Articoli
Marina Militare 2013: Anno di Riordino
Marina Militare 2013: Anno di Riordin Si è da poco svolto l’incontro fortemente voluto dalle associazioni sindacali con lo stato maggiore Si Si è da poco svolto l’incontro fortemente voluto dalle associazioni sindacali con lo stato maggiore della marina rappresentata dal Capo del primo reparto, Ammiraglio P. Luciano Ricca. Tale riunione era diventata necessaria alla luce delle disposizione della Legge 135/2012 e della Legge 244/2012, entrambe incluse nel progetto di riordino dello strumento militare.
ven, gen 25, 2013
Uno dei primi punti affrontati è stato quello del Distaccamento della M.M. di Messina che coinvolge circa 210 lavoratori e che dovrebbe chiudere i battenti il 31 dicembre 2013. Le associazioni sindacali, insieme con il prefetto di Messina e con la RSU territoriale, stanno cercando di elaborare un piano alternativo alla chiusura che preveda un reinserimento in qualche forma dei lavoratori all’interno del comparto sicurezza, mantenendo così il posto di lavoro.
Calogero Emanuele, segretario generale della Cisl Funzione Pubblica di Messina sottolinea come “al riguardo è stata data una disponibilità in merito ed è stato precisato che, comunque, il termine indicato non è perentorio. Non per questo bisogna stare fermi e quindi, acquisita la disponibilità del Contrammiraglio Camerini, è stato deciso di dare vita a un tavolo tecnico locale per dare vita ad un progetto vero e serio di riordino nell’ambito della stesso territorio messinese”.
Ma questo incontro ai vertici è stato fortemente voluto dalle associazioni sindacali che da sempre lottano per il loro coinvolgimento in posizione attiva nelle scelte organizzative del comparto aveva come oggetto in senso più esteso la direttiva n. 2/2012 a firma dell’attuale Capo di SMM e prossimo Capo di SMD, la quale prevede da un punto di vista ordinativo, la riorganizzazione della Marina Militare in quattro aree (centrale; operativa; logistica e formativa). Per ciò che concerne l’operatività invece, il Comando in capo della Squadra navale viene elevato a unico referente operativo.
Queste modifiche arrivano tra l’altro e si inseriscono perfettamente all’interno del contesto della neonata legge num. 244 del 31 dicembre 2012, “Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia” finalizzata al riequilibrio della spesa militare intervenendo sul personale con tagli fino al 2024 di 10mila posti di lavoro civili e di 33mila militari.
Questa legge, con il governo Monti dimissionario, è una legge delga, che quindi attende conferma effettiva dal prossimo governo in acrico. Per questo i sindacati non m ollano la presa e hanno già anticipato che sarà una lunga lotta: “a noi questa legge delega non piace, e comunque non consideriamo conclusa la nostra battaglia per cambiarla. La riprenderemo con forza di fronte al nuovo Parlamento e al nuovo Ministro, ai quali chiederemo sin da subito di rivedere alcune parti della delega e di procedere al varo dei decreti attuativi anche attraverso un confronto preventivo, vero e serio, con le Rappresentanze del personale, e dunque anche con le OO.SS. nazionali, relegate in quest’ultimo anno ad un ruolo del tutto secondario da un Ministro che ha sempre predicato bene ma razzolato davvero male”.
Fonte: flpdifesa / Infomessina.it
Ministro degli Esteri: sa che avrebbe "conseguenze molto gravi"

Teheran, 14 ago. (TMNews) - Teheran minimizza le minacce israeliane di un imminente attacco ai suoi siti nucleari, sottolineando come anche i leader israeliani siano consapevoli del fatto che un'azione così "stupida" avrebbe "conseguenze molto gravi".
"Nei nostri calcoli, non stiamo prendendo molto seriamente queste dichiarazioni perchè capiamo che sono false e senza fondamento - ha detto alla stampa il ministro degli Esteri Ramin Mehmanparast - anche se alcuni funzionari del regime illegittimo volessero attuare tale stupida azione, ci sono quelli che non lo permetteranno perchè sono consapevoli delle conseguenze molto gravi che patirebbero per tale atto".
Da parte sua, il ministro della Difesa iraniano, Ahmad Vahidi, ha definito le minacce israeliane "un segno di debolezza" da parte di "leader senza cervello". (fonte Afp)
Obama interrotto da un cronista Non lascia spazio a repliche

Durante la presentazione di una legge per regolarizzare 800 mila immigrati clandestini un giornalista lo contesta e il presidente si infuria
Il presidente Barack Obama ha presentato l'ultima legge promossa dalla Casa bianca. Si tratta del Dream Act e prevede una sanatoria per circa 800 mila giovani immigrati irregolari, perché, dice Obama, "sono americani nel cuore e stranieri per le carte".
Incidente - Molti commentatori di destra sostengono che l'operazione di Obama sia dovuta solo alla volontà di assicurarsi il voto ispanico alle elezioni presidenziali di novembre. Così, mentre sta parlando e spiegando il senso della nuova legge, un giornalista accreditato per il quotidiano online The Daily Caller, Neil Munro, fa quello che nessuno ha mai osato fare per rispetto nei confronti del presidente e di un momento tanto formale. Munro alza la voce e inizia a chiedere provocatoriamente a Obama se ritenga il Dream Act una legge giusta. In un primo momento il presidente pare interdetto e dice al giornalista che non è il momento delle domande. "Mi faccia finire di parlare. Sto dicendo una cosa importante per il bene del popolo americano!", lo rimprovera. Poi, ripreso il filo del discorso e portatolo a termine, torna sulla domanda di Munro spiegando all'uomo i motivi che lo hanno portato a promuovere il Dream Act. Ma Munro non si accontenta e continua a protestare che "in America tanta gente non ha lavoro, l'economia non va bene". Così Obama se ne va senza accettare alcuna altra domanda...fonte
Libertà religiosa, il diritto di liberare la verità
|
|
[...] Interessante la scheda che riguarda proprio gli Stati Uniti. “Negli Stati Uniti - si legge nel rapporto di ACS- sono paradossalmente le leggi federali in materia di fisco a costituire un ostacolo al diritto ad esprimersi liberamente, perché implicano una limitazione degli interventi nella politica da parte delle comunità che beneficiano di esenzioni fiscali.” Ecco il paradosso è evidente e deriva probabilmente proprio da questa “confusione interpretativa” sul principio di libertà religiosa. Tra i tanti esempi quello più recente è quello sulla “assistenza anticoncezionale obbligatoria” che ha visto in prima fila il cardinale di New York Timothy Dolan. Il cardinale ha sostenuto che il presidente Obama di fatto sta creando un ghetto cattolico con la legge sulla contraccezione. Sta “strangolando” la Chiesa, obbligando la copertura assicurativa anche per i metodi contraccettivi. Si è esenti solo se si dimostra la unica missione di «propagare la fede», impiegare solo cattolici e prestare servizi solo a cattolici. Questo significa limitare la libertà religiosa.
