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Il colpo di stato del 22 novembre e la terza guerra mondiale.

Il colpo di stato del 22 novembre e la terza guerra mondiale.

Il principale avvenimento della storia della seconda metà del Novecento fu il colpo di stato del 22 novembre.

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Come l’assassinio di Carlo d’Asburgo a Serajevo nel 1914 fu la premessa diretta della prima guerra mondiale, così il colpo di stato del 22 novembre fu la premessa della terza guerra mondiale, superiore alle altre due in durata (12 anni) e in potenza di fuoco (il quadruplo degli esplosivi impiegati nella seconda), pur se molto inferiore per numero di vittime.

solo 58.000 infatti i soldati americani morti nella terza guerra mondiale – contro i 220.000 caduti della seconda- e altri 8.000 circa fra gli alleati; 1.000.000 i soldati caduti dalla parte dei vincitori, e solamente 4.000.000 le vittime civili nel paese vincitore; altri 2 milioni e 300.000 persone in un paese vicino, neutrale, dove la guerra si allargò; insomma il bilancio totale non arriva a 7 milioni e mezzo di morti, una bazzeccola rispetto ai 55 milioni di morti della seconda guerra mondiale.

certo, colpisce che tutti questi morti alla fine siano concentrati in due stati solamente e abbiano rappresentato circa il 10% della polazione del popolo uscito vincitore e addirittura più di un quarto della popolazione del vicino stato neutrale, coinvolto suo malgrado da bombardamenti e stragi.

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Siccome la democrazia è resa possibile unicamente dalla disinformazione, pochissimi si sono perfino accorti che la terza guerra mondiale fu combattuta, addirittura i ragazzi stessi del 68 che vi si trovarono in mezzo si considerano una generazione fortunata perché vissuta senza guerre.

E come la propaganda è riuscita a nascondere alle masse la terza guerra mondiale del 1963-75, grazie al fatto che fu combattuta in um’area più ristretta delle altre, a maggior ragione è riuscita a non lasciare tracce del colpo di stato del 22 novembre 1963 che fu necessario per poterla cominciare.

Data che ancora ieri veniva semplicemente ricordata come il 46esimo anniversario dell’assassinio del Presidente Kennedy.

Ma se è semplicemente l’anniversario di un omicidio politico, qualcuno mi sa spiegare perché se ne parla ancora, quasi 50 anni dopo?

Non credo che oramai i libri di storia del futuro riporteranno mai la verità.

non credo che si riuscirà mai a dire di che cosa è stata capace la democrazia americana.

Ni organizzare sotto la guida del vicepresidente un colpo di stato contro il presidente eletto, dato che si opponeva all’inizio della terza guerra mondiale.

Dallas fu l’esito di una guerra civile di partito, fra politici del Partito Democratico, una tara eterna per il più progressista dei partiti americani: ecco un altro motivo per cui questa verità non si può dire.

Che Johnson il democratico ha organizzato il colpo di stato per lanciare la guerra e ha fatto uccidere il presidente con cui aveva vinto le elezioni.

Democrazia, quanti delitti si commettono in tuo nome!

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Sono le otto di sera, da noi, e il telegiornale si apre con l’incredibile notizia del ferimento del presidente Kennedy in un attentato a Dallas.

Sono le otto e mezza di sera e il telegiornale chiude le notizie annunciando che il presidente Kennedy è morto.

Mia sorella ed io scoppiamo in lacrime, come se quel Kennedy fosse un nostro amico: sappiamo solo che aveva promesso la fine della guerra fredda e la coesistenza pacifica.

Non sappiamo ancora che è stato ucciso da un complotto organizzato dal vicepresidente e dalla CIA per bloccare la distensione e rilanciare la guerra, non più fredda, ma aperta; un blocco di potere militare e industriale ha già preso questa decisione, ma Kennedy rifiuta di firmare gli ordini che trasformeranno un piccola guerra locale contro la guerriglia comunista n Vietnam nel confronto globale, nell’Apocalipse Now contro l’impero sovietico del male.

Servirà, per la perfetta conclusione della manovra e l’apertura della guerra in grande con l’invio di 550.000 soldati americani, un altro grande inganno propangandistico: il mai accaduto attacco nord-vietnamita alla flotta americana nel Golfo del Tonchino, un bis virtuale di Pearl Harbour.

36 ore dopo la morte del presidente, il suo vice, diventato presidente grazie al colpo di stato, firmerà quegli ordini.

Sono le stesse ore in cui viene liquidato con colpo di pistola davanti alle telecamere nei corridoi degli uffici della polizia di Dallas il capro espiatorio del colpo di stato, Oswald, l’assassino isolato, il pazzo comunista, consegnato come tale alla storia falsa e invincibile dei vincitori.

L’assassimo miracolosamente individuato ed arrestato un’ora e 20 minuti dopo il delitto.

