LA LEGGE DOMENICALE

Proteggiamo la nostra domenica: Contributo ecumenico delle Chiese

Riscaldamento globale e legge domenicale

Articolo del giornale britannico The Guardian sottolinea una paralizzazione totale di attività nelle domeniche per disfare il riscaldamento globale:

Domenica: “una soluzione semplice” per il riscaldamento globale

Il Movimento 10:10 appoggiato da The Guardian è una meravigliosa maniera di abilitare la gente ordinaria a partecipare al gran movimento per mitigare il riscaldamento globale mondiale. Non possiamo aspettare fino a che i governi siano sufficientemente intelligenti per legiferare e per superare le emissioni di carbonio. Il tema è urgente. Dobbiamo agire ora, senza esitazione alcuna. Il potere dell’opinione pubblica e l’azione popolare avranno un forte impatto nella conferenza sul clima da celebrarsi a Copenhagen. Una cosa che possiamo fare per raggiungere quell’obiettivo: possiamo dichiarare la domenica un giorno libero di combustibili fossili o un giorno di bassa emissione di carbonio o risparmio di almeno un giorno. (veda Obama e la Legge Domenicale)
Cominciamo questa settimana, questo mese o nel 2010. Possiamo incominciare individuale e collettivamente. La lunga strada per ridurre le emissioni di diossido di carbonio può cominciare qui ed ora. Non molto tempo fa, la domenica era utilizzata come un giorno di riposo, un giorno di rinnovazione spirituale, un giorno per riunire le famiglie, ma questo ha cambiato la domenica da giorno di riposo come un giorno di acquisti, divertimento e di maneggiare veicoli.
Tuttavia, nel contesto delle emissioni eccessive di diossido di carbonio nell’atmosfera che sta portando cambiamenti catastrofici, si può e deve recuperarsi la domenica come giorno di Gaia, un giorno della Terra. Non ci saranno grandi difficoltà per ridurre l’uso di tutti i combustibili fossili non essenziali e non urgenti per un giorno alla settimana. È facile chiudere i supermercati, negozi e distributori di benzina.
Riscaldamento globale o cambiamento climatico sono solo un sintomo del nostro profondo desiderio di consumare, consumare e consumare. Il problema esterno delle emissioni di carbonio è relazionato col problema interno di desiderio. Se rimaniamo in un’esaustiva corsa di 24 ore, sette giorni per settimana, siamo obbligati ad inquinare il nostro spazio interno, così come l’esterno – The Guardian, 17-09-09

PROTEGGIAMO LA NOSTRA DOMENICA, RINFORZIAMO I LEGAMI DELLA NOSTRA COMUNITA’

CONTRIBUTO ECUMENICO DELLE CHIESE A PROPOSITO

DELLA REVISIONE DELLA LEGGE SUL LAVORO.