La percezione dei cattolici americani è di essere spinti fuori dal dibattito pubblico in un modo che non accade per nessun gruppo religioso in Italia ad esempio. E allora come possono gli Stati Uniti puntare il dito contro altri paesi? La domanda è stata posta all’Ambasciatore Cook, donna di colore, pastore battista e cappellano nella polizia di New York dal 1996 al 2010, anche, quindi, in quel dannato 11 settembre 2001. “ Noi non siamo perfetti, ma abbiamo imparato strada facendo anche dagli errori e dalle cose sbagliate. Spero che il rapporto non sia visto come un dito puntato, ma solo come un racconto di come stanno le cose sul terreno. Le nostre informazioni arrivano dalle ambasciate, dalla società civile, da un certo numero di fonti. É una tendenza, fatti riportati. Negli Usa la libertà religiosa è nella Costituzione e ci sono uffici che si occupano dei diritti civili, e dove ci sono problemi da risolvere abbiamo i mezzi per farlo. Ma in tutto il mondo ci sono persone perseguitate regolarmente. Con questo rapporto vogliamo incoraggiare i governi a guardare alle cause sistematiche del problema. Devono fermare le violenze, devono proteggere le minoranze religiose, abolire e riformare le leggi. É un lungo processo, un lavoro in corso che certo non si risolverà nel 2012. Un lavoro che deve continuare.” Continua...
Cina, “Laogai Italia” denuncia cultura della morte
Cina
“Laogai Italia” denuncia cultura della morte
a cura di Shadan Bassiri - 29 maggio 2012
Il 29 aprile, la Merkel faceva sapere di voler boicottare i prossimi europei di calcio, che avranno luogo in Ucraina e Polonia, per inscenare una protesta contro la detenzione criminosa e di matrice politica dell’ex primo ministro ucraino Timoshenko. Quest’ultima aveva denunciato di essere stata picchiata in carcere e poi trascinata di forza in ospedale. Peccato che Merkel e Obama non siano sensibili allo stesso modo nei riguardi della situazione cinese, e della politica sanguinaria e anti-umana della Cina. Sarà che il motore del mondo è il denaro, ma entrambi non sembrano poter fare a meno di stringere e rinnovare accordi economici con la potenza asiatica. Nè le migliaia di aborti forzati dell’ottavo o nono mese di gravidanza, né la proliferazione dei nuovi campi di contramento (laogai), sembrano poter smuovere le coscienze dei piu grandi rappresentnati del mondo occidentale. Nonostante i loro impegni di facciata per il rispetto dei diritti umani e le dichiarazioni di voler “continuare a insistere su ciò che noi riteniamo molto importante, cioè la realizzazione delle aspirazioni e dei diritti di tutti” (Obama al vicepresidente cinese, Xi Jinping, 14 febbraio), dimostrano di assecondare esclusivamente la brama di prolifici e vantaggiosi accordi economici.
Per fortuna in Italia “la Laogai Research Foundation Italia Onlus è impegnata in una campagna di informazione sui laogai, dove sono costretti al lavoro forzato diversi milioni di persone a vantaggio economico del solo regime comunista cinese. Nei Laogai spariscono, con i criminali comuni, sacerdoti e vescovi cattolici, monaci tibetani, religiosi di ogni confessione, uomini, donne, bambini, oppositori politici, figure invisibili, condannate con iniqui processi o spesso catturate a caso per strada dalla polizia. Il loro lavoro è a costo zero. continua...
Siria, Papa: ''Dolore e preoccupazione per strage bambini''. Al via missione di Annan

ultimo aggiornamento: 28 maggio, ore 21:36
Damasco - (Adnkronos/Aki/Ign) - L’inviato speciale delle Nazioni Unite: "Inorridito dal massacro, ristabilite la pace". Al Palazzo di Vetro approvato all'unanimità un documento di condanna della strage, ma non si cita Assad per il veto posto da Mosca. Il ministero degli Esteri siriano respinge ogni coinvolgimento Fonte SIRIA, LA RUSSIA MINACCIA DI PORRE IL VETO SU SOLUZIONI NON DIPLOMATICHE
mag 28, 2012

A seguito del massacro di civili a Hula, in Siria, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha fortemente condannato il gesto che è stato attribuito al regime di Assad, nonostante il portavoce del ministero degli Esteri siriano abbia declinato ogni responsabilità. Il Consiglio Onu ha indetto una riunione d’emergenza, su proposta di Francia e Gran Bretagna, per fare il punto sulla situazione. Tuttavia, la Federazione Russa ha minacciato di porre il veto su qualunque soluzione vada al di là dei negoziati e della diplomazia.
Nel documento delle Nazioni Unite si parla di “uso indiscriminato e sproporzionato della forza contro la popolazione, in flagrante violazione della legge internazionale, della risoluzione Onu sulla Siria e degli impegni presi dal governo siriano per il cessate il fuoco”.
Come soluzione della crisi, secondo il New York Times, il presidente Usa Barack Obama avrebbe proposto una via di mezzo “alla yemenita” che prevederebbe l’esilio del presidente siriano Bashar Al-Assad e la permanenza al potere di una parte del governo di Damasco.
New York Times: entro un mese le banche italiane bloccheranno i prelievi dai conti correnti
Mercoledì 23 Maggio 2012
La notizia è di quelle che fanno tremare i polsi e fanno, purtroppo, temere il peggio.
La fonte è tra le più autorevoli ed arriva da uno dei più prestigiosi quotidiani al mondo, il New York Times.
Chi parla non è l'economista di turno, ma un signore che per l'economia ha vinto il premio Nobel nel 2008. Lui si chiama Paul Krugman e nell'articolo pubblicato il 13 maggio scorso, passato inosservato alle lenti d'ingrandimento d'oltre oceano, descrive questo scenario.
Entro un mese la Grecia uscirà dall'euro ed in Spagna ed in Italia le banche bloccheranno i prelievi dai conti correnti. Krugman afferma che si tratti di ben più che un'ipotesi e traccia e cita una serie di eventi che si sono già verificati.
Non si tratta, quindi, di una profezia, ma di una previsione su dati reali.
In Spagna, dove forse hanno preso coscienza prima di noi, si registrano già le prime file agli sportelli e se il New York Times, che tutto è fuorché un giornaletto di provincia, ha dato credito a Paul Krugman, non vediamo perchè non lo si debba fare anche noi.
