mi è stato confidato in riunioni segrete realizzate in Vaticano dove io esercitavo ancora come sacerdote gesuita, sotto giuramento e convinzione.

 

Un gesuita cardinale che si chiama Augustine Bea mi rivelò quanto i Cattolici Romani, alla fine del terzo secolo, desideravano ardentemente Gerusalemme visto il suo significato religioso e la sua posizione strategica: la Città Santa era considerata come un tesoro inestimabile.

 

Allora bisognava sviluppare un Piano per convertire Gerusalemme in una città cattolica romana. La grande fonte di risorse umane per portare avanti questo piano sarebbero stati i discendenti di Ismaele.

 

I poveri Arabi caddero vittime dei piani più astuti mai disegnati dai Poteri dell’Oscurità.

 

 

 

 

I primi cristiani andavano per il mondo a predicare il Vangelo e fondavano piccole chiese, ma trovavano sempre molta opposizione.

 

Sia gli Ebrei sia il governo di Roma perseguitavano i veri credenti cristiani e combattevano per arrestare la loro espansione.

 

Fino a quando gli Ebrei si ribellarono a Roma e nell’anno 70 d.C. gli eserciti romani comandati dal generale Tito attaccarono Gerusalemme e distrussero il grande tempio ebraico, cuore del culto ebraico…Questo fu il "compimento" della profezia di Gesù in Matteo 24.2 (E Gesù disse: Non vedete tutto questo? In verità vi dico: non rimarrà nessuna pietra, tutto sarà distrutto).

 

Su questo luogo santo, dove prima si trovava il Tempio, la Cupola della Roccia si trasformava nel secondo luogo più sacro al mondo di fede islamica.

 

Si avvicinavano venti di cambiamento: corruzione, apatia, avidità, crudeltà, perversione e ribellione erodevano l’Impero romano. Tutto era sul punto di collassare. La persecuzione contro i Cristiani era inutile poiché continuavano a donare le loro vite per il Vangelo di Cristo.

 

L’unica forma con cui Satana poteva fermare quest’impulso, era creare un falso "Cristianesimo" per distruggere l’opera di Dio.

 

La soluzione stava a Roma. La sua religione doveva provenire dall’antica Babilonia, e tutto quello che era necessario per pulire l’immagine. Questo non è successo dalla notte alla mattina, iniziò però dagli scritti dei "primi Padri della Chiesa".

 

Fu attraverso questi scritti che una nuova religione iniziò a consolidarsi. La statua di Giove in Roma fu poi rimpiazzata con quella di San Pietro e quella di Venere dalla Vergine Maria. Il luogo scelto come sede si trovava su una delle sette colline, il Vaticanus – il luogo del serpente marino dove si erge il Tempio satanico di Giano.

 

 

(Nota del traduttore: Vaticanus, in latino, Centro di Indovini, Centro di Divinazioni. Il signor Alberto Rivera la definisce l’Officina di Satana sulla Terra - vedi Video: L’Anticristo, parte 1)

 

 

La grande falsa religione - Il CATTOLICESIMO ROMANO - anche conosciuta come "LA RELIGIONE DEI MISTERI, LA GRANDE BABILONIA, MADRE DI TUTTE LE PROSTITUTE E ABOMINI DELLA TERRA" (Libro delle Rivelazioni 17:5), fu creata per bloccare il Vangelo, massacrare i credenti cristiani, instaurare religioni, creare guerre e far sì che le nazioni si ubriacassero con il vino della loro fornicazione come vedremo dopo.

 

Le principali tre religioni hanno un denominatore comune – ognuna ha il suo luogo santo verso cui dirigere lo sguardo in cerca della guida e dell’illuminazione. I cattolici romani hanno il Vaticano come Città Santa. Gli Ebrei il Muro del Pianto in Gerusalemme e i musulmani hanno La Mecca.

 

Ogni gruppo crede di ricevere un certo tipo di benedizioni per il resto della vita se visitano il rispettivo luogo santo.

 

I primi tempi dell’Islam, i visitatori portavano regali alla "Casa di Dio" e i custodi della Kaaba erano gentili e ospitali. Alcuni portavano i loro idoli e per non offendere quei guardiani, li deponevano all’esterno del tempio.

 

Si dice che gli Ebrei vedevano la Kaaba come un tabernacolo remoto del Signore e lo veneravano fino a quando non ha iniziato a essere profanato con idoli.

 

 

La Kaaba, Mecca

 

 

Parte del tesoro della Kaaba e le offerte furono poi gettate in un pozzo (lo Zamzam) riempito poi di sabbia e scomparve

 

 

(Nota di Gloria: però permisero che il dio moabita "Hu-Bal" - B-ALÁ, BAAL - Vedi Tra il culto satanico a Saturno e la Fisica Quantistica - continuasse nella Kaaba)…

 

 

Col passare degli anni, un certo Adb al-Muttalib ebbe una visione in cui vedeva dove si trovavano il pozzo e il suo tesoro. Divenne allora l’eroe della Mecca e fu destinato a essere il nonno di Maometto.

 

Prima di questo, Agostino era divento "Vescovo" in Africa del Nord ed era molto bravo nel convertire arabi al Cattolicesimo Romano, anche con i membri di tutte le tribù. Tra questi Arabi convertiti al Cattolicesimo che iniziò a svilupparsi il concetto di un Profeta arabo.

 

Il padre di Maometto muore di malattia. Le grandi famiglie arabe, inviavano in luoghi come La Mecca, i loro figli maschi nel deserto per essere educati e a prendersi cura di tribù beduine, evitando così le piaghe delle città.

 

Poco tempo dopo morirono anche la madre e il nonno di Maometto. Egli era rimasto a carico di suo zio. Un monaco cattolico scopre il suo "destino" e avverte lo zio di Maometto:

"Porta il figlio di tuo fratello nel suo paese e proteggilo dagli Ebrei, perché per Dio, se lo vedono e arrivano a sapere quello che io so, pianificheranno che il male contro di lui. Grandi cose attendono il figlio di tuo fratello".