Prefazione
La domenica i cristiani si riuniscono per celebrare la comunione di Dio con gli esseri umani. Ma il senso della domenica non si ferma qui, va ben oltre. Gesù disse: «Il sabbat è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabbat» (Mr. 2:27). In vista dell’iniziativa parlamentare sugli orari di apertura dei negozi, è di attualità chiedersi cosa significhi «fatto per l’uomo». Questo testo della Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera e della Conferenza dei vescovi svizzeri cerca di rispondere a questa domanda in vista della votazione federale di novembre. Una presa di posizione che mira a lanciare il dibattito nelle Chiese e nelle parrocchie. Conformemente alla loro responsabilità di fronte al Paese, le Chiese pubblicano questo testo come contributo alla discussione sulla politica sociale, e le riflessioni in esso contenute mostrano che il significato della domenica va ben oltre gli aspetti interni alla Chiesa e che la domenica è un valore fondamentale per la coesione sociale. Speriamo, con questo, di aiutare la riflessione.
Thomas Wipf, pastore, Presidente del Consiglio Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera
Mons. Amedeo Grab, Presidente Conferenza dei vescovi svizzeri
1. Introduzione
Nel novembre 2005 l’iniziativa parlamentare «Legge sul lavoro (orari di apertura dei negozi nei centri di trasporto pubblici)» sarà sottoposta a votazione popolare. L’intervento in questione richiede una modifica dell’art. 27, cpv. 1, della Legge sul lavoro: «Nei punti vendita e nelle aziende di prestazione di servizi situati nelle stazioni che, in ragione del grosso traffico viaggiatori, sono centri di trasporto pubblico, nonché negli aeroporti, i lavoratori possono essere occupati la domenica». Sarebbe importante capire se le autorizzazioni eccezionali necessarie fino ad oggi saranno soppresse e se il lavoro domenicale nei centri di trasporto pubblici sarà d’ora in avanti considerato come tempo di lavoro ordinario. La conseguenza sarebbe l’apertura domenicale, senza restrizioni, di tutti i commerci nei centri di trasporto pubblici.
La Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera (FEPS) e la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) si preoccupano delle eccezioni supplementari imposte alla domenica da una flessibilità del lavoro domenicale. La revisione della Legge sul lavoro rivela questa tendenza, poiché le ripercussioni di questa revisione sulla concorrenza porteranno sicuramente a una domanda di liberalizzazione generalizzata delle ore di apertura dei commerci la domenica e i giorni festivi. La presa di posizione del Consiglio federale in merito all’iniziativa parlamentare prevede che il numero delle domeniche considerate festive, in base alle disposizioni speciali, sarà di almeno dodici all’anno per questi impieghi, il che vuol dire che si ridurrà della metà il numero iscritto nella legge in vigore.
Dagli anni ’80, la FEPS e la CVS non hanno mai cessato di esprimersi sul valore della domenica. Queste due Chiese hanno pubblicato una prima presa di posizione comune in occasione della votazione popolare sulla revisione della Legge sul lavoro del 1996, dove invitavano la popolazione a respingere la revisione proposta, contribuendo così a far pendere la bilancia a favore dei no. Cinque anni più tardi, nel 2001, la FEPS e la CVS riaffermavano la loro posizione nel Messaggio delle Chiese (L’Avvenire insieme, 126): «Sottolineiamo a questo proposito il necessario equilibrio fra riposo e lavoro. Per questo il rispetto del riposo domenicale ci sta a cuore».
La storia della creazione, come figura nell’Antico Testamento, esige il rispetto assoluto del giorno del Signore e lo esige come giorno di riposo. Inoltre, i cristiani celebrano ogni domenica il memoriale della morte e risurrezione di Gesù Cristo. Oltre a questi significati ecclesiali e religiosi, la domenica occupa un posto particolare nella società. I cambiamenti intervenuti nell’economia, nel modo di vivere e nelle abitudini della società esercitano una pressione sempre più forte sulla domenica come giorno festivo. Per le seguenti ragioni, le Chiese rifiutano quindi un allargamento della prassi delle vendite domenicali.
2. Il significato della domenica
2.1 Un Dio liberatore
La domenica, i cristiani ricordano la creazione e l’azione salvifica di Dio; il popolo di Israele rispetta nel giorno del sabbat l’appello divino al riposo e fa memoria degli atti liberatori di Dio per questo popolo. Celebrando la loro domenica, le Chiese cristiane riprendono a modo loro una tradizione dell’Antico Testamento e, in occasione della celebrazione domenicale, si ritrovano nella comunità iniziata da Gesù Cristo. La comunità con Dio e la comunità sociale con gli esseri umani «riuniti nel suo nome», formano un’entità indissolubile. Un’esistenza cristiana fuori dalla comunità è impensabile. La domenica ci libera dal peso del lavoro, spezzando la settimana lavorativa, ricorda alla società intera uno spazio a immagine della comunità riunita per il culto: un giorno di riflessione, di incontro, di comunione, di svago e di tranquillità.
2.2 Rafforzare la posizione delle famiglie
Bisogna esaminare la rivendicazione di una liberalizzazione delle ore di apertura dei commerci sulla base di argomentazioni quali il numero dei nuclei familiari composti da una sola persona e dei cambiamenti di statuto delle famiglie tradizionali nella società. La soppressione di un giorno festivo comune svantaggia notevolmente le famiglie, confrontate a compiti di coordinamento nettamente più complessi rispetto alle comunità di vita meno numerose. In effetti, a cosa serve alla madre di famiglia un giorno libero in settimana se è la domenica che i suoi bambini sono a casa? In che momento la vita familiare può svilupparsi se, dopo la liberalizzazione delle ore di apertura, i membri di una famiglia non possono più coordinare i loro momenti di congedo? Molti studi internazionali lo provano: sono soprattutto le donne e le persone che lavorano a tempo parziale a lavorare la domenica. Le madri scelgono questi lavori perché i loro compiti educativi non permettono loro di occupare un posto a tempo pieno. La protezione della domenica costituisce quindi un contributo importante al rafforzamento dei legami familiari.
2.3 Rispettare il ritmo naturale della vita
L’istituzione della domenica come giorno di riposo struttura la settimana in fasi di lavoro e in fasi di riposo. Il ritmo settimanale riproduce un ciclo, come appare in ogni forma di vita e ad ogni grado di evoluzione: aspirazione – espirazione, tensione – rilassamento, sforzo – raccoglimento, azione – contemplazione, movimento – riposo, tante fasi che si succedono. La pausa domenicale, momento sia prospettivo che retrospettivo di introspezione e di bilancio, permette di collegare il passato con il futuro. La domenica si sottrae a qualunque giustificazione semplicistica. In sé, non apporta niente all’economia e alla previdenza materiale ed è forse proprio questa assenza di valore venale, questa insignificanza contabile che dà il suo valore alla domenica. Non esiste per uno scopo materiale, esiste per se stessa, semplicemente. La domenica impone alle nostre vite dei riferimenti propri, conferisce alla quotidianità una nuova qualità e un nuovo orientamento. Più gli spazi di tempo libero diminuiscono, più la portata dei ritmi temporali comuni diventa importante.
2.4 Favorire la comunità