FONTE
Pisapia: "Ha ragione Obama, sì alle nozze gay"

Il sindaco commenta favorevolmente le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti sulle nozze gay ma lancia una 'stoccata' alla sinistra: "C'era anche nel programma di Prodi, che fine ha fatto?" Fonte
Hollande: entro un anno legge nozze gay

(ANSA) - PARIGI - Barack Obama e' stato il primo presidente degli Stati Uniti a schierarsi in favore del matrimonio gay. In Francia, Francois Hollande ne ha fatto una delle sue promesse di campagna elettorale. Il nuovo presidente intende sottomettere un progetto di legge in Parlamento a piu' presto e il matrimonio potrebbe essere aperto a tutti nel giro di un anno. Un testo potrebbe essere presentato al Parlamento prima dell'autunno. Fonte
OBAMA SI DECIDE: IL MATRIMONIO GAY E' GIUSTO 11/05/12

Il presidente Usa ha fatto una mossa che molti dei suoi collaboratori giudicavano pericolosa. Ma che potrebbe anche ripagarlo largamente a novermbre.
Venerdi' 11 Maggio 2012
Solo poche settimane fa, il New York Times ha dedicato la sua popolare pagina dei matrimoni nella sezione dell’inserto domenicale «Style» al matrimonio gay tra un ebreo conservatore e un fondamentalista cristiano. L’articolo, accompagnato dalle foto degli sposi circondati dai familiari, sarebbe probabilmente sufficiente a raccontare, da solo, le ragioni che hanno spinto mercoledì il presidente Obama ad uscire finalmente allo scoperto su uno dei problemi sociali più spinosi della campagna elettorale... continua
Bush e Obama finanziatori del terrorismo?
9 aprile 2012 (MoviSol) – Un nuovo dossier de The New Yorker a firma di Seymour Hersh documenta l'addestramento e il finanziamento del gruppo Mujahideen-e-Khalq (MEK) da parte dell'amministrazione Bush e dell'amministrazione Obama, anche se il gruppo è nell’elenco ufficiale delle organizzazioni terroristiche. Stando ad Hersh durante la presidenza di Bush il gruppo fu addestrato in Nevada, in una località di proprietà del Dipartimento dell'Energia: continua
Usa. Obama ”avverte” Corte Suprema: ”Non bocciate riforma sanitaria”
I nove giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti
WASHINGTON, STATI UNITI – Spera nel buon esito dell’esame della riforma sanitaria da parte della Corte Suprema, ma avverte: un rovesciamento della riforma, approvata dal Congresso, sarebbe un gesto senza precedenti... continua
L'ex premier all'Ufficio di Presidenza del Pdl
Berlusconi: l'Italia è la prossima vittima dell'Europa
Berlusconi attacca l'Unione Europea: "la cura dell'Europa individuata per il nostro paese la conosciamo gia' e ha gia' determinato il disastro per la Grecia e ora lo comincia a determinare in Spagna". Per Berlusconi decisioni "orientate dalla Merkel" cui contribuisce una immagine malata dell'Italia fomentata dalla nostra stampa.
Silvio Berlusconi
Roma, 03-04-2012E' critica l'analisi che Silvio Berlusconi delinea delle politiche economiche dell'Unione
europea. Parlando all'ufficio di presidenza del Pdl, Berlusconi, secondo quanto riferito, spiega infatti che "la cura dell'Europa individuata per il nostro paese la conosciamo gia' e ha gia' determinato il disastro per la Grecia e ora lo
comincia a determinare in Spagna". Per Berlusconi si tratta di "una politica di rigidita'" che e' stata anche "orientata dalla Merkel"."In Italia la situazione e' drammatica... continua
Madrid traballa più di Roma
di Fiorenzo Grollino
30 marzo 2012ESTERI
Ieri la Spagna si è fermata per lo sciopero generale indetto dai sindacati contro i tagli previsti dalla finanziaria lacrime e sangue che il governo del premier Mariano Rajoy si appresta a varare.
L'economia spagnola in questo 2012 sta andando a picco e le incertezze del nuovo premier, eletto con una maggioranza plebiscitaria, spaventano i paesi dell'Unione europea. Soprattutto i paesi mediterranei, come l'Italia, che temono di essere contagiati dalla crisi spagnola.
Il premier italiano, Mario Monti, nel convegno di Cernobbio, con molta franchezza, ha dichiarato: «La Spagna è una fonte di preoccupazione per l'Europa».
In effetti c'è di che essere preoccupati se si considera che la disoccupazione spagnola è arrivata al 23% e quella giovanile al 49,9%, mentre il Pil nel 2012, asfissiato dalla cura lacrime e sangue imposta da Fmi e Ue, calerà a -1,7%...continua


99% contro 1% non è uno slogan
28 marzo 2012

C’è uno studio di Emmanuel Saez dell’Università della California segnalato oggi sul Washington Post. Sono poche pagine e chi legge l’inglese lo può consultare qui. L’analisi di Saez riguarda la distribuzione della ricchezza prima e dopo la depressione 2007-2009. I dati farebbero infuriare chiunque. In sintesi li potete consultare nella tabella qui accanto, ripresa proprio dallo studio. Nel biennio della crisi il reddito medio è crollato del 17,1%, peggior dato dalla Grande depressione cominciata nel 1929. Ai meno ricchi questo calo ha mangiato l’aumento di ricchezza del periodo precedente. Sebbene la loro ricchezza sia calato meno della media, avevano guadagnato meno quando le cose andavano bene. Il colpo è stato duro per i più ricchi, per il semplice motivo che molte delel loro fortune sono investite in borsa o in società di vario genere e quindi a fine anno il valore del loro portafogli azionario era calato. Per questo, nei due anni della crisi, l’1% più ricco ha perso il 49% del totale della ricchezza persa (nel ciclo recessivo precedente aveva

perso il 57%, quindi stavolta è andata meglio). Quello che fa impressione della tabella qui accanto sono però altri due dati: da quando l’economia statunitense ha ripreso a crescere l’1% più ricco ha accumulato il 93% della crescita prodotta. Ovvero, il 99% si è distribuito il 7% (e anche qui sarebbe bene vedere come). L’altro dato è invece quello che segnala una tendenza di medio periodo: nei tre periodi di crescita che lo studio prende in considerazione l’1% più ricco vede aumentare progressivamente la quota di ricchezza prodotta di cui si appropria. Con Clinton era già un incredibile 45%, con Bush diventa il 65%, oggi il 93%. La forbice, insomma, si allarga. Anche in tempi di sacrifici, mestizia e difficoltà i più ricchi riescono non solo a mantenere la propria ricchezza ma ad aumentare la quota che mettono da parte. Tassare i ricchi sembra quindi un imperativo di buon senso e non una riedizione della lotta di classe. Obama farà (o dovrebbe fare) di questo tema un elemento cruciale per la sua rielezione.