Il monaco cattolico romano aveva acceso la fiamma delle future persecuzioni ebree per mano dei seguaci di Maometto.

 

Il Vaticano desiderava (Nota di Gloria: e continua a farlo: il Vaticano preme per il controllo di Sion) Gerusalemme a tutti i costi visto la sua importanza religiosa, però questa era bloccata dagli Ebrei.

 

Un altro problema erano i veri cristiani dell’Africa del Nord. Predicatori del Vangelo. Il cattolicesimo romano stava potenziandosi e non tollerava nessun tipo di opposizione.

 

In qualche modo, il Vaticano doveva creare un’arma per eliminare sia gli Ebrei sia i veri credenti che rifiutavano di accettare il cattolicesimo romano. Posero gli occhi sull’Africa del Nord e videro le moltitudini di Arabi come fonte di mano d’opera per fare il lavoro sporco.

 

Alcuni Arabi si erano convertiti al Cattolicesimo romano. Il loro utilizzo sarà di informare i loro capi a Roma; altri dovranno creare una rete di spionaggio segreto con il fine di mettere in moto il Piano Maestro di Roma sul controllo delle grandi moltitudini arabe che rifiutavano il cattolicesimo.

 

Quando apparve sulla scena Sant’Agostino sapeva cosa era in gestazione. I suoi monasteri servirono da base per cercare e distruggere i manoscritti biblici che appartenevano ai veri cristiani.

 

Il Vaticano desiderava creare un Messia per gli Arabi, qualcuno che potessero innalzare come gran leader, un uomo con carisma che potessero allenare e con il tempo potesse unire a lui gli Arabi in un potente esercito che arrivasse a conquistare Gerusalemme per il Papa.

 

In Vaticano il Cardinal Bea ci ha raccontato questa storia:

"Una donna araba ricca, fedele seguace del Papa, ebbe un ruolo di grandissima importanza in questo dramma. Era una vedova che si chiamava Khadijah. Aveva donato la sua ricchezza alla Madre Chiesa e si era ritirata in un convento.

 

La sua missione era trovare un giovane brillante che il Vaticano potesse usare per creare una nuova religione e diventare il messia per i figli di Ismaele.

 

Khadijah aveva un cugino, Waraquah, che come lei era un cattolico molto fedele. Aveva un’influenza potente su Maometto. Inviarono maestri a Maometto che fu sottoposto a un allenamento intensivo.

 

Egli divorò le opere di Sant’Agostino che lo prepararono alla "grande chiamata". Seguendo gli ordini del Vaticano, gli Arabi cattolici dell’Africa del Nord, iniziarono a propagare la storia che un grande uomo si sarebbe elevato tra i popoli e sarebbe stato il prescelto dal suo Dio.

 

Nel frattempo dicevano a Maometto che i suoi nemici erano gli Ebrei e che i cattolici erano i cristiani veri e che gli altri che si autodefinivano cristiani erano empi impostori e figli del diavolo e dovevano essere distrutti. Molti musulmani credettero in questo.

 

Quando Maometto iniziò a ricevere le sue "rivelazioni divine" Waraquah, il cugino cattolico di sua moglie, lo aiutava a interpretarle. A partire da queste rivelazioni nacque il Corano.

 

Il quinto anno della sua missione iniziò una forte persecuzione contro i suoi seguaci perché si rifiutavano di adorare gli idoli della Kaaba.

 

Maometto li inviò in Abissinia dove il Negus, il re cattolico romano, accettò di riceverli e di proteggerli poiché condividevano gli insegnamenti sulla Vergine Maria tanto influenzati dalla dottrina cattolica romana.

 

Maometto poi conquistò La Mecca e la Kaaba fu depurata dagli idoli.

 

La storia prova che prima che esistesse l’Islam, i Sabei di Arabia adoravano il dio Lina, sposo della dea Sole. Essi diedero vita a tre dee che furono onorate da tutto il mondo arabo come "le Figlie di Allah". Un idolo trovato a Hazor in Palestina negli anni ’50 mostra Allah seduto su un trono con la luna crescente sul petto.

 

Maometto afferma di aver ricevuto una visione di Allah che diceva:

"Tu sei il messaggero di Allah".

A questo punto inizierebbe la sua carriera da profeta e continuò a ricevere messaggi.

 

Infatti quando Maometto morì, la religione dell’Islam stava espandendosi. Le tribù nomadi arabe iniziavano a unire le forze in nome di Allah e del suo Profeta Maometto.

 

Alcuni degli scritti di Maometto furono inseriti nel Corano e altri non furono mai pubblicati; rimasero nelle mani di uomini santi dell’alta gerarchia (ayatollah)."

Quando il cardinal Bea condivise con noi questa informazione sul Vaticano, disse:

"Questi scritti rimangono conservati perché contengono informazioni chiave sui vincoli del Vaticano e la creazione dell’Islam".

Se fossero esposti, ognuna delle parti possiede molte informazioni sulla parte opposta. Questo potrebbe generare uno scandalo che porterebbe al disastro tutte e due le religioni.

 

Nel suo libro santo "il Corano", Gesù è visto come un profeta. Se il Papa era il rappresentante di Dio sulla Terra avrebbe dovuto essere anche lui un profeta di Dio. Questo fece sì che i seguaci di Maometto temessero e rispettassero il papa come un altro "uomo santo".

 

Il Papa si mosse rapidamente ed emise delle bolle dando carta bianca ai generali arabi per invadere e conquistare le nazioni del Nord Africa.

