21 ottobre 2015
 
Roma, truffa alla sanità: visite e cartelle cliniche false. Ai domiciliari medici e dirigenti dell'ospedale IsraeliticoL' ospedale Israelitico di Roma All'alba i carabinieri del Nas hanno decapitato il vertice dell'ospedale Israelitico di Roma nell'ambito dell'inchiesta guidata dai pm Fasanelli e Palaia. Le ipotesi di reato sono falso e truffa in danno della sanità pubblica. Le misure cautelari sono state applicate per 17 persone (14 quelli ai domiciliari), a partire dal direttore generale dell'ospedale ed ex-presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, 56 anni. Insieme a lui è rimasta coinvolta tutta la prima linea dell'istituto: il vice direttore, Tiziana Agostini; il direttore sanitario e responsabile del Day Hospital, Gianluigi Spinelli; due responsabili dell'ufficio controllo appropriatezza delle cartelle cliniche, Mirella Urso e Antonio Canistrà; il responsabile del servizio urologia; Pietro Aloisi; il primario del reparto ortopedia, Elvira Di Cave; e ancora medici, collaboratori amministrativi e coordinatori del personale infermieristico. La parola d'ordine all'interno dell'ospedale era: "Arrivano gi ispettori, famo un po' di Cinecittà... ossia allestire i laboratori, i reparti, i documenti, per passare indenni l'ispezione della Regione Lazio che periodicamente effettua controlli sulle strutture sanitarie convenzionate. I dirigenti venivano informati del controllo da una "talpa", una donna ora indagata. L'hanno accertato attraverso una serie di intercettazioni che ora sono agli atti, nell'ordinanza di oltre 370 pagine del gip Maria Paola Tomaselli che ha di fatto abbattuto i numeri uno dell'azienda.

Già un anno fa era partita l'inchiesta della procura che aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati dei dirigenti dell'ospedale, in primis di Antonio Mastrapasqua che spacciava per operazioni costosissime di chirurgia maxillo facciale (per esempio, plastiche alle gengive con trapianti di osso), semplici interventi ambulatoriali ai denti, dall'otturazione di una carie all'estrazione di un molari.

L'accusa. L'ordinanza di custodia cautelare firmata ora dal gip Paola Tomaselli disegna un accordo tra tutti gli indagati al fine di truffare il sistema sanitario nazionale per ottenere rimborsi più elevati rispetto ai costi effettivamente sostenuti dalla struttura. Solo per le prestazioni di alluce valgo e altre procedure chirurgiche, i pm contestano che nell'anno 2012 sono state compilate 613 cartelle cliniche false e 455 nel 2013. Inoltre veniva attestato falsamente in 451 cartelle cliniche nel 2012 e in 322 nel 2013 di aver erogato prestazioni in regime di ricovero ordinario anziché in Day Hospital. E ancora: per le biopsie sarebbe stato comunicato alla Regione Lazio il rispetto di una procedura diversa da quella realmente eseguita per 322 cartelle nel 2012 e 263 nel 2013. Non solo: la lista delle accuse si chiude con il capitolo più grave, quello dei ricoveri falsi. Secondo gli inquirenti il vertice dell'Ospedale avrebbe falsificato il numero e la tipologia di cure in convenzione effettivamente prestate, procurandosi un ingiusto profitto legato a remunerazioni e compensi non dovuti sui posti letto per un totale di 3.042 ricoveri, pari a 12,6 milioni di euro.

L'indagine. Ci sono tantissime intercettazioni, telefoniche e ambientali eseguite dai carabinieri del Nas, e molto materiale documentale, frutto anche delle ispezioni svolte dagli organi di controllo della Regione Lazio tra gli elementi probatori che hanno spinto il gip a disporre gli arresti domiciliari per 14 persone e l'obbligo di firma per altre 3 in relazione all'inchiesta sull'ospedale provinciale geriatrico specializzato Israelitico.