La domenica è un momento di vita comunitaria, un tempo non predeterminato o strutturato. La domenica è un tempo che ha una dinamica propria. Ridurla alla funzione compensatrice della quotidianità è rinnegare la qualità intrinseca del tempo domenicale, disponibile per la distensione e gli incontri. Incontro è sinonimo di reciprocità, di itinerari che si incrociano. Il tempo libero è una condizione, ma non basta agli esseri umani per ritrovarsi in comunità. La vita umana è basata sulle relazioni. L’identità e l’intensità dei rapporti sociali non si misurano sicuramente in tempo, ma sono tributari del tempo. Una flessibilità continua delle ore di apertura porta alla disintegrazione della società e alla non simultaneità del tempo libero. Questo processo tocca tutte le comunità di vita che hanno per definizione un bisogno crescente di coordinamento: le famiglie, la sistemazione dei bambini, l’aiuto fra famiglie e fra vicini. In questi gruppi della società la regola è semplice: se non c’è tempo, non c’è sviluppo comune; se non c’è tempo comune, non c’è quella comunione che favorisce la crescita di rapporti duraturi.
3. Aspetti relativi alla revisione della Legge sul lavoro
3.1 Il punto di vista religioso
La Chiesa nella società: la Chiesa fa parte della società. Appartiene allo spazio pubblico. La protezione attuale della domenica, così come inserita nella Legge sul lavoro, riserva uno spazio di tempo al culto e alle attività ecclesiali e assicura ai lavoratori la possibilità di assistervi. Queste condizioni permettono alla Chiesa, nella sua qualità di membro della società, di dispiegare le sue potenzialità di integrazione nella società e le sue risorse.
Il diritto alla pratica religiosa: la «Convenzione sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali», entrata in vigore nel 1974, insiste, all’art. 9, sulla libertà confessionale, facendo riferimento diretto al diritto alla pratica religiosa (culto, insegnamento, pratica dei costumi e dei riti). La legislazione sul lavoro non deve infrangere questo diritto. Le comunità religiose ed ecclesiali hanno esigenze meno flessibili di certe attività di svago; liberalizzare il lavoro domenicale significa minare il diritto alla libera pratica religiosa dei cristiani.
3.2 Il punto di vista sociale
La vita comunitaria: le conseguenze di una deregolamentazione delle ore di apertura sono state scrupolosamente analizzate. Ecco le principali conclusioni:
· il ritmo quotidiano degli individui e delle comunità è sempre più imposto dalle esigenze di lavoro;
· la «sovranità individuale» in materia di organizzazione del tempo è massicciamente ridotta;
· la soppressione dei giorni di lavoro sottomessi ad autorizzazione trasforma tutte le giornate in giorni lavorativi; le ingiustizie sociali aumentano. La flessibilità degli orari di apertura tocca in primo luogo le donne e le persone poco o punto qualificate che lavorano a tempo parziale;
· la flessibilità delle ore di apertura stravolge il ritmo delle attività umane.
Un regime di eccezionalità per il lavoro svolto in favore del bene comune: i servizi che svolgono funzioni sociali essenziali o che assicurano delle responsabilità particolari in favore del bene comune non sono mai stati sottoposti alla proibizione di lavoro domenicale. Questi settori d’attività sono retti da disposizioni specifiche che non si possono semplicemente applicare in altri ambiti quali i bisogni di consumo individuali.
Sport e vita associativa: lo sport e altre attività associative formano i pilastri delle attività di svago; dipendono largamente dalla disponibilità contemporanea dei loro membri. Lo sport e la vita associativa favoriscono la creatività, la rigenerazione e le capacità sociali degli individui; inoltre, incoraggiando la «pace sociale», queste attività svolgono un ruolo importante a favore della coesione sociale. Questo tipo di attività ricreativa permette alle persone che non hanno occasione di incontrarsi nella vita professionale, o altro, di ritrovarsi in un ambiente comune.
Perdita di risorse comunitarie: la diminuzione massiccia dell’impegno di volontariato e caritativo ha delle conseguenze importanti per la società, poiché viene a mancare la continuità e l’affidabilità. Anche sul piano individuale, la pianificazione degli svaghi in seno ad un’associazione diventa difficile.
3.3 Il punto di vista economico
Il prezzo della libertà di consumare: in periodo di difficoltà congiunturali, la flessibilità del lavoro ha lo scopo di rilanciare la domanda. Numerose analisi economiche provano tuttavia che questa strategia non porta l’aumento della cifra d’affari sperato, ma ne causa un semplice spostamento. Al contrario, la deregolamentazione delle ore di apertura dei negozi crea nuovi problemi economici e sul mercato del lavoro: ad approfittare di queste agevolazioni sono soprattutto le grandi catene di distribuzione a scapito dei commerci e dei negozi tradizionali, specializzati ed a vocazione locale; è incoraggiato il concentramento delle imprese e delle cifre d’affari; il personale qualificato, impiegato a tempo pieno o a tempo parziale, è sostituito da mano d’opera poco o punto qualificata, impiegata a tempo molto parziale; la flessibilità delle ore di lavoro comporta quella di posti di lavoro: perdita dell’ambiente familiare e disgregazione del tessuto sociale nel luogo di lavoro, aumento delle insicurezze strutturali; la qualità dei servizi si abbassa; il peso ecologico aumenta (consumo energetico, disagi dovuti ai trasporti, rumori).
Incremento minimo dei posti di lavoro: numerose analisi mostrano che la deregolamentazione delle ore di apertura dei negozi non genera assolutamente nuovi posti di lavoro, ma porta ad una flessibilizzazione generale delle ore di lavoro che, a sua volta, provoca dei carichi supplementari sui luoghi di lavoro, specialmente negativo dal punto di vista della salute. Il bisogno di ricorrere a cure mediche aumenta in modo significativo.
La globalizzazione dell’economia: la globalizzazione dell’economia mette sotto pressione le disposizioni a favore della protezione dei lavoratori. La concorrenza internazionale accresciuta (soprattutto a causa delle differenze salariali, al prolungamento del tempo di lavoro, ad una protezione legale dei lavoratori inferiore o inesistente) costituisce l’argomento classico invocato a favore di una deregolamentazione della legislazione sul lavoro. La tendenza è di livellare verso il basso. Le Chiese si impegnano affinché le condizioni di lavoro siano uniformate sul piano internazionale ad un livello che rispetti la dignità umana e le convenzioni internazionali sulle norme del lavoro. Il principio della dignità umana, come è ancorato nella cultura cristiana, e le norme che ne scaturiscono in materia di condizioni di lavoro devono essere rispettati nel mondo intero.
4. Conclusione
Gli argomenti a proposito del valore della domenica e i rischi citati, così come le loro prevedibili conseguenze, sono alla base del rifiuto della Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera e della Conferenza dei vescovi svizzeri alla revisione della Legge sul lavoro. La domenica è associata a valori essenziali per i quali le Chiese si impegnano e che oltrepassano largamente la dimensione religiosa. Le Chiese raccomandano di tener conto di questi argomenti in occasione della prossima votazione.
DOVE SONO I DIFENSORI DEL SABATO BIBLICO DEL 4° COMANDAMENTO CHE DISTINGUE L’ADORATORE FEDELE DI GESU’ DALL’ADORATORE DI SATANA? CHI ALZERA’ LA VOCE PER PROCLAMARE L’AUTORITA’ DI DIVINA, CONTRO L’ARROGANZA DELLA CHIESA GIUDEO-CATTOLICA E CONTRO L’ECUMENISMO DRAGONIANO?
<<ALL’ANGELO DELLA CHIESA DI LAODICEA SCRIVI… … TU NON SAI CHE SEI QUEL CALAMITOSO, E MISERABILE, E POVERO, E CIECO, E NUDO…>> AP. 3:1,17,18.
 Ellen G. White dice:

“Il tempo è quasi finito. Mi fu segnalata la terra e vidi che era necessario realizzare preparativi tra coloro i quali hanno abbracciato il Messaggio dei Tre Angeli (Ap. 14:6-12), negli ultimi giorni. L’angelo disse: <<Preparatevi, preparatevi, preparatevi! Dovete come mai prima rinunciare a tutte le realtà mondane. Vidi che c’era ancora una grande opera da compiere, ma c’era poco tempo per realizzarla… Allora compresi come mai prima, l’importanza di studiare profondamente la Parola di Dio con attenzione, per sapere come sfuggire alle piaghe che, come dichiara la Parola, cadranno sopra tutti gli empi che adorano la bestia e la sua immagine, e ricevano il suo marchio sulla fronte e sulla mano. Fui presa da gran stupore che ci fosse chi potesse trasgredire la Legge di Dio e calpestare il Suo santo Sabato, quando queste violazioni sono state denunciate con condanne tanto spaventose. Il papato ha cambiato il giorno di riposo dal settimo al primo giorno della settimana [domenica]. Egli ha pensato di cambiare il Comandamento che fu dato all’uomo affinché si ricordasse del suo Creatore… Il Signore non cambia, e pertanto la Sua Legge è immutabile; ma il papato si è esaltato al di sopra di Dio cercando di cambiare gli immutabili Precetti della Sua santità, giustizia e bontà. Ha calpestato sotto i suoi piedi il giorno santificato da Dio, il Sabato, e per la sua propria autorità ha messo al suo posto uno dei sei giorni feriali, la domenica
– Ellen G. White, Primeros Escritos, 64,65.