 

Il Vaticano aiutò a finanziare quegli eserciti di massa islamici in cambio di tre favori:

  1. Eliminare gli Ebrei e I cristiani (I veri credenti che loro chiamavano infedeli);

  2. Proteggere i monaci agostiniani e i cattolici romani;

  3. Conquistare Gerusalemme per "Sua Santità" del Vaticano.

Con il passare del tempo, l’Islam diventò molto potente…

 

Gli Ebrei e i veri cristiani erano stati assassinati e Gerusalemme cadde nelle sue mani. Curiosamente in questo periodo, i cattolici e i luoghi sacri non furono attaccati. Però quando il Papa reclamò Gerusalemme, fu sorpreso dalla risposta negativa!

 

I generali arabi avevano avuto un gran successo militare che nemmeno il papa poteva intimidirli – adesso niente poteva opporsi ai loro piani.

 

Sotto la direzione di Waraquah, Maometto lasciò scritto nel Corano la grande menzogna: Abramo aveva offerto in sacrificio Ismaele. La Bibbia dice chiaramente che Isacco era da sacrificare, ma Maometto cancellò il nome di Isacco e lo sostituì con Ismaele.

 

Il risultato di quest’atto e la visione di Maometto, fu che i fedeli musulmani costruirono una moschea, la cupola della Roccia, in onore di Ismaele sullo stesso luogo del tempio ebraico che era stato distrutto nel 70 d.C., trasformando Gerusalemme nel secondo luogo santo più importante della fede dell’Islam. Come potevano dare al Papa un luogo così santo senza creare una ribellione?

 

Il Papa percepì che ciò che aveva creato era fuori controllo quando seppe che i musulmani definivano infedele "Sua Santità". I generali musulmani erano determinati a conquistare il mondo per Allah e misero gli occhi sull’Europa.

 

Gli ambasciatori islamici si avvicinarono al Papa in Vaticano e chiesero bolle papali per invadere i paesi europei. Il Vaticano era furioso: la guerra era inevitabile. I poteri temporali e il controllo del mondo appartenevano al Papa.

 

Questi non avrebbe pensato mai di condividerlo con coloro che considerava "empi".

 

 

La cupola della Roccia

 

 

Il Papa riunì i suoi eserciti e li chiamò Crociati per evitare che i figli di Ismaele conquistassero l’Europa cattolica.

 

Le Crociate durarono secoli e Gerusalemme scivolò dalle mani del Papa. Turchia cadde, e Spagna e Portogallo furono invase dalla e le forze islamiche. In Portogallo misero "Fatima" in un villaggio tra le montagne in onore della figlia di Maometto. Mai avrebbero immaginato che arrivasse a essere tanto famosa nel mondo.

 

Anni dopo, quando gli eserciti musulmani erano pronti nelle isole di Sardegna e Corsica per invadere l’Italia, si presentò un problema serio. Era ora di negoziare la pace. Uno dei negoziatori fu Francesco d’Assisi.

 

Il risultato delle negoziazioni fu il permesso dato ai Musulmani di occupare la Turchia in un "mondo cristiano" e ai cattolici di occupare la Libia in un "mondo arabo". Fu permesso ai musulmani di costruire moschee nei paesi cattolici senza interferenze sempre che il cattolicesimo potesse fiorire nei paesi arabi.

 

Il cardinale Bea ci disse che i musulmani e i cattolici si misero d’accordo per bloccare e distruggere i mutui nemici: i missionari cristiani dei credenti nella Bibbia.

 

Con questi concordati, Satana bloccò l’accesso alle scritture e alla verità sul figlio di Ismaele.

 

Tutta la comunità islamica vede i missionari credenti come diavoli che vanno ad avvelenare o distruggere i figli di Allah. Questo spiega perché di anni di ministero senza frutti in quei paesi.

 

Il Vaticano diede vita a una campagna di odio tra gli Arabi musulmani e gli Ebrei. Prima di tutto questo i due popoli convivevano pacificamente. Si mantenne un fermo controllo sui musulmani, dall’ayatollah ai sacerdoti, dal monaco alla monaca islamica.

 

Il passo seguente era controllare l’Islam. Nel 1910, il Portogallo stava diventando socialista. Dappertutto apparivano bandiere rosse. La chiesa cattolica affrontava un grande problema. Sempre più cittadini erano contro la Chiesa.

 

I Gesuiti volevano coinvolgere la Russia e ubicare questa visione a Fatima avrebbe potuto giocare un ruolo importante per avvicinare l’Islam alla Madre Chiesa. Nel 1917, la Vergine apparve a Fatima. L’apparizione della Madre di Dio ebbe un tremendo successo e la vide una immensa moltitudine. Il risultato fu che i socialisti del Portogallo subirono una grande sconfitta.

 

I Cattolici del mondo cominciarono a pregare per la conversione della Russia. E i Gesuiti inventarono le novene di Fatima, che si facevano anche in Africa del Nord diffondendo buone relazioni pubbliche con il mondo islamico.

 

Gli Arabi credevano di onorare la figlia di Maometto, proprio quello che volevano i Gesuiti.

 

Il risultato diretto della visione di Fatima fu che papa Pio XII ordinò al suo esercito nazista di schiacciare la Russia e la religione ortodossa e rendere la stessa Cattolica. Pochi anni dopo aver perso la Seconda Guerra Mondiale, Papa Pio XII sorprese il mondo con la sua falsa visione del "sole danzante" per mantenere Fatima sui giornali. Fu un fantastico spettacolo religioso e il mondo ci ha creduto. Non ci sorprende il fatto che l’unico a vederlo fu Papa Pio XII.

 

La conseguenza fu che un gruppo di seguaci di tutto il mondo si trasformò in un esercito celeste di milioni di cattolici  fedeli disposti a morire per la loro santa vergine. Ma ancora non abbiamo visto tutto. I Gesuiti avevano programmato l’apparizione della loro vergine per quattro o cinque volte in Cina, in Russia e in alcune grandi apparizioni negli Stati Uniti.

 

Cosa ha a che vedere tutto questo con l’Islam?

 

Vediamo cosa dice al riguardo il defunto vescovo Sheen:

"L’apparizione di nostra Signora di Fatima segnò un punto decisivo nella storia di 350 milioni di Musulmani.