In questi giorni è cominciata la discussione sulla costituzionalità della riforma sanitaria. Serve un esempio di perché è così importante avere un sistema sanitario equo e che funzioni? Bene, cominciamo con il dire che gli Usa spendono più di qualsiasi Paese europeo in Sanità per un sistema nel quale l’aspettativa di vita è più bassa, per fare qualche esempio diverso, di Giappone, Grecia, Italia, Spagna, Svezia, Germania, Svizzera (diverse abitudini alimentari, clima, ricchezza). Inoltre, a proposito di ricchezza, la tabella qui sotto tratta dal rapporto “Understanding Health Care Spending” della NIHCM foundation ci dice che il solito 1% spende una quota enorme del totale speso in Sanità e il 5% più ricco spende quasi il 50% del totale. FONTE
Medici stranieri chiedono al governo: “Circoncisione in strutture pubbliche e tra prestazioni del servizio sanitario nazionale”
Tra le proposte avanzate dall’Associazione Medici Stranieri (Amsi) al governo, avanzate al ministro per la cooperazione Andrea Riccardi e al presidente della Camera Gianfranco Fini, c’è anche l’inserimento della circoncisione tra le prestazioni del servizio sanitario nazionale. I medici stranieri, tramite il presidente Foad Aodi, chiedono che la circoncisione possa essere effettuata “presso strutture autorizzate a garanzia dei bambini e delle loro famiglie, dietro pagamento di un ticket”.
L’Amsi, con un appello sostenuto anche da Comai (Comunità del Mondo Arabo in Italia), aveva già chiesto a dicembre al ministro della Sanità Renato Balduzzi di “dare la possibilità ai genitori stranieri che vivono in Italia di rivolgersi alle strutture pubbliche per effettuare la circoncisione sui loro piccoli”.
I medici stranieri in Italia sono circa 14.500. Ma pochi sono assunti negli ospedali pubblici perché i concorsi sono riservati a cittadini italiani e della Comunità europea. Lavorano quindi soprattutto come privati. FONTE
Obama ha firmato un decreto sulla legge marziale?
da Russia Today - 21 marzo 2012
Mentre la gente se ne andava a godersi l'happy hour, lo scorso venerdì sera, il presidente Barack Obama firmava un ordine esecutivo che potrebbe dargli il potere di istituire la legge marziale negli Stati Uniti in tempo di pace o durante una minaccia nazionale. L’ordine esecutivo “sulla preparazione delle risorse della difesa nazionale” darà a Obama il potere di sovrintendere a «risorse e servizi necessari a sostenere tali piani e programmi.» Molti americani sono rimasti scioccati nello scoprire che l'ordine conferisce al presidente un potere praticamente illimitato sui cittadini statunitensi e le loro proprietà.
Tutto in nome della sicurezza nazionale, naturalmente... continua
L’Europa e’ fallita, ma prima dell’Europa è FALLITA la Germania.

La notizia avrebbe del surreale, se non fosse stata confermata da Eurostat, dalla Facoltà di Scienze Economiche di Friburgo e dalla fondazione berlinese «Marcktwirtschaft» (Economia di mercato): la Germania ha il debito pubblico in assoluto più voluminoso di tutta Europa. Già la Primavera scorsa Eurostat quantificò il debito pubblico esplicito della Germania in 2080 miliardi di euro: il primo debito dell’eurozona a sfondare la soglia dei 2000 miliardi.
Ma la situazione è ben più grave e pericolosa: se è vero, infatti, che il debito pubblico esplicito tedesco ammonta al 85,8% rispetto al Pil, il debito implicito arriva al 111,8%, portando il divario di sostenibilità ad un inaudito 197,6 %. Ne consegue che il fabbisogno di consolidamento tedesco arriva al 4% netto all’anno. Ma che cosa intendiamo per debito implicito e debito esplicito? Il primo rappresenta il bilancio dello Stato e degli enti periferici, il secondo la spesa per previdenza, sanità, assistenza sociale. Parlando di cifre reali ai 2080 miliardi di cui sopra se ne devono sommare almeno altri 5000 per avere una fotografia chiara dello stato effettivo del deficit tedesco: oltre 7000 miliardi di debito reale. Una cifra che pone la Germania sull’orlo del collasso nonostante la sua tanto decantata virtuosità.
Ma come è possibile che la spesa assistenziale e previdenziale raggiunga una tale spropositata entità? E’ necessario sfatare un mito (l’ennesimo, a dir la verità…): il welfare tedesco, tanto ammirato anche e soprattutto dai tecno-europeisti italiani, è tutt’altro che efficiente. Fa acqua da tutte le parti, anzi. Una distinzione preliminare innanzitutto: quella che noi in Italia chiamiamo «pensione» in Germania si divide in due ben distinte categorie, ovvero «Pensionen» e «Renen». La prima, più assimilabile alla nostra pensione, è destinata solo ed esclusivamente agli ex dipendenti pubblici e risulta particolarmente cospicua: 103.700 fruitori (circa il 15,82% dei beneficiati) percepisce oltre i 3500 Euro mensili, seguiti in percentuale dagli oltre 90.000 che percepiscono circa 2700 euro mensili e dai 77.000 (11,75%) che arrivano ai 2250 euro al mese. In coda abbiamo 9600 ex pubblici dipendenti (appena l’1,46%) che arrivano ai 1000 euro mensili. Complessivamente i fortunati «Pensionare» tedeschi sono circa 650.000. Discorso assai diverso per i «Rentner», ovvero i fruitori di trattamento previdenziale generico: il 46% di questi ultimi infatti non arriva a percepire 700 euro mensili. L’8,37% (1.139.178 individui per la precisione) prende meno di 150 euro al mese (!!!). I «Rentner» più fortunati, appena 26.545 (lo 0,20%) arrivano a circa 2100 euro al mese.
Ora, va da sé che non è immaginabile vivere in un Paese come la Germania, ove il costo medio della vita è molto alto, con cifre esigue al limite del ridicolo (o, meglio, del tragico…), quindi come fanno a campare i poveri (per davvero!) pensionati tedeschi? Semplice: subentra l’assistenzialismo di Stato che integra le magrissime entrate dei «Rentner» al fine di garantire loro la sussistenza e nulla di più. Questo consente al governo di mascherare una spesa corrente effettiva allucinante (circa 5000 miliardi, appunto) come uscita formalmente non incidente sul debito pubblico esplicito dello Stato: una vera e propria cosmesi di bilancio finalizzata a simulare l’adempimento pieno ai parametri di Maastricht. Parametri peraltro ideati e organizzati dalla Germania stessa e che a tutt’oggi non prevedono la valutazione del divario di sostenibilità complessivo (debito esplicito+debito implicito) al fine della valutazione di congruità del bilancio di un paese, ma prendono in esame, guarda caso, solo il debito implicito.
Ecco come si spiegano la rigidità e il granitico immobilismo della Cancelliera Merkel riguardo a tutte quelle iniziative, ispirate a profonda ragionevolezza ed elementare buon senso economico, che bisognerebbe porre in essere per fare attivamente fronte alla crisi, dal rendere la Bce prestatore di ultima istanza (quindi garante dei debiti sovrani) all’emissione di Eurobond che garantiscano rendimenti se non da Lotteria Italia almeno moderatamente proficui.