Le visite taroccate. Il modello era rodato al punto che il top management dell'ospedale faceva in modo di fornire informazione fittizie ai controllori pubblici spediti dalla Regione nella struttura. In occasione della visita della Commissione di verifica della Asl RmD, lo stesso Mastrapasqua coadiuvato dalla vice direttrice e dai suoi più stretti collaboratori, avrebbe alterato lo stato dei luoghi, la destinazione degli ambienti e le attività sanitarie svolte al loro interno. In particolare i Nas hanno verificato, tra le altre attività, la chiusura della sala prelievi al piano terra; l'occultamento delle attività sanitarie abusive; lo spostamento dei letti in alcune stanze; lo spostamento dei pazienti e l'eliminazione di postazioni lavoro nell'archivio delle cartelle cliniche.

Ecco quale era il 'meccanismo illecito' che veniva messo in atto nella struttura sanitaria: interventi clinici, realizzabili in regime ambulatoriale, abitualmente fatturati come ricoveri più onerosi, in regime di Day Hospital o di ricovero ordinario, per chiedere maggiori rimborsi pubblici. Oppure alterazione dello stato dei luoghi, con spostamento repentino di pazienti da un reparto all'altro e cambio della destinazione d'uso dei locali, per affrontare senza grossi danni un'ispezione ordinaria dell'Asl di competenza.

I carabinieri, a partire dall'anno scorso, hanno concentrato la propria attenzione sulla gestione amministrativo-contabile di alcune tipologie di interventi ortopedici e delle biopsie e scoperto che medici e operatori della struttura, "tramite sistematiche falsificazioni - come ha rilevato il gip - attribuivano arbitrariamente codifiche tecniche riconducibili a prestazioni sanitarie dichiarate complesse", quando complesse non erano (come ad esempio la correzione dell'alluce valgo, le biopsie prostatiche, tiroidee e quelle al seno), senza che in realtà in cartella clinica vi fossero riportate queste complicazioni mediche e richiedendo, rimborsi maggiorati e indebiti al servizio sanitario pubblico.

Quanto alle ispezioni dell'Asl, gli investigatori dell'Arma hanno accertato che l'ospedale poteva contare sulle 'dritte' che arrivavano da una 'talpa' interna (un pubblico ufficiale indagato a piede libero) che informava i vertici dell'Israelitico dell'imminenza di un controllo. E così tutta la struttura verticistica si adoperava "al fine di mascherare lo svolgimento di attività irregolari e/o non autorizzate, inducendo così in errore il personale ispettivo competente". E si scopriva che "dietro la motivazione di alcune temporanee modifiche di attrezzature, di variazioni di impiego del personale e dello spostamento dei degenti, vi era l'esigenza di rappresentare fraudolentemente all'Asl la realizzazione di un aggiuntivo reparto di ortopedia, mai autorizzato, con l'attivazione di posti letto a carico del bilancio della Regione Lazio".