 

Dopo la morte di sua figlia Fatima, Maometto scrisse che lei era "la donna più venerata in Paradiso dopo Maria".

 

La vergine Maria volle farsi conoscere come Nostra Signora di Fatima come un segnale e una promessa per i Musulmani che credono nella nascita virginale di Cristo, e un giorno crederanno nella sua divinità".

Il vescovo Sheen disse che le statue della Vergine di Fatima per i pellegrini, furono ricevute con entusiasmo dai Musulmani in Africa, India e in altri luoghi. E che ci sono adesso dei musulmani che si recano alla Chiesa Cattolica Romana.

 

Dr. Alberto Rivera

1988

 

 

Riferimenti:

 
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Origine talmudique de l'islam, 2, Myriam et Marie
abbepages  07/07/2013 14:39:27
L’ORIGINE TALMUDIQUE DE L’ISLAM, 1, MIRYAM

Dans cette série de vidéos consacrée à l’origine talmudique de l’islam, nous allons aujourd’hui montrer, pour celui qui ne se contente pas de répéter « Dieu sait mieux ! » mais fait attention à ce qui est véritablement écrit dans le Coran, comment le récit de la conception de Issa se fait l’écho des blasphèmes du Judaïsme talmudique pour qui Marie est une prostituée et Jésus est un bâtard (Yebamoth 49b ; Shabbath 104b ; Sanhédrin 106a & b).

En Islam, et dans le Coran en particulier, une femme n’est jamais nommée par son nom, parce qu’elle n’a pas le statut de personne, d’être libre et responsable de soi, mais elle est toujours désignée en référence à un mâle dont elle dépend, cependant, celle qui passe pour être la Vierge Marie, Miryam, y est désignée, et elle seule, par son nom, et même préférée à toutes les femmes (Coran 3.42). Mais ce respect du Coran pour Miryam est aussi illusoire qu’est irréelle l’existence de cette Miryam, puisqu’elle est la sœur d’Aaron, et qu’Aaron vécut 1200 ans avant Jésus… Cette plongée de Miryam et de son Fils en plein Ancien Testament trahit le Judaïsme rabbinique pour qui n’existe que l’Ancien Testament. Notons au passage comment la misogynie rabbinique exprimée chaque matin par tout Juif pieux remerciant Dieu de ne pas l’avoir créé femme, se révèle dès la naissance de Miryam lorsque le Coran fait remarquer qu’elle n’est qu’une fille (3.36. Cf. 4.117 ; 21.22 ; 37.150 ; 52.39)[1]…

La conception de Issa est ensuite décrite alors que Miryam a fui la compagnie des siens pour se retrouver en un endroit isolé, à l’abri des regards indiscrets, comportement incompréhensible, qui aujourd’hui encore dans les milieux arabes, expose une femme aux agressions, au viol, à l’homicide, et en tous cas à la mauvaise réputation. Voilà donc comment le Coran présente la Mère du Messie... Et c’est alors que l’esprit d’Allah lui apparait « sous la forme d’un homme parfait » (19.17), qui reconnaît n’être pas Dieu, mais seulement « son envoyé », « pour lui donner un enfant » (19.19). A ses propos, la Marie du Coran ne se défend pas d’être déjà accordée en mariage à Joseph ― Joseph que le Coran ignore superbement, et non sans raison, puisque c’est par lui que le Fils de la Vierge a été légalement introduit dans la lignée davidique, de laquelle devait naître le Messie, et que le Judaïsme ne veut pas de Jésus Messie. Mais revenons à Miryam, qui se contente de répondre qu’aucun homme ne l’a touchée et qu’elle n’est pas « une prostituée » (19.20), propos, on en conviendra, aussi superflu que peu décent. Miryam apprend donc que la volonté d’Allah est qu’elle devienne mère, et elle voit devant elle un homme parfait, c'est-à-dire qui n’est pas un énuque, envoyé pour lui donner un enfant… Que le Coran plus loin dise que Miryam « était restée vierge » (66.12), avant la conception du Messie, ne dit pas qu’elle l’est restée toujours.