L’apparente severità da parte di Angela Merkel nei confronti degli altri Stati dell’Eurozona, Italia in primis, non è determinata pertanto dal disdoro, tipicamente luterano, nei confronti di coloro che non hanno svolto il proprio dovere, quanto più da una situazione di oggettiva sofferenza economica in cui la (ex?) «locomotiva d’Europa» versa. Sofferenza che non trova certo giovamento nella serie di manovre economiche che, anziché contenere il debito pubblico, lo hanno ulteriormente espanso: ad esempio la manovra finanziaria tedesca per il 2012, approvata pochi giorni fa, aumenta il debito pubblico da 20 a 26 miliardi di euro, prevedendo tra le altre cose un cospicuo aumento di 600 Euro mensili per le ricche pensioni degli alti burocrati di Stato (fonte: Bild Zeitung). Una mossa certamente poco popolare che contribuisce ulteriormente a spiegare la serie infinita di debacle elettorali che il partito della Merkel ha sistematicamente subito durante gli ultimi anni.
Questo detto, sulla base della valutazione del debito reale, come sta l’Italia? Ebbene, non ci crederete, ma gli stessi organi che hanno evidenziato lo stato di sofferenza della Germania indicano nell’Italia il paese più virtuoso d’Europa! A fronte di un consistente debito pubblico esplicito del 120%, infatti, il nostro debito implicito ammonta solo al 28%, per un divario di sostenibilità complessivo del 148%, comportando così un fabbisogno di consolidamento al 2,4%, circa il 40% in meno rispetto a quello tedesco. Incredibile a dirsi, siamo il Paese in assoluto più stabile di tutta l’Eurozona. In conclusione, quindi, una domanda prettamente politica che tutti dovremmo porci: a fronte di dati oggettivi sostanzialmente contraddittori rispetto alla vulgata corrente che ci ha conculcato l’immagine di un’Italia destinata al «collasso greco», chi ha realmente tratto giovamento da una rappresentazione del nostro Paese così falsa e distorta?
Fonte: http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php/201112244965/germania/la-germania-maschera-il-suo-deficit-reale.html

Gorbacev due volte traditore (1991-2011)
di Pietro Ancona
La posizione assunta di Michele Gorbaciov sull'esito delle elezioni in Russia è la conferma di tanti sospetti che si erano avuti sul suo ruolo di agente americano nella grande crisi dell'URSS del 1991, caduta senza quasi resistere, ruolo che ha avuto assieme al suo ministro degli esteri Shevardnadze poi diventato Presidente della Georgia dopo la dissoluzione della patria del socialismo diretta da un altro agente americano l'ubriacone Eltsin.
Gorbacev sa bene che rifare le elezioni in Russia sarebbe destabilizzante ed aprirebbe un periodo di grandi crisi e sconvolgimenti interni perchè l'autorità dello Stato verrebbe sospesa e tutti si sentirebbero legittimati ad intervenire. Eppure avanza questa provocatoria proposta che autorizzerebbe una autorità internazionale ad intervenire per prendere in custodia gli enormi arsenali nucleari. Gorbacev sa questo ed altro essendo stato Capo di Stato. Sa che ci sono ragioni politiche e geopolitiche che muovono gli Stati. Non da oggi, ma da sempre, gli USA sono nemici storici della Russia che ha subito nel corso della sua storia moderna diverse invasioni. La grande invasione napoleonica del 1812, le invasioni dei paesi occidentali (compresa l'Italia) dal 1917 al 1926, l'aggressione tedesca costata 25 milioni di morti, l'aggressione giapponese.
Putin è odiato dagli USA perchè finora non ha permesso il bombardamento della Siria e perchè sostiene l'Iran. La Russia di Putin è fattore di pace anche se non ha evitato la devastazione della Libia e l'uccisione di Gheddafi e non ha difeso Milosevic dalle infami accuse che lo hanno portato alla morte in un carcere europeo.
Gli USA con il loro compare Eltsin avevano fatto assegnamento sugli oligarchi per mettere le mani sul petrolio e sul gas russi. Putin ha incarcerato il loro complice Khodorkovski. Putin aveva disegnato un grande progetto che coinvolgeva la Turchia e l'Italia visto come fumo negli occhi dai petrolieri americani. Gorbacev sa bene quale sia l'immensa posta in gioco. Che cosa c'è dietro la richiesta di rinnovo delle elezioni alle quali comincia ad associarsi la richiesta di morte per Putin. Gorbacev ha avuto il rado destino di tradire il suo paese due volte: una volta con le cosidette Perestroika e Glasnost che hanno messo l'URSS nelle mani dei servizi segreti occidentali e, venti anni dopo, schierandosi con la Clinton contro il suo paese nel quale in ogni caso Putin conserva la maggioranza dei consensi, una maggioranza percentualmente superiore a quella dei Presidenti americani molti dei quali eletti davvero truffaldinamente come abbiamo visto per le due elezioni di Bush entrambe truccate ed accompagnate da randellate per gli scrutinatori che non "collaboravano" ai brogli. La maschera che ha nascosto il vero volto dell'ultimo segretario del PCUS è caduta!
Questo vuol dire che le ragioni per fare crollare il comunismo erano e sono del tutto ignobili e non c'entravano per niente con gli ideali di democrazia e libertà a suo tempo strombazzati assieme a Reagan ed a Woitila (Giovanni Paolo II). Basta vedere che cosa sta diventando il mondo senza l'URSS sempre sull'orlo del baratro della guerra e della miseria sociale. Fonte
Obama: «Una tragedia scioccante, sarà fatta giustizia»
Kabul - Una carneficina, compiuta a sangue freddo, porta per porta, di donne, bambini di due-tre anni e vecchi, mentre in piena notte dormivano nell’ intimità delle loro case; sangue dappertutto, almeno 16 corpi (17 secondo una fonte) crivellati di pallottole e poi cosparsi di benzina e incendiati. Questo è accaduto in due villaggi della provincia afghana di Kandahar; questa la scena che si è presentata ai testimoni dopo l’incursione notturna di un (o più d’un) soldato americano. Un nuovo macigno sui difficili rapporti fra Stati Uniti e Afghanistan, con il presidente Hamid Karzai che grida all’ «omicidio deliberato», chiedendo spiegazioni a Usa e Nato. Leggi l'articolo completo: Continua
Queste notizie sotto pasqua ricordano le "Pasque di Sangue" di Ariel Toaff.
Al Zawahiri. Il potere degli Stati Uniti sta declinando
Ayman Al Zawahiri
DUBAI, UAE – Il successore di Osama bin Laden torna a farsi sentire. L’egiziano Ayman Al Zawahiri, considerato dai servizi di intelligence di mezzo mondo il numero uno di Al Qaeda, ha detto che la decisione dell’amministrazione Obama di ridurre il budget del Pentagono e di trattare con i talebani in Afghanistan dimostrano un declino del potere degli Stati Un

Ha fatto il giro della Rete questa notizia Reuters: Il sindacato di Polizia greco vuole arrestare i funzionari del Fondo Monetario e e della UE.