LA FAMIGLIA IL LAVORO E LA FESTA

Festa_Bresso 

2.06.2012

Ad accogliere Benedetto XVI alla parte serale della Festa delle Testimonianze, dal titolo “One world, family, love”, oltre 350 mila persone riunite nell’area di Milano Campo Nord – Aeroporto di Bresso.

Seduto in mezzo ad alcune famiglie italiane e del mondo, il Santo Padre è stato accolto dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, che lo ha ringraziato per «essere venuto a far festa, con tante famiglie riunite qui a Milano e con le famiglie di tutto il mondo. La sua presenza ci dà fiducia e coraggio perché testimonia quanto la famiglia stia a cuore alla Chiesa, anzi quanto stia a cuore a Dio stesso».

Il Santo Padre ha partecipato alla Festa rispondendo ad alcune domande. La prima a rivolgersi al Pontefice è stata Cat Tien, una bambina vietnamita di 7 anni, che ha manifestato il desiderio di sapere qualcosa della famiglia del Papa e di quando Joseph Ratzinger aveva la sua età. «Punto essenziale per la mia famiglia è sempre stata la domenica, che iniziava già il sabato pomeriggio quando mio padre ci leggeva le letture della domenica in un libro dove erano spiegati i testi – ha detto il Santo Padre -. Il giorno successivo andavamo a Messa e poi pranzavamo insieme. Con la mia famiglia ho cantato molto, mio fratello era musicista. Poi ricordo i viaggi, le camminate. Eravamo un’anima sola e ci nutrivamo di una gioia fatta di cose semplici e di un amore reciproco che era forte. Se provo a immaginare il Paradiso lo penso come al tempo della mia giovinezza, eravamo felici. Il Paradiso dovrebbe essere simile a com’era nella mia gioventù e spero di andare a casa andando dall’altra parte del mondo».
[…]

I coniugi americani Rerrie – Jay, contabile, e Anna insegnante di sostegno, con sei figli – hanno chiesto al Papa come poter trovare la giusta armonia tra famiglia e lavoro. «È una grande questione – ha detto il Pontefice – e penso di capire questo dilemma tra due priorità». Il Papa si è rivolto ai datori di lavoro invitandoli a «pensare alle famiglie e di aiutarle perché le due realtà, famiglia e lavoro possono essere conciliate e concedere un po’ di libertà fa bene anche all’impresa perché rafforza l’amore per il lavoro e il posto di lavoro». «Occorre poi – ha aggiunto – sperimentare una certa creatività e portare ogni giorno un qualche elemento di gioia e attenzione nella famiglia accettando le oscurità e pensando a questo grande bene che la famiglia è. E poi finalmente c’è la domenica che è il giorno della festa, giorno del Signore e come tale giorno dell’uomo: difendiamo la libertà dell’uomo difendendo la domenica».
… continua

COSA DICE LA BIBBIA?

<<Resta dunque un riposo di Sabato per il popolo di Dio. Chi infatti è entrato nel Suo riposo (Genesi 2:1-3), si riposa
anch’egli dalle propri opere, come Dio dalle Sue
>>
Ebrei 4:9,10.

<Perché il Figliuol dell’uomo è Signore anche del Sabato>> Matteo 12:8

Gesù dicendo che è Signore ANCHE del Sabato sta dicendo che è altresì Signore degli altri nove Comandamenti.

Il quarto Comandamento di Esodo 20:8-11 dice:
<<Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro>>.

Ma la Falsa Religione, che include tutte le denominazione ecumeniche, spinge i governanti del mondo a promulgare la “domenica” come un giorno capace di ristabilire l’equità e la giustizia sociale e si fa baluardo della salute dei lavoratori. Il Papato presenta la “domenica” come un giorno di riposo gradito a Dio, peccato che questo giorno è simbolo del potere ANTICRISTIANO perché si oppone all’autorità di Dio che ha lasciato il SABATO come memoriale della Sua Creazione del mondo (Genesi 2:1-3).