Même si, en bon Antichrist, l’islam refuse l’Incarnation de Dieu (1 Jn 4.2-3), il ne peut cependant s’empêcher d’en confesser ici la nécessité en imaginant Dieu, qui est Esprit (Jn 4.24) apparaître sous la forme d’un homme, et parce qu’il la refuse, il en est réduit à imaginer une situation qui déshonore la Mère du Messie. L’idée d’une conception charnelle du Messie est corroborée par le fait que l’islam, comme le Judaïsme, ne connaît d’amour que charnel, ignorant si bien l’amour spirituel que pour lui la virginité consacrée n’est pas un choix de vie possible (24.32), y compris donc pour la Mère du Messie… mais encore, par le Coran, qui ne cesse de répéter : « Il ne convient pas à Allah de se donner un fils » (19.92,35 ; 10.68 ; 23.91 ; 2.116 ; 39.4 ; 43.81 ; 4.171). Si donc « Il ne convient pas à Allah de se donner un fils », c’est qu’Issa n’a pas été engendré par Allah, et si Issa n’a pas été engendré par Allah, c’est donc qu’il a été engendré par un homme. Il n’y a pas d’autre solution. Le Coran confirme l’idée de la conception charnelle du Messie lorsque pour nier la nature divine du Messie, il renie le caractère unique de Sa conception en identifiant celle-ci à celle d’Adam (Coran 3.59), pour la création duquel Allah a eu besoin de sperme (Coran 16.4)… L’histoire ne dit certes pas d’où venait ce sperme dont Allah eût besoin pour créer… le premier homme, mais cela prouve bien que pour l’islam, aucune conception ne peut se faire sans sperme...
Mais voilà que pour échapper à ce dilemme et s’enferrer dans une démoniaque incrédulité, l’exégèse islamique imagine une solution intermédiaire : l’esprit d’Allah chargé de donner un fils à Miryam ne serait ni homme ni Dieu, mais un Ange, l’Ange Jibril. Ce qui pose de nouvelles questions, car si l’esprit d’Allah n’est pas Allah mais un ange, qu’est-ce qu’un ange ? Et puisqu’il y a plusieurs anges, y a-t-il aussi plusieurs esprits d’Allah ? Et si Allah est un, l’esprit d’Allah n’est-il pas Allah ? Si l’esprit d’Allah n’est pas Allah, Allah est …
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Pubblichiamo questo lavoro come una testimonianza insostituibile che illuminerà tutti coloro che vedono l'ascesa della "seconda religione di Francia".
"L'Islam come religione specifica, scrive l'autore, è un mito. Il suo nome vero e originale è Ebraismo: un ammonitore della religione di Israele (sura XXV e LXXIII; qui t. I, p. 177)".
Dopo la dispersione, gli ebrei, troppo pochi di numero, non poterono distruggere la religione dell'Uomo-Dio che avevano crocifisso; hanno inventato la conquista dell'Islam per prendere il cristianesimo a tenaglie dal Bosforo e Gibilterra. Gli ebrei aiutarono i musulmani in tutte le loro invasioni; la storia conserva le prove per i nostri successori.
Citiamo anche il nome del misterioso "rabbino della Mecca" (pp. 97. sq.), Che H. Zakarias sembra ignorare: è il rabbino Ommaya ben Abiq Çalt, che era, peraltro, un ebreo siriaco.
Ecco un altro giudizio:
"Le affermazioni dogmatiche del Corano non sono altro che resti informi di verità cattoliche, unite alle follie talmudiche e alle voluttuose immaginazioni d'Oriente. Dopo aver confinato l'uomo quaggiù ai piaceri di una vita molto sensuale, non sa come elevatelo più in alto, anche nel paradiso che si apre davanti a lui uscendo dalla vita presente: ci sono boschi, giardini, profumi, feste, vergini ancora giovani, insomma tutto ciò che c'è più finezza nelle concupiscenze terrene. Assomiglia, o quasi. quindi, la descrizione di un luogo di cattiva reputazione "(Abbé E. Barbier: Histoire populaire de l'Eglise , ESR, 2006).


"Per la parte morale del Corano, se ci fossero a giudicarlo solo lo spaventoso degrado, peggiore di quello delle antiche società pagane, in cui è precipitato le società musulmane, basterebbe a dichiararlo un'infame impostura ( Ibid .) . " http://www.chire.fr/A-146798-de-moise-a-mohammed--l-islam-entreprise-juive-en-2-volumes.aspx


L'autore, l'Avvento del 1940.



ma che c'entra colombo con il ...
genocido dei nativi nordamericani ? :crepapelle:

appunto i bianchi oggi sono come gli indiani d'america allora, se era sbagliato ciò che hanno subito loro è sbagliato ciò che stiamo subendo noi.
anche la nostra identità rischia di sparire come quella dei nativi americani.


----. In primo luogo, alcune informazioni circa la persona del Padre Thery. Nato a Nurlu nella Somme 12 giugno 1891, è stato ordinato sacerdote a Tournai 15 Agosto 1916, nell'Ordine domenicano. La guerra è lì, ha organizzato una rete di Belgio contro lo spionaggio. Dopo la guerra, riprese gli studi di storia della filosofia medievale. Egli si distingue per la sua erudizione, la sua consumata abilità di seguire le tracce di un testo o di dottrina per la sua origine, rinnova i metodi della critica storica nella teologia. Dottore in Teologia, Professore Saulchoir, poi presso l'Istituto Cattolico di Parigi 1928-1939, ha fondato con Etienne Gilson e dirige il "Archivi della storia dottrinale e della letteratura del Medioevo." Allo stesso tempo, il Papa Pio XI ha chiesto di fondare e dirigere a Roma Santa Sabina Storia dell'Istituto. Nel 1930, Pio XI fondò la Sacra Congregazione dei Riti, una sezione storica, al fine di ripristinare le informazioni pratiche nel processo di canonizzazione, ci nomina immediatamente Padre Thery di tracciare la via da seguire. (Joseph Bertuel, Numero 3, dicembre 1964).


Rassegna di studi Angers circoli - 06/11/2012


1940/1945


. ----. Noi non parlare del Padre Thery bibliografia, è troppo ampia. Il suo lavoro scientifico non è, tuttavia, impedito di intraprendere attività in cui non si aspetta di trovare una chiesa: nel 1939, il Ministro A. Monzie up Padre Thery la "rete di informazione e di azione" in Italia una testa, è vicino Mussolini, a fare di tutto per dissuaderlo dal fare la guerra contro la Francia, e informare il ministro francese delle intenzioni del dittatore. 1940: Padre Thery è l'Algeria. Ha ideato e organizzato la preparazione dello sbarco alleato in Nord Africa per questo scopo, egli entrò in rapporti con Robert Murphy ha seguito e alla fine ad accettare questo progetto --- gli americani .. Questo periodo segna anche l'inizio dello studio diretto del Corano. (Joseph Bertuel Numero 3, dicembre 1964).


Rassegna di studi Angers circoli - 06/11/2012


Il libro:


. In realtà, questo libro, ci sono quattro volumi e solo i primi due sono stati ristampati. I due libri sono stati "forza stabiliti con la vera natura dell'Islam dice carattere arabo, completamente ebraica del" Corano "- come forma di sfondo - la necessità di concludere un autore ebreo di questo libro, in aggiunta, è stato dimostrato che ebrei apostolo straordinariamente colto e zelante del Giudaismo tra gli arabi, non poteva essere un rabbino capo della comunità ebraica di Mecca, e lui è stato l'autore di un altro libro: il vero Corano in arabo adattamento della Torah ebraica, contro la quale il actuelllement libro considerato un "Corano" dai musulmani può essere considerato analogo a "Atti", in relazione al Vangelo come gli "Atti di Islam ", l'originale e autentico Islam essere ebrei. (Numero 3, dicembre 1964).