Tanto entusiasmo, è generato dal sol pensiero di vedere gli squali in manette, arrestati dalla Polizia del Paese più vessato e messo in ginocchio dalle stravaganti politiche di detti squali. Una sorta di giustizia, anzi è il caso di dire una vera e propria nemesi.
Malgrado il sindacato che ha emesso tale diktat rappresenti ben i due terzi delle forze dell'ordine elleniche, la minaccia è destinata a restare lettera morta: senza un giudice che emetta un mandato di cattura difficilmente le sanguisughe internazionali finiranno dove meritano, ovvero dietro le sbarre.
Ma c'è qualcosa di molto importante e forse di sottovalutato, nel comunicato della Polizia.
Questa piccola frase:
Qualora continuiate con le vostre politiche distruttive, vi avvisiamo che non riuscirete a farci combattere contro i nostri fratelli. Ci rifiutiamo di fronteggiare i nostri genitori, i nostri figli e tutti i cittadini che protestano e chiedono un cambiamento nelle politiche.
Questa, e non la minaccia di arresti, è l'affermazione davvero rivoluzionaria contenuta nella lettera. Ogni politica economica oppressiva messa in atto si basa sull'acquiescenza e l'obbedienza delle forze dell'ordine, deputate a far sì che i cittadini subiscano senza reagire. L'insurrezione è in questo momento infatti temutissima da tutti i governanti europei.
Un corpo di Polizia che si dissocia, che minaccia di incrociare le braccia non per un banale sciopero, ma per solidarietà civile, mette a rischio tutto il castello di carte. Inceppa tutto il progetto. C'è solo un fragilissimo manganello a frapporsi tra le popolazioni infuriate e chi le sta depredando: una presa di coscienza da parte dei cittadini-poliziotti sarebbe il detonatore.
Per il momento, ad Atene i manganelli sono ancora in funzione. Ma è facile prevedere che dureranno poco. Fonte
Grecia in crisi: Tagliano gli alberi per scaldarsi.
Grecia news: bambini abbandonati dai genitori all'asilo.
Crisi Grecia: niente austerity per i militari.
Una volta, tanto tempo fa, quando Washington decideva di assassinare un leader del “terzo mondo” perché disubbidiva ai dettami imposti da un ordine economico e finanziario occidentale , la decisione veniva presa ed eseguita in segreto. (Di Pulcinella). Persino Bush Jr. e il suo Vice presidente Dick Cheney cercavano di mascherare le loro azioni illegali, dichiarando, per esempio, che...Continua »
Black bloc: "Ci siamo addestrati in Grecia"
"Tutti sapevano cosa volevamo fare. E non è finita"

In una intervista a 'Repubblica' un anarchico pugliese racconta: "Ci prepariamo da un anno. I compagni ateniesi ci hanno fatto capire che la guerriglia urbana e’ un’arte. Ora sappiamo come sfasciare, e non è finita"
Roma, 17 ottobre 2011 - ‘’Noi non ci siamo nascosti. Il Movimento finge di non conoscerci. Ma sa benissimo chi siamo. E sapeva quello che intendevamo fare. Come lo sapevano gli sbirri. Lo abbiamo annunciato pubblicamente cosa sarebbe stato il nostro 15 ottobre. Ora i capetti del Movimenti fanno le anime belle. Ma e’ una favola. Mettiamola cosi’, forse ora saranno costretti finalmente a dire da che parte stanno. Ripeto: tutti sapevano cosa volevamo fare. E sapevano che lo sappiamo fare: Perche’ ci prepariamo da un anno’’ ... continua
Arrestati 700 "indignados" che occupano il ponte di Brooklyn: guarda il video. Fosse successo in Italia, si griderebbe alla dittatura. Come al G8 di Genova, ma stavolta nessuno incolperà il governo. Barack dipinto come leader pacifista anche se fa la guerra
L’America di Obama può. Può arrestare 700 persone perché occupano una strada senza che il mondo, il nostro mondo, gridi alla sospensione dei diritti democratici. Succede che a New York ci sono gli indignados che stazionano nella zona sud della città per protestare contro i potenti di Wall Street. Succede che un migliaio di persone cercano di attraversare il ponte di Brooklyn per raggiungere quelli che sono accampati vicino alla Borsa. Succede che la polizia avverte: camminate sul marciapiede, nessuno invada la carreggiata delle auto, altrimenti interveniamo. Succede che invece succede: gli indignados si mettono sulla strada, dove passano le automobili, e i poliziotti intervengono: fermati, bloccati, arrestati. Senza storie e senza pensarci. Gli agenti li ha mandati il dipartimento di polizia che dipende dal Comune quindi dal sindaco Mike Bloomberg.
Obama non c’entra direttamente, ma c’entra ugualmente. Perché l’America è sua, ora, e da quando è sua per molti è un Paese diverso: più umano, più libero, più democratico. Invece è esattamente come prima: chi non rispetta le regole paga. Uno può condividere o meno, però è così. Per il momento la Casa Bianca condivide: nessuno dell’amministrazione di Washington ha commentato negativamente la reazione della polizia di New York. I manifestanti denunciano aggressività che sfiora la violenza, il New York Times racconta che ufficiali e sottufficiali hanno esagerato, eppure nessuno del governo federale esprime giudizi: per rispetto dell’autonomia e dei ruoli del comune di New York e forse anche perché nessuno ritiene che gli eventuali eccessi degli agenti siano così gravi. C’è un filo logico, quindi. Silenzio uguale assenso.