VATICANISTA DE LA STAMPA

Appello di Benedetto XVI contro il lavoro domenicale e in difesa della famiglia

 

Il lavoro «non dovrebbe ostacolare la famiglia, ma piuttosto sostenerla e unirla, aiutarla a aprirsi alla vita e entrare in relazione con a società e con la Chiesa». Per questo Il Papa «auspica» che la domenica «sia giorno di riposo e occasione per rafforzare i legami familiari», ha detto in un «appello». «Ieri, martedì 15 maggio – ha ricordato Benedetto XVI in un ‘appellò al termine dell’udienza generale – si è celebrata la Giornata Internazionale delle Famiglie, istituita dalle Nazioni Unite e dedicata quest’anno all’equilibrio fra due questioni strettamente connesse: la famiglia e il lavoro». «Quest’ultimo – ha proseguito papa Ratzinger – non dovrebbe ostacolare la famiglia, ma piuttosto sostenerla e unirla, aiutarla ad aprirsi alla vita e ad entrare in relazione con la società e la Chiesa. Auspico inoltre – ha aggiunto – che la domenica, giorno del Signore e Pasqua della settimana, sia giorno di riposo e occasione per rafforzare i legami familiari». Nei saluti in italiano prima di questo appello, il Pontefice ha ricordato varie realtà presenti oggi in piazza San Pietro, tra cui i fedeli dell’Aquila e di Rocca Santo Stefano, i genitori e gli alunni della Scuola ‘Regina Apostolorum’ delle suore francescane e dell’Immacolata di Roma, i sacerdoti del Collegio Urbano di Roma, la comunità Shalom che festeggia i primi 30 anni e la approvazione degli statuti. Fonte

Papa: “La domenica sia giorno di riposo per rafforzare i legami familiari”

Oltre 30mila fedeli in piazza San Pietro hanno partecipato all’Udienza Generale del Papa. La forza della preghiera e il valore dei legami familiari, i temi di una mattinata in cui Benedetto XVI ha ribadito l’importanza della domenica come giorno di riposo.

Papa: &#8220;La domenica sia giorno di riposo per rafforzare i legami familiari&#8221;

Papa Benedetto XVI

Città del Vaticano – Benedetto XVI è stato accolto in piazza San Pietro da circa 30mila fedeli, presenti all’Udienza Generale di oggi il cui tema è stato la preghiera. “Quando sentiamo che Dio è lontano, che non abbiamo parole per comunicare – ha detto il Papa – questa assenza di parole e il desiderio di entrare in comunicazione con Dio è preghiera: tramite lo Spirito Santo diventa vero contatto con Lui”. Benedetto XVI ha spiegato che la preghiera “non deve essere vista come una semplice opera buona, un’azione compiuta interamente da noi, ma è innanzitutto un dono, frutto della presenza vivificante in noi”. Il Papa ha lanciato anche un appello affinché la domenica rafforzi i legami della famiglia. “Il lavoro – ha detto Benedetto XVI – non dovrebbe ostacolare la famiglia, ma piuttosto sostenerla e unirla, aiutarla a aprirsi alla vita e entrare in relazione con la società e con la Chiesa”. Per questo, il Papa ha auspicato che la domenica “sia giorno di riposo e occasione per rafforzare i legami familiari”Fonte

 

In Israele analizzano di ampliare il fine settimana ed includere la Domenica come giorno festivo
11 Luglio 2011

En Israel analizan ampliar el fin de semana e incluir el domingo como día festivoIl primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ordinato di studiare la possibilità di ridurre la giornata lavorativa a quattro giorni e mezzo e estendere il fine settimana di un giorno, dichiarando festivo la Domenica che nell’attualità è lavorativa.
Netanyahu ha nominato suo consigliere economico e presidente del Consiglio Economico Nazionale, Eugenio Kandel, per studiare la questione, che avrebbe importante conseguenze economiche, sociali e religiose.
Il vice primo ministro Silvan Shalom, che aveva proposto la misura, ha sostenuto che si dovrebbe “trascorrere un lungo week-end, nel più breve tempo possibile, secondo tutti i paesi del mondo sviluppato”.
Secondo quando il quotidiano Haaretz ha sottolineato, il piano prevede che il Sabato e Domenica siano festivi e Venerdì sarà una giornata di lavoro fino a mezzogiorno.
Kandel spera di istituire un comitato composto da tutti i ministeri competenti per esaminare le implicazioni della proposta.
Netanyahu ha ammesso che la questione è una questione complessa e richiede una seria considerazione da diversi punti di vista, economico, sociale, religiosa e ideologica.
Il fine settimana si celebra in Israele, il Venerdì e Sabato, anche se entrambi i negozi e gli uffici sono aperti la mattina di Venerdì.
I giorni festivi nel paese iniziano al tramonto del giorno precedente, come marchio del Giudaismo, quindi Venerdì sera e già giornata sabatica, sacra e di riposo per questa confessione.
Shalom ha detto che l’iniziativa ha l’approvazione della Associazione Produttori Israele, Camere di Commercio, l’Unione delle Autorità Locali, l’Associazione degli Hotel, i sindacati degli insegnanti, il Consiglio Nazionale Economico e il Direttore Generale dell’Ufdficio del Primo Ministro.
Due membri della Knesset Likud, Zeev Elkin e Yariv Levin, hanno presentato un disegno di legge concernente l’attuazione di un lungo weekend.
L’iniziativa aveva come intenzione lo scopo di costringere il governo a prendere una decisione in tal senso.
Shalom ha proposto che il fine settimana sarebbe Sabato e Domenica, mentre la settimana lavorativa sarebbe da Lunedi a Venerdì a mezzogiorno. “In cambio del lungo weekend, lavoreremo mezz’ora al giorno in più,” aggiunse.
Una delle ragioni per questa proposta è stata l’assenza di un “vero” fine settimana in Israele, come nel resto del mondo occidentale.
Oltre il 75 per cento della popolazione mondiale e il 100 per cento della popolazione del mondo sviluppato hanno preso il sabato e la domenica come giorni di riposo.
Shalom ha detto che il cambiamento sarebbe buono per l’economia di Israele.
Il provvedimento inoltre si tradurrà in una settimana di cinque giorni per la scuola, il che significherebbe l’introduzione di un’ora nella scuola e l’obbligo di fornire un pranzo nelle scuole.
GB