Rassegna di studi Angers circoli - 07/11/2012


IL PIANO MASSONICO PER LA DISTRUZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA


FONTE: Rivista "TEOLOGICA" n.14 MAR/APR 1998 pag.22-25 Ed.Segno - Udine Italia

DOCUMENTO PRESO DA: lglisselss
AUDIO SU: Fratello Embrione - MP3
[NON HO SONO RIUSCITO AD AVERE COFERME SULLA VERIDICITÀ DI QUESTO DOCUMENTO]

"Direttive del gran Maestro della Massoneria ai Vescovi cattolici massoni, effettive del 1962". (Aggiornamento del Vaticano II)
Tutti i confratelli massoni dovranno riferire sui progressi di queste decisive disposizioni. Rielaborate nell'ottobre 1993 come piano progressivo per lo stadio finale. Tutti i massoni occupati nella Chiesa debbono accoglierle e realizzarle.

1
Rimuovete una volta per tutte San Michele, protettore della Chiesa Cattolica da tutte le preghiere all’interno e all’esterno della Santa Messa. Rimuovete le sue statue, affermando che esse distolgono dalla Adorazione di Cristo.

2
Rimuovete gli Esercizi Penitenziali della Quaresima come l’astinenza dalle carni del venerdì o anche il digiuno; impedite ogni atto di abnegazione. Al loro posto debbono essere favoriti atti di gioia, di felicità e di amore del prossimo. Dite: “Cristo ha già meritato per noi il Paradiso” e “ogni sforzo umano è inutile”. Dite a tutti che debbono prendere sul serio la preoccupazione per la loro salute. Incoraggiate il consumo di carne, specialmente di maiale.

3
Incaricate i pastori protestanti di riesaminare la Santa Messa e di dissacrarla. Seminate dubbi sulla Reale Presenza nell’Eucaristia e confermate che l’Eucaristia - con maggior vicinanza alla fede dei protestanti - è soltanto pane e vino e intesa come puro simbolo.
Disseminate protestanti nei Seminari e nelle scuole. Incoraggiate l’ecumenismo come via verso l’unità. Accusate ognuno che crede alla Presenza Reale come sovversivo e disobbediente verso la Chiesa.


4
Vietate la Liturgia Latina della Messa, Adorazione e Canti, giacché essi comunicano un sentimento di mistero e di deferenza. Presentateli come incantesimi di indovini. Gli uomini smetteranno di ritenere i Sacerdoti come uomini di intelligenza superiore, da rispettare come portatori dei Misteri Divini.

5
Incoraggiate le donne a non coprire la testa con il velo in chiesa. I capelli sono sexy. Pretendete donne come lettrici e sacerdotesse. Presentate la cosa come idea democratica. Fondate un movimento di liberazione della donna. Chi entra in chiesa deve indossare vesti trascurate per sentirsi là come a casa. Ciò indebolirà l’importanza della Santa Messa.

6
Distogliete i fedeli dall’assumere in ginocchio la Comunione. Dite alle suore che debbono distogliere i bambini prima e dopo la Comunione dal tenere le mani giunte. Dite loro che Dio li ama così come sono e desidera che si sentano del tutto a loro agio.
Eliminate in chiesa lo stare in ginocchio e ogni genuflessione. Rimuovete gli inginocchiatoi. Dite alle persone che durante la Messa debbono attestare la loro fede in posizione eretta.

7
Eliminate la musica sacra dell’organo. Introducete chitarre, arpe giudaiche, tamburi, calpestìo e sacre risate nelle chiese. Ciò distoglierà la gente dalla preghiera personale e dalle conversazioni con Gesù. Negate a Gesù il tempo di chiamare bambini alla vita religiosa. Eseguite attorno all’Altare danze liturgiche in vesti eccitanti, teatri e concerti.

8
Togliete il carattere sacro ai canti alla Madre di Dio e a San Giuseppe. Indicate la loro venerazione come idolatria. Rendete ridicoli coloro che persistono. Introducete canti protestanti. Ciò darà l’impressione che la Chiesa Cattolica finalmente ammette che il Protestantesimo è la vera religione o almeno che esso è uguale alla Chiesa Cattolica.

9
Eliminate tutti gli inni anche quelli a Gesù giacché essi fanno pensare la gente alla felicità e serenità che deriva dalla vita di mortificazione e di penitenza per Dio già dall’infanzia. Introducete canti nuovi soltanto per convincere la gente che i riti precedenti in qualche modo erano falsi.
Assicuratevi che in ogni Messa ci sia almeno un canto in cui Gesù non venga menzionato e che invece parli soltanto di amore per gli uomini. La gioventù sarà entusiasta a sentire parlare di amore per il prossimo. Predicate l’amore, la tolleranza e l’unità. Non menzionate Gesù, vietate ogni annuncio dell’Eucarestia.

10
Rimuovete tutte le reliquie dei Santi dagli Altari e in seguito anche gli Altari stessi. Sostituiteli con tavole pagane prive di Consacrazione che possono venir usate per offrire sacrifici umani nel corso di messe sataniche.
Eliminate la legge Ecclesiastica che vuole la celebrazione della Santa Messa soltanto su Altari contenenti Reliquie.