Non stupisce nessuno, in fondo. Il paradosso è nostro, semmai. Perché i telegiornali italiani raccontano la notizia come se la polizia abbia agito senza il consenso dichiarato del sindaco e di quello tacito della Casa Bianca: agenti violenti, metodi esagerati, reazioni spropositate. Come a dire: la sospensione dei diritti democratici se c’è stata, è arrivata solo da parte della polizia... continua
Il Tempo.it
Soros prima speculava sulla lira ora fa lo sponsor degli indignados (vedi video http://www.youtube.com/watch?v=6fj6Y0w49fY)
La classe dirigente europea ha bisogno di un reset. Lo sappiamo da tempo, ma ora ne abbiamo la prova regina. Cento esponenti della finanza e dell'industria, parlamentari, ex ministri, hanno sottoscritto un “Appello per l'Europa” che chiede misure immediate per salvare l'euro. Tra gli italiani spiccano Emma Marcegaglia, Massimo D'Alema, Emma Bonino, Fiorella Kostoris, Mario Baldassari. Sennonché colpisce il nome dell'ideatore dell'iniziativa: George Soros. Benché alla voce “cittadinanza” abbia indicato Hungary/Us, quasi a darsi una patente europeista, si tratta del più formidabile speculatore contro la sterlina, la lira, il franco francese, e dal 2010 proprio contro l'euro. Soros stesso ha raccontato di aver realizzato con le vendite allo scoperto del suo Quantum Fund un profitto del 3.365% in 10 anni. Nel febbraio 2010 la sua ultima creatura, il Soros Fund Management, dette il via con altri tre hedge di Wall Street all'attacco all'euro, avendo capito subito ciò che è poi risultato evidente: l'Europa non sarebbe stata in grado di gestire il default neppure di un piccolo paese come la Grecia. Ovviamente nel suo campo Soros è un genio, abituato a prendere le misure dei leader dei paesi che mette nel mirino, e quindi a papparseli in un boccone. Si professa progressista, ha finanziato Solidarnosc, i movimenti neri sudafricani, e da ultimo la campagna di Barack Obama. L'Ulivo nostrano si era innamorato di lui e non è mancata una laurea honoris causa a Bologna nel 1995. Ma perché tanti bei nomi dell'establishment europeo corrono a firmare un appello di Soros? Forse hanno fatta propria la vecchia regola del Far West: nominare sceriffo il capo dei banditi... continua
Israele, l'espulsione degli innocenti
di Enrico Piovesana [09/10/2011]
Fonte: Peace Reporter [scheda fonte]
Che democratiche le manette di Obama
18/10/2011
DI MARLOWE Il finanziere ha ricevuto adesioni all'appello per nuove classi dirigenti. Ha lucrato contro la lira, il franco francese e dal 2010 contro l'euro.
Home Politica
La classe dirigente europea ha bisogno di un reset. Lo sappiamo da tempo, ma ora ne abbiamo la prova regina. Cento esponenti della finanza e dell'industria, parlamentari, ex ministri, hanno sottoscritto un “Appello per l'Europa” che chiede misure immediate per salvare l'euro. Tra gli italiani spiccano Emma Marcegaglia, Massimo D'Alema, Emma Bonino, Fiorella Kostoris, Mario Baldassari. Sennonché colpisce il nome dell'ideatore dell'iniziativa: George Soros. Benché alla voce “cittadinanza” abbia indicato Hungary/Us, quasi a darsi una patente europeista, si tratta del più formidabile speculatore contro la sterlina, la lira, il franco francese, e dal 2010 proprio contro l'euro. Soros stesso ha raccontato di aver realizzato con le vendite allo scoperto del suo Quantum Fund un profitto del 3.365% in 10 anni. Nel febbraio 2010 la sua ultima creatura, il Soros Fund Management, dette il via con altri tre hedge di Wall Street all'attacco all'euro, avendo capito subito ciò che è poi risultato evidente: l'Europa non sarebbe stata in grado di gestire il default neppure di un piccolo paese come la Grecia. Ovviamente nel suo campo Soros è un genio, abituato a prendere le misure dei leader dei paesi che mette nel mirino, e quindi a papparseli in un boccone. Si professa progressista, ha finanziato Solidarnosc, i movimenti neri sudafricani, e da ultimo la campagna di Barack Obama. L'Ulivo nostrano si era innamorato di lui e non è mancata una laurea honoris causa a Bologna nel 1995. Ma perché tanti bei nomi dell'establishment europeo corrono a firmare un appello di Soros? Forse hanno fatta propria la vecchia regola del Far West: nominare sceriffo il capo dei banditi... continua
30/09/2011
Corea del Sud, quando la Chiesa beatifica un assassino
Forse sugli altari il patriota Thomas An Jung-geun, l’uomo che nel 1909 uccise il governatore giapponese. Fu un simbolo della resistenza contro l’imperialismo nipponico
alessandro Speciale
Città del Vaticano
La Chiesa cattolica coreana potrebbe aprire la causa di beatificazione di un uomo passato alla storia principalmente per aver compiuto un assassinio: si tratta di Thomas An Jung-geun un patriota cattolico che il 26 ottobre 1909 uccise l'ex-primo ministro e governatore giapponese della Corea Ito Hirobumi. An venne successivamente giustiziato cinque mesi dopo dal governo giapponese. La Commissione preparatoria per le beatificazioni e canonizzazioni dell'arcidiocesi di Seul ha dedicato un incontro alla possibilità di aprire la causa per portare sugli altari quello che è considerato un simbolo della resistenza coreana contro l'imperialismo giapponese. La stragrande maggioranza dei membri della commissione si è pronunciata a favore della beatificazione di An. Il vescovo ausiliare di Seul, Andrew Yeom Soo-jung, ha detto che la documentazione per l'apertura della causa è pronta e una decisione verrà presa a breve. Per Leo Hwang Jong-ryul, del Centro Dumoolmeori di ricerca sull'evangelizzazione, le sue azioni “possono essere giustificate come giustizia di Dio al prezzo di un grande rischio per la propria vita”, come nel caso di quelle di Giovanna d'Arco – fatta santa nel 1920 – che guidò la guerra francese contro gli inglesi nel XV secolo. Anche la figura biblica di Giuditta – che nell'Antico Testamento ha ucciso Oloferne che aveva invaso la terra di Israele – viene citato a favore della causa. La Chiesa cattolica coreana ha sempre condannato l'omicidio fino al 1993, quando fu il cardinale Stephen Kim Sou-hwan, allora arcivescovo di Seul, a rompere il tabù celebrando una messa in memoria di An. “Agì giustamente per difendere la nazione – disse allora il porporato -. La Chiesa cattolica non considera l'omicidio commesso per difendere la nazione da una aggressione ingiusta come un crimine”... continua
CATASTROFE UMANITARIA IN SOMALIA, ETIOPIA E KENYA
Nel cosiddetto “corno d’Africa” la situazione non è più sostenibile. Nessuno ne parlava, fino ai recenti appelli.
Perché questa negligenza da parte dei media internazionali?
Forse siamo arrivati al punto in cui la morte di milioni di persone, soprattutto bambini, è diventata una triste abitudine, che non fa più notizia. Eppure siamo ancora in tanti a lavorare ogni giorno con impegno, per salvare vite in Somalia, Kenya e Etiopia.
La nostra associazione è attiva da oltre 40 anni nelle aree colpite dalla tremenda carestia. La situazione in Somalia sta precipitando. Sempre più famiglie stanno scappando a Mogadiscio e nelle aree circostanti, per trovare cibo e acqua.
L’UNHCR parla di 4.800 persone accolte a luglio nel campo rifugiati di Dadaab nella parte orientale del Kenya. Circa 1.000 persone sono accolte ogni giorno al campo di Doolow Ado, in Etiopia. Nel mese di giugno più di 54.000 persone sono fuggite in Etiopia e Kenia.