<<Poi vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra, ed aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone. Essa esercitava tutta l’autorità della prima bestia davanti a lei, e faceva sì che la terra e i suoi abitanti adorassero la prima bestia, la cui piaga mortale era stata guarita. E adorarono il dragone che aveva dato l’autorità alla bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia, e chi può combattere con lei?» Apocalisse 13:11,12,4.

CARO PISAPIA, LA DOMENICA DI RIPOSO NON E’ UN DOGMA

«Noi abbiamo fatto la nostra parte con una delibera contro la liberalizzazione totale degli orari dei negozi, che il Tar ha bocciato, ma era un gesto che andava fatto. Quando ritornerà la forza della politica, potremo ancora tentare di modificare una legge ingiusta e non concepibile per uno stato democratico come il nostro. Oltre al diritto al lavoro, c’ è anche il diritto al riposo».

Così il sindaco di Milano Giuliano Pisapia al XXIX Congresso delle Acli di Milano Monza e Brianza. L’oggetto della polemica è la possibilità di lavorare di domenica, garantita dai recenti interventi legislativi del governo.

Il ragionamento di Pisapia, in questo in perfetta sintonia con il cardinale meneghino Angelo Scola, è il seguente: se ognuno riposa un giorno diverso, si perde il senso della giornata di festa collettiva. Le famiglie sono meno unite e lo sono anche le comunità nel loro complesso.
Scola e Pisapia non hanno tutti i torti, ma il loro approccio pare fortemente dogmatico. Forse il punto è che le famiglie e le comunità sono già fortemente disgregate, quindi liberare la domenica dai lacci della burocrazia legislativa è una conseguenza di questa situazione, non un antefatto. Nella moderna società del XXI secolo i momenti per stare in famiglia forse non sono più tanto la messa e i pranzi domenicali, quanto la prima serata della settimana su cui ci si riesce a mettere d’accordo. Forse la passeggiata in centro o al parco non è più confinata in un giorno prestabilito, ma la si organizza via facebook o twitter un po’ all’ultimo, con chi ci sta e quando si può. In compenso sicuramente la domenica ci sono persone che, per i più svariati motivi, preferiscono lavorare: maggiore tranquillità, maggiori incassi, avere il giorno libero durante la settimana e via dicendo.
Non è una situazione dove il torto e la ragione si taglino con l’accetta, quando si parla di società e abitudini collettive la prudenza è d’obbligo. Questo vale a maggior ragione per un sindaco, che forse non dovrebbe essere così tranchant nei suoi giudizi. Anche perché se la direzione intrapresa è che possano esistere negozi aperti sempre, in base alla volontà del proprietario e per la gioia dei cittadini consumatori, arroccarsi nella difesa del riposo domenicale è un pessimo preludio a una lunga battaglia di retrovia che male calzerebbe a chi si definisce “progressista” e “di sinistra”. Fonte

Movimento per recuperare la domenica come giorno di riposo
I Vescovi lodano l’iniziativa di cinque membri dell’Europarlamento

Movimento per recuperare la domenica come giorno di riposo
I Vescovi lodano l’iniziativa di cinque membri dell’Europarlamento