11
Interrompete la pratica di celebrare la Santa Messa alla presenza del Santissimo Sacramento nel Tabernacolo. Non ammettete al­cun Tabernacolo sugli Altari che vengono usati per la celebrazione della Santa Messa. La tavola deve avere l’aspetto di una tavola da cucina. Dev’essere trasportabile per esprimere che essa non è affatto sacra ma deve servire a un duplice scopo come, per esempio, da tavola per conferenze o per giocarvi a carte. Più tardi collocate almeno una sedia a tale tavola.
Il Sacerdote deve prendervi posto per indicare che dopo la Comunione egli riposa come dopo un pasto. Il Sacerdote non deve mai stare in ginocchio durante la Messa né fare genuflessioni.
Ai pasti, infatti, non ci si inginocchia mai. La sedia del Sacerdote deve essere collocata al posto del Tabernacolo. Incoraggiate la gente a venerare e anche ad adorare il Sacerdote invece che l’Eucarestia, ad obbedire a lui invece che all’Eucarestia. Dite alla gente che il Sacerdote è Cristo, il loro capo. Collocate il Tabernacolo in un locale diverso, fuori vista.

12
Fate sparire i Santi dal calendario Ecclesiastico, sempre alcuni in tempi determinati. Vietate ai Sacerdoti di predicare dei Santi, tranne di quelli che siano menzionati dal VAngelo. Dite al popolo che eventuali protestanti, magari presenti in chiesa, potrebbero scandalizzarsene. Evitate tutto ciò che disturba i protestanti.

13
Nella lettura del Vangelo omettete la parola “santo”, per esempio, invece di “Vangelo secondo San Giovanni”, dite semplicemente: “Vangelo secondo Giovanni”. Ciò farà pensare la gente di non doverli più venerare.
Scrivete continuamente nuove bibbie finché esse saranno identiche a quelle protestanti. Omettete l’aggettivo “Santo” nell’espressione “Spirito Santo”. Ciò aprirà la strada. Evidenziate la natura femminile di Dio come di una madre piena di tenerezza. Eliminate l’uso del termine “Padre”.

14
Fate sparire tutti i libri personali di pietà e distruggeteli. Di conseguenza verranno a cessare anche le Litanie del Sacro Cuore di Gesù, della Madre di Dio, di San Giuseppe come la preparazione alla Santa Comunione. Superfluo diverrà pure il ringraziamento dopo la Comunione.

15
Fate sparire anche tutte le statue e le immagini degli Angeli. Perché mai dovrebbero stare fra i piedi le statue dei nostri nemici? Definiteli miti o storielle perla buona notte. Non permettere il discorso sugli Angeli giacché urterebbe i nostri amici protestanti.

16
Abrogate l’esorcismo minore per espellere i demóni; impegnatevi in questo, annunciate che i diavoli non esistono. Spiegate che è il metodo adottato dalla Bibbia per designare il male e che senza un malvagio non possono esistere storie interessanti.
Di conse­guenza la gente non crederà all’esistenza dell’inferno né temerà di poterci mai cadere. Ripetete che l’in­ferno altro non è che la lontananza da Dio e che c’è mai di terribile in ciò se si tratta in fondo della medesima vita come qui sulla terra.

17
Insegnate che Gesù era soltanto uomo che aveva fratelli e sorelle e che aveva odiato i de­tentori del potere. Spiegate che egli amava la compagnia delle prostitute, specialmente di Maria Maddalena; che non sapeva che farsi di chiese e sinagoghe. Dite che aveva consigliato di non obbedire ai capi del Clero, spiegate che egli era un grande maestro che però deviò dal­la retta via quando negò obbedienza ai capi della chiesa. Scoraggiate il discorso sulla Croce come vittoria, al contrario presentatela come fal­limento.

18
Ricordate che potete indurre suore verso il tradimento della loro vocazione se vi rivolgerete alla loro vanità, fascino e bellezza. Fate loro mutare l’Abito Ecclesiastico e ciò le porterà naturalmente a buttar via i loro Rosari.
Rivelate al mondo che nei loro conventi vi sono dissensi. Ciò disseccherà le loro vocazioni. Dite alle suore che non saranno accettate se non avranno rinunciato all’abito. Favorite il discredito dell’Abito Ecclesiastico anche fra la gente.

19
Bruciate tutti i Catechismi. Dite agli insegnanti di religione di insegnare ad amare le creature di Dio invece di Dio stesso. L’amare apertamente è testimonianza di maturità. Fate che il termine “sesso” diventi parola di uso quotidiano nelle vostre classi di religione. Fate del sesso una nuova religione. Introducete immagini di sesso nelle lezioni religiose per insegnare ai bambini la realtà. Assicuratevi che le immagini siano chiare.
Incoraggiate le scuole a divenire pensatori progressisti nel campo dell’educazione sessuale. Introducete l’educazione sessuale tramite l’autorità Vescovile così i genitori non avranno nulla in contrario.

20
Soffocate le scuole cattoliche, impedendo le vocazioni di suore. Rivelate alle suore che sono lavoratrici sociali sottopagate e che la Chiesa è in procinto di eliminarle. Insistete che l’insegnante laico cattolico riceva l’identico stipendio di quello delle scuole governative. Impiegate insegnanti non cattolici. I Sacerdoti debbono ricevere l’identico stipendio come i corrispondenti impiegati secolari. Tutti i Sacerdoti debbono deporre la loro Veste Clericale e le loro Croci così da poter essere accettati da tutti. Rendete ridicoli coloro che non si adeguano.

21
Annientate il Papa, distruggendo le sue Università. Staccate le Università dal Papa, dicendo che in tal modo il governo le potrebbe sussidiare.
Sostituite i nomi degli Istituti Religiosi con nomi profani, per favorire l’ecumenismo. Per esempio, invece di “Scuola Immacolata Concezione” dite “Scuola Superiore Nuova”. Istituite reparti di ecumenismo in tutte le Diocesi e preoccupatevi del loro controllo da parte protestante.
Vietate le Preghiere per il Papa e verso Maria perché esse scoraggiano l’ecumenismo. Annunciate che i Vescovi locali sono le autorità competenti. Sostenete che il Papa è soltanto una figura rappresentativa.
Spiegate alla gente che l’Insegnamento Papale serve soltanto alla conversazione ma che è altrimenti privo di importanza.

22
Combattete l’Autorità Papale, ponendo un limite di età al suo esercizio. Riducetela a poco a poco, spiegate che lo volete preservare dall’eccesso di lavoro.