Ai domiciliari il dg Mastrapasqua. Mastrapasqua, che è stato anche presidente dell'Inps dal 2008 al 2014, era già stato coinvolto nei mesi scorsi, per una indagine risalente al 2009, quando un controllo dell'Asl Roma su alcune prestazioni dell'israelitico, portò alla luce diverse incongruenze. Si trattava in particolare di alcune fatture per semplici interventi odontoiatrici per cui però venivano richiesti alla Regione Lazio rimborsi da intervento con ricovero, più onerosi, e questo nonostante la struttura non avesse quel tipo di accreditamento. Il primo febbraio 2014 Mastrapasqua si era dimesso dal vertice dell'istituto previdenziale proprio per il conflitto di interessi con il ruolo di direttore generale del'Israelitico da lui rivestito. Un conflitto di interessi che era stato rilevato dall'allora presidente del Consiglio, Enrico Letta, il quale aveva invitato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, di predisporre una relazione sulla vicenda. Nel settembre del 2014, Mastrapasqua era stato iscritto nel registro degli indagati per la truffa al Sistema sanitario nazionale sui rimborsi dell'Israelitico, per la quale oggi è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Gli arrestati. Oltre a Mastrapasqua, nella veste di direttore generale dell'Israelitico, ci sono anche altri pezzi 'da novanta' della struttura ospedaliera coinvolti nell'indagine della Procura che, attraverso i carabinieri del Nas, ha portato alla luce "un collaudato sistema" dal 2012 al 2014 di prestazioni sanitarie "illecitamente erogate a danno del servizio sanitario Regionale". Con accuse che vanno, a vario titolo, dal falso alla truffa, il gip Maria Paola Tomaselli, su richiesta dei pm Maria Cristina Palaia e Corrado Fasanelli, ha disposto gli arresti domiciliari anche per Gianluigi Spinelli, direttore sanitario nonché responsabile del Day Hospital e delle sale ambulatoriali chirurgiche; Tiziana D'Agostini, vicedirettore; Elvira Di Cave, primario di ortopedia; Mirella Urso, responsabile dell'ufficio 'controllo appropriatezza cartelle cliniche'; Antonio Cannistrà, addetto in servizio allo stesso ufficio; Naim Nasrollah, chirurgo; Batia Popel, capo dell'ufficio Affari Generali; Anita Fanelli, responsabile dell'ufficio degenze. Ai domiciliari, poi, sono finiti altri cinque tra medici, collaboratori e amministrativi, mentre all'obbligo di firma Riccardo Pezzi, quale responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione, Antonella Gallo, capo dell'Ufficio Provveditorato ed Economato e un altro medico.

Anche l'Ospedale Israelitico è indagato, per illecito amministrativo. La struttura è sotto inchiesta "per non aver adottato un modello organizzativo atto ad impedire e prevenire che venissero consumate, in tutto o in parte, le truffe in danno della Regione Lazio, reato da cui è derivato un danno di particolare gravità, condotte poste in essere - si legge nel capo di imputazione - dal direttore generale e dal direttore sanitario e commessi nell'interesse e a vantaggio dell'Israelitico".

La denuncia dello scorso anno. Una prima denuncia sulle prassi opache nella gestione dell'ospedale fu lanciata da Repubblica nel settembre dello scorso anno in concomitanza con una serie di perquisizioni e sequestri che i carabinieri fecero nell'ospedale, negli uffici della Regione Lazio e in due Asl. Tutto parte da un'inchiesta madre che sollevò il coperchio sui conti della struttura tra il 2006 e il 2009, portando alla luce quelli che vennero definiti "interventi fantasma".

Il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti ha ringraziato "la Procura, gli inquirenti e le forze dell'ordine che ogni giorno sono impegnati a difesa della legalità nella nostra sanità. Ora aspettiamo gli sviluppi perché - va sempre ricordato - comunque siamo solo alle battute iniziali. In questa indagine c'è stata una fattiva collaborazione della Asl RmD e della nostra amministrazione regionale. E questo tipo di collaborazione fra istituzioni - ha concluso il governatore - è essenziale per raggiungere la verità". Mentre"il Presidente e il Consiglio dell'Ospedale israelitico dichiarano in una nota di essere "in attesa di conoscere le motivazioni che hanno portato ai provvedimenti cautelari di questa mattina e ribadiscono la loro volontà di collaborare con la magistratura, certi che la situazione possa chiarirsi positivamente". Inoltre "confermano la loro fiducia nel management dirigenziale, amministrativo e sanitario".
 L'Ospedale israelitico è regolarmente accreditato nella rete ospedaliera della Regione Lazio. Le tre sedi dell'Ospedale, cioè la sede storica all'Isola Tiberina e quelle di Via
Fulda (sede principale) e Via Veronese, sono aperte e continuano a funzionare regolarmente. L'Ospedale da oltre 100 anni presta cure e fornisce assistenza sanitaria con grande professionalità e dedizione. Migliaia di pazienti possono testimoniare l'eccellenza delle nostre prestazioni, che intendiamo portare avanti con lo spirito e la professionalità di sempre .

 Lawrence Y. Kay
Presidente ospedale israelitico 
http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/10/21/qn-papa-e-malato.-lombardi-notizie-infondate-_13ea46f0-224b-410a-ba38-7c890daf246a.html