BRUXELLES, giovedì, 26 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Il Segretariato della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE), le Chiese protestanti e la Chiesa anglicana hanno lodato la decisione di cinque membri del Parlamento Europeo di sostenere l’iniziativa lanciata da numerosi episcopati per chiedere al Parlamento di pronunciarsi sulla dichiarazione scritta relativa alla “protezione della domenica come pilastro essenziale dell’eredità e del modello sociale europeo”.
In un comunicato emesso nei giorni scorsi, i Vescovi dell’Unione Europea hanno indicato che la Dichiarazione sulla Difesa della Domenica “può rappresentare un importante impegno nei confronti dell’Europa Sociale”.
Nel documento, lanciato dai parlamentari europei Anna Záborska, Martin Kastler, Jean Louis Cottigny, Patrizia Toia e Konrad Szymanski il 2 febbraio scorso, i Vescovi dell’Unione Europea affermano che “l’attuale crisi economica e finanziaria ha reso ancor più evidente il fatto che non tutti gli aspetti della vita umana possono essere soggetti alle leggi del mercato”.
Il consumismo, aggiungono, non rappresenta un modello né per l’economia sostenibile né per un sano sviluppo umano.
Il testo precisa che il lavoro domenicale pone quanti lo svolgono in una situazione di svantaggio sociale: dalla vita familiare alle condizioni di salute.
“La domenica libera dal lavoro è un fattore decisivo nell’equilibrio tra il lavoro e la vita familiare. E’ di fondamentale importanza per le relazioni familiari, ma anche per la vita sociale e culturale”, avvertono.
Secondo le scuole dell’UE, la domenica è il giorno di riposo settimanale per i bambini e per gli adolescenti, per cui i Vescovi hanno affermato che “è necessario rispettarlo anche per i genitori, perché possano goderlo con la propria famiglia”.
In questo senso, i Vescovi dell’Unione Europea avvertono che è necessario difendere la domenica e mettere da parte “gli obiettivi che cercano solo di aumentare la produzione e il consumo”.
“I lavoratori sperimentano una frammentazione della loro vita privata”, per cui è necessario sostenerli, perché possano difendere i loro interessi familiari”.
Perché la dichiarazione sia accettata è necessario che sia firmata dalla maggior parte dei membri del Parlamento Europeo, ossia 394, prima del 7 maggio prossimo
Fonte

Approvato ordine del giorno sul riposo domenicale

22 Marzo 2012
Lecce – La Camera dei Deputati ha approvato l’ordine del giorno (primo firmatario Alfredo Mantovano) sul riposo domenicale, presentato da un gruppo di deputati appartenenti a differenti gruppi politici, con 261 voti a favore, 41 contrari e 161 astenuti (Pd).

Con il suddetto ordine del giorno il governo si impegna in primis a garantire il riposo domenicale, fatte salve le deroghe costituite dai servizi pubblici essenziali, dalle attività di ristorazione e di intrattenimento, da quelle che vengono svolte in località turistiche; a prevedere la volontarietà del lavoro domenicale ed, in ultimo, a non far derivare effetti pregiudizievoli per il lavoratore che scelga di non prestare la sua opera di domenica.

Mantovano ha sottolineato, nella dichiarazione di voto, il profilo della dignità del lavoro e la dimensione di umanità del rispetto della domenica.

FONTE

LA LEGGE DOMENICALE IN CHE CONSISTE?

Sarà una Legge Mondiale promulgata dagli Stati Uniti in unione con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, questa legge consiste nell’obbligare il mondo ad unirsi ad una sola fede, una sola religione, una sola chiesa ed adorare a Dio in un solo giorno, chi non ubbidirà a questa Legge Domenicale, sarà portato in prigioni e torturato come nel medioevo..

Chi promuove la Legge Domenicale?
Detta legge comincierà con una semplice persuasione ma, man mano che va trascorrendo il tempo diventerà obbligatoria.. questo atto si farà conoscere pubblicamente con i mezzi di comunicazione, i pricipali leader di questa organizzazione sono i leader politici gesuiti, evangelici, cattolici e massoni, con la regia occulta dei giudei-sionisti.

Seguendo la storia profetica si conosce ciò che accade e ciò che avverrà. Secondo la Bibbia, sarà la seconda Bestia quella che imporrà al mondo di adorare la prima bestia: Apocalisse 13:12,13. Allora, chi è la seconda bestia? Gli Stati Uniti. Di questa maniera possiamo capire che saranno gli Stati Uniti, uniti con la Chiesa Cattolica e le denominazione mondiali, ossia la Chiesa Mondiale Ecumenica, constituirà un’unione di potere politico-religioso contro il rimanente, o popolo di Dio (Apocalisse 12:17), e “E le fu concesso di dare uno spirito all’immagine della bestia, affinché l’immagine della bestia parlasse, e di far sì che tutti coloro che non adoravano l’immagine della bestia fossero uccisi…e che nessuno potesse comperare o vendere, se non chi aveva il marchio o il nome della bestia o il numero del suo nome. ”

Il marchio della bestia è la domenica in contraposizione al SABADO biblico, il Sigillo di Dio.

 

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