MONITO USA A UE:"EVITARE CATASTROFE A CASCATA
NEW YORK - Gli Stati Uniti incalzano l'Europa a fare di più sulla crisi, per eliminare «la minaccia di default a cascata e di assalti alle banche». Dunque, per allontanare quello che il segretario al tesoro Usa definisce «il rischio di una catastrofe». Timothy Geithner suona l'allarme Eurolandia davanti ai membri dell'International Monetary and Financial Committee (Imfc), il braccio operativo del Fondo Monetario Internazionale. A preoccupare è soprattutto la Grecia, con le voci di un possibile default che si alimentano di ora in ora. Con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ribadisce come una uscita della Grecia dall'eurozona o una ristrutturazione del suo debito provocherebbero un effetto domino, «alzando enormemente la pressione su altri Paesi». Il comunicato finale dell'Imfc pone comunque l'accento sul fatto che «i Paesi dell'euro sono impegnati a fare il necessario». L'economia è in «una fase pericolosa» e «bisogna agire insieme per riportare fiducia» ma certo «siamo incoraggiati dalla determinazione dei Paesi dell'area euro a fare il necessario per risolvere la crisi». Fra i Paesi da settimane bersaglio dei mercati c'è anche l'Italia. Tutti sono preoccupati per quello che potrebbe succedere se capitolasse il nostro Paese. Per questo il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, torna ad invitare con forza Roma ad attuare velocemente le misure prese, pena una ulteriore perdita di fiducia sui mercati. Geithner ribadisce tutta la preoccupazione Usa: la crisi del debito e le tensioni sulle banche del Vecchio Continente sono «il rischio più serio che l'economia mondiale si trova ad affrontare», ammonisce, sottolineando come sia «necessario agire e decidere ora come gestire una volta per tutte i problemi dell'area euro, perchè decisioni come queste non possono attendere che la crisi peggiori». Il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, cerca di rassicurare: «Il risanamento dei conti pubblici è la priorità per l'Europa, ma l'ampiezza degli aggiustamenti varia fra Paesi», spiega, sottolineando come «la crisi del debito ha di recente contagiato l'Italia e la Spagna», che peò - aggiunge - «sono sulla strada per ridurre il proprio livello di debito e attuare riforme che rafforzino la crescita. I movimenti sui mercati - ricorda Rehn - hanno anche spinto Italia e Spagna ad aumentare i loro sforzi e ad attuare nuove misure». Certo non si può abbassare la guardia. La crisi globale è lungi dall'essere finita, evidenzia Juergen Stark del board Bce. Ma la parola default che ieri il tam tam avvicinava molto alle finanze greche sembra aver perso tono. A farne cenno era stato Klaas Knot, presidente della banca centrale olandese e membro del consiglio Bce che oggi corregge il tiro. «Quello che ho detto è che non ci sono certezze». E assicura:«puntiamo tutti ad una soluzione ordinata per la Grecia». Anche perchè, sottolinea il suo collega della Bce, Athanasios Orphanides, il default greco sarebbe «catastrofico».
Le rivolte in Egitto e Tunisia ordite dai Rotschild
Contesto: La Tunisia ha vissuto una progressiva liberalizzazione economica durante l’ultimo decennio. Nel Global Competitiveness Report del World Economic Forum 2010-2011, la Tunisia è stata catalogata come paese africano più competitivo, e a...
Protesta a Wall Street contro cupidigia e corruzione
19 settembre, 09:31
NEW YORK -La cupidigia e la corruzione del sistema finanziario. E l'influenza dei soldi sulla politica americana. E' questo che ha spinto oggi centinaia di persone a radunarsi vicino Wall Street, nelle vie adiacenti al New York Stock Exchange, per manifestare contro quello che ritengono un sistema ingiusto e che chiedono al presidente Barack Obama di costituire una commissione che metta fine ''all'influenza dei soldi sugli eletti''.
La protesta pacifica, lanciata da Adbusters e chiamata 'Occupare Wall Street', vuole ricalcare la primavera araba, dar vita a una 'Piazza Tahrir americana': l'idea degli organizzatori sarebbe quella di sostare nell'area con tende per settimane se non mesi per replicare le manifestazioni in Egitto, Spagna e Israele. La scelta di manifestare il 17 settembre, che gli organizzatori definiscono 'Giorno della Rabbia', si rifa' alla proteste nel 1969 a Chicago contro la Guerra in Vietnam. I manifestanti hanno cercato di raggiungere l'ingresso del New York Stock Exchange ma sono stati fermati dalla polizia. ''La sola cosa che abbiamo in comune e' che noi siamo quel 99% della popolazione che non tollera piu' la cupidigia e la corruzione del restante 1%'' si legge sul sito 'Occupare Wall Street'. ''Basta corruzione'' e ''New York dice no alla cupidigia di Wall Street'' sono alcune delle scritte sui cartelli agitati dai manifestanti.
''Chi guarda al panorama politico ed economico che abbiamo a Washington non puo' che arrivare alla conclusione che il sistema e' rotto'' afferma Bill Csapo, un volontario dell'organizzazione della manifestazione. ''L'attenzione e' sull'impatto tossivo e sulla corruzione di fondi illimitati sulla politica, che non possiamo chiamare democrazia. Il governo deve tornare a occuparsi del 99% degli americani: la legge ora e' scritta per un 1% della popolazione''. A partecipare alla manifestazione l'organizzazione 99 Percent Project, secondo la quale il 99% degli americani ''e' cacciato dalle proprie case, e' costretto a scegliere fra alimentari e affitto, gli vengono negate cure mediche di qualita' e lavora ora per uno stipendio basso e niente diritti'' http
Mahmoud Ahmadinejad ha rivelato di aver passato ebraico
Mahmoud Ahmadinejad attacchi al vetriolo sul mondo ebraico nasconde un segreto straordinario, le prove scoperte da The Daily Telegraph mostra.
Da Damien McElroy e Ahmad Vahdat
07:30 BST 3 ott 2009
Una fotografia del presidente iraniano alzando la carta d'identità durante le elezioni del marzo 2008 mostra chiaramente la sua famiglia ha radici ebraiche.
Ahmadinejad mostrando carte durante le elezioni. Essa mostra che il nome precedente della sua famiglia era ebrea
Un primo piano del documento rivela che era precedentemente conosciuto come Sabourjian - un nome ebraico che significa tessitore panno.
La breve nota scarabocchiata sulla carta suggerisce la sua famiglia ha cambiato nome in Ahmadinejad quando si convertirono al abbracciare l'Islam dopo la sua nascita.
Il Sabourjians tradizionalmente provengono da Aradan, luogo di nascita di Ahmadinejad, e il nome deriva da "tessitore del Sabour", il nome per il Tallit scialle ebraico in Persia. Il nome è anche sulla lista dei nomi riservati agli ebrei iraniani compilata dal Ministero iraniano degli Interni.
Gli esperti la scorsa notte ha suggerito track record di Ahmadinejad per la piena di odio attacchi contro gli ebrei potrebbe essere un eccesso di compensazione per nascondere il suo passato.
Copyright © by Avventismo Profetico All Right Reserved. (3694 letture) [ Indietro ] |