23
Siate audaci. Indebolite il Papa introducendo sinodi Vescovili. Il Papa diverrà allora soltanto una figura di rappresentanza come in Inghilterra dove la Camera Alta e quella Bassa regnano e da essi la regina riceve gli ordini. In seguito indebolite l’autorità del Vescovo, dando vita a una istituzione concorrente a livello di Presbiteri. Dite che i Sacerdoti ricevono in tale modo l’attenzione che meritano.
Infine indebolite l’autorità del Sacerdote con la costituzione di gruppi di laici che dominino i Sacerdoti. In questo modo si originerà un tale odio che abbandoneranno la Chiesa addirittura Cardinali e la Chiesa allora sarà democratica… la Chiesa Nuova…

24
Riducete le vocazioni al Sacerdozio, facendo perdere ai laici il timore reverenziale per esso. Lo scandalo pubblico di un Sacerdote annienterà migliaia di vocazioni. Lodate Sacerdoti che per amore di una donna abbiano saputo lasciare tutto, definiteli eroici.
Onorate i Sacerdoti ridotti allo stato laicale come autentici martiri, oppressi a tal punto da non poter sopportare oltre. Condannate anche come uno scandalo che i nostri confratelli massoni nel Sacerdozio debbano venir resi noti e i loro nomi pubblicati. Siate tolleranti con l’omosessualità del Clero. Dite alla gente che i Preti soffrono di solitudine.

25
Cominciate a chiudere le chiese a causa della scarsità di Clero. Definite come buona ed economica tale pratica. Spiegate che Dio ascolta ovunque le preghiere. In tale maniera le chiese diventano stravaganti sprechi di denaro. Chiudete anzitutto le chiese in cui si pratica pietà tradizionale.

26
Utilizzate commissioni di laici e Sacerdoti deboli nella fede che condannino e riprovino senza difficoltà ogni apparizione di Maria e ogni apparente miracolo, specialmente dell’Arcangelo San Michele. Assicuratevi che nulla di ciò, in nessuna misura riceverà l’approvazione secondo il Vaticano II.
Denominate disobbedienza nei confronti dell’autorità se qualcuno obbedisce alle Rivelazioni o addirittura se qualcuno riflette su di esse. Indicate i Veggenti come disobbedienti nei confronti dell’Autorità Ecclesiastica.
Fate cadere il loro buon nome in disistima, allora nessuno penserà di tenere in qualche conto il loro Messaggio.

27
Eleggete un Antipapa. Affermate che egli riporterà i protestanti nella Chiesa e forse addirittura gli Ebrei. Un Antipapa potrà essere eletto se venisse dato il diritto di voto ai Vescovi. Allora verranno eletti tanti Antipapi così che verrà insediato un Antipapa come com­promesso. Affermate che il vero Papa è morto.

28
Togliete la Confessione prima della Santa Comunione per gli scolari del secondo e terzo anno così che non importi loro nulla di essa quando frequenteranno la quarta o la quinta classe e poi le classi superiori. La Confessione allora scomparirà. Introducete (in silenzio) la confessione comunitaria con l’assoluzione in gruppo. Spiegate alla gente che la cosa succede per la scarsità del Clero.

29
Fate distribuire la Comunione da donne e laici. Dite che questo è il tempo dei laici. Cominciate con il deporre la Comunione in mano, come i protestanti, invece che sulla lingua. Spiegate che il Cristo lo fece nel medesimo modo. Raccogliete alcune ostie per “messe nere” nei nostri templi. Indi distribuite invece della Comunione personale una coppa di ostie non consacrate che si possono portare con sé a casa. Spiegate che in questo modo si possono prendere i doni divini nella vita di ogni giorno. Collocate distributori automatici di ostie per le comunioni e denominateli Tabernacoli.
Dite che devono essere scambiati segni di pace. Incoraggiate la gente a spostarsi in chiesa per interrompere la devozione e la preghiera. Non fate Segni di Croce; al posto di esso invece un segno di pace. Spiegate che anche Cristo si è spostato per salutare i Discepoli. Non consentite alcuna concentrazione in tali momenti. I Sacerdoti debbono volgere la schiena all’Eucarestia e onorare il popolo.

30
Dopo che l’Antipapa sarà stato eletto, sciogliete i sinodi dei Vescovi come le associazioni dei Sacerdoti e i consigli parrocchiali.
Vietate a tutti i religiosi di porre in discussione, senza permesso, queste nuove disposizioni. Spiegate che Dio ama l’umiltà e odia coloro che aspirano alla gloria. Accusate di disobbedienza nei confronti dell’Autorità Ecclesiastica tutti coloro che pongono interrogativi.
Scoraggiate l’Obbedienza verso Dio. Dite alla gente che deve obbedire a questi superiori Ecclesiastici.

31
Conferite al Papa (= Antipapa) il massimo potere di scegliere i propri successori. Ordinate sotto pena di scomunica a tutti coloro che amano Dio di portare il segno della bestia. Non nominatelo però “segno della bestia”. Il Segno della Croce non deve essere né fatto né usato sulle persone o tramite esse (non si deve più benedire). Fare il Segno di Croce verrà designato come idolatria e disobbedienza.

32
Dichiarate falsi i Dogmi precedenti, tranne quello dell’Infallibilità Pontificia. Proclamate Gesù Cristo un rivoluzionario fallito. Annunciate che il vero Cristo presto verrà. Soltanto l’Antipapa eletto deve essere obbedito. Dite alle genti che debbono inchinarsi quando verrà pronunciato il suo nome.

33
Ordinate a tutti i sudditi del Papa di combattere in sante crociate per estendere l’unica religione mondiale. Satana sa dove si trova tutto l’oro perduto.
Conquistate senza pietà il mondo!
Tutto ciò apporterà all’umanità quanto essa ha sempre bramato: “l’epoca d’oro della pace”.

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