Ancor oggi National Geographic diffonde un video nel quale si può intravvedere “la sagoma” di Oswald alla finestra fatale.

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Tranquilli, quello non è Oswald.

E' qualche agente della CIA che si prepara a sistemare il fucile di Oswald nel luogo del presunto delitto, e dà un’occhiata se le cose procedono come pianificato.

Il test del nitrato, effettuato su Oswald, per vedere se aveva sparato, dette esito negativo, ma ufficialmente fu dichiarato illeggibile.

L’unica cosa certa è che due colpi furono sparati col suo fucile, questo sì, e che il suo fucile fu trovato al quinto piano dell’edificio dove lui lavorava, ma qualcuno poteva avercelo portato, dopo averlo usato, no?

Quel fucile era un Carcano italiano, fabbricato nel 1940: poteva sparare un colpo ogni 5 secondi; ma la sparatoria che ammazzò Kennedy durò 7 secondi in tutto.

Oswald non poteva essere al quinto piano in quel momento: ci sono testimonianze precise e incontrovertibili del fatto che si trovava alla mensa qualche piano di sotto in tempi incompatibili con la sua presenza lassù durante la breve sequenza degli spari.

Che del resto non sono mai venuti dal deposito della Library dove lavorava Oswald: non solo il poliziotto che ha sentito gli spari dichiara che venivano dalla libreria o dal palazzo vicino, non solo davanti a quella finestra da dentro stavano scatoloni che impedivano di sparare, ma da quella finestra, al momento del primo sparo, quello che colpisce Kennedy alla gola da dietro, la macchina del presidente è invisibile, nascosta da un albero, e credo che neppure il più scelto dei tiratori (ma Oswald era un tiratore certificato come mediocre sotto i marines) riesca a centrare col mirino telescopico un obiettivo momentaneamente invisibile.

E la traiettoria di quel primo proiettile che colpisce assieme Kennedy e il governatore del Texas che sta seduto nella macchina davanti a lui, non potrebbe essere lineare se il colpo fosse partito dall’alto, dal quinto piano dell’edificio dove lavorava Oswald.

Gli spari col fucile di Oswald sono venuti invece da un edificio a fianco, che aveva una visuale perfettamente libera, indicato da alcuni testiomoni, e da cui si vede uscire dopo l’omicidio un killer ben identificato; sono venuti da questo secondo piano, che fornisce al proiettile una traiettoria comprensibile.

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Gli organizzatori del complotto non avevano messo in conto però che sulla scena dell’omicidio ci sarebbero state una decina di persone con la cinepresa o la macchina fotografica.

Queste riprese mostrano tutte senza ombra di dubbio che Kennedy cade sotto un fuoco incrociato sincrono, ben organizzato da almeno due punti diversi e che il colpo decisivo dei quattro, due talmente ravvicinati che quasi si sovrappongono e sono confusi da alcuni testimoni con un colpo solo, parte di fronte a lui e non alle spalle, da un rialzo erboso dove sta nascosto un furgone bianco che subito si dilegua, dove addirittura da alcuni fotogrammi si intravvede la sagoma di un uomo che spara nascosto dietro una staccionata.

Tanto è vero che cranio e pezzi di cervello schizzano all’indietro, nella direzione opposta al colpo ricevuto, come è ovvio.

le persone impressionabili non guardino questo video, per favore.

Però secondo la commissione Warren, nominata dal Johnson, il golpista, “per fare chiarezza sulla morte”, cioè per fornire una versione ufficiale che mettesse tutti tranquilli, gli spari sono tre.

Ecco la registrazione fatta dalle radio aperte dei motociclisti che seguivano il corteo di Kennedy dei tre spari della commissione Warren:

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Caccia grossa, si uccide Kennedy come avrebbe sparato Hemingway in Africa a qualche bestione; è un massacro pianificato.

Colui che è l’organizzatore e il mandante giura accanto alla vedova con l’abito ancora macchiato di sangue sotto il soprabito.

Mi ricordo bene perché piangevamo mia sorella ed io quella sera del 22 novembre.

Nessuno aveva visto ancora le orrende riprese dell’assassinio, solo negli anni successivi cominciarono ad uscire le polemiche e le ricostruzioni su cui ho affinato fin da adolescente il mio personale gusto per l’analisi giallistica dei Casi di cronaca celebri: cominciava la demolizione delle verità ufficiali, mai sufficiente, tuttavia.

Quei colpi ancora invisibili, ancora non ascoltati nelle registrazioni dei cronisti, già da soli e in se stessi dicevano il messaggio essenziale: se Kennedy è stato ammazzato, allora la pace non è possibile.

Piangevamo, senza saperla ancora, la terza guerra mondiale che stava arrivando.

E tutte le guerre che la seguono e che la seguiranno.

http://bortocal.wordpress.com/2009/11/23/185-il-colpo-di-stato-del-22-novembre-e-la-terza-guerra-mondiale/






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